Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2024 “Rose” di Francesca Maschietto (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024

Tra il negozio e il marciapiede c’era un angolo chiuso ai due lati. Anche lì  l’aria fredda arrivava in faccia ma non aveva forza per trovare un altro  riparo .

Da giorni  le gambe si lasciavano appena trascinare. Se fosse tornato dove dormiva senza soldi sarebbe stato peggio.

Le rose erano ancora tutte lì. Continuavano a cadergli. Ogni tanto depositava il mazzo a terra e si scaldava le mani sulla fronte che scottava.

I brividi lungo il corpo continuavano a scuoterlo. Il giro dei locali l’aveva già fatto. Ma quella era una sera strana.

Anziché i soliti tavoli da due o da quattro c’erano tavolate lunghe e intorno grandi e piccoli. Tutti parevano volersi bene ma lui non lo guardavano neanche.

Nessuno voleva comprare rose. Avevano già troppi pacchi e pacchetti. Li aprivano, ridevano e si baciavano.

C’era sempre qualcuno che gli diceva  di uscire. Ma anche se non ci fosse stato se ne sarebbe andato da solo.

Da tutte quelle luci aveva solo voglia di scappare. Nella città grigia c’era già da qualche mese e ancora nella testa confondeva le strade, le case, le persone.

Ma una cosa l’aveva capita. Quella sera lì doveva esserci una festa e lui non era invitato.

Prese a dondolarsi lentamente per consolarsi un po’.

In fondo non era passato molto tempo dall’ultimo Diwali. La nonna cominciava già a non star bene ma aveva cucinato un dahl caldo e speziato e tortelli dolci .

Gli pareva ancora di inginocchiarsi insieme a lei per le offerte a Shiva e a Parvati, a Lakshmi e a Ganesha. Poi si erano seduti a mangiare vicini.

Jatti l’aveva ascoltata a lungo raccontare dell’eroe che tornava dall’esilio e cominciava pieno di forza una nuova vita.

Lei ricordava anche di quando i suoi capelli erano neri e lucenti e lui la vedeva ancora bella.

Proprio in quei giorni aveva compito tredici anni.

Tutto era cambiato improvvisamente.

La nonna era morta e per lui non c’era stato altro che unirsi alla carovana che dai monti del Punjab arrivava in Pakistan.

Giorni e giorni di cammino: la mattina non credeva di riuscire ad arrivare a sera.

Più d’uno era caduto senza riuscire più a rialzarsi. I piedi sanguinavano ma lui aveva imparato a non badarci.

Lamentarsi non serviva così risparmiava fiato per i passi successivi.

Infilato nel bagagliaio di un camion dove non si respirava aveva pensato che di certo sarebbe morto presto.

Era stato sicuro che la barca sarebbe affondata un momento o l’altro. Invece dopo tanta acqua addosso c’era stato l’asciutto.

Sballottato di qua e di là aveva trovato un angolino dentro di sé dove rifugiarsi. Quelli che gli stavano attorno non li conosceva ma dentro di sé c’era il viso sorridente della nonna.

Si sentiva sempre più debole e si lasciò avvolgere dal torpore che a poco a poco lo avvolgeva. Si sdraiò li dove stava come se fosse stato nel suo giaciglio.

Le rose si sparsero tutto intorno ma raccoglierle gli sembrò uno sforzo troppo grosso.

Sospirò e si sentì meglio.

Non aveva più freddo.   

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