Premio Racconti nella Rete 2022 “La cassettiera”(ovvero il vecchio comò) di Angela Megassini
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022Trascorreva la maggior parte della sua giornata sognando con i suoi grandi occhioni verdi, ballando tra gnomi e fate, canticchiando formule magiche o altro.
Angelina aveva solo tre anni ma la sua fantasia era assai più anziana.
I capelli lunghi neri facevano da cornice a due grosse guance rosse, che non desisteva dal pizzicarsi per renderle ancora più fiammeggianti!
La curiosità passeggiava a braccetto con la sua fantasia, anche se ciò, a volte, non era di grande aiuto per una piccola bimba, facile preda degli sberloni di una mamma molto spesso adirata.
Angelina viveva nel suo mondo di bontà e bambole. Nemmeno queste riusciva a picchiare, nonostante fosse difficile dar loro da mangiare.
La cosa che più amava fare era rovistare nei cassetti. Era per lei una vera e propria acquolina della fantasia, e così di tanto in tanto frugava di nascosto.
Il mobile del bagno di cassetti ne aveva pochi, ahimè… Ma il primo di essi conteneva i trucchi di sua sorella che spesso usava per colorirsi spudoratamente, diventando poi spesso simile ad un clown. Ma che importava… Un sorriso appena accennato e poi una gran risata. Erano il dono più grande che uno specchio potesse desiderare.
Nel secondo cassetto c’erano gli asciugamani, poi di seguito, le medicine che la mamma era solita prendere prima di andare a dormire.
Quanti cassetti c’erano in quella casa. Però ce n’era uno in particolare che da tempo aveva attirato la curiosità di Angelina. Tanto più che era praticamente inaccessibile. Già, la mamma non voleva.
Se solo si avvicinava erano botte.
Quando la piccola Angelina entrava in quella specie di mausoleo (tanto era devota la sua mamma che tempestava la camera di immagini sacre e varie) vedeva quel comò pervaso come da un fascino strano che l’attirava a sé. E lei si chiedeva: “Beh, ma allora se non posso vedere cosa c’è dentro, significa che c’è qualcosa di veramente particolare”.
Ogni tanto si distraeva nel rovistare qualche altro cassetto.
Nella sua mente piccola ma lampeggiante, serpeggiava sempre una domanda: “Ma come mai le cose nei cassetti vengono sempre disposte in modo diverso? Nei primi cassetti le cose più belle, in quelli in fondo le cose meno utili?
Forse anche la vita funzionava così? Per vedere ciò che è bello bisogna sempre guardare in su? E le persone inutili sono sempre coloro che stanno in basso?”.
La sua testolina non poteva dare risposte a simili domande, che già tanto facevano nel porsi…
Un giorno la mamma si era assentata per un paio d’ore, così la piccola Angelina mise in atto un piano. Fece finta di andare a dormire, cosicché anche suo padre si addormentò sul divano.
Iniziò ad introdursi nella camera della mamma con passo felpato da vera professionista di dispetti. Cominciò ad aprire il primo cassetto.
C’erano pizzi, merletti e tante fotografie. C’erano le foto dei nonni che non aveva mai conosciuto, e quella di suo fratello Angelo, del quale aveva tanto sentito parlare, ne aveva preso il posto senza peraltro averlo mai visto.
Si tenne una foto di Angelo per guardarsela meglio in seguito.
Continuò a guardare nel comò, nel secondo cassetto c’erano delle lenzuola, nel terzo altri ricami, nell’ultimo camice da notte ricamate. Stava per chiudere questo cassetto, quando qualcosa di color grigio cominciò a spuntare in mezzo alla stoffa. Lo prese e vide con stupore un piccolo crocefisso, già, proprio nell’ultimo cassetto.
Le avevano accennato qualcosa di Dio e del Signore, ma non aveva mai avuto modo di vedere un crocefisso così da vicino. Erano tutti molto più grossi ed appesi così in alto che per lei era impossibile toccarli.
