Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti per Corti 2010 “Metamorfosi di un abbandono” di Daniele Briatico

Categoria: Premio Racconti per Corti 2010

Firenze, giorni nostri. Dalla strada deserta si vede sulla sinistra la finestra aperta di un palazzo. Dall’interno la luce che filtra illumina l stanza , due letti, uno con un foulard  giallo, l’altro disfatto.  Il silenzio della stanza viene rotto dallo squillo del telefono. Entra in scena Simone, magro capelli lunghi, risponde al portatile e si getta sul letto fissando il soffitto. Sentiamo la ragazza, Roberta, che lo accusa di avergli rubato qualcosa. Simone nega, e si difende, fino a perdere ogni parola, la ragazza seccata  decide di lasciarlo.

E’ notte, l’aboutjour rossa illumina fiocamente il volto turbato di Simone, fissa alcune foto sulla scrivania, dal viso scende una lacrima. E’ sconfitto,poi si alza e dall’armadio alle sue spalle tira fuori  tre scatoloni di cartone, sul primo leggiamo il nome “Aurora”, svuota il contenuto sul letto,  cadono indumenti femminili di ogni tipo e una serie di rossetti, trucchi e oggetti  vari.

Panchina di un parco, giorno, Simone con fare deciso digita il numero al cellulare, mentre l’altra mano batte nervosamente sul ginocchio. Risponde Laura,una sua ex, Simone, titubante chiede se può andare a recuperare delle vecchie foto lasciate da lei, tentenna è agitato, la ragazza accetta,lui promette di prenderle  e andare.  Simone esce di corsa dall’appartamento seguito da una donna bassina, che gli urla dietro che èpazzo, e non vuole piu vederlo, si regge i capelli con la mano, lui non si svolta e scende le scale per allontanarsi  veloce sul marciapiede con in mano un mucchietto di foto e una ciocca di capelli.

Simone  ha attaccato le foto di Laura al muro, insieme a quelle di altre ragazze, e sta ritagliando in modo paranoico quelle che rimangono. In cima agli indumenti sul letto c’è la ciocca di capelli. Simone è indeciso sull’ordine delle foto da dare al collage, ansima angosciato, poi si distrae fissando il foulard giallo sul letto, lo prende lo avvolge al collo, accenna un sorriso, osserva la foto della ragazza con al collo lo stesso foulard, e deciso lo indossa prende le chiavi ed esce.

La donna delle pulizie entra nella stanza,  rimane sbigottita di fronte il mare di foto attaccate con cura alla parete,  indossa il camice, pulisce, spazza ordina, prende tutti gli oggetti e i vestiti dal letto e li appende nell’armadio senza distinguerli, poi con due dita schifata alza la ciocca e la getta nella scatola di cartone vuota, accortoccia le scatole per gettarle via.

E’ notte, Simone rientra stanco. Nella camera  un’ordine  fastidioso, il letto è vuoto, apre l armadio per recuperare i vestiti, li divide accuratamente in tre gruppi diversi. Passa il tempo .Simone è ora seduto al centro della stanza, sguardo ipnotico, le lancette dell’orologio rimbombano nella camera, fissa il collage, insoddisfatto, dietro di lui i cartoncini con i nomi delle ex sono appesi sull’altra parete, e rispettivamente sotto la collezione di ricordi, tra cui, t -shirt, sciarpe, fotoritratto, borse e scarpe appoggiate. Si alza in piedi , guarda il muro, realizza solo ora che manca la ciocca. Mette la camera sottosopra, dà calci all’armadio, urla fino a perdere le forze, si abbandona ai bordi del letto piangendo, si copre il viso, sconfitto. Sotto l’armadio nota una foto rimasta nascosta e impolverata. Dietro una dedica, “che possa rimanere un mio ricordo passato da portarti nel futuro, Aurora”, a Simone cade una lacrima e riacquista fiducia.

Mattina, interno stanza, la figura di spalle indossa un vestito nero lungo, si passa il rossetto,  è Simone vestito con tutti i ricordi, sorride, fissa il collage di foto e manda un bacio collettivo, poi indossa per ultimo il foulard e soddisfatto esce. Il muro dei ricordi è di nuovo bianco. Il telefono squilla, parte la segreteria è Roberta la ragazza che lo ha lasciato, chiede notizie, e si scusa per aver esagerato, vuole tornare a rivederlo. Simone è ormai lontano e cammina con fare sinuoso sull’asfalto muovendo i passi negli stivali neri, per ora sorridente..

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