Premio Racconti nella Rete 2024 “Tu sei la mia Primavera” di Bonella Barni
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024Quando Mattia aveva fatto domanda per il servizio civile puntava ai 600 euro di rimborso e non avrebbe mai pensato di finire a fare il guardiano turnista alla Galleria Borghese, puntava piuttosto ad un corso di calcio per ragazzini o qualche attività di volantinaggio. Invece.
Unica vera gioia era il turno di mattina: incrociava Silvia, anche lei volontaria, ma impegnata come guida d’arte per turbolenti ragazzini. Silvia aveva un culo che parlava diverse lingue, una voce acuta e decisa e uno sguardo torvo, estremamente arrapante, che inceneriva chiunque sottovalutasse il riscaldamento globale o le incerte sorti dei ghiacciai delle Ande.
Tra di loro c’erano state solo occhiate vaghe, ma oggi aveva avuto un eccitante contatto fisico totale con le sue tette, le sue cosce e le sue braccia: mentre arrivava annoiato per iniziare il turno di notte, era stato letteralmente investito da Silvia che scappava, con un gruppo di scalmanati, verso il viale dell’Uccelliera dopo aver lanciato diverse secchiate di vernice arancione sulla facciata del museo e sui vestiti eleganti di turisti e vip in fila all’ingresso per l’evento dell’autunno 2028: Moda col Canova.
“E che cazzo! Il Clima! Il riscaldamento globale è quanto dovrebbe starvi più a cuore! L’industria della moda inquina più di una petroliera in transito! E TU? Che fai non protesti?”. La voce di Silvia acuta e convinta ancora gli risuonava nelle orecchie. Gran figa Silvia… nel casino del contatto i suoi occhi ardenti si erano conficcati dritti nei suoi e per un attimo era pure riuscito a mettergli una mano sul culo! E lei non si era incazzata. In fondo a lui del clima… sì un po’. Ma, comunque, che ce poteva fa’ lui??
Il gruppo di eco-new-age-punk si era poi repentinamente allontanato con Silvia che, come una rock star, si faceva portare via come sospesa sulla folla e Mattia si era avviato con una certa mestizia all’entrata di servizio della Galleria per evitare il trambusto di polizia e gente indignata.
L’evento Moda col Canova era stato, come prevedibile, sospeso. Era ormai buio e il museo era deserto, le luci spente, solo alcune lampade al neon di sicurezza lasciavano una specie di spettrale alone ghiaccio sulle pareti coperte di marmi e quadri. Era il suo momento preferito, si poteva mettere sul divanetto della sala degli Imperatori e schiacciare un pisolino prima che verso le cinque arrivassero le signore delle pulizie.
Nel silenzio, imprevisto, una specie di lamento sussurrato. “Aiaaaa… e daaai Plutoneeee… sono quattro secoli che mi tieni sospesa a mezz’ariaaa! Mi fai male alla coscia! Con ‘ste manone!” “Proserpina! come ti permetti io so’ io e tu non sei che una fanciullina e non ti mollo… e poi che palle…Tutte le notti di luna piena ‘sta storia! Come la luce della luna ci colpisce tu inizi a scalpitare e vuoi scappare… se ti hanno scolpita nel marmo vuol dire che devi stare ferma!”
Mattia pensava ad uno di quei film 4D didattici che propinano alle scolaresche sperando di catturare un po’ di attenzione in branchi di pre-adolescenti ignoranti: animiamo le sculture e facciamole parlare così è tipo un film e il pischelletto ci casca e magari si appassiona al Bernini.
Invece: ammappa che strizza! Mattia stava cadendo di culo per terra tanto era lo stupore! Quella statua era viva!
In mezzo alla sala, nella penombra, un tipo barbuto, muscolosissimo che neanche il suo istruttore di boxe thailandese, mezzo nudo e con una strana coroncina in testa teneva per aria una ragazza bellissima, con i capelli al vento, che cercava di divincolarsi e di cavare un occhio al cristone che la abbrancava. Somigliava moltissimo a Silvia.
Come ipnotizzato dalla scena Mattia era entrato nella sala e incantato dal groviglio di corpi nudi si era ritrovato nel cono di luce di un raggio di luna che colpiva Proserpina in volo. Aveva d’istinto preso una caviglia della ragazza, smarcando il cagnaccio ai suoi piedi che faceva una smorfia neanche tanto rabbiosa, e incrociato per un nanosecondo lo sguardo stupito di lei, aveva tirato verso di sé quel corpo meraviglioso che per uno strano gioco magico era finito tra le sue braccia con una grazia scomposta e appena spaventata.
“Oh! Mi hai liberata da quelle manone; guarda qui che livido sulla coscia mi ha lasciato in quattrocento anni! Mbhè? Allora, che fai? Non mi porti via?”
