Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2022 “Antoinette e il libro magico” di Anna Maria Antonietta Sarra (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022

Erano passati alcuni mesi da quando Meli con l’aiuto di Pallina aveva viaggiato attraverso i colori della fantasia, in quel periodo vi erano stati diversi temporali ma nessuno aveva fatto nascere l’arcobaleno. Meli era in fermento, aveva capito che senza arcobaleno non si apriva quella porticina magica che collegava il coniglio al mondo fantastico che già una volta aveva varcato. Adesso Pallina sembrava un coniglio comune, uno dei tanti animaletti con cui giocano i bambini.

Ogni giorno si alzava e guardava fiduciosa il cielo sperando fosse arrivato il momento giusto per far decollare la fantasia sulla scia colorata di un grande arco che la portava lontano…

Era un pomeriggio come tanti, Pallina era sdraiata sul tappeto sembrava dormiente mentre lei era intenta a disegnare, il fratellino riposava e la mamma era nello studiolo che leggeva la posta. Alzò lo sguardo e guardò oltre la grande finestra senza vedere niente, sembrava che la foschia che era scesa avesse mangiato il parco, il vento soffiava fra le foglie degli alberi, il tempo non prometteva nulla di buono, in quel momento desiderò poter vedere il suo arcobaleno…

Era così triste che non si rese conto che aveva schiacciato il naso contro i vetri della finestra e con le dita disegnava cerchietti ove alitava, un frammento di luce filtrò fra le nuvole che il vento cercava di spazzare via, in lontananza si era formato una virgola di arcobaleno, non ci pensò due volte, prese Pallina si sedette sul davanzale e alitò fra le lunghe orecchie. La magia si ripeté, sentì una voce che la chiamava così, chiuse gli occhi e si lasciò andare…

Come la prima volta, si ritrovò a camminare sulla scia dell’arcobaleno ma, questa volta i suoi colori erano sbiaditi, sembravano pallidi non definiti, più volte avvertì un tremolio, come se il ponte vibrasse, sembrava non stabile. Subito si sedette e si lasciò scivolare per timore che l’arcobaleno svanisse e lei precipitasse nel vuoto. Infatti a pochi metri dalla pozzanghera l’arcobaleno come per magia svanì nell’aria e Meli cadde sull’erba umida. Lo scenario era cambiato non si trovava più nel bosco ma lungo un sentiero campestre, era primavera, l’erba profumava di fresco, ai margini del sentiero rossi papaveri ondeggiavano mossi dal vento, Meli li sfiorò delicatamente sembravano magici, ne raccolse qualcuno e ne fece un piccolo mazzetto come ricordo di quel pomeriggio. A un tratto udì un ticchettio diffuso, sembravano note musicali che danzavano nell’aria, Meli tese l’orecchio per capire cosa fosse e mentre s’accingeva a svoltare la curva vide una piccola casa bianca circondata dal verde con un porticato aperto sul mondo, stracolmo di fiori di ogni specie e nel mezzo un lungo tavolo ove sedeva una donna intenta a scrivere a macchina, in un angolo del porticato un vecchio dondolo cigolava mosso dal vento, l’aria profumava di mele e cannella era la stessa fragranza della torta che preparava sua nonna. Si avvicinò con una sorta di curiosità e timore, dovette calpestare qualche legnetto secco perché la donna si fermò di scrivere e con disinvoltura si girò, accennò a un sorriso dicendo:

– vieni Meli, ti stavo aspettando! –

Meli incoraggiata da quella voce così carezzevole si avvicinò, era bella, di una bellezza senza tempo, aveva capelli grigi raccolti sul capo, riccioli ribelli le incorniciavano il volto, un paio d’occhi castani intrisi di pagliuzze dorate che la fissavano attraverso occhialini puntati sul naso. La donna allungò la mano in segno di saluto, sorrideva, Meli disse:

– chi sei e cosa ci fai qui tutta sola? –

– non sono sola! c’è Madre Natura a farmi compagnia! –

Fece una breve pausa e continuò:

