Premio Racconti nella Rete 2025 “La parata militare” di Leo Miliani
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025Nella piazza principale, lontana dal fetore della limitrofa fogna che sgorga nella desolata foce, senza compassione alcuna verso gli animali marini, le trombe squillano indecise nelle orecchie del pubblico addormentato sugli spalti. La parata militare festeggia una nuova sconfitta del genere umano, alla presenza delle autorità del Paese, eletti a furor di popolo, grazie alla capacità di rappresentare le peggiori istanze della maggioranza rumorosamente incolta.
Ricorre l’anniversario di una delle più cocenti perdite del Paese, quando si diede la possibilità agli alleati invasori di divenire terra di conquista, per evitare la rogna dell’autogoverno e lasciare volentieri l’ingrato compito ai vincitori. Militari bardati, attenti a non creare il minimo indizio sui veri responsabili, inscenano un’unione d’intenti per far cadere le colpe sui soliti sospetti. Il rastrellamento, avvenuto durante l’alba, aveva dato i suoi frutti, così che i gendarmi erano pronti per la fucilazione del nemico, deciso all’ultimo momento da una petizione online tra il popolo della rete bucata.
Gli stendardi rimpiangono i tempi in cui venivano bruciati con dignità. Il pensiero unico incenerisce la coscienza senza lasciare tracce. Vengono liberate le iene per indebolire gli innocenti, troppo lontani dai nuovi canoni sociali. La parata si esercita, provando lo schiaffo del soldato, prima di concludere la marcia nei fondali marini.
Il più alto in grado guarda l’orologio in attesa di dare il segnale che ponga fine al ballo delle debuttanti. Quest’anno le vergini accompagneranno gli ufficiali durante il lancio col paracadute usato.
Presenzia all’evento il ministro della difesa, la scorta indossa giubbotti imbottiti di tritolo da azionare al suo primo discorso di senso compiuto. Il suo volto sembra commosso, ma è solo l’effetto della cipolla posta come maschera di bellezza, utilizzata per rendere il viso ancor più repellente di fronte la sensibilità dell’anima. Le sue parole risuonano sulla folla, provocando lesioni agli apparati uditivi dei pochi non abituati a tanto rumore per nulla.
Il contabile di stato calcola le possibilità dei vertici del potere di salvarsi dall’apocalisse senza l’ausilio delle truppe.
Durante l’intervento del generale supremo la verità deve fare i conti con la propria intolleranza. Vorrebbe intervenire, ma preferisce restarsene in disparte aspettando che tutti vadano a dormire per dare fuoco alle polveri sottili. Troppe volte è stata chiamata in causa, senza che abbia potuto far sentire la propria voce a causa del sordomutismo dei suoi interlocutori. Adesso vive in un eremo fuori città ed aspetta il momento giusto per vomitare ogni scampolo di realtà.
I carri armati fanno il loro ingresso ma entrano in controtempo provocando l’imbarazzo dei fautori di un insonorizzato armonico riarmo atomico. In lontananza si odono le luci dell’attacco militare mentre colorano il cielo di un blu elettrico che illumina la lobby delle torte mentre brinda felice alla prossima ricostruzione da spartirsi in parti rigorosamente disuguali. Questa volta non ci saranno illeciti nell’assegnazione dei lavori, le tangenti verranno distribuite da broker in un fondo perduto per sempre.
I bambini sono sistemati in gabbie di ferro fuso per evitare la fuga prima della maggiore età, quando saranno protagonisti con la benedizione di sua santità Mangiafuoco.
I colonnelli sparano un colpo di stato per richiamare il picchetto d’onore e rendere omaggio alla statua del milite ignobile giustiziato dal fuoco amico, che preferì difendere la popolazione inerte invece di aderire al complotto a favore dell’invasore. Dopo aver osservato un minuto di silenzio imbarazzato, si passa all’accensione del rogo di fronte al quale, in ricordo dei defunti, viene sacrificato ogni anno un parente dei traditori del complotto rimasto suo malgrado in vita.
Segue ai discorsi delle autorità, a cui spettano cinque minuti di intervento per un totale di un’eternità, il gioco della roulette russa atomica. I generali dei Paesi invitati dovranno premere un pulsante su una consolle, sulla quale uno dei tasti è collegato alla bomba atomica che finirà sul Paese del generale autore dell’innesco. Il gioco negli anni ha acquisito sempre maggior interesse per via del premio destinato al Paese colpito, consistente in una fornitura di fake news da distribuire alla popolazione superstite .
Durante la parata gli ideali presenti nell’aria sono in preda ad una profonda crisi d’identità perché chiamati in causa dalle autorità, cosa che provoca in loro notevole imbarazzo. Cercano senza successo di distanziarsi da ogni tipo di legame con l’iniziativa, ma la folla li acclama accrescendo il loro disorientamento. Anche il più grande dei loro nobili valori, la patria, ultimamente non se la passa bene e sente aumentare l’incomprensione tra il suo essere e i suoi accaniti sostenitori. Pace e libertà hanno gettato la spugna e preferiscono passare il resto dei loro anni su un’isola deserta al largo dell’oceano indiano.
Come ogni anno sono presenti un gruppo di contestatori ortodossi, desiderosi di mettersi in mostra e provare a tutti quanto la loro incapacità possa fare danni anche peggiori al Paese, nonostante non abbiano nessun titolo per farlo se non riuscire a scomparire prima dei titoli di coda.
Gli anziani sono confinati nella piazza del viale del tramonto per evitare spiacevoli intromissioni da parte dei loro ricordi che, come avvenuto negli anni passati, possano diventare causa di risveglio di qualche coscienza poco incline al controllo delle frequenze onda, trasmesse tramite radio e televisione.
La celebrazione, che si avvia stancamente verso il finale, ogni anno sopporta sempre con maggiori ed evidenti difficoltà il delirio umano. Non vede l’ora di godersi il meritato riposo annuale, sperando come sempre di non doversi ripresentare, ma di esser sostituita da qualche evento più giovane, pieno di energia.