Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2022 “Sette polli per sette cicogne” di Lucia Marsili

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022

Quand’ero bimbetta, il pollo, in casa mia, si mangiava solo la domenica perché la zia Anto’, che aveva la bottega, ce ne regalava uno, a volte persino già cucinato con squisite patate arrosto (non ne ho più mangiate di così buone) ma ogni tanto, qualcuno (non so chi) era costretto a mangiarselo precipitosamente anche in certi momenti un po’ particolari.

La cicogna, da noi, è venuta per sette volte e per sette volte si è fermata sul terrazzino aggrappato al tetto, sotto la gronda smerlata dai nidi delle rondini, e per sette volte ha lasciato, oltre a quel che lascia di solito, un piatto pieno di avanzi di pollo che, a detta di mio padre, era stato cucinato appositamente per lei.

Il rito era sempre più o meno lo stesso: quando i bottoni della vestaglia della mamma cominciavano a tirare troppo sul davanti strappandone gli occhielli (allora non c’erano i premaman!) cominciava anche a circolare per casa un grosso cane bianco, tutto peloso: era il cane della Paolina la levatrice, che, dimenando bonariamente testa e coda, accompagnava sempre la sua padrona nelle visite domiciliari.

Lei era una donna svelta, di pochi discorsi, che maneggiava siringhe con grande dimestichezza e che (con grande meraviglia di noi bambini) impartiva secchi ordini a mio padre il quale, stranamente, li eseguiva sottomesso.

Ogni volta che compariva quel candido animale che sembrava un orso, iniziava anche l’attesa della famigerata cicogna che avrebbe portato, in cambio di una buona cenetta a base di pollo, un nuovo fratello. L’attesa era abbastanza lunga; ricordo le serate (intorno al caminetto se era inverno, o seduti sulle seggiole fuori del portone in Via di Mezzo, se era d’estate) in cui si faceva a gara nel cercare il nome più bello o il più strano per il nuovo ospite; ricordo i sospiri della mamma e… la sua tristezza… a volte.

Infine accadeva che, una sera, la levatrice non aveva più tanta fretta d’andar via, la mamma spariva dalla circolazione e compariva lo zio Pierino che, facendomi salire sul cannone della bicicletta, a suon di pedalate e di discorsi per confondermi, mi portava a dormire dai nonni. Il fatto è che io ero molto curiosa di vedere una cicogna che lasciava un neonato in cambio d’un pollo e così, proprio per questo, venivo spedita via…

– È un’altra donna! –

– È un maschio, è un maschio!! –

– È un altro maschio! –

Queste erano le grida festose che l’Elide del Trezzi, sempre presente, lanciava dal terrazzino verso la Via di Mezzo quando tutto era successo e la voce si spandeva veloce per il paese: era una festa generale, la casa si riempiva di gente; venivano su la lattaia, la fornaia, le commesse dell’alimentari, le varie zie e, via via, tutti i parenti e gli amici… e tutti ridevano e scherzavano osservando il piatto abbandonato sul terrazzo, pieno di ossa di pollo accuratamente ripulite.

Così passava il tempo e così il nostro numero cresceva. La camera diventava sempre più affollata e chi era arrivato prima doveva adattarsi ogni volta alla nuova situazione.

Per noi era una cosa naturale aumentare di una unità ogni due anni e aspettavamo l’evento come s’aspetta la primavera: con fatalità, ma anche con gioia.

Ora so che alla cicogna non piace il pollo, so che i sospiri della mamma erano dolori e che l’evento non era fatale ma voluto; per questo voglio dirle grazie: grazie per il suo costante pancione e per la sua pazienza.

Grazie anche al “pappà”, per i suoi salti mortali e per i conti infiniti alla farmacia ma, soprattutto,… grazie a tutti e due per i sette polli!

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2 commenti »

  1. Un racconto dolce che ha il sapore dei vecchi ricordi , quelli più belli, quelli più veri. Mi ha commosso come una carezza, come una favola della buona notte. Complimenti.

  2. Simpatico questo racconto che ricorda la cicogna che portava i bambini, e le favole a cui tutti noi da piccoli abbiamo creduto. Brava!

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