Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2022 “William e la scuola” di Gianmaria Pistone

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022

Siamo nella cittadina di Aspen, 34000 abitanti in 42000 tra case, baite, garage, poste, uffici, commissariati, negozi, scuole elementari, medie, licei ed una università.

Dopo aver conseguito facilmente la licenza elementare e con discreto profitto quella media William si era imbattuto in, nell’ordine: motorini, brufoli, droghe, feste, ragazze, alcool, problemi esistenziali, macchine, incidenti. Tra uno e l’altro di questi incontri aveva ripetuto 2 volte la prima superiore, 1 la seconda, 3 volte, con conseguente cambio di istituto, la terza, 1 la quarta e 2 la quinta. Si trovava ad esser fresco di diploma all’età in cui i suoi compagni di scuola primaria ritiravano la laurea, 22 anni. Non era mai stato un ragazzo studioso ma non per questo era privo di ambizione. Fu questa che lo spinse ad iscriversi all’università. Il giorno dell’orientamento, quello in cui i rappresentanti delle diverse università espongono i loro programmi ai neo diplomati, William trovò la stabilità, Eveline il suo nome. Quattro anni di fidanzamento spesi tra studio, lavoro ed uscite a cena. Le amicizie, già rade, si erano pressoché azzerate all’infuori del suo amico e vicino di casa Derek, anche lui ripetente fino al punto di abbandonare gli studi all’età di 15 anni per poi mettersi a lavorare nella ditta del padre, importante costruttore della zona. Derek non era uscito da un paio di quegli incontri che William aveva superato, alcool e droghe. Negli anni dell’università si erano un po’ persi di vista a causa degli impegni accademici di William che sembrava aver imboccato quella che per la società era la retta via. Ogni tanto qualche serata insieme. L’uno teneva, per quanto possibile, l’altro in una condizione sana, e l’altro dava un tocco di originalità ad una vita altrimenti piatta. Questo era il motivo per cui i due continuavano a frequentarsi, seppur saltuariamente. Dopo la morte della madre, coincisa col giorno successivo alla laurea del nostro con una tesi su “Il danno ecologico causato dall’utilizzo massiccio del cemento”, Willam decise che era giunta l’ora di camminare con le proprie gambe. Grazie ai soldi racimolati con i vari lavori di lavapiatti, giardiniere, distributore di giornali porta a porta e strillone, commesso ed “operatore ecologico”, prese in affitto un appartamento di un quartiere in periferia, dove il giardinetto pubblico era composto da una panca, due altalene di cui una senza seggiolino ed uno scivolo arrugginito, il tutto su una colata di cemento gentilmente costruita dalla ditta del padre di Darek, che dalla cattura del famoso boss della malavita, Tony Degennaro, vinceva inspiegabilmente tutti gli appalti. I suoi vicini di casa erano: al piano superiore la famiglia Chang e la loro numerosa parentela, sullo stesso pianerottolo 2 ragazzi impiegati nella vicina discarica, e sotto la famiglia Escobar, di chiarissime origini sudamericane.

Per la scelta dei mobili, del colore della carta da parati, l’organizzazione del trasloco e la disposizione delle stanze aveva pensato a tutto Eveline, la sua ragazza, laureanda in biologia, e commessa, ed iscritta ad un corso di teatro sociale, e babysitter, e figlia di due borghesi del centro storico, dove possedevano un centro benessere dotato di piscine con acqua termale, massaggi, corsi di aquaginning, un bar, sauna, idromassaggio e sala da biliardo galleggiante.

Trovato lavoro come apprendista presso una fabbrica come aiuto-vice-responsabile dell’ufficio risorse umane al nostro non restava altro che vivere di ciò che si era costruito.

Nel corso degli innumerevoli scioperi a cui gli toccò assistere senza parteciparvi, prese coscienza della sua condizione di spettatore. Voleva diventare l’attore principale della sua vita.

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2 commenti »

  1. Ho letto tutti e tre i tuoi racconti e questo è quello che mi piace maggiormente, senza nulla togliere agli altri. Sarà per il percorso di vita che descrive, che mi ricorda i lieti fine che tanto vorrei per persone che seguo per lavoro. Complimenti per lo stile, per le atmosfere e le descrizioni ed in bocca al lupo per il romanzo, di cui ho letto nel tuo commento!

  2. Buongiorno Silvia. Se c´é bisogno di gente che imbracci la penna per scrivere c´é soprattutto bisogno di gente che si armi dei libri per leggere. Quindi grazie per aver usato del tempo per leggerli tutti e tre e crepi il lupo!

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