Premio Racconti nella Rete 2017 “Le vite di Manlio” di Raffaella Imbrìaco
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017Se c’era qualcosa che non gli piaceva affatto del suo lavoro, era quella levataccia alle 4,30 ogni mattina. Con la pioggia , il caldo torrido o con il gelo, alle 5,30 puntualmente il furgone della News express consegnava le copie dei quotidiani e bisognava essere già lì in edicola , pronti con le saracinesche alzate, per accogliere le fresche notizie del giorno . Per il resto Manlio era molto contento della sua nuova attività, dopo anni di lavoro in una ditta privata. Ma a causa della crisi economica la sua azienda aveva tagliato l’organico e il licenziamento era arrivato solo dopo qualche mese di cassa integrazione. Manlio però non si era perso d’animo. Con i soldi della buonuscita e un gruzzolo risparmiato in anni di attività da contabile, si era reinventato, questa volta come edicolante, riuscendo a rilevare un piccolo chiosco in una delle vie principali del centro. Del nuovo lavoro gli piaceva molto il contatto umano. L’attività non era stata avviata da molto ma Manlio aveva già familiarizzato con buona parte della gente del quartiere. Clienti assidui e meno assidui, altri solo di passaggio, con tutti scambiava una parola. Con il passare del tempo egli aveva affinato una certa capacità di osservazione ed era quasi in grado di catalogare, senza commettere errori, il variegato materiale umano che gli si presentava dinnanzi. Bastavano poche parole, qualche battuta e un occhio attento agli acquisti dei clienti, per riorganizzare i dati in suo possesso e stilare un profilo personale di ognuno. Un passatempo, niente di più , perchè questa operazione mentale, non aveva altro scopo che quello di divertirlo e renderlo sempre più raffinato conoscitore delle tipologie umane. C’era il professore in pensione, l’avvocato squattrinato, la psicologa sull’orlo di una crisi di nervi, lo studente fuori corso, la casalinga depressa, la badante russa che voleva sposare un italiano, e così via, la parata quotidiana di umanità iniziava già di buon mattino. Ma di quel nuovo lavoro Manlio oltre che la gente, adorava l’odore dolciastro della carta dei giornali e dell’inchiostro delle riviste fresche di stampa , le copertine patinate e colorate dei giornali che gli trasmettevano allegria e che con molto zelo collocava ordinatamente nei rispettivi contenitori. L’edicola era una finestra sul mondo, un punto di osservazione privilegiato della realtà, un luogo d’incontro, in cui la gente si salutava, chiacchierava e spesso si raccontava. Manlio, in poco tempo, grazie ai suoi modi gentili, era diventato un riferimento per il quartiere. Qualche volta confessore, qualche altra consolatore ma anche un dispensatore di consigli e di strategie di seduzione come nel caso di Lele che per trovare conforto si rifugiava in edicola a raccontare del suo amore non corrisposto per Beatrice , sua compagna di scuola, che non lo degnava neppure di uno sguardo. C’era poi Filomena, casalinga squattrinata che sbirciava gli annunci di lavoro in cerca di qualche occupazione dignitosa che le consentisse di pagare gli arretrati dell’affitto . Anche in questo caso Manlio era lì pronto a dare una mano. E Pasquale, pensionato esodato, trapiantato da quarant’anni al Nord che ogni giorno gli raccontava le bellezze della sua Calabria, terra nella quale non avrebbe esitato a ritornare se avesse avuto qualche quattrino in più…
Ma una persona era molto speciale per Manlio e a lei veniva riservato il più bel momento della giornata. Il suo sguardo si illuminava quando la intravvedeva arrivare con quel passo agile, bella nella sua freschezza dei 20 anni. Era Matilde giovane studentessa di architettura che aveva conosciuto quando lei per la prima volta gli aveva chiesto di una rivista di arredamento. Da una semplice discussione sul Bauhaus era venuta fuori una bella amicizia. Per Manlio, anche di più… Tutta la vita del quartiere ruotava attorno alla piccola edicola e al suo proprietario, depositario di mille segreti. La sera del 31 dicembre quasi alla chiusura, Manlio si accorse che sul pavimento dell’edicola vi era un biglietto della lotteria di Capodanno un po’ stropicciato, evidentemente staccatosi dall’apposito blocchetto e finito chissà come sotto il banco. Li aveva venduti tutti , tranne quello rimasto a terra, ora sospinto qua e là dagli spifferi del vento che passavano attraverso la porta. Decise allora di tenerlo per sé e sfidò la sorte. Il 2 gennaio del nuovo anno l’edicola di via Roma non alzò la saracinesca come di consueto. In parecchi si chiesero dove fosse finito l’amico di tutti. Solo alcuni di loro lo seppero, dopo alcuni giorni, quando si videro recapitare una cartolina da una famosa località dei Caraibi. Filomena ,in una busta, oltre la cartolina ricevette un assegno cospicuo che l’aiutò a pagare una buona parte dei suoi debiti e così fu per gli altri amici che Manlio aveva visto in forte difficoltà economica. Per Matilde invece nella busta, un biglietto aereo di sola andata per i Caraibi. Ancora una volta Manlio stava per reinvertarsi una nuova vita…
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Che bella storia con un bel finale. Una persona generosa dal cuore buono che la fortuna bacia, e se lo merita. Hai fatto bene a descrivere l’edicola come punto di riferimento del quartiere. È proprio vero, diventa un rito quotidiano passarci e scambiare quattro parole. Il proprietario diventa uno di famiglia. Mi piace la frase in cui descrivi l’odore dei giornali.