Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti per Corti 2011 “Cartolina del passato” di Marco Casula

Categoria: Premio Racconti per Corti 2011

Un uomo anziano distinto, elegante, è seduto sulla panchina dei giardini pubblici. Ha tra le mani una vecchia foto: un piccolo gruppo di mocciosi sporchi, scalzi e laceri; sdraiati sul selciato freddo, ognuno con una grande cesta. Il vecchio, mentre guarda commosso quest’immagine, si abbandona al ricordo degli anni dell’infanzia, dura e sofferente.

Un ragazzino si sveglia, rannicchiato in una cesta quasi più grande di lui, dopo una notte all’aperto tra fogli di giornale e qualche pezzo di stoffa che lo hanno protetto dall’umidità proveniente dal mare. Il quartiere si sveglia pian piano. I pescatori si dirigono verso le barche, il calzolaio e il falegname iniziano le loro attività, le massaie si recano dal bottegaio per le prime compere. Anche il ragazzino dà inizio alla sua giornata di fatica per guadagnarsi un tozzo di pane.

Gira a vuoto per il quartiere con la cesta a mo’ di copricapo. Ha già fame. Nel suo vano girovagare incrocia gli amici che come lui cercano qualche centesimo per vivere. Gli consigliano di recarsi là dove stanno le famiglie ricche, e dove è più facile trovare qualcosa. Il ragazzino si avvia allora per i quartieri alti.

Il selciato è freddo, i piedi nudi doloranti, non può fermarsi. Altri come lui circolano per le vie. In ogni portone aperto, se vede gente entra; a ogni donna che passa, si avvicina e chiede se c’è un lavoretto da fare e se può avere da mangiare subito. Riceve spesso dinieghi o arriva tardi perché qualche suo compagno lo precede. S’imbatte a volte in chi è più fortunato di lui, con la cesta piena e un pezzo di pane scuro un bocca. La sua è ancora vuota al mattino inoltrato. Si siede sul ciglio di un portale proprio davanti al forno che espone del pane in vetrina.

Posa la testa sulla corba e osserva i clienti che entrano ed escono. Che goduria annusare tutta la fragranza del pane fresco!

Si sentono grida: un fruttivendolo, poco più in là, ha visto un ragazzino scappare con una mela rubata dai canestri all’ingresso della bottega. Anche il ragazzino davanti a quel pane invitante, è tentato di rubare, ora che la fame lo aggredisce.

È indeciso sul da farsi quando, da dietro, sente chiamare:

«Ehi, piccioccheddu!»

Si volta. Un’elegante signora sulla soglia della bottega gli fa cenno di avvicinarsi. Ha una borsa di paglia colma di pane e gli chiede di aiutarla.

Il ragazzino scatta lesto in piedi, ma la donna lo ferma prima che afferri la sua borsa: gli offre una moneta da 10 centesimi e una fetta di pane fresco appena sfornato.

Lui non se lo fa ripetere: divora la pagnotta, e riempita la sua corba (che si accomoda sulla testa) accompagna la signora.

Il ragazzino, alla domanda della signora, dice di chiamarsi Efisio. E lei gli fa osservare che deve essere orgoglioso di portare il nome del santo patrono della città. La signora nota che Efisio è un bravo ragazzino, educato e servizievole. Sicché gli promette subito che appena arrivati a casa gli offrirà tre biscotti.

Efisio non sta nella pelle.

La signora non solo manterrà la promessa, ma gli offrirà qualcosa di più grande: crescerà in una famiglia che lo accoglierà come un figlio.

Il vecchio sulla panchina si rigira tra le mani la vecchia cartolina, quando lui era un piccioccus del crobi: sorride, non pensa con nostalgia a quei tempi di fame e di pena.

Una bimba gli si fa incontro e lo abbraccia. Il vecchio ripone la foto nella tasca dell’elegante cappotto, si alza, prende per mano la bambina e insieme percorrono il viale dei giardini verso la città.

 

 

 

Loading

1 commento »

  1. Conosco la foto descritta da Marco risale al ‘900 ed insieme ad altre rappresenta un mondo lontano; povero, proprio come ci viene descritto, che trasuda fatica e sofferenza. Complimenti

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.