Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2019 “La Giulietta” di Francesca Raiti

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019

(in memoria di Angelo Caminito)

Scese in fretta le scale di casa. Il profumo di parmigiana ancora calda si sprigionava dal borsone. L’appuntamento era fissato per le cinque quando il paese era ancora avvolto nel buio e nel silenzio della notte; come ogni lunedì da un anno in qua, da quando cioè la ditta aveva deciso di trasferire alcuni operai a Milazzo e lui era stato il primo a dare la propria disponibilità. Due ore di viaggio attraverso paesaggi dai colori cangianti; ogni volta con la macchina di uno dei colleghi più anziani d’età e di esperienza. Perché Angelo non possedeva un’automobile. Ma ancora per poco. Ormai il traguardo era vicino. Ora che il  lavoro fisso l’aveva trovato poteva accollarsi le rate per acquistare la Giulietta che aveva sempre sognato. E magari sarebbe stato più facile conquistare Luisa.

L’aveva vista per la prima volta in spiaggia dialogare con  sua cugina Angelica ma si era ammutolita quando lui si era avvicinato. Occhi verdi, carnagione chiara appena dorata dall’abbronzatura, capelli biondi raccolti.

La osservò allontanarsi quasi ferito dal suo atteggiamento.

La mattina seguente di nuovo in spiaggia mentre Angelica e Luisa erano in acqua, Angelo improvvisò un tuffo dagli scogli.

Mentre Angelica gli aveva rivolto un sorriso radiante, Luisa invece non aveva neanche girato il volto, per niente infastidita dagli schizzi che le erano piovuti addosso.

“Ma ancora qui? Non dovevi rientrare al lavoro?” gli chiese Angelica.

“Ho il turno pomeridiano e un ultimo bagno in questo mare di Settembre…..” rispose.

“E poi fra qualche giorno andrò via; per fortuna, però in un’altra città di mare”

“Voi che fate?”

“Niente” rispose Angelica

“Niente no! Siamo casalinghe” rispose convinta Luisa.

Finalmente era riuscito a sentire la sua voce, fino a quel momento aveva risposto solo con cenno al suo saluto.

“Casalinga? Ma non hai ultimato il corso per estetista?” chiese rivolto verso sua cugina.

“Si che l’ho ultimato, ma anche lei ha frequentato la stessa scuola” rispose Angelica

“E quando vi posso invitare per una pizza?”

“Magari quando torna Luciano dagli Stati Uniti” rispose Angelica

“Stai sempre con quello!” esclamò

“Certo, siete tutti convinti che ci lasceremo, ma vedrete….”

Anche lui, come la cugina, aveva frequentato una scuola di avviamento professionale, e alla fine era riuscito a trovare lavoro da operaio alla Montedison come il padre e i fratelli maggiori.

Nei mesi seguenti passò tutti i pomeriggi liberi passeggiando nei dintorni della casa di Luisa ma non riuscì mai ad incrociarla.

Una domenica mattina però dalla finestra della sua stanza, la vide passare avvolta in un vestito di colore rosso acceso come la Giulietta che stava per comprare, tenendo per mano la sorellina di pochi anni.

Scese giù di corsa sperando di poterla raggiungere ma non ci riuscì.

Si sedette su una panchina della piazzetta, dopo circa un’ora le vidi di ritorno. Si avvicinò.

“Ciao Luisa”

“Ciao” rispose frettolosamente, proseguendo il suo cammino e senza volgergli lo sguardo.

“Non ti ricordi di me?” chiese Angelo

“Mi ricordo, ma è quasi l’ora di pranzo e dobbiamo andare” rispose Luisa

La domenica successiva rimase ad aspettare sul balcone di casa e quando le vidi ripassare, le seguì con lo sguardo.

Quindi si avviò verso la chiesa, si sedette in ultima fila per poter controllare meglio. Alla fine della messa l’aspettò davanti la porta della sagrestia, sicuro che per sviarlo sarebbe uscita da lì. Tirò un sospiro di sollievo: nessuno aveva occupato il suo cuore.

Si avvicinò e dopo averle salutate offrì due cioccolatini alla sorellina.

“E questo per te” disse Angelo porgendogliene uno.

“No grazie, la cioccolata fa spuntare i brufoli” rispose.

“Scusa, non ricordavo che alle signore è meglio regalare rose” rispose risentito Angelo.

Non doveva demordere.

Un sabato pomeriggio, appena tornato da Milazzo, durante la solita passeggiata verso la casa di Luisa incontrò  Angelica.

“Avevo proprio bisogno di parlare con te” disse con voce arrabbiata

“E di cosa? Di Luisa? Ma lascia stare lo sai che è innamorata di Alfio, il carabiniere” rispose sua cugina Angelica

“Ma non lo sa che è impegnato?” rispose Angelo

“Si lo sa, ma….”

“Ma cosa….il fascino della divisa! Intanto oggi sono stato in concessionaria per il preventivo della Giulietta e a Natale mi vedrai scorrazzare qui davanti…”

E che pensi che così la conquisterai?….. A proposito il prossimo anno mi sposo”  disse Angelica

“E ti porto io in chiesa con la mia Giulietta”

“Siiiii, Luciano sta per comprare una Lancia Thema” rispose Angelica

“Voglio vedere se poi non cambierai idea” esclamò Angelo

“Sempre a Milazzo?” chiese Angelica

“Sempre” rispose.

Ma non poteva immaginare che quello fosse l’ultimo viaggio.

Quel Giovedì Angelo aveva il turno di guardia all’impianto di raffinazione.

“Mi pare di sentire degli strani rumori” esclamò

“Che rumori! Si vede che questo è veramente innamora…” non finì neanche la frase.

Un enorme boato, nuvole di fumo maleodorante, fiamme altissime spazzarono via quattro vite, fatte di rinunce, di sacrifici, di sogni. A ricordar di loro solo quattro corpi carbonizzati ed irriconoscibili.

I funerali di Angelo e dei suoi compagni di viaggio e di lavoro si svolsero nella Chiesa Madre gremita. Le quattro bare allineate sul sagrato circondate dai fiori bianchi e cremisi ed accarezzate dallo strazio dei parenti. Nelle prime file c’era anche Luisa con gli occhi gonfi di pianto.

La Giulietta di colore rosso sfavillante rimase esposta per otto mesi dietro la vetrina della concessionaria; posta sulla pedana girevole, riservata alla macchina più elegante. Osservandola tutti si ricordavano di Angelo.

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1 commento »

  1. Mi sono piaciute molto le descrizioni e anche i dialoghi freschi e naturali. La prima parte sembra il prologo di un romanzo e invita alla lettura. Il finale, strappa una lacrima di commozione per queste vite troppo spesso interrotte da incidenti sul lavoro. Direi un racconto stile Verga, la storia di un vinto dal destino. Molto brava.

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