Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2025 “Katia a Lucca” di Paola Prita Grassi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025

Ma chi sei tu, Ugo? Un diavolo tentatore mascherato da nutrizionista? Ma va bene, accetto, seguirò la tua dieta, l’ennesima che ho fatto, ma stavolta sono motivata. Mi attrae quello che mi hai promesso: perdere 30 chili in una quindicina di mesi.

Cos’è che mi motiva, chiedi. Te lo dico: una storia che mi pesa troppo, da più di un anno.

Ho conosciuto Alessandro su una chat di incontri. Tra i tanti, lui mi aveva particolarmente attratto: mi faceva ridere, mi dava sfiziose ricette di cucina, mi raccontava del suo lavoro di medico, dell’amore per la natura e gli animali.

Col tempo diventava sempre più un amico con cui condividere la mia vita di commessa con la passione per gli acquerelli. Glieli mostravo dallo schermo, disegni che nessuno aveva mai visto, ma sentivo che di lui potevo fidarmi.

Una sera mi ha chiesto quello che temevo da tempo: “Incontriamoci dai, sono curioso di vederti tutta intera!”

In effetti dal mio viso pieno ma non troppo non si capiva quanta roba ci fosse sotto e io avevo paura di perdere la sua amicizia per questo.

Dietro le sue insistenze ho dovuto prendere atto del fatto che non volevo fargli sapere che mi sentivo inadatta fisicamente per incontrarlo, gli ho detto che forse non gli sarei piaciuta, che ero un po’ pienotta, con troppe curve…

Lui si è messo a ridere: “Ma cosa vuoi che mi importi? Sei così simpatica, figurati se faccio caso alla tua esteriorità, mi offendi se pensi che io sia così superficiale, dai Katia!”

A quel punto ho ceduto, gli detto di sì e ci siamo accordati per vederci a Lucca, sotto le mura perimetrali più lunghe del mondo, un posto che io, toscana, conoscevo bene e invece lui,  ligure, ancora no, anche se è una città che si trova a metà strada per entrambi.

“Ti farò da Cicerone, possiamo passeggiare sopra le mura e prendere un caffè in uno dei tanti localini che ci sono!”. Ero molto emozionata ma non avevo più paura, Alessandro mi aveva rassicurata.

Per l’occasione ho scelto un’ampia blusa chiara a fiorellini, sotto indossavo una gonna lunga e stivali, entrambi neri. Mi sentivo proprio a posto vestita così.

Sono arrivata poco prima del previsto nel parcheggio stabilito, ho aspettato con un minimo di agitazione mentre dal finestrino aperto mi arrivava il profumo dei tigli odorosi di primavera, portato da un vento leggero, piacevole e avvolgente. Tutto sembrava preparato per rendere perfetto il nostro primo incontro.

L’ho visto arrivare con l’auto che mi aveva descritto. A distanza l’ho riconosciuto: cinquantenne come me, con un inizio di calvizie che però gli dava il fascino dell’uomo vissuto, era proprio lui.

Quando Alessandro ha riconosciuto prima la mia auto e poi il mio viso mi ha sorriso. In quel momento ho pensato che sì, volevo solo amicizia da lui, ma chissà, col tempo…

Ho aperto la portiera e sono scesa, ero pronta a conoscerci meglio, a sfiorare i nostri visi con un bacio leggero sulle guance, a prenderci le mani e stringerle, a sentire il calore che i nostri corpi emanavano.

A mano a mano che mi avvicinavo il suo sorriso si è spento, ha spalancato gli occhi, aggrottato le sopracciglia.

Le mie gambe si sono paralizzate, così Alessandro si è visto costretto a venire lui da me. Ci siamo dati la mano, fredda la mia, sudaticcia la sua. Le nostre guance si sono sfiorate ma senza calore nelle labbra esangui. Mi ha invitato a salire sulla sua auto. Ho balbettato: “Ma, la passeggiata sulle mura…”.

“No”, ha risposto, “andiamo a prendere un caffè sul mare, ti va?”

“Certo, se vuoi…”

Durante il tragitto ha acceso la radio a volume alto, era complicato parlarsi, ma che c’era da dire? Era chiaro che, nonostante l’avessi avvertito, la mia faccia e la mia anima erano passate in secondo piano rispetto alle mie rotondità.

Ha guidato sul lungomare senza fermarsi in nessun bar. Dopo un’ora che girava senza meta mi ha riportato alla mia auto, il caffè non l’abbiamo preso, l’incontro era concluso.

Non l’ho più cercato in chat, non mi sono più collegata, non cerco più niente e nessuno. Ma grazie a te, Ugo, riesco a dimagrire, è faticoso ma ce la sto facendo.

Ma ora che da più di un anno seguo la tua dieta, dura, faticosa ma che ha funzionato, ora che lo specchio mi rimanda l’immagine di me che ho sempre sognato, lo devo cercare, e ho anche pensato come: entro in chat con un altro nick name e userò la foto di una mia amica, farò con lui solo dialoghi scritti, senza vederci, poi lo inviterò per un incontro proprio a Lucca, vediamo se accetta.

Ha abboccato, però nel frattempo mi ha mandato le stesse ricette, mi ha raccontato le stesse barzellette, condiviso le stesse cose, che delusione…

Oggi, dopo due anni, 3 mesi e 7 giorni, sono di nuovo nello stesso parcheggio ad aspettarlo.

Eccolo, scende dalla macchina ma non riconosce né la mia nuova auto né la nuova me, mentre gli faccio un cenno di saluto. A mano a mano che si avvicina sbianca e si ferma, sono io a fare gli ultimi metri. A un passo da lui gli dico: “Caro Alessandro, io 30 chili, come vedi, li ho persi, ma tu di 20 centimetri non crescerai mai, povero imbecille!”.

Mi volto ed entro in città, la brezza primaverile del nostro primo incontro è stata sostituita dal tepore estivo che mi scalda anche dentro. Salgo agile e leggera sulle mura, stavolta il caffè me lo prendo e anche con una bella fetta di torta.

Ora me la posso permettere.

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4 commenti »

  1. Mi è piaciuto molto questo racconto. Un racconto che narrando una storia di riscatto, rivalsa – per non dire vendetta – e (ri)conquista di sé (la nuova me) tocca temi delicati e importanti, come la solitudine, la fragilità dell’illusione, l’importanza delle apparenze, il peso degli stereotipi con i danni che tutto questo è capace di arrecare alla vita di una persona, in particolare quando si arriva alla mezza età che, per quanto oggi si dica che è sempre più avanti, ben si avverte al giro di boa dei cinquanta. Una bella storia, scritta con uno stile senza sbavature, preciso come un laser. 🙂

  2. Bella storia con un importante messaggio e uno stile immediato ed asciutto. Complimenti

  3. Questo racconto mi ha fatto venire in mente dei versi di Wis?awa Szymborska dedicati alle persone che non amiamo e con le quali, proprio per questo, ci sentiamo liberi e sollevati. In fondo quest’Alessandro è stato più bravo di Ugo a dare la giusta spintarella a Katia, forse l’unica cosa che le mancava per il passo che desiderava fare verso l’immagine di se che aveva sempre sognato. Mi è piaciuto.

  4. Mi ha fatto ridere. Questo tipo di una noia mortale e questa donna che si evolve e lentamente ne acquista la consapevolezza, fino a capire che alla fine è da se stessi che bisogna partire.

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