– mi chiamo Antoinette, scrivo libri, favole per bambini, non c’è posto migliore per liberare la fantasia e narrare storie fantastiche. –

Solo allora Meli vide diversi libri sparsi sul tavolo, sulle sedie, qualcuno sul dondolo per non parlare dei fogli volanti e delle tante matite colorate disseminate ovunque, diede una sbirciatina ai titoli, sembravano interessanti. La scrittrice la invitò a entrare e con suo stupore trovò altri libri disposti in ordine sparso per la casa, alcuni erano aperti e mettevano in mostra delicati acquerelli, altri invece stampe di fiori, altri ancora disegni di animali e uccelli del bosco gli stessi che aveva visto nel suo precedente viaggio, erano così tanti i libri che non sapeva più dove guardare, la casa era graziosamente arredata e trasmetteva un senso di pace e amore come la padrona di casa.

L’odore di mele e cannella aleggiava in ogni dunque facendole venire l’acquolina alla bocca, Antoinette invitò Meli a mangiare una fetta di torta appena sfornata e bere una tazza di tè, Meli ringraziò e accettò. Mentre condividevano lo spuntino Meli notò che Antoinette era speciale, sembrava la fata dei libri, era fuori tempo e il profumo che emanava sapeva di buono.

La padrona di casa interrompendo i pensieri della bimba disse:

– devo tornare a scrivere, tu se vuoi da uno sguardo ai miei libri e poi mi dirai cosa ti ha colpito –

cosi facendo si alzò, tornado alla sua vecchia macchina da scrivere, subito il suono di sonore note si diffuse nell’aria e come per magia i libri iniziarono a danzare per la stanza si aprivano e chiudevano come se qualcuno li sfogliasse, tranne uno che rimase chiuso sullo scaffale. Incuriosita Meli lo prese e si sedette sul divano, aveva una copertina delicata, sembrava seta colorata, non vi era titolo, lo sfiorò per sentirne la sensazione che trasmetteva, lo sfogliò e con stupore constatò che le pagine erano tutte bianche, lo chiuse e lo riaprì ma non c’era scritto nulla, sentì la voce di Antoinette che sussurrava dolcemente, come una carezza:

– puoi usare i colori dell’arcobaleno ma solo uno di essi scriverà le pagine del tuo libro…

scegli bene! –

Meli uscì dalla stanza con il libro vuoto fra le mani, si sedette sui gradini del porticato dando le spalle alla casa e lo sguardo fisso sulla vallata, sapeva quale colore avrebbe scritto il suo libro ‘l’arancione’.

Prese una penna dalle tante sfumature, proprio come l’arcobaleno e usando la “creatività” che sapeva di avere dentro si se’, iniziò a scrivere.

Il tempo passò veloce e nel mentre riempiva pagine su pagine si sentiva felice ed emozionata leggera… proprio come le nuvole spinte dal vento che carezzevole le sussurrava:

– Meli è ora di andare. –

Meli chiuse il libro e lo consegnò ad Antoinette, ringraziandola per tutto quello che le aveva insegnato…

– adesso so’ che la “creatività” può aprire dentro di noi un mondo fantastico che ognuno possiede ma solo in pochi hanno il coraggio di mostrarla. –

Baciò la scrittrice commossa mentre, una lacrima scivolava sul visino, guardò il sole oramai al tramonto e da quella lacrima nacque l’arcobaleno che la riportò a casa.

Dopo un tempo che sembrò interminabile ancora intenta a guardare fuori le prime luci della sera, entrò nella stanza, la sua amata nonna, come sempre la strinse a se’ e la baciò sulla fronte…

– ciao Meli, ti ho portato un libro da leggere –

Meli sorrise aveva riconosciuto il suo libro, abbracciò la nonna così tanto da farle mancare il respiro, avvicinò le labbra all’orecchio dicendo:

– grazie nonna, ti voglio tanto bene! –

– anch’io piccola mia! –

disse la nonna stringendola a se’ mentre… una lacrima danzava smarrita ai margini di uno sguardo lontano.

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