Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2022 “Alchemilla” di Ursula Coppolaro (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022

Alchemilla nacque in una calda notte di luna piena a fine Giugno.

Sua madre, che era la regina di uno splendido castello che si ergeva maestoso in cima a una collina, con intorno un fitto bosco a difesa di un piccolo e pacifico villaggio composto per lo più da contadini e taglialegna, decise di chiamarla così perchè le migliaia di goccioline di rugiada sulle foglie delle moltissime piante di alchemilla, che si trovavano sparse per il giardino del castello, con la luce lunare, brillavano come tante piccole stelle.

In quella stessa magica notte, nacque anche Aureliano, in una deliziosa e modesta casetta di legno immersa nel cuore del bosco, dove viveva una splendida fanciulla dagli occhi verdi, la pelle candida come la neve e i capelli rossi come il sangue.

Alchemilla e Aureliano non avevano nulla in comune, lei era una principessa, lui invece era figlio di una giovane donna che gli abitanti del villaggio chiamavano “strega” e di un cavaliere, che stremato e ferito era finito per caso nella foresta.

La giovane donna l’aveva ospitato e curato per molti mesi, era stato amore a prima vista per entrambi, ma una notte, senza dire neppure una parola e prima che lei fosse riuscita a dirgli che aspettava un bambino, era ripartito, spezzandole il cuore.

Passarono tredici lunghissimi anni da quella notte, Alchemilla era diventata una bellissima principessa, dai modi gentili e delicati, con i capelli color del grano e gli occhi azzurri come il cielo, anche Aureliano era cresciuto, era diventato un giovanotto bellissimo e coraggioso, con gli occhi verdi e i capelli rossi come sua madre, che con il passare degli anni, era diventata ancora più bella.

In un freddo pomeriggio di gennaio la dolce fanciulla decise di andare a portare un po’ di cibo agli animali del bosco.

Dopo pranzo, con la scusa di ritirarsi a pregare nella sua stanza, sgattaiolò fuori dalle mura del castello eludendo la sorveglianza della sua balia e lo sguardo attento e un po’ assonnato delle guardie.

Mentre correva, il vento freddo le solleticava la guance rosse e la neve che le arrivava quasi fino alle ginocchia le bagnava le vesti.

Quando si fu addentrata abbastanza nel bosco si fermò in una piccola radura tra gli alberi e arrovesciò per terra il contenuto del pesante sacco che aveva portato con sé, caddero nelle neve molte mele, tantissimo fieno e un po’ di granturco.

Si nascose dietro il tronco di un grosso albero e attese l’arrivo di qualche animaletto, dopo pochi minuti arrivarono un paio di daini, molti uccellini e un’intera famiglia di cinghiali.

Alchemilla era felice e guardava piena di soddisfazione gli animali mentre mangiavano, pensò che il suo compito lì era finito e che poteva tornare al castello, visto che si stava facendo buio, ma quando si voltò per andarsene si trovò davanti un enorme lupo grigio che la fissava minacciosamente.

La ragazza cadde a terra per lo spavento, iniziò a piangere e a gridare, mentre il grosso lupo le mostrava rabbiosamente i suoi lunghi denti affilati.

“Vattene!!! Lasciala stare!!!” Intimò una voce con decisione.

Il lupo appena udì quelle parole smise di ringhiare e se ne andò.

Alchemilla si girò e vide che accanto a lei c’era un giovane, sembrava un cacciatore perchè aveva arco e frecce, le sorrideva e le porgeva delicatamente la mano.

“State bene? Ce la fate ad alzarvi?” Le chiese sorridendo.

La principessa afferrò la sua mano, abbassò lo sguardo e con un filo di voce rispose: “Penso di si, grazie.”

Quando fu in piedi il giovane iniziò a fissarla stranito, era veramente bellissima.

Dopo qualche momento di imbarazzo il ragazzo le chiese: “Scusate la mia sfrontatezza, ma cosa ci fa a quest’ora una fanciulla qui da sola?”

Alchemilla arrossì di nuovo e rispose: “Mi chiamo Alchemilla e vivo nel castello sopra la collina, volevo solo portare del cibo ai poveri animaletti selvatici, ho pensato che con le abbondanti nevicate di questi ultimi giorni trovare qualcosa da mangiare qui nel bosco fosse quasi impossibile per loro.”

“Siete veramente un’anima gentile, penso che piacerete molto a mia madre, io mi chiamo Aureliano e vivo con lei qui vicino, seguitemi, l’oscurità sta per avvolgerci sarete affamata e infreddolita, avete i vestiti completamente bagnati.” Così dicendo la prese per mano.