Se lo nascose e lo portò nella sua cameretta insieme alla foto.
La mamma tornò, preparò la merenda, ma non si accorse di nulla.
Angelina dopo aver mangiato il suo panino quotidiano a base di Nutella, tornò nella sua camera e cominciò ad esaminare il suo bottino.
La foto di Angelo la baciò, l’abbracciò e la mise nel primo cassetto della scrivania; mentre cominciò a guadare intensamente il crocefisso.
Per lei rassomigliava molto di più ad una specie di Big Jim più che ad un uomo morto per salvare il mondo.
Quello che non capiva era perché doveva starsene per sempre con le mani inchiodate alla croce.
Così cominciò a prendersene cura come se fosse un bambolotto.
Lo metteva a nanna, lo cullava, lo copriva, aveva persino incominciato a parlargli.
Una notte fece un sogno, in cui un uomo vestito di bianco le disse che se voleva vedere felice Gesù, doveva svitare i chiodi della croce e riporgli le bracci a sui fianchi.
Il mattino seguente così fece: svitò i chiodi e come per miracolo le braccia stanche si adagiarono sui fianchi.
Ora si che per lei era diventato un vero e proprio bambolotto. Prese la croce e la gettò via e gli disse: “Adesso basta, un uomo morto non ha più bisogno di una croce, è morto e basta. E se tu sei veramente morto, dovrei pensare che anche tutti i miei bambolotti lo siano. Ma ciò non è possibile, perchè io ci gioco tutti i giorni, come con te. Tu sei il mio bambino, ti vestirò e ti porterò a spasso con tutti gli altri.”.
Il tempo passava e Angelina giocava, giocava.. Un giorno fece un altro dei suoi sogni intriganti e in quel frangente incontrò una specie di uomo ombra che le disse: “Angelina per merito tuo Gesù è tornato a sorridere; per questo meriti un premio”.
…E a questo punto, come accade in tutti i sogni, si svegliò.
Non riusciva più a dormire ma allo stesso tempo voleva sapere di che premio si trattasse. Forse un giocattolo , della cioccolata, chi poteva dirlo. Tutta triste e delusa, si avvicinò alla culla delle sue bambole, dove spesso cercava conforto. Fu allora che notò qualcosa di strano sul volto di un bambolotto.
Già, ce n’era uno che sorrideva in modo particolare. Ma era proprio il suo piccolo Gesù, proprio come predetto nel sogno.
Allora forse il premio era questo: per far sorridere qualcuno non c’è distinzione, come per i cassetti.
E per Angelina far sorridere gli altri significava meno tristezza, e meno botte.
Ma chi avrebbe mai creduto ad una simile storia? Gesù che ride! Povera Angelina tutta sola nel suo segreto. Neppure alla mamma poteva raccontare ciò che le era accaduto. L’avrebbe sicuramente accusata di sacrilegio. E poi si sarebbe accorta del furto dal comò.
Così tacque. Intanto i giorni passavano e Angelina si divertiva sempre un mondo con la sua famiglia di bambini finti.
Chiunque la incontrasse con la sua carrozzina carica di bambole, non poteva fare a meno di notare quello strano bambolotto barbuto. Così le chiedevano: “Ma quello come si chiama?”. E lei con aria soddisfatta rispondeva: “Gesù!”.
Da allora le automobili sono diventate più veloci, i computer hanno sostituito molti gesti e parole umane. Ma nel riempire i cassetti le cose si ripongono sempre allo stesso modo. Così come molte persone giudicano ancora altri simili in base al loro aspetto o alla loro utilità.
Ma c’è sempre una piccola Angelina che spunta con i suoi occhioni grandi sopra la nostra testa, in una nuvola da fumetto, ci strappa un sorriso, e ci insegna da quale cassetto dobbiamo tirar fuori i nostri sentimenti migliori, ed in quale altro dobbiamo riporre l’invidia e l’ipocrisia.
Solamente a questi ultimi è riservato lo spazio delle cose inutili.
