Premio Racconti nella Rete 2025 “Il paradiso sotterraneo degli artisti” di Stefano Rivara
Categoria: In ConcorsoCi sono personaggi che, per pura sfortuna, non sono passati alla Storia come avrebbero meritato. Vorremmo qui ricordare l’affascinante Bianca Neroverdi, audace editrice che consacrò la sua attività alla realizzazione di una rivista culturale di assoluto livello, Il PARADISO SOTTERRANEO DEGLI ARTISTI. Purtroppo, per problemi sopravvenuti, della rivista uscì un solo numero, stampato in pochissimi esemplari che risultarono tutti invenduti. E ormai pure introvabili, essendo sciaguratamente finiti interamente al macero. Ma noi riusciamo lo stesso a ricordare a memoria alcune qualità di tale gioiello letterario.
Subito si notava l’elegante e originalissima copertina bianca con i bordi neri e verdi, progettata personalmente dall’eclettica editrice, brillantemente coadiuvata dalle cinque sorelle minori Bruna, Celestina, Rosina, Rossana e Violetta.
All’interno, comparivano interessantissimi articoli. Tra questi, un intervento del critico letterario Artro Artrussi (sconosciuto ai più anche perché non si conoscono altri suoi interventi), il quale dedica il suo spazio ad autori pochissimo noti ma, a suo parere, non meritevoli di oblio. È d’uopo riportare un estratto del suo articolo: “…Scrittori che non ottennero la notorietà che speravano e che probabilmente meritavano. Come Cianfo Ghimuzzi, autore del numero record di 21786 romanzi. Di tutti, però, si è limitato a scrivere il titolo, non avendo il tempo materiale di proseguire oltre. Per ragioni di spazio, comprensibilmente, non possiamo qui elencarli tutti. Ci limitiamo a citarne alcuni, come Erranti binari d’autunno; Vigilanza e stupore; Basse ciminiere sull’altopiano; Traliccio sperduto e triste; Amore sulla ghiaia; Albertino, sgabello e cianfrusaglie variopinte ti salutano; e il suo seguito: Albertino ringrazia le cianfrusaglie e lo sgabello. Altro autore notevole, l’albisolese di origine albese Albo Albini, autore del monumentale (2389 pagine con rilegatura rivestita in pelle di vitello) e originalissimo Variazioni su lettera A. Anche in questo caso, per ragioni di spazio, possiamo riprodurre solo un breve estratto: aaa a aaaaaa aa aaaaaaaaaaaaa a aaaa aaaaaaaa a a a aaaa aaaaaaaaaaaaaaaa a aaaaa aa a aaa (e così via…). Purtroppo, l’Albini, morì prima di completare la sua seconda, interessantissima, opera, che avrebbe intitolato Variazioni sulla lettera B. Possiamo anche aggiungere che l’inarrivabile Albo era figlio dell’indimenticabile pittore Alburnio Albini, specializzato nel dipingere paesaggi al tramonto quando c’è nebbia. E fratello della brava ballerina classica Alba Albini, la quale, dopo essere stata, del tutto ingiustamente, scartata dal balletto del Teatro della Scala, si esibiva, con grazia leggiadra, nell’ascensore. Anche se, per comprensibili ragioni di spazio, ben pochi spettatori potevano avere la fortuna di vederla”.
Così scriveva, e noi non possiamo che condividere, il dottissimo Artrussi.
Nello stesso numero, nella sezione dedicata ai racconti brevi, spiccava quello del misterioso Ock Anattr (sospettiamo si trattasse di un nome d’arte), intitolato Punto. Il testo era costituito appunto da un unico . Geniale: cinque caratteri per il titolo, solo uno per il testo, oltretutto il carattere con la minore spesa d’inchiostro. Imbattibile il suo primato del più breve racconto mai scritto. E anche il più ecologico, richiedendo per la sua stampa il minimo dispendio possibile.
Nella sezione dedicata ai bambini: dieci pagine completamente bianche, previa introduzione in cui si invitavano i bimbi stessi a riempirle di disegni colorati. Ma, a dimostrare l’estrema lungimiranza e l’attenzione al politicamente corretto della rivista stessa, si precisava che i destrimani potevano usare come d’abitudine la mano destra per tenere le matite, e i mancini la sinistra, senza nessuna discriminazione. E, si noti bene, lasciando libera la scelta dei colori da utilizzare. Una sensibilità non da tutti, di grande modernità. Che mentalità aperta, che coraggio innovativo, che profondità di pensiero!
Queste dieci pagine bianche non devono essere confuse con un’altra pagina bianca, la numero 33, dedicata all’arte figurativa. Illustrava una delle famose realizzazioni del pittore Lucio Fontana come apparirebbe senza i tagli verticali. Una descrizione ancora più geniale dell’opera descritta!
È un vero peccato che questa, forse ineguagliabile, rivista non abbia proseguito le pubblicazioni.
Molto divertente!! Belli i nomi dei vari artisti citati, azzeccatissimi i titoli dei 21786 romanzi, notevoli i contenuti delle opere descritte. In effetti la produzione artistica è affollata di figure simili, spesso piene di sé ma vuote di reale forza espressiva e reale talento. Sembra un micro pamphlet su un certo sotto mondo dell’arte questo spassoso racconto, breve e pieno di invenzioni. Non so perché ma mi ricorda Buzzati. Complimenti!