Premio Racconti nella Rete 2022 “Il vecchio e i libri”di Francesco Lastaria (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022C’era una volta un bambino, aveva ottanta anni, ma la sua era l’anima di un bambino.
Era povero ma ricco di cultura. Il suo patrimonio? 1000 e più libri.
Lui viveva della carità dei tanti che gli volevano un gran bene perché lo reputavano un vecchio saggio.
I grandi ricorrevano a lui per avere consigli ed i bambini facevano cerchio intorno al vecchio bianco che raccontava loro favole, spesso nate dalla sua fervida fantasia.
Il sindaco, amante a suo dire del popolo, ma più dei suoi voti, consegnò al vecchio un bel locale dove ricoverare i libri. Ma poi ci ripensò perché in quel locale era meglio metterci uffici.
Il vecchio pensò allora di usare locali in comproprietà con le sue tre sorelle ma queste misero in vendita quei locali, costringendo il vecchio ad un nuovo trasloco culturale.
I libri furono messi allora nella sua piccola casa e riempirono tutti gli spazi.
C’erano libri ovunque nelle due piccole stanze, perfino la cucina ospitava insieme al pentolame e alle poche derrate i versi di Petrarca e di Prévert, confusi tra le commedie di Eduardo ed i poemi del Tasso e dell’Ariosto.
Ma quel sindaco e le tre sorellastre non sopportavano che quel vecchio fosse felice e beato tra i suoi amici libri, con i bambini che continuavano a frequentarlo e gli adulti che si abbeveravano alla fonte del suo sapere. Erano gelosi della sua cultura e del suo successo.
Allora le tre sorelle si consultarono tra di loro e ricorsero al sindaco per cercare la strada migliore per far prevalere la loro gratuita cattiveria.
Fu il sindaco che trovò la soluzione, dichiarò la zona dove sorgeva la casupola zona verde e fece espropriare la modesta abitazione, sfrattando ancora una volta l’anziano custode di libri.
Non contente le tre sorelle streghe si impossessarono anche dei danari dell’esproprio, che riposero in grandi sacche.
Il vecchio restò in strada con il suo patrimonio e trovò ricovero in una caverna alle pendici del monte che sovrastava il paese.
Ma anche lì i bambini continuarono a fargli visita per ascoltare le sue fiabe e i suoi racconti di avventure e i grandi ricorrevano sempre ai suoi saggi consigli, ricambiando la saggezza con cibo, indumenti e medicine.
Ma quegli sciacalli non erano ancora soddisfatti e una notte circondarono la caverna con balle di fieno e rami secchi e appiccarono il fuoco.
Le fiamme ben presto si avvicinarono a quel muro di carta scritta e rischiavano di bruciare tutti i libri.
Fu allora che un vento fortissimo, il vento della cultura, soffiò violentemente sulle fiamme che raggiunsero il palazzo del Comune provocando bei danni e poi, come guidate da uno spirito giustiziere, avvolsero in un micidiale abbraccio le sacche contenenti il denaro dei parenti malvagi.
Tutto andò in fumo ma la cultura sopravvisse ai malvagi e poi anche al vecchio, che chiuse gli occhi per l’ultima volta mentre le sue dita sfogliavano le pagine ingiallite di un vecchio libro.
Ora quei libri sono ricoverati in una grande stalla, dove il figlio di un contadino se ne nutre quotidianamente.
Nella metempsicosi l’anima del vecchio si era reincarnata in quel bambino.
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Che bel racconto! Proprio una bella fiaba. Ci sono tanti simboli, mi è piaciuto moltissimo il vento della cultura che arriva in soccorso dei libri. Molto tenera la figura del vecchio che difende strenuamente il proprio patrimonio e il fatto che il vero valore non sia il denaro ma la cultura stessa. Nella chiusa la parola metempsicosi è un po’ difficile per una fiaba da ragazzi, ma anche questo può essere uno stimolo ad approfondire la conoscenza. Bravo Francesco.
A buon intenditor…
A tutti gli adulti rimasti bambini con il naso tra i libri.
Bel messaggio
Una storia che veicola un insegnamento importante: della cultura dovremmo avere fame tutti e tutti dovremmo nutrirci di libri. Benché la scrittura risulti semplice, perché rivolta ai piccoli lettori, il racconto è ricco di messaggi su cui tutti dovrebbero riflettere. Bravo.