Premio Racconti nella Rete 2022 “Il cerbiatto e la margherita” di Maria Stella Cingolo (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022C’era una volta
Da non chiamarsi solo “una volta”, perché “volta” in fondo è un momento imprecisato, mentre qui era tra milioni di volte il momento. Il momento sognato.
C’era un sogno
E nel sogno c’era un bosco. Dentro il bosco i rami degli alberi erano così fitti e le edere così imbrigliate e rampicanti che non si vedeva a un palmo di naso e mai si poteva sapere chi o cosa avresti incontrato.
Soprattutto al crepuscolo, quando il sole schiariva gli ultimi bagliori di rosa e d’arancio andando a sparire oltre la pianura là fuori, soprattutto in quei minuti lievi, dentro il bosco pian piano non ci vedevi.
Ma oltre arbusti e tronchi secolari, oltre le trecce di foglie e i muschi e le liane, la magica tenda verde nascondeva una piccola radura, e lì gli ultimi raggi color fuoco cadevano a precipizio, come una tiepida cascata di luce incantata.
Solo il cerbiatto sapeva. Per quello, sul finire del giorno, scalpitante raggiungeva quella culla fatata, nido del bosco, come grembo di terra e di sole, e si graffiava il muso pur di entrarvi, si raschiava le zampe agili e magre tra i rami, mentre sul suo pelo corto chiazzato di bianco portava con sé aghi di sempreverde, edere impigliate e coccinelle.
Si fermava estasiata il cerbiatto a guardare. Baciava l’erba col naso e baciava il cielo con gli occhi neri, vispi e splendenti. Si sentiva vorticare nella luce morente e intorno a sé c’erano milioni di creature vestite di bello e profumate. Brillavano modeste tra l’erba e gli ultimi raggi di sole preparandosi a chiudere i petali al sonno.
“Sono i fiori” pensava il cerbiatto.
“Sono gli unici abitanti di questa radura” rifletteva.
– Chi sei? – chiese allora, facendosi coraggio, a uno di loro. Stava nell’erba, vicino due sassi. Sembrava lieve e tiepido come il soffio del vento in primavera.
– Sono la margherita– il fiore rispose, vibrando note di lingue arcane.
– Sei bello. Vestito di bianco. E il tuo cuore è giallo come un sole. –
–Di me si innamorano le api e le farfalle. Gli uccellini adorano guardarmi dall’alto mentre spiegano le ali, e le donne mi raccolgono per ornarsi il capo. Faccio risaltare i loro occhi e i neri e biondi capelli come fossi un fermaglio– proseguì la margherita, e quel suo chinare lo stelo sembrava come un sorriso.
– E i cerbiatti? –
– I cerbiatti no. I cerbiatti non fanno caso a me –
– Io sì– allungava il muso alla sua corolla. – io mi innamoro di te.
E che ci fa un animale con un fiore? – domandò la margherita incuriosito.
– Non saprei…– esitò il cerbiatto. –Intanto può ammirarli. Sentirne il profumo. Posare il capo e addormentarsi. – proseguì. Poi si avvicinò con la testolina e fece scivolare una coccinella sui suoi petali bianchi.
– Porta piccoli doni… – spiegò.
E la margherita rise perché la coccinella gli faceva il solletico.
Il cerbiatto posò il muso sulla sua corolla e i petali scossi a carezzargli il naso sembravano un bacio. Anche il cerbiatto rise. Perché era un bacio che faceva solletico.
Risero fino al calar della notte. Risero e forse questo era l’amore.
Il cerbiatto e la margherita nella radura nascosta al centro del bosco, dove nessuno poteva vederli, tranne il sole. E ogni sera laggiù rinasceva il sogno.
![]()
E’ un racconto molto delicato. Sono stata trasportata in un’atmosfera onirica, con immagini sfuocate ma con colori molto intensi. Scrittura fluida e pensata, a tratti mi è sembrata una canzone per la musicalità e il ritmo delle parole scelte. Complimenti!
Poetico e toccante, sembra quasi un haiku per il suo potere di evocare luoghi, immagini e sensazioni. Ho apprezzato molto anche espressioni come “vestirsi di bello” , un po’ come direbbero i bambini, che magari non si dice ma dice tutto! Davvero bello, brava!