Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2024 “Ritrovarsi”di Maria Antonietta Maule

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024

Quella notte Martino non riusciva a dormire, le lenzuola erano attorcigliate tra le gambe e
lui, con un gesto di stizza, le lanciò ai piedi del letto, quel letto matrimoniale a lui molto
caro perché l’aveva condiviso con la sua amata Elisa, sua moglie, deceduta pochi mesi
prima.

Martino era incapace di trovare pace con sé stesso perché i sensi di colpa lo
stavano dilaniando. “Anche stanotte ti ho sognato, dolce Elisa. Eri stesa sopra il lettino
dell’ospedale e mi guardavi con uno sguardo supplichevole. Io ero in un angolo della
stanza a piangere, senza riuscire a smettere, poi, all’ improvviso, una porta si aprì e vidi un
medico che mi informava che tu eri morta la notte prima, dicendomi che l’equipe aveva
fatto il possibile per tenerti in vita ma tu non avevi retto alle terapie anti tumorali…”.
Martino, dopo essersi svegliato, si sedette sul letto prendendo il viso fra le mani e
iniziando un pianto silenzioso, quasi muto perché, forse, non trovava più la forza di gridare
il suo dolore. Scese dal letto, camminando lento verso la stanza da bagno, si specchiò:
era zuppo di sudore, con la gola arsa e due profondi segni violacei sotto gli occhi. ” Non
dormo più, chiedendomi, ogni giorno, se ho fatto abbastanza per te, Elisa, se ti sono stato
abbastanza vicino… insomma: ti ho davvero amato, soprattutto durante la tua malattia?”

Martino era in preda ai rimorsi, tanto che questa situazione lo faceva morire dentro,
sempre più. Allora uscì dal bagno dirigendosi verso la porta d’ entrata pensando con
sgomento:” Non posso continuare perché mi sto logorando inoltre, tutto questo, non ti
riporta in vita, cara Elisa”. Si coprì, indossando gli scarponi, il giubbotto e la sciarpa rossa
che aveva comperato, con Elisa, l’anno prima ai mercatini di Natale. Uscì di casa: era una
notte gelida in cui la neve aveva ricoperto gli alberi e i tetti delle case. Martino osservava il
cielo buio e infinito, ascoltando quel silenzio impalpabile. “Il mio tormento è come una
lama nel cuore che sanguina ed è così acuto che non lo sopporto oltre, basta.

Sono consapevole che Elisa non c’è più. Dolce Elisa, ora sarai in un luogo di pace, questa pace
che anch’ io devo ritrovare su questa terra”. Durante quella notte, Martino voleva dar vita
alla sua rinascita interiore, scegliendo di accogliere e di soffermarsi su tutto ciò che
avrebbe visto essere Bello e Buono, nonostante la sua indicibile sofferenza. Voleva
ritrovarsi, anche se Elisa non gli era più accanto. Martino così rifletteva: “Da questo
momento in poi decido di ritrovare me stesso, colui che si è unito in simbiosi con la sua
afflizione, rischiando di non uscirne più. Voglio porre la parola “fine” ai rimorsi perché sono
dei macigni capaci di uccidere l’anima giorno per giorno, perché ho deciso di vivere”.

Dal cielo la neve scendeva quieta e Martino, dopo molto tempo, ascoltava sè stesso, immerso
in quel paesaggio illuminato.

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