Premio Racconti nella Rete 2024 “Due pani” di Angela Cocciolla
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024Quindici anni. Magra; un piccolo seno, come due morbidi pani.
Quindici anni. Tolgo lo sguardo dal libro di latino.Cerco una scusa per interrompere la faticosa traduzione:<<Zia,per il tuo mal di testa, faccio una corsa in farmacia !>>.
<<Ma no>>mi dice.<<E’ sera, tutti I negozi sono chiusi,c’è poca gente per strada.>>.
Insisto,la farmacia non è lontana: farò una corsa e sarò subito di ritorno.La convinco ed eccomi per strada.Via Foria è un deserto,il vento gelido ha sospinto la gente verso il tepore buono delle case.In cinque minuti,ho già comprato l’ analgesico.Affretto il passo; ma sento altri passi dietro i miei.Qualcuno mi afferra con forza,mi trascina per un braccio.Mi ritrovo nel cortile buio di un palazzo.Il ragazzo, tarchiato,con un cappello di lana calato sulla testa,mi stringe così forte da togliermi il respiro.Con furia mi spinge contro il muro, mi sbottona il cappotto,mi solleva la maglia,mi palpa il seno ;come affamato lecca quei due morbidi pani.Io grido, grido come una pazza ,cercando di divincolarmi e di liberarmi,senza riuscirci.Lui si abbassa i pantaloni.Sono terrorizzata alla visione di quel ” coso” enorme, un missile puntato contro il mio corpo.Tuttavia, al culmine della disperazione, intuisco una strategia:Fingo di assecondarlo, fingo di arrendermi, mentre invece sto tramando un agguato .Ora sono pronta a sferrare il mio colpo:È un morso.Un terribile morso, proprio lì, a quel ” coso” puntato su di me.Adesso e’ lui a urlare, straziato dal dolore.Bestemmia e si contorce,mentre io posso finalmente darmela a gambe.Ormai volo…
Eccomi zia, sono a casa, con la tua medicina.
Eccomi zia.
I capelli me li ha scompigliati il vento ed è stato ancora il vento gelido a graffiarmi e a infuocarm la faccia.I bottoni del cappotto?Li ho persi impigliando non so dove.Si, ci ho messo un po di tempo per tornare.Ma sono a casa, ora, zia, con la tua medicina.
Quindici anni.Hanno arraffato un soffice pane per il pasto, rovistando dentro il pudore di un maglione.Era verde il mio maglione.
Eccomi, zia.Non ho più quindici anni.Ne ho tanti di più. Te la racconto adesso ,questa storia, perché adesso lo so:Non è stata colpa mia.
Quela sera,se fossi stata un ragazzo, in dieci minuti sarei tornata a casa; avrei volato libera come un vento,anziché fuggitiva come una preda.
Per il pudore violato,per il furto di un buon pane, per l’ aggressione, per la violenza subita, io non ho avuto nessuna colpa, ma solo tanto coraggio.
Eccomi, zia.
Buon racconto sul senso di colpa che a volte prova la vittima di una violenza sessuale.
Bel ritmo, complimenti. Terribilmente realistico, purtrroppo.
Complimenti, Angela. Il tuo racconto coinvolge ed emoziona.
Senza ridondanze e un buoin ritmo metti in luce con poche pennellate i molteplici aspetti di queste terribili situazioni e la differenza, “se fossi stata un ragazzo”, che corre ancora purtroppo tra i sessi. Complimenti.