Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2022 “Senza fine” di Simona Ubertini

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022

Una giornata come tante, cielo sereno e temperatura mite, davanti alla chiesa, gruppi di persone, fra parenti ed amici, attendono la salma.
I genitori hanno chiesto espressamente di non portare fiori, nessuna lettura strappalacrime, solo un saluto di tuo fratello che ti ha amata e ti amerà per sempre.
Il prete, sta preparando il piattino con l’ostia, il calice, e le pagine da leggere, tutto sembra pronto, manchi solo te,  come sempre in ritardo…
Fa caldo, alcuni si sventolano con i libriccini dei canti messi lungo le panche.
C’è un sacco di gente ben vestita,  potrebbe essere un matrimonio, ma i volti non sono felici, questo è certo…
Una donna, in prima fila, piange a singhiozzi e non riesce a togliere le mani dal volto, credo sia tua madre; in tanti anni non l’ ho mai conosciuta e adesso mi sembra di vedere te, solo un po’ più vecchia, non ho saputo resistere e mi sono avvicinato.
Ho in testa il nostro ultimo incontro, il letto disfatto, tu appoggiata al tavolo, con indosso la mia camicia di lino, mentre bevi un caffè; tutto normale apparentemente,  anche se noi due, insieme, non lo siamo mai stati.
Il primo giorno che ti ho vista in ufficio, mi è preso un colpo, con indifferenza ho chiesto al collega ” E quella chi è?”…per poi domandare in giro altre informazioni sul tuo conto, tu, invece, hai studiato tutti,  movimenti fluidi, delicata  come un fantasma,  visibile ma silenziosa…anche la tua voce ha sempre avuto qualcosa di misterioso,  la forza di un comando sussurrato da un angelo…
Per non parlare del tuo sguardo, ipnotico quasi quanto il serpente del “Il libro della giungla”…
Ci siamo amati, lasciati con lunghe soste, ripresi e nuovamente innamorati, senza mai stare insieme davvero.
“Siamo perfetti così “…mi avevi detto sulla porta mentre me ne stavo andando…
“Non ci verremo mai a noia”…i tuoi denti bianchi e quel sorriso malizioso, mamma mia che rabbia, avrei voluto risponderti “chi sa se avrò voglia di vederti ancora”…ma so già che non sarei stato credibile.
In tutti questi anni, nessun accenno alla malattia, la genetica è un marchio di fabbrica e tu hai sempre scherzato raccontandomi un sacco di bischerate.
Il campanello del tuo appartamento ha suonato per quasi un’ora, poi la tua vicina è entrata in casa usando il duplicato che le avevi consegnato per dare da mangiare ai gatti.
Ore 11.00, saresti dovuta partire per Parigi, invece la tua macchina ancora parcheggiata in strada, ha insospettito la povera donna che ti ha trovata morta; sdraiata nel tuo letto, con la maglia degli AC DC, in mutande…messa su un fianco, abbracciata al cuscino; nella stanza il tuo profumo, l’odore della tua pelle.
Il tuo cuore si è fermato e con lui anche l’orologio in cucina ha smesso di funzionare, ti avevo cambiato le pile eppure le lancette si sono bloccate sulle 4, chi sa perché.
Paralizzato, questo è il termine corretto, letteralmente paralizzato, non sono riuscito a fare niente, né a guardarla, né a confortorla, fosse stato anche solo un abbraccio…tua madre emana il tuo stesso profumo che  mi ha reso impossibile qualsiasi gesto, scusami.
Il brusio dei presenti si è placato  al suono delle campane, rintocchi singoli, austeri, con lo stesso ritmo, fredde come il tuo corpo marmoreo.
Parte una musica e due uomini in giacca e cravatta entrano spingendo un carrello, che bella che sei, sembra quasi tu stia dormendo.
Avvolta da un raso avorio, truccata e ben vestita, ti guardo e vorrei toglierti tutto quel blash dalle guance, sembri Heidi, chi sa quanto ti saresti incazzata….
Volevi essere cremata ed invece ti ritrovi qui, a sorbirti la messa e le frasi come “a miglior vita” tanto discusse.
Quanti visi familiari,  eppure nessuno ha voglia di salutarsi, sorrisi accennati accompagnati da un gesto di saluto rapido e svogliato.
Non doveva accadere a te…cazzo…Non posso accettare questo addio…
Voglio ancora perdermi nei tuoi occhi grandissimi, respirare dalla tua bocca…
Ho bisogno di te, qui tutti hanno bisogno di te, eppure il tuo viso sereno sembra parlarci…
“Sono qui, sto solo dormendo”….
Avvolta dall’incenso, sento il fumo afferrarmi la gola, vorrei toccarti…
Silenzio, mamma mia questo strazio non finisce più…
