Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2016 “Guardati le spalle!” di Giovanni Colella

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

La ragazza correva nel buio della notte con il cuore in gola, la via era deserta e quella sensazione di essere seguita diventava sempre più forte.

Improvvisamente attraversò la strada e senza voltarsi indietro si infilò nel vicolo, ma inciampò in qualcosa e cadde. Fu il buio piu totale.

Per Giulia quella era una mattina come le altre. Dopo essersi alzata e aver preparato il caffè, controllò le mail sperando di trovare una risposta della casa editrice alla quale aveva mandato il suo romanzo poliziesco. Erano passati ben 34 giorni da quando l’aveva inviato e regolarmente controllava, inutilmente, il suo indirizzo di posta elettronica.
Fare la scrittrice era il suo desiderio, fin da quando era bambina. Aveva sempre trovato un fascino particolare sia nel leggere i libri ma anche semplicemente nel tenerli tra le mani, e questa passione era cresciuta insieme a lei fino a volerne fare il suo mestiere. Inizialmente i suoi genitori l’avevano un poco contrastata, sicuramente non era semplice riuscire a farsi conoscere, a emergere, ma con il passare degli anni si erano resi conto che la sua era una vera e propria dote fino a diventare tra i suoi più grandi sostenitori.
Da due anni Giulia era andata a vivere a Philadelphia, dove voleva ambientare il suo primo vero romanzo e dove aveva sede la Parson and Kates, la casa editrice americana che aveva un fiuto eccezionale nello scoprire i giovani talenti. Era da lì che avevano mosso i primi passi Jonathan Manin e Kevin Hoffman, due tra i giovani scrittori che avevano venduto più copie nell’ultimo anno.
Con il suo carattere socievole non aveva avuto difficoltà ad ambientarsi e quella mattina, come tutte le altre, si recò a fare jogging con la sua migliore amica. Era al secondo giro del parco quando le squillò il telefono. Odiava rispondere mentre correva, chi poteva mai essere a quell’ora? Poi si decise, rispose e ….
Giulia si fermò senza neanche fare un cenno a Stacy, non poteva crederci, aveva sentito bene? L’aveva chiamata la Parson and Kates, entro un’ora doveva andare presso i loro uffici, volevano incontrarla.
Da quel momento fu come un vortice, tornò a casa con la sua amica e nell’arco di due ore si era già cambiata, era uscita e … aveva un contratto con la casa editrice. Le avevano detto che il suo era un buon romanzo, c’era ancora molto su cui lavorare ma avevano percepito nel modo in cui lei scriveva e nelle idee che aveva avuto un ottimo potenziale.
Da quel momento Giulia non parlò d’altro, prima telefonicamente con i suoi genitori, poi con le sue amiche italiane, con Stacy e con tutti i suoi nuovi amici.
Fu proprio per festeggiarla e farsi raccontare i dettagli dell’incontro che decisero di trascorrere la serata insieme nel loro locale preferito, un pub che faceva il miglior hamburger di tutta la città. Prenotarono per le 8 di sera il solito tavolo per sei persone accanto alla vetrata che si affacciava sul fiume.
Arrivarono tutti in orario, Giulia e Stacy, suo fratello Robin con la ragazza, Patrick e Silvie, i suoi simpatici vicini di casa. Giulia era al settimo cielo e la serata fu come al solito molto divertente, grazie anche alle simpatiche battute di Robin. Le fecero raccontare nei minimi dettagli come era andato l’incontro alla casa editrice, con chi aveva parlato, cosa le avevano detto, com’era il caffè che le avevano offerto, che sensazioni aveva provato, come le erano sembrate le persone con cui aveva parlato e poi chiacchierarono di mille altre cose ancora. Fu una splendida serata, simile a tante che avevano trascorso insieme ma questa volta in più c’era una grande felicità che li avvolgeva tutti.
Alle 23.30 decisero che era giunto il momento di concludere la loro serata, Robin l’indomani si sarebbe dovuto alzare prima del solito e anche gli altri erano abbastanza stanchi, compresa Giulia che aveva trascorso una giornata molto intensa. Patrick aveva la macchina ma Giulia rifiutò il passaggio e preferì tornare a casa a piedi per fare il primo tratto di strada con Stacy per gli ultimi commenti, prima di proseguire da sola per l’ultimo tratto.
Salutati tutti, Giulia e la sua amica si incamminarono chiacchierando. Dopo circa un centinaio di metri però Stacy ebbe l’impressione che qualcuno le stesse seguendo ma Giulia la prese in giro dicendole che certe cose capitavano solo nel suo romanzo. Poco dopo si salutarono e proseguirono ognuna per la propria strada. Fatti una decina di passi però Giulia percepì come una presenza alle sue spalle ed accelerò il passo.