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Un racconto che trasuda l’innocenza giovanile di una bambino raccontata dal cuore e l’onesta’ e integrita’ d’animo di una donna. Complimenti vivissimi, Angela, per questo tuo momento di vita vissuta raccontata con disarmante bellezza.
Racconto molto bello. In poche righe ha saputo condensare spiritualità, tradizioni, innocenza e valori della vita. Un testo che pone delle riflessioni profonde soprattutto sul mondo di oggi .
Bellissimo
Commovente
Grazie
Una storia colma di “magica” fantasia, che mette in risalto, in modo affascinante, l’ animo nobile e allo stesso tempo nostalgico della scrittrice. Nostalgico perché fondato su valori di tempi ormai andati, nobile, e aggiungerei speranzoso, perché conscio del mondo che cambia, ma “ci sarà sempre una piccola Angelina che spunterà con i suoi occhioni grandi, pronta a strappare un sorriso, e ci insegnerà che ci sarà sempre qualche cassetto dal quale dobbiamo tirar fuori i nostri sentimenti migliori, e qualche altro in cui riporre l’invidia e l’ipocrisia”
Molto toccante e pieno di verità, innocenza dei bambini, la solitudine, la speranza riposta in un oggetto…tra parentesi quando ero piccolo io avevo un alpino con il quale dormivo e giocavo e la tua storia mi ha riportato a quei felici momenti. Al netto in ogni caso del messaggio religioso che uno può leggere nella tua storia direi che è assolutamente vero le cose importanti, almeno per quelli di una certa generazione stanno sempre in alto (amicizia, onestà, moralità e cose di questo genere) che oggi forse non sono più considerate tali dando maggiore peso a cose molto più futili e di breve durata…ma a volte anche se questi concetti e principi vengono messi nei cassetti bassi ritornano prepotenti con l’età e una maggiore consapevolezza dei fatti della vita.
Grazie Angelina per avermi fatto fare un salto indietro con la tua storia ma soprattutto avermi dato lo spunto per fermarmi a riflettere…e pensare al mio “alpino”
Un abbraccio
Carissima Angelina, questo splendido racconto è un’ulteriore conferma del tuo talento. Il tuo vissuto, la tua fantasia, la tua sensibilità abilmente intrecciate con le parole, come solo tu sai fare. Grazie
I tuffi nel passato atterrano direttamente nel cuore e questo è un gran bel tuffo
Angelina sa toccare con semplicità e dolcezza temi che ci riportano ad una dimensione umana fatta di concretezza e poesia, tutto ciò diffonde bellezza, ne abbiamo disperatamente bisogno.
Un bellissimo viaggio nella fantasia e sensibilità !
Grazie Angelina ..abbiamo bisogno di persone così…
Bellissimo racconto.
Un breve racconto che fa bene all’anima, ci fa ritornare bambini,con l’innocenza che abbiamo ormai perduta e ci fa riflettere sul fatto che abbiamo sempre bisogno di un qualcosa di pulito che ci ricordi appunto quei tempi passati.
Grazie Angelina per condividere queste storie di vita che ognuno di noi avrà sicuramente vissuto.
Un racconto nel quale è impossibile non identificarsi,non fermarsi a riflettere.Una descrizione delicata, toccante, a tratti curiosa.Una ricetta con il giusto mix di ingredienti… nostalgia, speranza, innocenza, consapevolezza, realtà
Un bellissimo racconto, che ci fa tornare indietro nel tempo e nella semplicità di piccoli gesti e di grandi momenti che rimangono racchiusi nel nostro cuore. Angelina è grande ora ma la sua semplicità, la sua innocenza c’è ancora non è andata via con il tempo. Angelina Oggi come ieri sa regalarci emozioni con la sua scrittura, ci prende per mano, e ci accompagna nella ricerca di quel cassetto pieno di ricordi, di emozioni che probabilmente abbiamo perso lungo la strada per diventare grandi, ma loro sono sempre lì in quel cassetto, e Angelina ci aiuta a trovarle con il suo racconto
Grazie.