Quando arrivarono nella sua casetta, era ormai scesa del tutto la notte e faceva veramente molto freddo, la madre di Aureliano la fece sedere davanti al fuoco, le fece togliere le scarpe bagnate e le diede un piatto di zuppa calda. La ragazza rimase incantata da tanta gentilezza.

Quella notte Alchemilla dormì profondamente sul giaciglio di paglia che le aveva preparato quella splendida donna, vegliata da Aureliano che invece non riuscì a chiudere occhio.

La mattina dopo, alle prime luci dell’alba, la quiete del bosco fu interrotta dalle grida del Re e delle sue guardie, che cercavano disperatamente la giovane Principessa.

Quando la trovarono sana e salva la gioia del Re fu incontenibile, abbracciò la figlia ed invitò Aureliano e sua madre al castello per ringraziarli.

Il Re decise che il giovane salvatore della sua bambina e la sua bellissima madre si sarebbero trasferiti a palazzo.

Da quel giorno Aureliano e Alchemilla diventarono inseparabili e la madre del ragazzo in poco tempo entrò nelle grazie del Re e della Regina e di tutto il popolo, grazie alla sua gentilezza e alle sue infallibili arti curative.

L’unico che non vedeva di buon occhio Aureliano e sua madre, era un vecchio e perfido Abate che si occupava della vita spirituale della famiglia reale e di tutti gli abitanti del castello.

Passarono tre lunghi e splendidi anni, fatti di prosperità e serenità.

Alchemilla era diventata ormai una donna ed era sempre più graziosa e Aureliano si era trasformato in uno splendido cavaliere.

Purtroppo però, improvvisamente scoppiò una terribile epidemia di peste, che decimò gli abitanti del castello, morirono centinaia di persone e nonostante le cure della madre di Aureliano, purtroppo vennero meno anche il Re e la Regina.

La fanciulla era disperata e inconsolabile, si rifugiò nelle braccia di Aureliano e di sua madre, che per lei erano diventati come una seconda famiglia.

Alchemilla venne incoronata Regina il giorno del suo sedicesimo compleanno, durante una solenne cerimonia a cui parteciparono tutti gli abitanti del reame.

Tra la folla c’era anche un misterioso e bellissimo cavaliere, la madre di Aureliano quando lo vide scoppiò a piangere per la gioia.

Aureliano non poteva crederci, quello doveva essere veramente suo padre, che dopo tanti anni, era tornato!!!

L’uomo abbracciò, visibilmente commosso, la donna e il figlio.

Al perfido Abate, che osservava maliziosamente qualsiasi cosa accadesse nel castello e nel regno, non passò certo inosservato quell’inaspettato incontro e ordinò a due delle sue guardie personali di seguire a vista Aureliano, sua madre e quel misterioso cavaliere.

Il ragazzo e i suoi genitori, sotto l’insistente richiesta del padre, decisero di tornare nella loro casetta nel bosco.

Il ragazzo non capiva il perchè e non comprendeva l’insistenza del padre nel voler assolutamente lasciare il palazzo, ma era troppo felice per obbiettare.

Il buio stava calando, quando arrivarono nel bosco ed il cavaliere allora disse:

“Mia amata vi devo chiedere scusa per avervi abbandonata tanti anni fa, ma vi assicuro che l’ho fatto per il vostro bene e oggi sono tornato per salvarvi la vita. Stanotte ci sarà la luna piena come la magica notte di sedici anni fa, quando è nato il nostro Aureliano. Questa notte nostro figlio diventerà un uomo, non fate domande e chiudetevi a chiave in casa, io ed Aureliano andremo a dormire in mezzo alla boscaglia.”

Gli occhi della donna si riempirono di lacrime, ma non fece domande e annuì con la testa.

Il ragazzo non riusciva a comprendere cosa stesse accadendo, ma seguì ugualmente il padre, avevano così tante cose da raccontarsi.

Quella notte quando la luna fu alta nel cielo la vita di Aureliano cambiò per sempre.

Un dolore lancinante le dilaniò il corpo e il cervello, i suoi denti crebbero a dismisura, fino a diventare delle vere e proprie zanne, il suo corpo si ricoprì di peli lunghi e rossi, la sua voce divenne un rabbioso ululato e prima di perdere conoscenza vide suo padre trasformarsi in un enorme lupo nero.

La mattina dopo il ragazzo si svegliò completamente nudo e sporco di sangue su un giaciglio di foglie sotto una grande quercia, suo padre lo stava vegliando.

Fu un duro colpo per Aureliano apprendere la sua vera natura.

Suo padre aveva abbandonato lui e sua madre perchè era un Licantropo, sulla sua famiglia pendeva una maledizione ormai da secoli, che condannava ogni maschio primogenito, una volta raggiunto il sedicesimo anno di età, a diventare un “Uomo Lupo”.

