Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2025 “Lacrime d’oro” di Stefano Catena

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025

In un piccolo villaggio, stretto tra montagne brulle e cieli severi, nacque una bambina straordinaria. Era povera come tutti gli altri, ma la sua bellezza delicata e i suoi occhi grandi sembravano custodire un segreto. A soli cinque anni, si scoprì il suo dono: quando piangeva, dalle sue guance scendevano lacrime d’oro puro, scintillanti come il sole che non splendeva quasi mai in quel luogo.

Non piangeva spesso, solo quando il suo cuore, piccolo e innocente, veniva toccato da una profonda emozione. Ogni lacrima d’oro veniva raccolta con cura in un’ampolla di vetro che lei custodiva gelosamente. La bambina sognava in grande: “Quando sarò grande,” diceva con il sorriso puro dei sognatori, “trasformerò questo villaggio. Ogni mattone diventerà oro e nessuno soffrirà più la fame o il freddo.”

Ma i sogni puri attraggono spesso cuori corrotti. La voce del suo dono si sparse oltre i confini del villaggio, fino a raggiungere uomini senza anima. Una notte oscura, questi la rapirono, portandola via dal suo mondo semplice e pieno di speranze. La nascosero in una grotta umida e buia, lontana dagli occhi del mondo. “Piangi,” le dicevano, “piangi e dacci il tuo oro.”

Ma la bambina non pianse. Non per paura, non per solitudine. Aveva deciso di non concedere il suo dono a chi voleva rubarlo per avidità. Giorni e notti si susseguirono, e i suoi carcerieri, frustrati, ricorsero a minacce e tormenti. Lei rimase silenziosa, il suo cuore pieno di dolore, ma mai abbastanza da spezzarsi.

Una notte, tuttavia, accadde qualcosa di terribile. Un serpente, grande e oscuro come un incubo, strisciò nella grotta. Veniva da terre lontane, portando con sé un veleno letale. Il serpente morse la bambina, e lei urlò dal dolore. Le sue urla riempirono la grotta, e per la prima volta da mesi, lacrime scesero dai suoi occhi. Non erano lacrime d’oro, ma lacrime di morte, dense e nere come l’oscurità.

Quelle lacrime bagnarono la terra del villaggio. Il terreno, impregnato del veleno che portava la sofferenza della bambina, si trasformò in una maledizione. Gli abitanti del villaggio, ignari del destino che si stava compiendo, iniziarono a morire lentamente, uno dopo l’altro. La vita scomparve da quel luogo, lasciando solo desolazione e silenzio.

Il villaggio, una volta pieno di voci, risate e speranze, divenne un ricordo lontano, un nome sussurrato con timore. La bambina, con il suo cuore puro e il suo dono meraviglioso, era stata sacrificata sull’altare dell’avidità, ma aveva lasciato un monito: la bellezza e i doni più preziosi non possono essere rubati senza conseguenze.

Il borgo scomparve dalla faccia della terra, per sempre, come se non fosse mai esistito, sepolto sotto il peso di un sogno infranto.

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6 commenti »

  1. Un racconto pieno di simbolismo, anche sessuale? (il serpente). Bello il contrasto tra le lacrime benefiche (d’oro) generate da una emozione e quelle mortifere che nascono dalla violenza subita.

  2. Grazie!

  3. Una favola per adulti (ma forse non solo) scritta con uno stile asciutto che non spreca parole, questa è la piacevole sensazione che mi ha lasciato la lettura di “Lacrime d’oro”. Bello l’intervento di un deus ex machina in negativo che capovolge la situazione con un colpo di scena molto efficace. E come in ogni favola degna di questo nome c’è una morale, una morale ineccepibile. Complimenti!

  4. Grazie anche a Lei. Felice che gli sia piaciuto il racconto/favola.

  5. Complimenti! Nel racconto ho respirato molti riferimenti attuali.

  6. Grazie anche a lei. Si è vero è ispirato a riferimenti attuali trasformata in una favola dark.

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