Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2023 “Il libro giusto” di Roberto Contini

Categoria: Premio Racconti per Corti 2023

Che fato il mio, – si lamenta tra sé il commesso di una libreria – massimo dei voti alla maturità classica, laurea con lode a lettere, eppure sono ancora qui a fare la fame e le ragazze mi stanno alla larga!”

Intanto, un giovanotto avvolto da abiti costosi e con occhiali appariscenti entra e si avvicina al bancone della piccola libreria.

“Buongiorno”.

“Buongiorno a lei, come posso esserle utile?”

“Vorrei un libro”.

“È venuto nel posto giusto – scherza il commesso – ha in mente un titolo preciso?”

“Come le ho detto, mi serve un libro, intorno alle centottanta pagine, scritte con lettere abbastanza grandi”.

“Per carità, il cliente ha sempre ragione e lei sarà accontentato, ma potrebbe spiegarmi le ragioni di questa richiesta?”

“Sono miope e oggi devo andare a Milano in treno”.

 “Capisco, sappia che in molte nostre edizioni le dimensioni dei caratteri e le distanze tra le righe rendono la lettura un esercizio davvero agevole, anche per chi abbia problemi alla vista. Esamini, per esempio, questo avvincente volume poliziesco: le parole risultano nitide e ben distanziate, pur non essendo gigantesche”.

“Ha ragione, si legge bene, però sono più di cinquecento pagine: mica devo andare in nord Europa!”

 “Mi perdoni, ma non la seguo. Correla forse la dimensione del volume alla destinazione del suo viaggio?”

“Certo! Da Lucca a Milano, con il treno che ho prenotato, quello delle 17.00, sono circa tre ore, io leggo una pagina al minuto: è chiaro che il libro del viaggio deve avere, sessanta per tre: centottanta pagine. Ne avete uno così?”

“Devo ammettere che mi ha spiazzato. Mi aiuti però a capire meglio il suo punto di vista. Poniamo che lei opti per un testo da centocinquanta pagine: in base al suo calcolo, le avanzerebbe una mezzoretta, che potrebbe piacevolmente investire chiacchierando con qualche vicino di scompartimento. Non crede?”

“No che non credo. Non è facile trovare uno che sa parlare di calcio, dicendo cose giuste. E magari non è neppure interista, finiamo col litigare”.

“Mi rendo conto. Ma allora, se lei affrontasse un volume di quattrocento pagine, potrebbe proseguire la lettura, prolungandone il piacere, anche dopo essere giunto a destinazione”.

“Figuriamoci. Poi a casa, per sapere come va a finire, devo leggere ancora, invece di godermi in pace la televisione. No, per favore”.

Si percepisce l’ingresso di qualcuno nel negozio.

“In effetti – il libraio rinuncia a trattenere il sarcasmo – non potrei mai perdonarmi di indurla surrettiziamente a una lettura non necessaria, obbligandola a sacrificare del tempo che potrebbe invece consacrare alla visione di qualche telenovela oppure a lasciarsi ipnotizzare dalla pubblicità … Forse però mi sovviene la soluzione: acquisti una raccolta di racconti brevi: genere letterario alquanto sottovalutato. Quando il treno avrà raggiunto la stazione di arrivo potrà semplicemente interrompere la lettura, senza vincoli e senza rimpianti, potendosi poi liberamente dedicare alle novelle residue oppure ai passatempi che preferisce”.

Viene inquadrata, intenta a esaminare gli scaffali, una giovane donna estremamente affascinante, vestita con un abito azzurro e accessoriata con un paio di occhiali dalla montatura originale.

“Giusto! – Annuisce il cliente – È un buon consiglio. Non me lo aspettavo da uno che vende libri. Quindi a Milano butto il libro di racconti nell’immondizia. Benissimo”.

La ragazza si avvicina al bancone; il giovanotto la osserva ammaliato, con uno sguardo fisso e sorpreso, incapace di frenare la discesa della mandibola. La sua espressione risulta inequivocabilmente ebete.

Accortasene, lei gli sorride con malizia.

“No, la prego. I libri non si buttano, – sentenzia il commesso – abbandoni semplicemente il volume sul sedile, applicandogli questa fascetta con il messaggio: Gentile viaggiatore, questo libro ti intratterrà nel tuo viaggio. Leggilo pure, ma poi lascialo affinché possa allietare un altro passeggero”.

La donna interpella il libraio con una voce soave.

“Mi scusi, oggi alle cinque prendo l’intercity per Milano, può consigliarmi un libro?”

Il commesso, perplesso, si guarda intorno, forse per cercare le telecamere nascoste di “Scherzi a parte”. Il ragazzo approfitta del silenzio prolungato per interloquire con la bella creatura, mentre appallottola la fascetta appena ricevuta.

“Voglio aiutarla: io sarò sul suo treno, questo pomeriggio, e ho già trovato il libro giusto per il nostro viaggio. Questo, vede. È una raccolta di racconti, genere letterario a mio giudizio sottovalutato e adatto al caso nostro. Gliene offro una copia. In treno potremmo leggere i racconti e confrontare le nostre impressioni”.

“Sarà un piacere avere sia un compagno di viaggio sia un compagno di lettura. Devo confessarle che non ho molta confidenza con i libri. Sono invece pratica con le prenotazioni ferroviarie e cercherò di avvicinare i nostri posti sul treno, se mi mostra il suo biglietto. Piacere, mi chiamo Lucia”.

“Io Renzo. Stanno bene insieme i nostri nomi corti, cinque lettere ciascuno, mi ricordano anzi qualcosa, chissà, mi verrà in mente”.

“Fermo”. Il commesso, sentendosi coinvolto nelle presentazioni, porge la mano.

“Tranquillo, nessuno si muove! – equivoca il giovane – Sarai pagato”. Estrae rapido le banconote dal suo portafoglio, marchiato Inter, e le infila nel palmo teso, concedendo “tieni pure il resto”. Prende quindi sotto braccio la giovane e si dirige verso l’uscita della libreria. Lei si avvolge meglio intorno al collo la sua sciarpa nerazzurra, che era rimasta nascosta sotto alla giacca.

Con lo sguardo puntato sulla inedita coppia, il commesso commenta tra sé: “Beffardo e imperscrutabile il destino”.

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6 commenti »

  1. Complimenti Roberto, il tuo racconto mi ha fatto ridere. Apprezzo anche il messaggio sotteso: che leggere libri può magari farci trovare nuove e interessanti amicizie. O forse in questo caso galeotta era piuttosto la comune fede interista?

  2. Ti ingrazio Riccardo. Sono contento di averti strappato una risata.
    La morale (o forse l’amorale) è piuttosto cinica: la casualità e la faccia tosta contribuiscono al successo più dell’impegno e della cultura.

  3. Divertentissimo! “ricordano anzi qualcosa, chissà, mi verrà in mente”, da morire! Bello davvero,complimenti!

  4. Grazie, Caterina.
    Il tuo apprezzamento mi lusinga.

  5. Chi non si incontra in libreria… Bella fantasia! Complimenti.

  6. Sono fiero GianMarco di aver riscosso il tuo plauso. Grazie.
    Oltre che in libreria, incontri piacevoli si fanno anche in questa arena letteraria.

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