Mattia aveva preso tra le braccia, come una sposa, la ragazza pallida avvolta solo in un panno di seta, e si era avviato verso la porta di uscita mentre il barbuto Plutone non si muoveva più, né parlava. “E’ per via del raggio di luna, – spiegò Proserpina – resta su di noi solo per pochi minuti ogni tanto quando entra dalla finestra. Chissà perché io parlo ancora? Forse è perché mi hai salvato? Ti sei innamorato?”
In pochi minuti erano fuori dal museo al buio della villa, tra l’umido degli alberi e le cicale che frinivano. La luna piena faceva filtrare una luce innaturale tra i rami di un grande platano dalle parti dello zoo, si abbracciarono storditi e il sonno li sorprese.
“Mattia! Che stai facendo là? È da ieri che ti cerco! E chi è ‘sta ragazza mezza nuda? Ma dove l’hai raccattata? Pallida com’è deve essere una svedese.”
“Silvia… ehm… ciao. Ma che ore sono? – Almeno le nove di mattina direi – Ma che mi sei venuta a cercare? Dai! Lei è… Come è che ti chiami?”
“Piacere io sono Persefone e sono Greca, non Svedese, anche se poi i Romani mi chiamano Proserpina e si sa, alla fine siamo tutti un po’ Romani.”.
“Simpatica, sì sì. Però che nome classico! E come ci sei finita tra le braccia di Mattia? Non sei tra i volontari del servizio civile e non ti ho visto alla manifestazione per il cambiamento climatico. Chi sei? E soprattutto che vuoi?”
“La mia didascalia recita:
Ratto di Proserpina
Autore Gian Lorenzo Bernini
Data 1621-1622
Materiale Marmo di Carrara
Altezza 255 cm; esclusa la base 109 cm
Ubicazione Galleria Borghese, Roma
Persefone (in greco antico: ?????????, Persephón?), detta anche Kore (????, giovinetta), Kora, o Core, è una figura della mitologia greca, fondamentale nei Misteri eleusini, entrata in quella romana come Proserpina. Essendo la sposa di Ade, era la dea minore degli Inferi e regina dell’oltretomba. Secondo il mito principale, nei sei mesi dell’anno (Autunno e Inverno) che passava nel regno dei morti, Persefone svolgeva la stessa funzione del suo consorte Ade, cioè governare su tutto l’oltretomba; negli altri sei mesi (Primavera ed Estate) ella andava sulla Terra da sua madre Demetra, facendo rifiorire la terra al suo passaggio. Per approfondire il mito inquadra il Q-R-CODE.
Mai saputo che è ‘sto Q-R-CODE, però mi sa che con il clima in fondo qualcosa c’entro se faccio rifiorire la terra al mio passaggio! No? Che dici Mattia?”
Mattia stava lì imbambolato con i capelli anarchici con impigliati rametti e pezzetti di terra e la maglietta sgualcita, ascoltava il dialogo surreale tra quella specie di statua animata e quella bella gnocca di Silvia; aveva ancora un gran sonno e magari stava sognando.
Silvia era perplessa e anche un po’ incazzata con sé stessa per essere tornata a cercare quel cerebroleso di Mattia, visto che poi l’aveva trovato abbracciato a questa svitata semi nuda sotto un albero.
“Va beh Mattia, io me ne vado visto che sei in buona compagnia e hai pure trovato una coscienziosa attivista climatica più convinta di me! Se ti va mi ritrovi qui alla manifestazione della prossima primavera che ormai è ottobre e si sa in inverno si lavora solo sul web a queste tematiche! Ciao Proserpina, goditi l’amico mio! E impara a parlare senza usare wikipedia! Ha ha ha ha ha”.
Mattia era rimasto con la bocca semi aperta per qualche secondo senza riuscire a richiamare Silvia che andava via con la sua bici elettrica. Proserpina si era avvicinata e con gli occhioni dolci aveva chiesto: “E ora dove vado? Mica posso tornare da Plutone? Mi tieni con te?” e aveva consegnato un lungo e appassionato bacio al sempre più confuso Mattia.
CORRIERE ROMA: 10 settembre 2028:
Incredibile furto alla galleria Borghese di Roma: sparita la statua di Proserpina dal gruppo scultoreo del Bernini “Il ratto di Proserpina”. Ci si interroga su come sia stato possibile. La scultura non presenta danni evidenti.
TELEGIORNALE DEL CLIMA: 2 novembre 2028:
Uno strano fenomeno si sta verificando nella città di Roma: da settembre le temperature sono rimaste sui 30-35 gradi come in un’unica lunghissima estate.