Ripensò alla sensazione che aveva Stacy che qualcuno le stesse seguendo e si pentì di averla salutata senza prima controllare se l’amica avesse ragione. Si guardò intorno ma non vide nessun tipo poco raccomandabile e continuò per la sua strada.

Non riusciva a credere che finalmente il suo sogno si stesse avverando e mentre camminava riviveva euforica ogni attimo di quella splendida e indimenticabile mattinata. L’indomani avrebbe cominciato a lavorare seguendo le indicazioni che le avevano dato alla casa editrice, non vedeva l’ora!

Immersa nei suoi pensieri Giulia non si rese conto di avere imboccato per l’abitudine Warthon street che pur portandola più velocemente a casa era molto buia e poco frequentata. Quando se ne rese conto si allarmò un poco e forse per suggestione ricominciò ad avvertire quella strana sensazione. Accelerò il passo sperando di arrivare a casa il più presto possibile.

Chissà perché quando si ha paura ogni minima sensazione, rumore anche il più banale viene ingigantito e percepito come una conferma del pericolo imminente. Era proprio questo quello che stava accadendo a Giulia, quella sensazione era reale? Quei rumori alle sue spalle esistevano davvero? Gulia entrò nel panico più totale, cercò freneticamente il suo cellulare ma si rese conto di averlo lasciato nella borsa di Stacy. A questo punto avendo visto con la coda dell’occhio qualcuno cominciò a correre.

Quella sera Robert stava eccezionalmente tornando a casa a piedi per sgranchirsi le gambe dopo un’infinita giornata trascorsa seduto a lavoro. Come sempre Warthon street era deserta a parte una ragazza che camminava più avanti. Quella strada era quasi sempre solitaria e l’aveva imboccata di proposito per rilassarsi e stare un po’lontano dalle caotiche vie del centro. Mentre ripensava a tutte le cose che aveva da fare per l’indomani, ad un certo punto fu incuriosito dalla ragazza che camminava davanti a lui perché si muoveva nervosamente. Robert accellerò il passo per vederla più da vicino e riconobbe la ragazza italiana che lui aveva voluto incontrare quella mattina dopo aver letto la bozza che gli era arrivata in ufficio.

“Una scrittrice piena di potenzialità” aveva pensato, era stato molto colpito dalla semplicità e al tempo stesso originalità del suo modo di scrivere.

Improvvisamente la ragazza attraversò la strada correndo e si infilò nel vicolo, lui istintivamente cominciò a inseguirla e l’aveva quasi raggiunta quando lei inciampò e cadde. Una caduta stupida, ma sfortunatamente sbattendo la testa aveva perso i sensi. È così che lui la trovò quando la raggiunse e non riuscendo nell’immediato a risvegliarla chiamò un’autoambulanza.

Giulia aprì gli occhi e si trovò sdraiata su una barella circondata da infermieri, si ricordò della caduta e del presunto inseguitore ma nessuno le aveva fatto del male, non l’avevano derubata, chi la inseguiva allora?                 

Lentamente si riprese senza bisogno di andare in ospedale e mentre scambiava le ultime parole con gli infermieri che l’avevano soccorsa si rese conto che oltre a loro e al medico c’era un’altra persona che la stava guardando e sorrideva. Le ci vollero pochi minuti per capire che quell’uomo era proprio Robert Hooks il capo della Parson and Kates che lei aveva incontrato proprio quella mattina.

Rimasti soli Robert le spiegò brevemente cosa era accaduto, lei gli spiegò il motivo del suo strano comportamento e, dopo essersi fatti quattro risate, lui la accompagnò a casa e le raccomandò di andare subito a dormire perché l’indomani avrebbe dovuto lavorare sodo.

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1 commento »

  1. Divertente. Una piccola scena di una commedia.

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