Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2016 “ANGRIFF !!!” di Giovanni De Vincenzi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

“ANGRIFF!!!”
Il Kapitan urlò di attaccare e una marea umana si riversò fuori dagli alberi e si mise a correre, urlando, sulla neve.
Avevano tutti la baionetta innestata e correvano guardando con odio l’altra parte del bosco che avevano di fronte.
Quello era l’obbiettivo.
Là c’erano gli americani.
“STANNO ARRIVANDO! FUOCO A VOLONTA’!!”
Il tenente iniziò a dare ordini a destra e a sinistra ordinando a uno di prendere la mitragliatrice, a un altro il mortaio e di fare fuoco sui tedeschi.
Cominciarono ad arrivare i primi proiettili dell’artiglieria e tutti si buttarono nelle buche.
Trenta secondi dopo si scatenava l’inferno.
Le calibro trenta sparavano senza sosta disperdendo e sbaragliando i tedeschi e i mortai facevano levare alte colonne di terra e neve.
Ma a volte, oltre alla terra e alla neve, c’era qualcos’altro che volava per aria.
Certo, correre in campo aperto sotto il fuoco di mitragliatrici e mortai non era una bella situazione ma nemmeno gli americani se la passavano tanto bene.
L’artiglieria nemica sparava incessantemente e alcune buche vennero colpite.
Poi c’erano quei cecchini annidati nel bosco di fronte pronti a sparare su qualunque elmetto che sporgesse un po’ dalle buche.
Si chiamava continuamente il medico.
Un quarto d’ora dopo i tedeschi tornavano a gambe levate dalla loro parte.
E così finì un altro giorno sulle Ardenne.
Brutto affare per la Centounesima divisione Aviotrasportata rimasta intrappolata a Bastogne, brutto affare sia per loro sia per la cittadina perché Bastogne aveva avuto la sfortuna di essere stata costruita su un incrocio stradale e la Centounesima aveva avuto la sfortuna di essere stata mandata a difenderla dai crucchi che la volevano ad ogni costo.
I problemi erano tantissimi.
I soldati avevano un freddo cane, (A dicembre, sulle Ardenne nevica tantissimo e arrivano forti e gelidi venti) gli aerei cercavano di lanciare rifornimenti paracadutati ma il più delle volte, per via del vento, arrivavano ai tedeschi che erano già in superiorità.
Qualcuno si perdeva nel bosco e moriva congelato.
Bastogne era un cumulo di macerie.
Il cumulo di macerie che ricordava un casa più grande delle altre veniva usato come quartier generale e la chiesa come ospedale.
Le strade erano un continuo viavai di soldati, semicingolati, jeep e civili in nero che camminavano in silenzio a testa bassa.
Accanto a un muro stava un mucchio di cadaveri ricoperti di brina.
Ogni ferito che arrivava dalle linee guardava il mucchio e sapeva che, se non gli andava bene, ci sarebbe finito pure lui.
Era il 24 dicembre 1944.
La Battaglia delle Ardenne era al suo culmine.
La fine di Hitler vicina.
Un gruppo di militi americani tra cui il soldato semplice Edward Willis stava chiacchierando in una buca sotto un telone.
Fu Stone a cominciare:”Buon Natale ragazzi”.
Gli altri accennarono un sogghigno.
“Questo sarà il Natale più inverosimile della mia vita,” disse Harrison.
“Ma dai,” rispose Smith.

“Temo che non ci saranno regali di Natale quest’anno”.
“Si lo penso anch’io”.
“Ma possiamo sempre cantare un canzone natalizia”.
“Oh si. E magari possiamo anche mettere le luci sugli alberi qui vicino e aspettare che arrivi Babbo Natale con la slitta a buttare i regali a noi e ai crucchi,” motteggiò Willis.
“Dimmi bambino,” continuò facendo la vociona da Babbo Natale e posando una mano sulla spalla di Harrison, ”Cosa vorresti per Natale?”
“Io voglio un aereoplanino”, disse Smith.
“Io un trenino”, disse Stone.
“Io una barchetta”, stridette Green.
“A te servirebbe un pezzo di sapone, amico!” rispose “Willis Natale”.
In quel momento una conversazione simile stava avendo luogo nelle trincee tedesche.
“Insomma amici”, iniziò Hermann, “stanotte nasce Gesù.”
Shultz alzò la testa che fino a ora aveva fatto ciondolare in avanti, “Credi che avesse freddo? Freddo come noi?”.
“Nessuno ha mai avuto freddo come noi”, disse Muller.
Hermann guardò gli alberi e la foresta nera dall’altra parte della zona senza alberi eccezion fatta per alcune buche dei mortai americani.
“Quegli schweine sono laggiù”.
“Cosa faresti se ti trovassi davanti a un americano?” chiese Shultz.
“Lo ucciderei con le mie stesse mani!” urlò Hermann, “un saukerl di meno che combatte contro il Reich!”
Il Kapitan stava scrutando la foresta in mano agli americani.
La notte della vigilia di Natale i tedeschi attaccarono con un devastante fuoco d’artiglieria.
Ma non in quel punto.
Gli 88 che dovevano mirare lì non funzionavano e gli artiglieri non capivano che accidenti gli fosse successo e li tempestavano di calci, imprecando.
Il Kapitan udiva il suono ovattato dell’artiglieria che colpiva gli altri settori e, aguzzando la vista sul campo innevato, gli venne un mezzo colpo.
In mezzo al campo stava un bambino biondo, bellissimo con una tunica più bianca della neve su cui stava sopra.
O meglio, sulla quale fluttuava.
Si diresse, sorridendo, verso il Kapitan che non credeva ai propri occhi.
Il bambino lo guardò e cominciò a cantare “Astro del Ciel” con una voce che sembrava venire dal paradiso.
Fluttuò all’indietro e il Kapitan lo seguì con dietro i suoi soldati.
Quando raggiunsero il centro il Kapitan si accorse che c’era un altro angioletto identico spiccicato al primo che aveva portato in mezzo al campo il tenente americano e i suoi uomini.
Quando i due angioletti si incontrarono si presero per mano e, sempre cantando uno in tedesco e uno in inglese, salirono in cielo volteggiando e continuarono a salire sempre più su finchè non disparvero.
Il Kapitan e il tenente si guardarono come baccalà; poi il baccalà tedesco tornò alla sua trincea con i suoi altri baccalà e il baccalà americano idem.
Ma rimasero due uomini in mezzo al campo: Hans Hermann ed Edward Willis.
Si strinsero la mano come se si conoscessero.
Hans fece capire che si chiamava Hans Hermann, che era una bella serata e che si sentiva male:tutto era kaputt !
Famiglia e Reich.
Edward fece capire che si chiamava Edward Willis, che era veramente una bella serata e che non era vero che TUTTO era kaputt perché DIO NON ERA KAPUTT.
E così iniziò un altro giorno sulle Ardenne perché era mezzanotte e Bastogne, per un attimo, divenne Betlemme.

 

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1 commento »

  1. Non credevo che sarei riuscita a leggerlo sino in fondo…nella mia famiglia ne ho sentite tante ” storie di guerra ” , raccontate da chi l’ ha vissuta davvero.Io avrei voluto dire ” basta, vi prego: il mio cuore non ce la fa!”.Ma tu ci hai messo dentro il paradiso, la speranza e la poesia e hai trasformato in crudo racconto di guerra in uno splendido messaggio d’ amore. Complimenti!

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