LA REPUBBLICA: 10 novembre 2028:
Si studia con il satellite il fenomeno della capitale di Italia che resta una bolla estiva con intorno una serie di perturbazioni autunnali in tutto il territorio nazionale
IL METEO DEL METEO: 8 dicembre 2028.
Roma: continua l’estate romana, sempre temperature intorno ai 35 gradi. Gioia tra i turisti. Gli stabilimenti di Ostia restano aperti.
RDS RADIO NEWS 24: 15 dicembre 2028:
Grande successo per le visite guidate alla galleria Borghese di Roma: tutti in fila per il gruppo scultoreo del Bernini “Il Ratto di Proserpina”, senza Proserpina. Il Mistero dell’anno.
CORRIERE: 25 dicembre 2028
Natale col solleone a Roma, neve nel resto d’Italia. Il fenomeno allo studio dei climatologi. Gli attivisti scrivono al Sindaco.
TG5: 17 gennaio 2029
I romani abbronzati – i milanesi tutti appesi. Un nuovo motto di spirito coniato per celebrare l’infinita estate che continua a stagnare su Roma
METEROLOGIAFACILE: 2 febbraio 2029
L’estate continua sulla capitale d’Italia. Finite le scorte di creme protettive. Risparmi notevoli per i riscaldamenti nei condomini. Ci si interroga sul clima. I ragazzi pronti ad una enorme manifestazione.
TV LADODICI: 15 marzo 2029
Ancora temperature estive intorno ai 35 gradi. I ragazzi attivisti per il clima si mobilitano: appuntamento per la manifestazione di primavera il 21 marzo: solstizio senza estate.
Mattia e Proserpina se ne stavano boccheggiando in cerca di un po’ di fresco sotto il loro bell’albero vicino allo zoo. Ormai stavano insieme da sei mesi, Proserpina viveva con lui e il fatto che era stata sempre estate anche in inverno, almeno a Roma, a loro in fondo era piaciuto: erano andati al mare – anche se lei non si era abbronzata per niente e borbottava sempre che restava bianca -, avevano fatto parecchio l’amore – anche se lei era un po’ freddina -, si erano goduti questa stagione insolita incuranti dell’eccezionalità dell’evento climatico.
All’improvviso era arrivata una quantità di gente in corteo che strillava “VIA L’ESTATE DA ROMA! INVERNO! INVERNO!” , Mattia si era scocciato, voleva riposarsi ancora un po’ sotto il platano secolare al fresco.
“Mattia! Ma sei tu? Ti cerco da mesi!!!” La voce acuta e incazzata di Silvia lo aveva travolto. In un attimo era sopra di lui: “Dove sta quella greco-svedese della tua ragazza? Quella dea del cazzo? Ma l’hai capito che tutto ‘sto casino climatico è colpa sua? Anzi è colpa tua?”
“Oh ciao Silvia!” Mattia era abbagliato: Silvia era ancora più bona di come la ricordava: abbronzata, con i capelli colorati di azzurro, dai calzoncini spuntavano le chiappe sode di sempre… e poi appassionata e incazzata!
“Che ho fatto? Ho solo salvato Proserpina dalle grinfie di quel colosso che la teneva per una coscia da quattro secoli… ha ancora il livido.”
Proserpina si era poggiata su un gomito e guardava la scena da dietro le spalle di Mattia con aria svagata masticando il gambo di un fiorellino giallo.
“Allora è come pensavo??? Sei tu che hai rubato Proserpina dal gruppo scultoreo alla Galleria Borghese! La devi restituire!
Lo capisci che se non la restituisci lei non potrà tornare con suo marito Ade e passarci l’inverno? Se sta qui con te l’inverno non viene più!
Tutta la vita solo Estate!
Sono quelli come te che provocano il cambiamento climatico!
Ti odio!
Restituiscila, siamo ancora in tempo a far piovere un po’ questa primavera e salvare Roma!”.
CORRIERE ROMA 22 marzo 2029:
Incredibile! Questa mattina in un deposito della galleria Borghese è stata rinvenuta la statua di Proserpina, parte del gruppo scultoreo “Il ratto di Proserpina” del Bernini, trafugata sei mesi fa. Non presenta danni evidenti tranne una macchia violacea sulla coscia sinistra.
LA REPUBBLICA: 22 marzo 2029
EDIZIONE STRAORDINARIA
Piove a Roma
“Pronto Silvia? Ti passo a prendere alle nove allora?”
“Si amore. Ah, Mattia per favore, porti un ombrello che il mio non lo trovo?”
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Racconto ironico, idea molto simpatica ambientata in un futuro non troppo distante. Forse corri un po’ troppo nelle descrizioni, mi soffermerei più su un momento e lo espanderei. Eviterei anche i giudizi della voce narrante (es. “cerebroleso”, “svitata”), lascerei sempre giudicare i protagonisti.