Premio Racconti nella Rete 2025 “Storia di Gerard” di Stefano Catena
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025All’ombra di un cipresso, Gerard si era seduto per riposare. L’aria era fresca, e il silenzio del luogo avvolgeva ogni cosa come un mantello. Le foglie tremavano appena al passaggio del vento, e il profumo della terra umida lo cullava nel sonno. Quando aprì gli occhi, però, la quiete era interrotta: accanto a lui, un maestoso cane lupo dal pelo argentato lo osservava con due occhi intensi, che brillavano come fiammelle vive.
Il cane lo fissava, quasi leggendo nella sua anima, poi con un colpo gentile del muso sotto il sedere, lo costrinse ad alzarsi. Gerard si alzò, confuso, mentre l’animale si voltava e avanzava lungo un sentiero, fermandosi ogni tanto per assicurarsi che fosse seguito. Incuriosito e in un certo senso affascinato, Gerard decise di obbedire. Camminarono per chilometri lungo una strada sterrata che serpeggiava tra campi e boschi, fino a raggiungere un antico palazzo, imponente ma in rovina. Le mura erano screpolate, e il portone sembrava gridare storie di epoche lontane.
Sul muro accanto al portone, una targa in marmo nero riportava una scritta ormai sbiadita: “Alchimista”. Gerard sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Il cane lupo, senza esitare, lo guidò all’interno, su per scale pericolanti che scricchiolavano sotto i suoi passi, fino all’ultimo piano. Lì, davanti a una porta, Gerard bussò tre volte. Ad aprire fu una governante vestita interamente di nero, il volto austero e senza tempo.
“Buongiorno,” balbettò Gerard, schiarendosi la voce. “Mi scusi se disturbo, ma è stato questo cane lupo a condurmi qui. Non so il motivo, né perché l’ho seguito, ma eccomi.”
La donna non rispose, limitandosi a fare un cenno con la mano per invitarlo a entrare. Gerard si ritrovò in una grande sala oscura, le finestre coperte da tende pesanti e scure. Il profumo di cera sciolta e carta antica riempiva l’aria. Intorno a lui, librerie colme di volumi antichi e candelabri accesi creavano un’atmosfera irreale. La governante sparì nel nulla, lasciandolo solo.
Dopo qualche istante, una piccola porta si aprì, e da lì uscì un uomo smilzo, accompagnato dal cane lupo. Aveva un aspetto bizzarro, quasi irreale, e gli occhi sottili lo scrutavano con attenzione. L’uomo tese una mano.
“Benvenuto,” disse con una voce grave. “Mi chiamo Dottor Tagliaferri. Qui tutti mi conoscono come medium, veggente e guaritore di anime perdute. Il mio cane, Zolfo, l’ha condotta fin qui per una ragione importante.”
Gerard lo guardava senza parole, mentre Tagliaferri proseguiva. “Durante una delle mie sedute spiritiche è emerso il suo nome. Uno spirito, una donna, mi ha detto che lei è appena arrivato in paese. Zolfo l’ha trovata, come previsto.”
Il medium estrasse da un vecchio diario una fotografia sbiadita e la porse a Gerard. Sul retro, c’era una data: un secolo prima. Quando Gerard girò la foto per guardare l’immagine, il cuore quasi gli si fermò. In quello scatto color seppia, una coppia di giovani sposi sorrideva felice. L’uomo, vestito elegantemente, era identico a lui. Non simile, non somigliante: era lui.
“Forse non ne è consapevole,” disse Tagliaferri, con un sorriso enigmatico, “ma lei è vissuto cento anni fa. Questa foto lo dimostra. La sua anima si è reincarnata, e ora è qui.”
Il sangue di Gerard si gelò. Non poteva essere vero. Stringendo la foto con mani tremanti, scattò in piedi e corse fuori dal palazzo. Ogni angolo sembrava chiudersi su di lui, ogni ombra sembrava viva. Raggiunse la strada e continuò a correre, con il cuore in gola e la risata diabolica di Tagliaferri che echeggiava nella sua mente.
Quando finalmente si fermò, era di nuovo sotto il cipresso. Il sole era alto nel cielo, e tutto sembrava normale. Aveva sognato? Guardò la mano, ancora chiusa a pugno. Dentro c’era la foto, reale come tutto il resto. Alzando lo sguardo, vide Zolfo che camminava verso di lui, tranquillo, con quegli stessi occhi ardenti. La realtà e l’immaginazione sembravano fondersi, lasciandolo sospeso in un mistero senza fine.
![]()