Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2022 “L’appuntamento” di Loredana Leopizzi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022

Stretto nel suo cappotto, Andrea cammina lentamente sul lungomare di Gallipoli. Il vento crea mulinelli feroci che sferzano il suo volto e ne scuotono il corpo provato dalla stanchezza. Da ore e ore di appostamenti, riunioni interminabili quanto inconcludenti e forse anche per colpa di quel maledetto materasso che è da cambiare.

Saranno più di venti minuti che va su e giù, lentamente. Dal Bar alla Torre, dalla Torre al Bar.

Lui, il suo cappotto, il cellulare ancora muto e quello strano tizio sdraiato sul cofano di una Opel Corsa con una Nikon Z6. Chissà che fa, sembra aspettare. Forse il momento giusto per immortalare l’ennesimo tramonto sul mare. Starà aspettando che quella nuvola gonfia all’orizzonte si lasci ammaliare dalla tramontana e via … gli consenta di inquadrare il sole calante perfetto.

Anche Andrea aspetta.

Va su e giù e aspetta. Su e giù.

Su, le facciate dei palazzi mangiucchiati dal vento e dalla salsedine, sembrano soldati di una guerra persa. Testimoni silenziosi di uno scontro crudele. Senza superstiti.

Giù il mare ruggisce, reclama attenzione e soffia, soffia.

Certo, un appuntamento a fine novembre, sul lungomare di levante, con quel vento poi. Ma cosa c’è di più bello che interrompere la sequenza monotona della propria esistenza con un appuntamento, inaspettato, bello quasi come una carezza, un alito di calore, uno sprazzo di luce.

Alessandra che ti chiama, lei che ti cerca e ti dice: ci vediamo al solito posto?

Porca paletta, il solito posto? Dopo 25 anni? Sarà il lungomare …

Su e giù. Su e giù.

Ci avrà ripensato? Sarebbe tipico. O almeno lo era per l’Alessandra di 25 anni fa.

Quella delle battute irriverenti, quella che non si prendeva mai sul serio, che si truccava solo per le feste di classe, che indossava i jeans larghi come una tuta da lavoro e che teneva testa, oh si che ne era capace, al professore di filosofia e che mai, mai si tirava indietro, quella dei grandi slanci generosi e che, poi … a volte ci ripensava.

Soprattutto per quel che riguardava lei, il suo cuore. Perché se era in grado di battersi in prima persona per chissà chi, quando toccava a lei, si tirava indietro e ci ripensava. Come dopo quell’unico bacio, proprio lì sul lungomare.

“Ci vediamo domani”.

Un giorno che non c’era mai stato. Un seguito che Andrea aveva aspettato per tanto e poi, così all’improvviso, era arrivato quel “ci vediamo al solito posto?”.

Su e giù. Su e giù.

Andrea in realtà era tornato tante altre volte sul lungomare. Era il posto dell’anima. Dove si sentiva in pace e lì, a dispetto della confusione del turistame estivo, riusciva a chiudersi in una bolla silenziosa, dove solo l’odore del mare e il calpestio dei suoi pensieri avevano dimora. Lì aveva deciso di tentare il concorso in polizia, lì aveva progettato il suo futuro, sognato il suo domani. Lì aveva visto sé stesso diventare una comparsa muta della sua stessa vita. Un attore mai chiamato al ruolo di protagonista.

Su e giù. Su e giù.

Inesorabile questo tempo sembra tracimare, lasciando detriti polverosi, spezzoni inermi di ciò che non è stato.

Il tizio sdraiato sulla Opel con la sua Nikon sta andando via, ha rinunciato al tramonto perfetto.

Andrea arriva davanti la Torre, lancia un ultimo sguardo sul lungomare di levante ora deserto.

Si stringe se possibile ancor di più nel suo cappotto e cambia strada, verso l’interno di Gallipoli, lì dove la tramontana non soffia più.

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1 commento »

  1. Ben scritto. Mi è piaciuto. Forse dovevi osare un po’ di più sul finale.

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