Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2022 “Il neocane” di Davide Schiavon

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022

Mancava poco meno di un mese al parto quando i coniugi Bellatesta decisero di prendere un cane.

Sebbene l’idea fosse in cantiere da molto, essa si manifestò sotto forma di voglia irrefrenabile proprio in quell’ultima fase della gravidanza, forse per via dell’attesa del piccolo che stava per nascere e che si faceva desiderare. La signora Bellatesta non ne poteva più di ricevere visite di amici e parenti, tutti carichi delle stesse domande, promesse ed esortazioni: “Quando nascerà vedrai che gioia… ma che fatica essere mamma… ti ricorderai di queste parole… non vedo l’ora di vederlo…”.

No, lei aveva bisogno di una creatura da stringere subito al petto e ogni giorno trascorso senza un essere di cui prendersi cura era un giorno vuoto. Così i Bellatesta si rivolsero al canile più vicino per verificare quali cuccioli fossero disponibili. Non programmarono alcuna visita: ricevere indicazioni per telefono era più che sufficiente. E poi, andare a scegliere il cane di persona avrebbe rischiato di complicare le cose; l’indecisione non avrebbe giovato né a loro né agli addetti del canile, che di certo non avevano tempo da perdere. Tuttavia, per quanto i Bellatesta si auspicassero di poter accogliere il quattrozampe di lì a breve, dovettero venire a patti col fatto che la sfilza di controlli, documenti da compilare e vaccinazioni da effettuare avrebbe rallentato il processo. Se ne dispiacquero, ma non rinunciarono. Nel frattempo, il bambino nacque puntuale e tenne occupati tutti per settimane. Alla signora Bellatesta venne assegnato un letto nel reparto di maternità e suo marito andò a trovarla tutti i giorni.

Il dodici maggio, data in cui era previsto il ritorno a casa di madre e bebè, il telefono dell’appartamento squillò. “Senz’altro” disse il signor Bellatesta, “A fra poco”. Guidò fino all’ospedale, caricò in macchina moglie e bambino, quindi passarono insieme a ritirare il cane. Una volta rincasati, si diedero un gran da fare per organizzare al meglio la nuova convivenza: misero il bimbo nella cuccia e sistemarono il cane nella culla di vimini regalatagli dai vicini. Com’erano belli, uno accanto all’altro. Poi la signora Bellatesta si ricordò della cesta di doni inviatale dai suoceri. Infilò le zampette del cane nei morbidi calzini e provò a comprimere il corpo della bestiola nel pigiamino profumato. Dal canto suo, il signor Bellatesta coprì per metà il neonato con una vecchia coperta di lana grezza.

In quanto a dieta, i Bellatesta decisero di puntare sulla qualità: offrirono al cane gli omogeneizzati della migliore marca e una generosa dose di latte tiepido. Con il passare delle settimane, gli cucinarono piatti via via più prelibati, rifornendosi di verdure al negozio biologico, di pasta allo spaccio all’angolo e di carne dal più rinomato macellaio della città. Il neonato, invece, ebbe servita sempre la stessa sottomarca di pappa in scatola mischiata a riso bollito, scotto e senza sale. Quando proprio non riuscivano a farlo smettere di piangere, i Bellatesta gli concedevano un bicchiere di latte rancido, al quale aggiungevano senza apparente motivo un cucchiaio di crocchette (solitamente per gatti, poiché a buon prezzo).

Come in ogni famiglia che si rispetti, dai Bellatesta i giochi non mancarono. Mentre il cane scodinzolava per casa rincorrendo un pallone da calcio e addentando orecchie e braccine di ogni peluche che incontrava, al neonato toccarono una spessa corda da tiro e un osso per farsi i denti, che lui batteva al suolo allo scopo di attirare l’attenzione dei genitori, invano.

I Bellatesta tenevano a che tutto fosse perfetto e dedicarono diverse sere a discutere tanto sull’educazione del cane quanto su quella del figlio. Alla fine iscrissero il primo al più esclusivo asilo della provincia e il secondo a un raduno per cuccioli che si sarebbe tenuto di lì a qualche giorno.

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1 commento »

  1. Molto divertente e ben scritto. Forse il finale è un po’ brusco, avrei aggiunto un passaggio ulteriore, qualcosa di ancora più sorprendente. Comunque complimenti!

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