Le teste abbassate in preghiera, poi un rumore forte ed un respiro preso a pieni polmoni, come chi emerge dalle profondità del mare, gli occhi puntati sulla bara, con le bocche spalancate…
” Ma dove sono?”…
Un fuggi, fuggi…chi grida “Miracolo” chi scappa dalla paura…
Ti guardo, piango e sorrido…” Sei veramente una stronza!”….
Subito dopo una mano mi scuote,…”Guarda che farai tardi, sono già le 7.30″…
Mi ritrovo seduto sul letto, sudato fradicio, con le pieghe sul viso di una mummia sbendata…
“Ma quanto ho bevuto ieri sera?”….sento ridere dalla cucina mentre intoni una melodia trasmessa alla radio.
I pensieri fanno fatica a formularsi, sono buttati come semi in un campo, cerco tutta la concentrazione possibile ma l’uomo seduto sulla mia testa sta cercando di restare in equilibrio ed io con lui.
“Non ho sentito la sveglia!!!”
“Muoviti!!!!…scappo, ci vediamo in ufficio.. il capo ti ucciderà, lo sai?”
Sento il rumore dei tacchi e poi il blindato che si chiude, la musica arriva nitida in camera…”I look inside myself and see my heart is black”… guardo il poster che mi hai attaccato sulla cassettiera, la linguaccia che sbuca dalle labbra rosse rubino, “i Rolling stone saranno il mio sguardo su di te, quando non ci sarò fisicamente “….
Sento i muscoli rigidi, non riesco a sollevare i piedi da terra, con enorme fatica mi trascino in doccia…
L’acqua calda mi accarezza, il torpore lentamente scivola via ed  il bagno si riempie di vapore!
Sto lasciando impronte bagnate sul pavimento, in cucina tutto è in ordine, solo il centrotavola stona nel contesto, la frutta è  annerita, chi sa da quanto tempo è lì.
Alzo il coperchio della moka,
“Ha finito tutto il caffè …dopo mi sente!”
Esco di casa con il tuo mazzo di chiavi, quello osceno con il mostro peloso rosa acceso, lo metto in tasca salutando il vicino sulle scale, anche se al bar tutti guardano quel bozzolo che sbuca dai pantaloni attillati.
” Un po’ di colore nella tua vita inquadrata!!!!”….Io che ho sempre tutto sotto controllo e organizzato con largo anticipo, mi ritrovo così,  sottosopra, e tu sei la causa…
Con la forza di un uragano e la capacità di creare dipendenza come gli zuccheri, la tua presenza è diventata necessaria!
“Buongiorno!”, accenno un sorriso per vedere che aria tira, sono in ritardo clamoroso e la testa da pesante è passata a martellante…
Stranamente vengo accolto con grandi sorrisi, sinceri alcuni, altri forzati, una collega, addirittura,  mi viene in contro con una tazza di caffè…
“Grazie, ne avevo proprio bisogno”…
“Leo, stanno aspettando te per iniziare, sono nella saletta…”
La guardo stranito, questa donna ha qualcosa di familiare ma non ricordo neppure il suo nome…
Apro la porta facendo prima un bel respiro, entro, un mare di occhi mi osservano con insistenza.
“Scusate il ritardo, non sono stato molto bene”…silenzio…nessuno commenta.
“Il progetto rimarrà tale e quale, nessuna modifica verrà apportata, Lisa aveva avuto occhio ed i nostri acquirenti si erano innamorati della sua proposta…sono passati già  tre mesi dalla sua scomparsa, questa grande realizzazione porterà il suo nome, in suo ricordo!” …il capo pronuncia l’ultima frase fermandosi con lo sguardo sulla mia poltrona…
Quel bruciore nello stomaco e salito fino al viso, ho voglia di vomitare, sudo sento
il colletto della camicia bagnato, devo avere una faccia allucinante perché tutti si alzano per venirmi vicino… vedo delle luci colorate, sembrano quelle del luna park, non riesco a dire niente, poi qualcuno spenge la luce e prima del buio, penso….” Dobbiamo tornare alla fiera, mamma mia quanto ci siamo divertiti”.

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4 commenti »

  1. Che brava! Questo racconto mi ha coinvolta moltissimo nella lettura. Bella scrittura fresca e moderna ricca di immagini che portano il lettore a vivere con intensità la storia, profumi, rumori, sensazioni. Un ritmo che avvolge e seduce. Triste e delicato, mi è piaciuto molto. Si è capito?

  2. Grazie, mi fa molto piacere!!!

  3. Il tracciato narrativo che si snoda fra emozioni dei protagonisti con le sorprese che ti non aspetti fanno da sfondo al racconto pieno di situazioni disegnate come quadri dalle parole della autrice.
    Bravatusei!

  4. Grazie!!!!…felice ti sia piaciuto!!!!

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