Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2022 “Il bambino della Stazione” di Simona Ubertini

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022

Lo avevano visto camminare nei pressi della Stazione, quella piccola frazione di Montale che con la pioggia si trasformava nella città galleggiante; piccolo e minuto, vestito con roba usata, un’accozzaglia di colori e stagioni.
Sempre sorridente, il suo fischio magico incantava i passeggeri in attesa ai binari.
La stazione ferroviaria aveva dato nome a quel posto ed era diventata la sua casa.
Gentile, i suoi modi ti entravano dentro, era facile ricordarsi di lui, il bambino della Stazione.
Non elemosinava, nessun cartello per chiedere qualche moneta in cambio della sua storia strappalacrime…
Mangiava, questo è sicuro, il suo viso disteso ed i suoi occhi brillanti emanavano pace; la gente rispettava quell’ essere libero, nel tempo, forse qualcuno aveva cercato la sua dimora, senza mai trovarla, le sue tracce si perdevano nel sottopasso, svanite nel nulla.
Storie fantastiche, di magie ed incantesimi, venivano raccontate ai bambini, il piccolo come sempre, spariva e riappariva, così,  di punto in bianco e le chiacchiere si dissolvevano nell’aria placate dalle note armoniose delle sue melodie.
Una sera d’estate,  si era fermato a mangiare un pezzetto di pizza seduto sul marciapiede, Gangale, il panificio a pochi metri dalla stazione lo aveva svegliato presto quel giorno lì,  con un profumo di pane incredibile; aveva aperto gli occhi, immaginando il fornaio con la pala a sistemare le teglie nel forno e si era precipitato a guardare dal vetro tutte quelle prelibatezze.
L’uomo al banco lo aveva visto e finendo con l’ultimo cliente, aveva incartato un pezzo di pizza per portarglielo.
“Hai fame, sei mattiniero per essere così piccolo – questa é per te” e la sua mano enorme ed infarinata si era allungata verso di lui.
Il bambino, immobile,  con un sorriso sdentato lo aveva ringraziato, silenziosamente, inchinando la testa verso il basso.
Il parcheggio della stazione era quasi deserto, poche macchine, era inizio agosto, l’aria calda aveva lasciato spazio ad un lieve venticello.
Il piccolo, con la bocca unta e le mani sporche di pomodoro,  aveva appoggiato a terra la carta con la pizza rimasta ed era corso in aiuto di una donna con troppi sacchetti della spesa, lui, secchino, secchino,  aveva la forza di un uomo e la signora lo aveva ringraziato più volte per quella cortesia.
Sdraiato sulla panchina ai lati della ferrovia, con la pancia piena ed un sorriso beato, aveva parlato alla luna prima che giungesse la notte.
Silenziose le sue parole, rumoroso il suo cuore, si era alzato per buttarle un bacio e lentamente si era diretto verso le scale del sottopasso.
Un uomo dall’altra parte dei binari lo aveva guardato, camminando verso i gradini, convinto di incontrarlo nel corridoio sottoterra.
Un lampo, forse un contatto, le luci del sottopasso si erano spente, l’immagine del bambino era diventato un fotogramma,  forse lo aveva  sognato…si guardò intorno,  stroppicciandosi gli occhi, quella giornata calda lo aveva sfinito, l’aperitivo bevuto qualche minuto prima, seduto al tavolino fuori dal bar, era stato il colpo di grazia e non era più sicuro, il bambino della stazione gli era apparso o lo aveva solo immaginato?
Ancora frastornato aveva obliterato il biglietto sedendosi proprio sulla quella panchina dove aveva visto il ragazzino, e per un attimo, guardando la luna, gli sembrò che sorridesse.

Loading

2 commenti »

  1. Senza esserne coscienti molte persone colorano la nostra quotidianità, proprio come il bambino della stazione. Solo quando noti di non notarle te ne rendi conto!

  2. Esatto…la bellezza è negli occhi di chi guarda….

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.