Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2025 “Frecciarossa, in arrivo un carico di felicità!” di Clelia Tonini

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025

Un altissimo albero di Natale illumina piazzale Cesare Battisti. Sullo sfondo la stazione, ornata di lucine decorative a intermittenza – ora bianche ora rosa – appare come una cattedrale.
La stella cometa al centro brilla di un rosso splendente, così splendente da illuminare le tante persone in movimento.
Corrono, camminano, si fermano, controllano il cellulare, si accendono una sigaretta, telefonano, piangono, aspettano, si abbracciano, sorridono.
In un’atmosfera, così perfetta e magica, sembrano i pastori di allora, e mi piace pensare che raggiungeranno, a breve, la loro Betlemme in questa notte di Vigilia.
A passo spedito entro in stazione.
Guardo il tabellone degli arrivi, strano ma vero, il treno è puntuale.
‘Fra poco li vedo!’
Il cuore comincia a bussare, a mille, alla porta della mia felicità.

“Freccia rossa 8823 delle ore 20:49 proveniente da Milano è in arrivo sul binario due. Si prega di non oltrepassare la linea gialla e di non attraversare i binari.”
La voce dell’altoparlante è meno metallica del solito, è quasi umana.
‘Forse ha capito che è in arrivo un’esplosione di emozione che non riuscirò a governare.’ Penso rassegnata.
Come tutte le volte, avverto che sta per succedere: lo stomaco sottosopra, i sudori freddi, il senso di vertigine, le lacrime. Non un semplice turbamento, ma un pianto irrefrenabile di singhiozzi. La mia mente insiste, sprona a scongiurare la crisi, ma il mio corpo ubbidisce a fatica. Ho sempre lottato contro questo demone, fin da piccola.
‘Cosa piangi? Sii felice!’ Ricordo la voce amorevole della nonna.
Ero felice e appagata. E singhiozzavo. Succedeva tutte le volte, con rigorosa puntualità prussiana: quando vincevo a scacchi con mio fratello, quando avevo ragione con mia sorella so-tutto-io, quando scorgevo un nascosto sorriso della mamma, quando papà mi diceva che ero la sua stella, e quando la nonna mi preparava la crema a merenda.
Come ogni demone di tutto rispetto, non si placò con l’infanzia. Anzi, diventò più potente e io più sensibile. E così, ho continuato a singhiozzare di felicità. Al mio matrimonio. Alla venuta al mondo dei miei figli. E in tutte quelle occasioni in cui la felicità mi parlava, raggiungeva un’emozione intensa, fluiva con generosità e si materializzava, appunto, nel mio demone.
‘Ma si può, star male e piangere tutte le mie lacrime solo perché sono felice?’ mi sono chiesta tante volte.
Non ho trovato la risposta.

Mi affaccio sul binario uno. In lontananza il Frecciarossa con i suoi grandi fari luminosi entra in stazione.
'È in arrivo un carico di felicità!'. È il mio cuore che sussurra.
Guardo i finestrini che scorrono veloci come un fotogramma, chissà, forse li vedo.
Il treno si ferma: la felicità respira nel mio animo più profondo.
Ho il fiato corto, raggiungo il nostro posto convenuto. Li cerco tra una ressa di persone che mi sembrano tutte uguali.

Riconosco le loro voci, inconfondibili.
“Ciao mami!”
“Ciao ma!”
Si guardano e ridono.
Un abbraccio a tre, forte, robusto. Un abbraccio che non ha bisogno di parole. Il loro profumo attuale, il loro odore di sempre da quando li ho conosciuti per la prima volta. I loro occhi curiosi, ora senza ombre e senza segreti.
La mia felicità è un fiume in piena e luccica sotto le luci natalizie. Il mio stomaco lotta contro i conati per non vomitare, gli svarioni vanno e vengono come se fossi sulle montagne russe. E le mie lacrime cadono sui loro visi giovani e cresciuti.
“Cosa hai preparato per cena, ma?”
“Abbiamo una fame! In treno un profumo di mortadella. Da svenire!”
“Sardoncini, radicchio e piadina.” Rispondo a fatica, con voce tremula.
“Grande! Fammi indovinare…il vino Sangiovese del babbo è già in tavola. Sento il profumo del pesce arrosto. A casa, finalmente!”
“Dai mami, siamo qui, non piangere più.”
“Cosa dici!? Il giorno che non la vedremo più piangere al nostro arrivo, ci dovremo preoccupare. Vero ma?”
Mi prendono in giro e ridono di gusto.

‘Ma si può, star male e piangere tutte le mie lacrime solo perché sono felice?’
Mi chiedo e stavolta mi rispondo.
‘Eccome, se si può! La felicità non ha prezzo!’

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4 commenti »

  1. Che bella storia di felicità hai raccontato, già solo per questo bisogna ringraziarti. È rara la felicità in quello che scriviamo, almeno così mi sembra, così com’è rara la trasparenza, la serenità di questo racconto che non si può capire se sia autobiografico ma che certo regala con le sue lacrime di felicità e la sua voce narrante un bel ritratto di donna, sincera, luminosa e simpatica. Una delizia, veramente.

  2. Gentile Ugo,
    ho apprezzato moltissimo il tuo commento. Grazie di cuore per le tue parole! Un racconto autobiografico che rispecchia un momento di felicità familiare.

  3. Magnifico autoritratto di una bella persona. Grazie di averlo condiviso!

  4. Grazie di cuore Alessandro!

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