Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2024 “Suffisso al vento” di Chiara Dito

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024
                                                                                                            

Capitolo III
Inizierei dal terzo capitolo, se siete tutti d’accordo.
Vi starete chiedendo -io al vostro posto lo farei- perché proprio dal terzo?
E perché non invece dal secondo o dall’ultimo, per esempio.
Potrei dire che dal secondo inizia un epico Via col Vento e che dall’ultimo, a salire o viceversa, un visionario 4321 di Paul Auster.
Ecco, ora… per onestà intellettuale – o per mera vigliaccheria comparativa – pur volendo cedere all’impulso di quei cinque minuti di immodestia egoica di cui sono capace- anzi capacissima- dinanzi a cotanta beltà letteraria depongo la penna.
Probabilmente questo incipit avrà già creato qualche aspettativa nei lovers e molti punti di attacco negli haters. Funziona così se non ho mal compreso giusto?
Tutti hanno un’opinione.
Anzi rettifico, che le parole hanno un peso – ma pure le opinioni mi pare -tutti si sentono chiamati ad esprimere. Un’opinione.
Preferibilmente divisa. Meglio se divisiva. Nettamente buona o nettamente cattiva.
In una ghibellinica disputa tra lovers e haters, mi arriva l’eco di gente divisa. Ma che non regna.
Il divide et impera resta solo sbiadito vessillo di audace condottiero.
A noi è rimasto il divide.
Non imperiamo. Né all’esterno e forse neanche all’interno del nostro quadrato di mondo.
Divisi e colonizzati dalla tirannia di un invisibile imperialismo virtuale.
Ma questa, per carità, è solo una mesta riflessione.
O con – divisione?
Ci devo riflettere.
Vi aggiorno.

Capitolo IV

Ho riflettuto.
E con -divido la riflessione. Se vi va potete continuare a leggere. Se non vi va, lo capirò.
Riflettevo sul fatto che, non so voi, ma io non riesco a trovare una Definizione.
Mi spiego meglio. Tra follower, influencer, lover, hater… io inizio a sentirmi un pò spaesata.
Cioè io chi sono tra questi? La cosa più vicina a me è solo il suffisso probabilmente.
Io sono un suffisso.
Una ER.
Che se fossi romana pure pure avrei la speranza di poter aggiungere qualcosa…
Che so: Er meio …Er peggio…per dirne una.
Ma niente.
Manco quello.
Potrei, al massimo, ribaltare la ER e farla diventare RE.
Così potrei diventare Re. O Re -gina. O Re -gista.
Regista mi piace. Evoca l’illusorio conforto del controllo.
Quindi volendo procedere, una volta trovata una definizione non è mica finita qua.
La mia definizione potrà essere abbastanza??
Sarà instagrammabile, tik toktabile, twitterabile…
Meta papabile?
Non ci avevo mica pensato. Ero talmente concentrata sul dare una definizione di me stessa che non ho fatto i conti con la fase cruciale.
L’Approvazione.
Bulimica e indistinta. Da parte di chiunque emetta ossigeno e anidride carbonica su questo pianeta e sia dotato di pollice opponibile.
Ma allora mi chiedo…
Da quando il con-senso ha offuscato il senso?
Da quando la con-divisione è diventata divisione?
Quando è successo?
Voi lo sapete?
Ci devo riflettere.
Vi aggiorno.

Capitolo V

Ho riflettuto.
Ma temo di non poter fornire nessuna risposta illuminante.
Figuriamoci se riesco a trovare una soluzione all’affanno della definizione, allo sforzo dell’approvazione o al pellegrinaggio verso la meta papabilità.
Finora di evidenza palmare c’è solo la consapevolezza non riuscirò mai a essere sensazionale senza sforzo.
Sono pur sempre solo un suffisso, in fondo.
Ci ho provato, ve lo giuro.
A mettere un sacco di lettere davanti alla er… Risultato?
Sono diventata esperta di pilates al muro, di come fare l’uovo al tegamino a forma di cuore, di quali scarpe fanno tendenza, di come fare una foto all’indietro con le orecchie da renna e di come apparecchiare la tavola con i tacchi a spillo, passando per rassegne stampa, ansa, finanza e pure previsioni meteo.
Perché l’opinione conta.
Bisogna averla. Anzi …Bisogna esprimerla, se no che ce l’hai a fare?!
Quindi sinora ho estrapolato tre e dico ben tre, punti di riflessione.
Che tutto sommato non sono poco per un semplice suffisso.
Definizione. Opinione. Approvazione.
Se riesco a raggiungere la triade forse sono arrivata alla meta. Alla papabilità invece …ce ne vuole.
Ma piuttosto, secondo voi basteranno?
Ci devo riflettere.
Vi aggiorno.

Capitolo VI

Ho riflettuto.
Mi sento confusamente divisa. Tra quello che sono e quello che forse dovrei essere.
E se non ci riesco? Se mi perdo tra un post, una storia, un reel e un articolo?
E se poi mi smarrisco nell’Etere?
Cosa accade alla mia definizione se esaurisco lo spazio di archiviazione?
E se non trovo la definizione, cosa ne sarà dell’approvazione?
Sarò condannata all’oblio digitale perpetuo?
Confinata nella invisibilità meta sociale?
Ci devo pensare.
Ho riflettuto.
E vi dico che ci ho provato, giuro. Ma sono pur sempre un suffisso.
Sono sempre un puntino che tenta di allungare le braccia e le gambe per incontrare gli altri puntini.
E si allunga, si allunga per unire i punti e vedere cosa viene fuori.
Alla fine, mi è sembrato che la vignetta assomigliasse più all’impiccato che a una delicata costellazione.
Ve lo ricordate il giochino? Ecco …il mio “unisci i punti” assomiglia più al gioco dell’impiccato.
Mi immaginavo una Via Lattea fatta di pixel scintillanti e invece…
Alla fine, mi sa tanto che questa tensione non è la mia strada.
Non è la mia Via Lattea.
Ci ho riflettuto. Non ho una definizione. E non so darvi un’opinione.
Di sicuro non avrò la vostra approvazione.
Quindi al momento, se non vi spiace, io resterei com’ero.

Anzi, resto com’ER

Loading

1 commento »

  1. Con un simile incipit non puoi che avermi tra i lovers

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.