Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2024 “Dialogo tra madre e figlia” di Anna Maria Di Terlizzi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024

– Che hai figlia? Non stai bene?

– Niente madre, va tutto bene…tutto, tutto come al solito.

– No figlia, tu non me la conti giusta, questa strana espressione non te l’ho mai vista prima e non è solo l’espressione dei tuoi occhi, ma anche il tuo atteggiamento.

– Ma che dici madre è solo che…che ora ho capito tante cose…-

– Cosa, cosa hai capito?

– Beh, cose a cui prima non davo troppo peso. Ora, tutt’a un tratto mi pare di vedere chiaro. Quanto sono stata sciocca! Per anni ho dormito.-

– Come… hai dormito? A cosa ti riferisci? Spiega…-

– Madre, ho avuto un improvviso risveglio. L’altro giorno ho detto a mio marito che era bello che avessimo le stesse idee e che raggiungessimo sempre un accordo nelle soluzioni dei problemi. Ma lui mi ha guardata a lungo e mi ha risposto che non era affatto così. Che siamo totalmente agli opposti. Non abbiamo niente che ci accomuni. E l’ha detto con tale acrimonia, che mi ha lasciata esterrefatta. Mi sono sentita un verme, una nullità. Madre, ti rendi conto?-

– Verissimo che siete diversi! Tu sei una donna pratica, pragmatica, lui ha una mentalità logica, scientifica. Qual è il problema? –

– Il problema…? Mi sono sempre annullata per rendergli la vita più facile, per farlo contento…ho sempre pensato di fare le cose come lui avrebbe voluto. Lui… colto, pronto a dare risposte esaurienti su tutto.

Ero una ragazzina quando ci siamo messi insieme e sono passati tantissimi anni. Solo ora mi rendo conto di essere stata sempre remissiva per non fare la solita moglie noiosa e petulante. Pronta e disponibile in qualunque momento, accogliente e amorevole. –

– Beh, se sei stata tanto remissiva, la colpa è tua, non sua. In fondo ti faceva comodo e sembravi contenta.Ora che recrimini?-

– Perché…perché ero innamorata e poi perché mi sembrava che lui dovesse venire prima di tutto. –

– Vuoi dire che non sei più innamorata? –

– Madre, mi è cascato il mondo addosso. Sono terribilmente confusa. Non lo so più… –

– Figlia me ne rendo conto. Le donne sono forti e riescono a sopportare l’inimmaginabile. Sapessi quante ne ho dovute sopportare io. Le tante gravidanze, gli aborti, la crescita dei figli, le gelosie, i tradimenti e talvolta anche le minacce.-

– Ho assistito spesso alle litigate tue e del babbo, e ho un’immagine che non posso dimenticare: io bimbetta che assisto piangente ad una vostra litigata e che vi guardo attraverso lo specchio dell’armadio. Tu avevi il naso sanguinante. –

– Mi dispiace averti lasciato questo brutto ricordo, ma quella era la mia vita e voi figli eravate sempre presenti. Ma ora ti chiedo: tu, che non hai subito tutto questo, di che ti lamenti? Tuo marito è una brava persona, corretto, leale e fedele. O sbaglio?-

– No, non ti sbagli Madre, lui è tutto questo, ma io sto facendo i conti con me stessa. Credevo che fare la brava mogliettina mi ripagasse della mancanza di rispetto per il mio pensiero, della mia identità. Mi sembra che quello che ho fatto finora con lui, mi sia stato concesso. Ho sempre atteso le sue approvazioni come una scolaretta che si prepara per ottenere il voto più alto. Il suo sbaglio è stato quello di aver approfittato della mia pazienza e tolleranza. Mi sono ribellata poche volte e mai come avrei dovuto perché le sue argomentazioni avevano il potere d’indurmi a ritornare sui miei passi. Ho sempre pensato che fosse bravissimo a farmi il lavaggio del cervello ed io troppo debole per ribattere.-

– Già, e dimmi figlia, come si fa a cambiare questo tipo di mentalità, che è tipicamente maschile, dopo secoli e secoli di soggezione e schiavitù. Voi donne d’oggi siete fortunate, avete l’opportunità di lavorare fuori casa, liberarvi per qualche ora dall’angoscia della casa e dedicarvi a cose più edificanti per migliorare conoscenze e cultura. Noi, di un’altra generazione, non avevamo stipendio e dovevamo per forza sottostare e accondiscendere ai voleri e prepotenze del maschio.-