Eccola la nostra amica Angelina, che ha già dato dimostrazione della sua abilità nello scrivere bellissimi racconti, ed anche questo racconto ne è la dimostrazione e la conferma.
Complimenti e continua così!!!
Bravissima Angelina
Bellissimo racconto che mi riporta alla mia infanzia e in poche righe riesce a toccare i sentimenti più profondi.Complimenti!
Un racconto che coinvolge diverse sfere della nostra esistenza: la curiosità di una bambina e la realtà quotidiana che si stemperano nel sogno, la richiesta di attenzione rivolta agli adulti e la delineazione della sua personalità che le permette di prendere decisioni anche contro la volontà della madre…
Insomma, tanti spunti di riflessione!
Grazie Angela!!!
Ciao carissima, come sempre dalla tua penna escono racconti di grande originalità,ma che allo stesso tempo fanno molto riflettere. In questa storia sono presenti molteplici metafore ,con le quali hai saputo cogliere in pieno l’essenza della società moderna, dove purtroppo, si é capovolto l’ordine dei cassetti del comò. I vizi umani hanno preso il posto dei grandi valori della vita. Speriamo che in futuro le cose cambino e i cassetti ritornino correttamente al loro posto. Ciao Angelina, un bacione Gabriella
Il panino quotidiano con la Nutella mi ha riportato alla mia infanzia.
Bel viaggio, belle atmosfere e di questi tempi vuol dire tanto.
Auguri Angelina.
Tommaso
Le descrizioni dei cassetti mi ricordano le pennellate di un pittore su una tela che rendono visibile il quadro osservato dagli occhi verdi della bambina. Emozioni, sentimenti e religiosità si fondono in un racconto intimo veramente toccante. Grazie Angelina!
Una storia semplice, dì una bambina semplice ma piena dì significati importanti, a partire dalla ripetizione della parola “botte” che sembra scivolare via ma in realtà sottolinea un argomento grave, per continuare con il gesto dì togliere Gesù dalla croce per mettere fine alle sofferenze. Brava Angelina, in poche righe argomenti molto importanti con la leggerezza del racconto dì una bimba
Racconto molto toccante e scritto benissimo! Brava Angelina
Cara Angelina, complimenti per “l’anziana fantasia” nella testolina di una piccola bambina. ll racconto sprizza nostalgia per un periodo della nostra vita caratterizzato dalla Libertà di vivere nel proprio Mondo, senza dover rispondere alle logiche della adulta “ragione”. La stessa ragione che a volte fa scrivere film, libri o canzoni inseguendo il gusto del pubblico senza assecondare il bisogno, che ogni artista ha, di esprimersi liberamente.
Colpisce la sensibilità della mamma bambina che non vuole imitare gli adulti nella loro severità, non se la prende con i suoi figli anche se a volte sono disubbidienti, una bambina che toglie un uomo dalla croce perché pensa che non sia giusto che un uomo sia inchiodato nel legno. Anche questo va contro la “ragione” orgogliosamente utilizzata dagli adulti che spesso, non è certo il tuo caso, perdono la capacità dei bambini di essere semplici e capire al volo ciò che è davvero importante.
La speranza di avere sempre un’Angelina che ci possa regalare un sorriso ed indicare la giusta via, chude questo bel racconto nella maniera più positiva possibile.
Angelina ha un anima Blues o sbaglio? Io credo di si!
Bellissimo racconto, molto toccante e profondo…
Bravissima Angelina!
Sempre più brava, Angelina!! Leggerti è una gioia per il cuore!!
Bellissimo racconto, pieno di emozioni. Brava Angelina!!!
La bellezza dei racconti di Angelina è che riesci sempre a immaginarti perfettamente la scena e che alla fine c’è sempre un insegnamento o una riflessione sulla vita quotidiana. Brava Angela, capace sempre di strapparci un sorriso.