Era venuto a prenderlo per portarlo via, per l’incolumità di sua madre.

Aureliano era disperato, avrebbe dovuto dire addio non solo alla sua adorata madre, ma anche alla sua amata Alchemilla.

Quando tornarono alla casetta, sua madre non c’era più ed era tutto sottosopra.

L’Abate, tramando alle sue spalle, era riuscito a farla accusare di “stregoneria” e a convincere tutti gli abitanti del castello che era colpa sua dell’epidemia di peste che aveva seminato morte in tutto il regno e ucciso anche il Re e la Regina.

Quando arrivarono al castello era troppo tardi.

La povera donna, con le vesti sporche e stracciate, i piedi nudi e le braccia piene di lividi e ferite sanguinanti, era legata ad un palo e stava per essere arsa viva.

Alchemilla seduta vicino al viscido uomo di Chiesa, piangeva disperata.

L’Abate a un certo punto ordinò con voce solenne: “Bruciate la strega!!!”

In pochi secondi il fuoco avvolse il corpo della giovane donna, che aveva chiuso gli occhi, il ragazzo, con tutto il fiato che aveva nei polmoni gridò: “No! Fermi maledetti!”

Suo padre si lanciò in mezzo al fuoco, fu colpito da decine di frecce, ma riuscì ugualmente a toccare la mano, di quella che era stata l’unico vero amore della sua vita.

Bruciarono insieme sotto gli occhi disperati di Aureliano e di Alchemilla.

L’Abate, soddisfatto, guardando con odio il ragazzo, disse ai soldati: “Prendete anche il figlio della strega!”

Alchemilla sentendo quelle parole scattò subito in piedi e ordinò con voce decisa: “Vi ordino di lasciarlo andare, io sono la Regina e ogni mio ordine è legge!”

I soldati si bloccarono all’istante e l’Abate, pur contrariato, fu costretto ad abbassare la testa e ad obbedire, con un filo di voce disse: “Come desiderate mia Regina.”

Aureliano si voltò e guardando dritta negli occhi Alchemilla accennò un triste sorriso, poi scappò via e sparì nel bosco.

Passarono tre lunghi anni da quel triste giorno, Alchemilla era diventata una splendida Regina e il suo regno prosperava ogni giorno un pò di più, nonostante la negatività del perfido Abate.

Una mattina l’Abate chiese urgentemente udienza alla sovrana e fece convocare tutti i nobili più potenti del regno.

Quando furono tutti riuniti e la Regina pronta ad ascoltare, seduta sul suo bellissimo trono, rivestito di preziosi broccati purpurei, disse: “Mia adorata Regina, noi tutti riconosciamo il vostro valore, ma nonostante questo siamo molto preoccupati, un regno senza un Re non è un regno che si rispetti, voi ormai siete una donna adulta e pensiamo che per il bene del vostro popolo sia giunto il momento che voi prendiate marito.”

Si alzò un grande applauso, il voltò di Alchemilla diventò ancora più pallido del solito, fissò con odio l’Abate che aveva stampata in viso un’espressione di vittoria a dir poco disgustosa e fu costretta, suo malgrado, ad accettare.

Annunciò, che nei prossimi mesi, avrebbe scelto un marito tra i Principi, non ancora fidanzati, dei regni vicini.

Quella notte Alchemilla non riuscì ad addormentarsi e decise di andare a fare una passeggiata nel bosco, erano anni che non faceva una cosa del genere.

Uscì dal cortile attraverso un vecchio passaggio che non conosceva nessuno e che un tempo usava con il suo amico Aureliano per lasciare il castello, sembravano passati dei secoli, quei giorni felici erano così lontani, quasi un sogno.

L’aria era calda, si sentiva che l’estate era ormai prossima, arrivò fino a un laghetto nascosto nelle profondità della foresta e si sedette sulla riva, dove c’erano tantissime piantine di alchemilla, che brillavano sotto la luce della luna che era quasi piena, guardò il suo viso riflesso nell’acqua del lago, che sembrava quasi uno specchio magico, si sentiva serena come non lo era da tanto tempo.

Improvvisamente sentì un rumore di passi, si voltò e chiese con voce tremante: “Chi c’è? C’è qualcuno?” Dall’ombra uscì una sagoma, era Aureliano, bellissimo, il volto illuminato dalla luna, sorrideva.

Alchemilla si alzò di scatto e senza dire una parola gli corse incontro.

“Come siete bella, ogni giorno ho sperato di potervi rivedere.”

Disse il ragazzo, commosso e disorientato.

“E io invece ho sognato il vostro viso ogni notte, in questi ultimi tre anni.”

