Premio Racconti nella Rete 2024 “Minus” di Nicola Giannini
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024Osserviamo nel nostro presente il caminetto davanti a noi; pensiamo poi di osservare noi di fronte al caminetto, la stanza che ci racchiude, la casa che circonda la stanza, il giardino che perimetra la casa e a seguire il quartiere, la città, la regione, il continente, il pianeta terra, la galassia e l’universo senza confini.
Ora prendendo coscienza di questo contesto spaziale non ci sarà difficile capire che la nostra conoscenza è costantemente influenzata tra le altre variabili, anche dal punto di osservazione e percezione nello spazio.
Lo stesso vale per il tempo. Infatti, con un occhio più attento avremo maggiore consapevolezza di quanto poco è il tempo in cui è presente l’essere umano sulla terra e di quanto alle forme viventi di questo pianeta resti così poco da vivere considerando la vitale dipendenza verso quella stella chiamata Sole, che una volta terminato il suo calore, condannerà la vita sul pianeta a una fatale trasformazione.
Ora vi porto una testimonianza pervenuta parecchi anni avanti, oltre l’estinzione del Sole, di un conglomerato di molecole di materia pensante (che di seguito chiamerò Minus) con il quale ho avuto modo di relazionarmi: commossa mi ha raccontato che l’evento più contraddittorio, ma anche più accattivante che aveva colpito la sua attenzione, era appunto stato il traguardo raggiunto dall’uomo nell’arrivare alla capacità del pensiero(e dell’azione) morale. Minus era stata seduta per un attimo su un candido crinale lunare e aveva osservato la cosa da vicino e la questione aveva catturato il suo interesse per qualche migliaio di anni. Dapprima la questione le aveva suscitato il sentore della degenerazione: a farne le spese era stato l’istinto, ovvero quanto di più sincero; ma ad una seconda analisi il dato era rivoluzionario: l’uomo pensava se stesso ed era stato capace di commiserarsi e provare empatia (senza finalità ulteriore). Interessante anche la fine di questa morale: si estinse in breve tempo su larga scala, quando tra gli umani le parole con le quali loro stessi designavano pace, uguaglianza e rispetto avevano perso rilevanza. Per la verità i vari dogmi culturali non avevano mai funzionato e sul finire erano pure ridotti a orpello, ad una mano di vernice sulla muffa imperante, tuttavia avevano precedentemente dato stabilità ed una cornice di senso, seppur del tutto arbitraria. Materialmente la morale scomparve allo scoppio dell’ultima guerra; il progresso scientifico aveva consentito bombe capaci di annientare ogni forma vivente in pochi millesimi di secondo; per il pianeta terra tuttavia la vita prosegui anche in seguito per qualche milione di anni.
Minus in proposito, captò un ultimo dialogo “morale” tra due umani: un nonno alticcio e la sua nipote ritirati in un austero bunker antiatomico e di lì a poco morti sotto l’ultima deflagrazione di una scarica di bombe ormai partite in automatico.
– “Cara Caterina ricorda sempre – esordiva il nonno in uno dei suoi ultimi monologhi – ricorda sempre, semmai tu ne dovessi incontrare ancora hi hi hi– ripeteva sghignazzando – che l’uomo rimane lo stesso in ogni cultura aldilà dei vestiti che porta; altresì è ricorrente la divisione anche negli stessi popoli, tra oppressori e oppressi, fanatici e persone miti. Ricorda sempre che chi governa non è il popolo, ma è un’élite che lo rappresenta. Perché deve pagare con la vita, con sofferenze atroci, chi come noi non ha colpa? Le nostre prerogative sono sempre state altre; la religione/i costumi della propria cultura ci sono piovuti addosso appena nati e si è avuto solo la colpa di essere cresciuti nel posto sbagliato al momento sbagliato. La violenza genera violenza e spirali di vendette, non occorre vivere questa guerra per capirlo e nemmeno essere storici affermati. La cultura del fanatismo si sarebbe dovuta combattere, con la cultura della sana dialettica filosofica/scientifica non subordinata a poteri forti, e non con il catechismo.”
Caterina ribatteva: – “Nonno, possono sussistere quasi tutti gli abitanti del mondo a gridare pace, ma finché ci sono poteri forti gli uomini non possono nulla. Ed in ogni caso la pace finisce nel momento in cui si genera un’ingiustizia e l’agire immorale è una caratteristica intrinseca della maggioranza degli essere umani”.
Il nonno a seguito di una boccata di pipa proseguiva: “Se si genera un’ingiustizia bisogna porgere l’altra guancia” – hi hi hi. – “Purtroppo molti parlano del Natale, senza avere le giuste cognizioni storiche e ancora peggio senza ereditare e trasmettere il senso del vero messaggio cristiano di cui, sì, la nostra cultura doveva andare orgogliosa ovvero l’amore come carità, nel senso più autentico del termine… e invece è stato trasformato da un momento che doveva essere di riflessione, sobrietà e solidarietà, in una celebrazione del festival del consumismo in cui si è rovesciato il messaggio cristiano all’insegna dell’ipocrisia. Con questo – se voi giovani vi professate cristiani – voglio dire, date senso alle vostre parole, ai vostri fatti: sennò vi trovate a ripetere le stesse azioni e gli stessi riti senza viverne il significato autentico e dunque tanto vale che per voi Credenti di questo tipo, torni la messa in latino!” – hi hi hi sghignazzava. “Quanti pasti si potrebbero dare a chi è meno fortunato con tutta l’energia sprecata per le luci di Natale? Serve coerenza bimbi, prima di tutto, se ci si professa fedeli di Gesù, altrimenti continuiamo a ripetere rituali vuoti!” Nel frattempo un cataclisma di bombe e lampi squarciarono il terreno sotto di loro in una grossa crepa mentre cadevano i calcinacci e Caterina piangendo abbracciata al nonno gli chiese:
“- Ma come siamo arrivati a tanto nonno? Non ce la faccio più, moriremo…”
– “Caterina è l’indifferenza che uccide i vivi. Eppure, quando qualcuno muore come noi, non mancheranno fazzoletti bagnati, frasi di circostanza anche da parte di estranei. E’ morto il rispetto per l’altro vivente che…” A seguire più nulla, in quanto la successiva atomica all’ennesima potenza finì per annientare anche quel fazzoletto di seminterrato e il pensiero morale perì per sempre.
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