Condensare in poche righe un pensiero così profondo è cosa per pochi.
Il progredire del tempo ci regala un po’ di saggezza unita alla consapevolezza che esistano valori e sentimenti che sono propri delle persone virtuose e sensibili e ad un certo punto della nostra esistenza, quello in cui arrivano i bilanci di vita, appare chiaro, anche, quale sia stato il periodo della genesi formativa. I ricordi antichi prendo forma e diventano attuali, mentre sentiamo il tempo che fugge e vorremmo regalare al mondo nuovo la nostra esperienza.
Sono questi i pensieri che mi sono arrivati di getto leggendo il tuo scritto e che non sono influenzati dalla nostra conoscenza.
Grazie per la condivisione, siamo sulla stessa lunghezza d’onda!
Una storia semplice che ci trasmette grandi emozioni e importanti valori umani. Sicuramente sarebbe molto apprezzato come lettura nelle scuole, perché si parte sempre dai ragazzi per migliorare le cose. Brava Angelina !
Una bella fiaba avvolta da un velo di nostalgia leggera. Suscita ricordi in tutti noi che da bambini cominciammo con curiosità a esplorare il mondo proprio dai cassetti di casa. Una fiaba che avrei desiderato mi fosse raccontata quando ero piccolo, E una volta diventato padre, mi sarebbe piaciuto narrare ai miei figli. Porta con sé una morale, come tutte le favole che si rispettino.
Grazie Angiolina
Beh se volevi far tornare bambino chiunque abbia letto questo racconto, ci sei riuscita, risvegliando quella curiosità innocente che tutti abbiamo provato. Da piccolo curiosavo negli armadi della camera dei genitori ed ogni cosa che trovavo costruivo una storia. Poi sono passato all’angolo bar del papà in sala e non nascondo di aver provato ad assaggiare quei liquori con etichette colorate con un notevole mal di pancia, pensate ad un bambino di dieci anni circa che assaggia un digestivo, un whisky o un brandy, naturalmente il mal di pancia passava dopo aver preso una giusta dose di carezze ben fornite dalla mamma. Ora da genitore ho spiegato a mia figlia perchè certe cose non fanno bene sopratutto da adolescienti. I casi strani della vita: Sommelier e Ristoratore di professione. Grazie Angelina per questa confessione.
solo la purezza e il candore dell’infanzia possono vivere sogno e realtà come facce di una stessa medaglia. I venti della vita ci spingono in varie direzioni, ma alla fine torniamo sempre dove i nostri ricordi e le nostre radici sono più profonde. Ognuno di noi porta un cassetto segreto nella vita pieno di magia,basta non dimenticarsene. Complimenti Agelina.
I cassetti, sono i cassetti della curiosità e della memoria. Metafore di ciò che, un tempo mistero proibito, disvelato diviene conquista, dunque tesoro.
Poi il tesoro, torna in quei cassetti, ora forzieri dei ricordi e custodi gelosi della memoria: quella memoria che siamo noi. Un “noi” che si fa cassetto dove resta nascosta quella chiave, passepartout per tutti gli altri. Brava Angelina!
Ciao Angela ho letto ora con calma da sola il tuo racconto….mi fa riflettere molto specialmente in questo mondo in cui viviamo pieno di ipocrisia invidia ecc..pieno di cassetti vuoti …senza una guida sia terrena che spirituale come fai presente nel tuo racconto….sono sicura che se le persone leggessero questo racconto forse un bracciolo di umanità verrebbe a galla…io penso che tutti noi abbiamo bisogno di semplici ma grandi parole x sentirsi più umani ..e quindi mia cara Angela mi sento di dirti che questo racconto mi ha toccato il cuore e che mi auspico tocchi il cuore di tante persone xche nelle semplici e pure parole sono ricche di significato…un abbraccio Emanuela.