Disse lei, ancora incredula di averlo davanti.

Gli prese il viso tra le mani e lo baciò, prima piano, molto dolcemente, poi con passione e lui ricambiò i suoi baci con carezze lussuriose.

Si sdraiarono tra l’alchemilla, si tolsero i vestiti e fecero l’amore per tutta la notte, illuminati dalla luna, unica testimone della loro unione.

Aureliano svelò il suo triste segreto alla Regina, ma lei che lo amava più di se stessa, non se ne curò minimamente e da quella notte, evitando le notti di luna piena, iniziarono a incontrarsi tutti i giorni, usando il passaggio segreto che conoscevano solo loro, Aureliano nelle notti più fredde l’aveva perfino raggiunta nei suoi alloggi reali.

Passò un anno, fatto di amore e felicità per la giovane Regina, che fece però l’errore gravissimo di ignorare l’Abate che si era insospettito e che non capiva come mai ancora Alchemilla non avesse incontrato nessun pretendente.

Il giorno del suo ventesimo compleanno la Regina dopo aver festeggiato a palazzo con i suoi sudditi, incurante degli ammonimenti del suo amato decise di raggiungerlo al lago.

Usò per l’ennesima volta il loro passaggio segreto e corse veloce in mezzo agli alberi.

La luna era piena quella notte, sapeva che sarebbe dovuta restare al castello, ma voleva vedere Aureliano, non voleva lasciarlo solo quella notte, era anche il suo compleanno ed era certa, che uomo o lupo, non le avrebbe mai fatto nulla di male, l’amava troppo.

Quando arrivò al lago la luna era alta nel cielo e la rugiada sui fuori dell’alchemilla brillava intensamente, le rive del lago assomigliavano a uno splendido firmamento fatto di tante piccole stelle lucenti, si sedette estasiata e subito sentì muoversi qualcosa alle sue spalle.

Quando si voltò vide un grosso lupo rosso che le veniva incontro.

Non si scompose e lo guardò con dolcezza, poi disse: “Amore vieni da me.”

Il grosso lupo, che avanzava minaccioso, si fermò a fissarla, si avvicinò e le leccò prima la faccia e poi le mani, poi si accovacciò tra le sue braccia e posò la sua grande testa sulle sue ginocchia, lei iniziò ad accarezzarlo e lui chiuse gli occhi. Purtroppo la Regina non si era accorta che l’avevano seguita, improvvisamente vide uscire da dietro i cespugli un cavallo, sopra c’era l’Abate e dietro di lui un intero plotone di guardie incredule per quello che stavano vedendo.

Alchemilla scattò in piedi e spingendo via Aureliano gridò: “Vattene! Scappa!”

Il lupo rosso iniziò a ringhiare inferocito.

L’Abate allora gridò: “Anche la nostra Regina è una strega, prendetela e uccidete il lupo!”

I soldati tesero gli archi e scoccarono una miriade di frecce, Alchemilla allora si gettò davanti al suo amore.

Una freccia le trafisse il cuore, la ragazza cadde nel lago, il suo sangue macchiò l’alchemilla, il Lupo impazzito per il dolore si scagliò sull’Abate e lo sbranò, le guardie terrorizzate fuggirono.

Tornò il silenzio, Aureliano si avvicinò alla riva del lago, guardava l’acqua calma, i fiori di alchemilla che brillavano e la luna che li illuminava, iniziò a ululare, erano ululati strazianti.

La mattina dopo le guardie tornarono nel bosco, ma del grosso Lupo rosso non c’era traccia, dragarono tutto il lago ma non riuscirono a trovare neppure il corpo della loro povera e tanto amata Regina Alchemilla.

Da allora si narra che nelle notti di plenilunio, nei mesi di giugno e luglio, quando fiorisce l’erba stella, chi ha il coraggio di avventurarsi in quella foresta e la fortuna di trovare quel lago, possa vedere un grosso Lupo rosso, che accovacciato in mezzo all’alchemilla, guarda una ragazza che danza sull’acqua, alla luce della luna.

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2 commenti »

  1. Una fiaba interessante, molto leggera e che scivola delicatamente sugli accadimenti. Aggiungo una piccola nota critica sulla scrittura, sperando possa aiutarti: avrei preferito frasi più brevi e con meno subordinate, soprattutto perché si tratta di un racconto rivolto ai bambini! E’ ovviamente un parere personale. Nell’insieme mi è piaciuto!

  2. Grazie Alice sono felice che la mia favola ti sia piaciuta. In realtà quando l’ho scritta non pensavo a un pubblico esclusivamente di bambini, ma uno più vasto, che comprendesse anche adulti e ragazzi.

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