– Per certi versi hai ragione Madre, ma pur essendo cambiata la società e noi siamo entrate nel mondo del lavoro, non abbiamo conquistato la parità che ci spetta di diritto.-

– Diritti…diritti, ma di quali diritti parli? Che diritti avevamo noi? Voi ora vivete in una situazione di privilegio. Avete un conto in banca, potete decidere di avere un figlio oppure no, potete convivere senza sposarvi, potete avere rapporti con persone dello stesso sesso. Chiedere il divorzio…la separazione e quindi…-

– E quindi… cosa? Sai quanto ci costa questa nostra apparente vita di meraviglie? Chi si dedica, oltre al lavoro, ai figli, alla cura della casa, alla cucina, agli incontri con parenti e amici? Sempre noi donne. Sai quante volte me ne sono andata a letto la sera affogando le mie lacrime nel cuscino? Sai quante volte ho annaspato nel mio fiume di lacrime e non ho mai trovato la spalla sulla quale pensavo di poggiarmi e sentirmi finalmente coccolata e compresa? Mai Madre, mai. Tante volte gli ho fatto notare che mi mancava il suo appoggio, le carezze, il suo amore incondizionato? Ma lui metteva sempre in evidenza la fatica del suo lavoro e le sue frustrazioni.  E le mie frustrazioni? Perché non si metteva anche nei miei panni e cercava di comprendere anche me? –

– E tutto questo è nato da qualche giorno? Da quando ti ha detto che siete diversi e che non la pensate allo stesso modo? Devi assolutamente riprendere il controllo della situazione.-

– Madre, ancora non capisci. Queste sono cose che pensavo da troppo tempo e che stanno travolgendo la mia mente come una valanga. Noi donne dobbiamo smetterla di giustificare i maschi che sono davvero bravi a fare le vittime. Basta!  Le cose devono cambiare. D’ora in poi non mi lascerò interrompere ogni qualvolta inizio un discorso. Dovrà dividere con me le fatiche della casa e seguire le necessità dei figli. Lasciarmi scegliere i vestiti che voglio, decidere quali film e programmi televisivi voglio vedere, i libri che vorrò leggere e lasciarmi parlare al telefono con le mie amiche per tutto il tempo che occorre, senza che venga a ricordarmi che è passato un bel po’ di tempo indicando l’orologio. L’elenco è lungo e per me sarebbe umiliante continuare a raccontare tutto. –

– Sono molto scettica figlia mia, non credo tu possa cambiare tuo marito. Gli uomini non cedono e non ammetteranno mai le loro mancanze. Lasciano alle loro donne tutte le incombenze perché non sono capaci di affrontare la vita come l’affrontiamo noi. La nostra natura ci permette di essere veloci di pensiero e resistenti alla fatica. Loro possono fare una cosa alla volta, noi ne facciamo tante, tutte insieme. La nostra forza è pari alla loro pigrizia. La violenza, che molto spesso è presente nei loro comportamenti, altro non è che un’apparente dimostrazione di forza che maschera la paura del confronto con le capacità e l’intelligenza dell’altro sesso. Ma il problema non è solo tuo, è ancora di quasi tutte le donne, e fino a quando gli uomini saranno in maggioranza nei posti di lavoro e di potere, non ne usciremo mai.

– Madre, mi stupisci. Hai descritto gli uomini come non avrei mai immaginato e penso che in gran parte tu abbia ragione. Ma se le cose stanno così, non rimane che alzare, tutte insieme, la testa. Uscire dal letargo, dove tante di noi, siamo state confinate. Devo ritrovare me stessa, l’autonomia interiore e la stima che ho perso nel tempo. Per continuare ad amare, devo sentirmi libera e svincolata dai sensi di colpa e dal complesso di non fare mai abbastanza.

– Figlia, non tutto è perduto, la speranza è nel futuro. Poiché ti sei messa davanti allo specchio e ti sei chiesta chi sei e cosa vuoi essere, non demordere, va per la tua strada. Supera tutti gli ostacoli che incontrerai ancora nella vita. Tu e tutte le donne che prenderanno coscienza della loro forza e capacità, sarete in grado di ottenere parità di diritti e uguaglianza.  Solo unite e consapevoli sarete legittimate davanti agli uomini ma soprattutto davanti alle donne. Ci vuole tempo, ma quel tempo arriverà…-

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