In questa storia cara Angelina mi rispecchio molto…tanti anni fa ebbi il piacere do conoscere un padre cappuccino il suo nome era padre giusto un giorno andai da lui per parlare per capire il bene e il male …la sua luce i suoi occhi emanavano luce gioia …sorrise e mi disse una frase che mi è rimasta colpita in testa…la fede l amore …è gioia nel mare tempestoso della vita…uscii dal suo studio e vidi una foto di padre pio che sorrideva…io penso che da cristiano non ci sia nulla da vergognarsi nel dire Gesù ti amo e so che tu nel bene e nel male mi sei sempre vicino
Prendere il posto di un’altra persona non è sempre facile…. Io ho avuto un ‘altra esperienza che purtroppo non è finita bene…. Il protagonista era un bravo musicista che dopo tanti anni non ha sopportato questo, che a lui facevano credere un peso ed ha risolto la cosa nel peggiore dei modi….. Il racconto di Angela mi ha ricordato tutto questo… Lei ha il dono di scrivere in modo facile e scorrevole…. Si legge con piacere ed alla fine magari riesci ad intuire che magari far scendere cristo dalla croce sia senza dubbio il modo più bello di fare pace con sé stesso
Bellissimo
Bellissimo e toccante!! Solo Angelina sa trasmettere sentimenti così coinvolgenti!
Un racconto intimo in cui realtà e fantasia si intrecciano dando vita ad antichi e mai dimenticati ricordi
Credo di non fare torto al grande Gianni Rodari se mi permetto di immaginare che “la cassettiera” faccia parte della sua raccolta “tante storie per giocare”, per lo stile suggestivo, per il linguaggio espressivo e per il commovente contenuto. Il racconto richiama gli anni della mia ormai lontana infanzia quando nel tiepido calore della stalla, nel silenzio soffuso della sera accanto alle mamme che cucivano e ai papà che tra loro confabulavano, i nonni avvincevano noi bambini con i racconti. Racconti che, come “la cassettiera”, mantengono ancor oggi la capacità di affascinare stimolando sensazioni destinate a durare nel tempo. Complimenti all’autrice, Angelina.
Seguire i tuoi racconti invita sempre a fermarsi un attimo a meditare.Fai sempre bene al cuore,grazie!
Una storia semplice ma capace di illuminarti la giornata.
Grazie Angelina
Bello! Brava Angelina!
Bellissimo racconto, semplice e sincero, mi fa tornare alle storie che mi raccontava la nonna. Grazie Angelina!
Davvero un bellissimo racconto, molto profondo, spinge a riflettere.
Complimenti Angelina.
Grazie Angelina per un racconto ricco di memoria di una infanzia che sento di condivdere. Ci regali un quadro vivido ed emozionante !
Mai vista un’opera con una sfilza così nutrita di complimenti… e tutti entusiasticamente provenienti da chi non ha mai pubblicato alcunché!!! Un vero miracolo di racconto (^_^)
Brava Angelina,mi hai fatto venire voglia di tornare bambina ,rovistare nei cassetti”scrigni” delle nostre più pure emozioni da cui attingiamo da adulti per poter sopravvivere.
Quanta sensibilità e quanta purezza d’animo in questo bel racconto. Complimenti
Leggera come sempre ma profonda come mai.
Brava Angelina … Un piede nel passato e lo sguardo dritto e avanti nel futuro. Complimenti per aver aperto quei cassetti.
Racconto davvero profondo, colmo di sensibilità. L’ho quasi sentito mio da quanto mi sono immedesimata nella storia. Angelina sei una persona rara dalle mille sfaccettature da cui non si smette mai di imparare qualcosa di unico. Non smettere mai di farci sognare.
Un racconto intenso e toccante. Pieno di grazia, di leggerezza e di quella poetica ingenuità che, dopo l’infanzia, solo pochi adulti riescono a conservare.
Un abbraccio, un sorriso e un grazie enorme cara Angelina. E, mi raccomando, continua così!
Un racconto pieno di intrigante fede e fantastica magia, che mette in risalto quanto l’innocenza di una bimba possa creare una storia incredibile !! Bellissima!!