Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2022 “Spettri” di Sergio Clerici

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022

 “Te lo assicuro”, esclama Gladys, una robusta donna di colore sui cinquant’anni, con la capigliatura adornata di treccine raccolte in fiocchetti di un improbabile colore rosa shocking.

 “Ogni notte è un tormento”, dice, agitandosi e sporgendosi verso l’altra, sul divano dove sono sedute.

“Questa casa è infestata dagli spiriti”, le mormora sottovoce, come per non farsi sentire da altre presenze invisibili:

Julie, più giovane, una filippina di carnagione olivastra, le risponde con scetticismo, ma un po’ di apprensione: “Ma sei sicura? Io non credo ai fantasmi”.

Gladys allora  si alza dal divano e si incammina verso la cucina, risollevata per avere svelato a Julie il segreto della casa. “Ho bisogno di un bel caffè. Lo vuoi anche tu?”, le chiede.

“Sì, perché no?”, dice seguendola.

Ritornano in salotto portando ciascuna la propria tazza fumante. L’aroma del caffè si è sparso in tutta la stanza. L’appartamento è molto spazioso, al quinto piano di una lussuosa casa del centro di Milano.

La grande finestra di fronte a loro si affaccia sul Parco condominiale.

Sorseggiano la bevanda calda ammirando lo spettacolo: grandi pini, panchine e sentierini. Dei gatti sonnecchiano tranquilli all’ombra degli alberi.

“Be’, però se devo convivere con gli spettri, in cambio posso godermi questo bell’ambiente”, osserva Julie, sorridendo verso la sua amica.

Poi le domanda. “E la vecchia signora com’è? È pesante accudirla?”.

Le due donne sono badanti e stanno scambiandosi le consegne perché Gladys ha deciso di dare le dimissioni. Non solo i fantasmi, ma soprattutto i suoi recenti disturbi di artrite reumatoide la costringono a un periodo di cura e di riposo. Il lavoro di assistenza agli anziani è molto pesante e impegnativo ed è necessario essere in buona forma.

“No, Anna è una brava donna. Agli inizi era un po’ aggressiva, ma poi i farmaci calmanti l’hanno resa docile e gentile. Se non fosse per i fantasmi…”.

“Senti, parlami di questa storia”, la incalza Julie. “La figlia tornerà fra poco e voglio capire la situazione prima di accettare questo posto di lavoro”.

Gladys allarga le braccia congiungendo poi le mani davanti a sé come se pregasse. “Quasi ogni notte vengo svegliata da strani rumori: stoviglie rimosse, passi e anche luci che si accendono e si spengono da sole”.

“Caspita, e non hai paura?”.

“Altroché. Me la faccio addosso, ma alla fine mi alzo dal letto e vado a vedere cosa sta succedendo”, dice all’altra tornando a sussurrarle nell’orecchio e cingendole le spalle con una specie di abbraccio.

“Continua. Mi stai facendo venire i brividi”, le risponde.

“Proprio su quel divano”, continua Gladys indicandolo con l’indice della mano destra, “trovo seduto John, il marito di Anna, morto l’anno scorso di tumore. Mi guarda e mi dice che non devo avere timore di lui. Che si trova qui solo per visitare la sua Anna e per controllare che io la curi bene”.

Julie sospira, apparentemente rilassata. “Quindi è uno spirito buono?”.

“Credo di sì, ma quando insieme a lui si presenta anche il figlio Robert, morto in un incidente di montagna ormai dieci anni fa, sono terrorizzata”, aggiunge Gladys facendo svanire istantaneamente l’effetto benefico della frase precedente.

“E perché?”, chiede l’amica ricadendo ancora nello sconforto.

“Perché non pronuncia mai una parola. Mi fissa dritto con quegli occhi neri e penetranti e sembra potermi leggere nell’anima e capire se sono buona o no”.

Julie si porta le mani al viso e si guarda intorno, incredula. “Oddio, che paura! Io in questa casa non rimarrò un minuto di più. Stanne certa!”, esclama con un’espressione inorridita sul volto.

A quel punto si sente la chiave girare nella serratura e la porta d’ingresso aprirsi.

Compare la figlia di Anna. Sorride alle due donne, salutandole cordialmente: “Buongiorno, avete fatto amicizia, allora?”, chiede fiduciosa, togliendosi il soprabito.

“Sì signora Alessandra, ma purtroppo ho una cattiva notizia per lei”, le si rivolge con voce tremolante Gladys.

Guarda poi Julie, invitandola con lo sguardo a intervenire.

Julie decide quindi di andare subito al punto e senza mezzi termini le dice: “Mi dispiace moltissimo signora, ma ho saputo che la casa è stregata e io non me la sento di viverci”. Non dando poi nessuna possibilità di replica, prende la borsa, indossa il cappotto, saluta tutti e si volta gesticolando e scappando via da casa il più in fretta possibile.

Alessandra non riesce nemmeno a reagire, ma solo a gridarle dietro: “Come puoi andartene così? Fermati e parliamone!”.

La porta sbatte e lascia le due donne in piedi una di fronte all’altra, senza parole. Sfiduciata, Alessandra si dirige in salotto, ignorando la Gladys, sbigottita e imbarazzata  per l’accaduto.

Poi, con molta calma si volta verso il divano apparentemente vuoto. Lo fissa intensamente e con un secco tono di rimprovero esclama: “Sempre i soliti voi due, eh! Siete proprio terribili! Qualcuno dovrebbe mettervi in riga una buona volta. Se mi spaventate così le badanti, chi mai potrà curare la mamma?”.

Gladys ci resta di sasso e con gli occhi fuori dalle orbite raccoglie anche lei frettolosamente le sue cose e schizza fuori dall’appartamento.

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