Premio Racconti nella Rete 2025 “Il Battito” di Alessandra Lazzari
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025Sono le 11.13 di giovedì mattina. La casa è in ordine, candele profumate accese nelle stanze,
persiane semichiuse perché il cielo è grigio e carico di pioggia.
Sara gira tra le stanze un po’ soddisfatta un po’ schiava di quel bisogno di auto rassicurarsi
appurandosi di aver svolto diligentemente le mansioni che si era imposta, di avere, almeno tra
quelle mura, il controllo.
YouTube ha promesso 120 minuti di musica per rilassare corpo e anima, Sara si ferma a
fissare lo schermo dove una tazza di caffè fuma senza mai raffreddarsi su un tavolino basso in
mezzo a divani con cuscini morbidi già alla vista, davanti a una vetrata che mostra foglie che
cadono su marciapiedi deserti. Più che rilassante è inquietante, ha un che di apocalittico
quella perfezione priva di esseri umani, la donna pensa che potrebbe essere profetico e il
battito si fa più veloce.
Mentre si china a raccogliere un dinosauro di plastica sfuggito alla retata che ogni mattina
compie tra i giochi del piccolo e i vestiti sparsi della figlia maggiore, pensa alla sua giornata:
anche oggi proverà ad essere tutto, anche oggi si sentirà niente.
Ancora il battito che cresce, ancora l’impressione di aver ingoiato un sasso che si è fermato in
mezzo al petto. Ancora inquietudine.
Sara si avvicina al frigorifero e nota una ditata unta sulla porta di legno, come un automa
prende straccio e sgrassatore, lei nota, gli altri non notano, gli altri non vedono. Si ritrova a
sorridere amaramente a quei pensieri, suo marito sta perdendo gran parte della vista e lei
continua ad arrabbiarsi per quello che non vede… eccola di nuovo nel tentativo di
colpevolizzarsi. Per lei le colpe sono più leggere degli scontri, dei rischi, dei distacchi.
Anche di fronte alle ante dell’armadio aperte si fa strada prepotente il senso della giovinezza
che sfugge, il suo corpo è cambiato paurosamente dopo la famigerata boa dei quaranta. Non
fa parte della schiera sempre più grande di quarantenni con corpi da ragazze a volte frutto di
una natura generosa a volte risultato di sessioni di palestra e diete ferree, un esercito di belle
donne agguerrite al grido “No Carb!”. Lei no, lei non sa resistere alla tentazione di un piatto di
pasta e di una buona bottiglia di vino, che alleggerisce la mente, rallenta il suo cuore sempre
in corsa, anestetizza l’insofferenza che a volte la abbraccia come un conoscente troppo fisico
e morboso che si incontra per caso al supermercato e non ti molla più. Sorride pensandoci,
cerca di essere indulgente con sé stessa e sceglie qualcosa da indossare.
Sotto la doccia senza occhiali impietosi e con l’acqua che scorre sulla pelle si vede più bella,
si immagina ancora desiderabile, il tempo di uscire e volta le spalle allo specchio finchè è
nuda, incantesimo finito. Indossa di nuovo gli occhiali che non sanno dire altro che la verità. Il
battito sembra crescere di nuovo dentro al petto.
Il pranzo pronto per sua figlia che al rientro da scuola non la troverà, si rimanda a sera lo
scontro generazionale: adolescente brillante contro madre inadeguata, Sara sente odore di
sconfitta.
Esce finalmente. Il trucco e l’aria fresca sembrano rallentare il cuore. Si piace di più quando
va a lavorare, ama quello che fa ma è donna e nel pacchetto il senso di colpa è incorporato.
Gira la chiave, mette la prima e le viene da canticchiare. Non è tristezza quella che la assale,
perché mai dovrebbe essere triste? Non è tristezza si dice, va tutto bene, è solo il battito.
Mi è piaciuta la descrizione dell’inquietudine nascosta nella routine quotidiana e il bisogno di controllo di Sara. È un testo che lascia molti spunti aperti, soprattutto sul significato del battito e sui rapporti famigliari
Grazie Elena è bello quando viene colta l’inquietudine che volevo trasmettere, così presente e così difficile da spiegare…
Leggere con piacere chi riesce a scandagliare uno stato d’animo ricorrente in un breve racconto. Grazie
Grazie Valeria.
Per un attimo ho sentito l’odore del caffè fumante, per un attimo ho visto la polvere che noiosa si adatta di nuovi sul legno dei mobili, per in attimo sono stata nella camera dei bambini e riso guardando o denti aguzzi nella bocca aperta del dinosauro di plastica. Il vapore uscire dal bagno. Solo l’area centrale dello specchio mi riflette. Il resto è vapore umido che non lascia riflettere. Per un attimo. Per un battito, un battito in più. Il mio, mentre leggo queste poche,dense,righe.
Adoro il modo in cui viene espresso con forza e dolcezza le sfide di una donna che , come mamma e moglie, è comunque se stessa e dona il meglio di sé malgrado le difficoltà.
Grazie! È bello portarvi per un attimo nel mio mondo.