Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2016 “Carta igienica” di Domenico Marseglia

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

<<Nino…>>

<<Sì?>>

<<C’è una cosa che… che dovrei dirti.>>

<<Sì?>>

<<È una cosa che riguarda la mia vita privata.>>

<<Ti ascolto.>>

<<Una cosa molto, molto…>>

<<Ehi.>>

<<Sì?>>

<<Spara.>>

<<… mangio carta igienica.>>

<<Carta igienica?>>

<<Carta igienica.>>

<<Sì?>>

<<Sì. Un rotolo al giorno.>>

<<Porca miseria… Quindi immagino non ti scandalizzerai più di tanto quando ti dirò che…>>

<<Sì?>>

<<… che sono appena uscito di prigione.>>

<<Sul serio?>>

<<Sì. Sono stato al fresco per dieci anni. Rapina a mano armata… O meglio: una serie di rapine… A mano armata… Se vuoi andartene puoi farlo anche subito… Non preoccuparti.>>

<<Figurati.>>

<<Dico sul serio.>>

<<Figurati… Quindi non ti fa impressione sapere che mangio un rotolo di carta igienica al giorno?>>

<<Non me ne frega un… niente.>>

Il bar si stava riempiendo di gente, perciò si limitarono a parlare del più e del meno fino a quando non si ritrovarono nella vecchia Panda di lui.

<<Se lo sapesse mia madre.>>

<<Cosa.>>

<<Che sono salita sulla macchina di un… galeotto… Rapinavi banche?>>

<<Soprattutto.>>

<<Ti piaceva?>>

<<Sì… Meglio che lavorare come saldatore.>>

<<Hai imparato in carcere?>>

<<No… Il giudice si è limitato a trovare qualcuno disposto ad assumere uno con i miei precedenti… Il saldatore lo facevo prima di darmi alle rape… E anche tra una rapa e l’altra… Come alibi… Sai come mi hanno beccato?>>

<<Spara.>>

<<Nei night che frequentavo hanno iniziato a chiedersi chi fosse quello con la faccia da saldatore che spendeva in una sola serata quello che doveva essere poco meno del suo stipendio di un mese. Hanno iniziato a chiederselo anche gli sbirri in borghese… I locali notturni ne sono pieni. Infestati… Così hanno iniziato a pedinarmi…>>

<<Porca miseria.>>

<<Puoi dirlo forte.>>

<<Ti mancano?>>

<<I night?>>

<<I night.>>

<<No. Direi di no… Rischiavo la vita per procurarmi dei soldi che poi finivano nelle borsette una più pacchiana dell’altra di… di donnacce che si schifavano anche solo a rivolgermi la parola per adescarmi… Ho passato dieci anni a ripetermi che avrei dovuto trovare una brava ragazza che mi volesse bene per quel che ero. Anche se ero solo un saldatore…>>

Cenarono in un ristorante giapponese.

Quando in chat lui le aveva scritto di non avere nemmeno la più pallida idea di cosa fosse il sushi lei era stata sul punto di chiedergli da che pianeta venisse…

<<Prima che finissi al fresco il sabato sera la pizza non te la toglieva nessuno>> le disse armeggiando con le bacchette.

<<Era un must.>>

<<Cioè?>>

<<Un obbligo.>>

<<Già.>>

<<… e ti piace?>>

<<Molto.>>

<<… Nino…>>

<<Sì?>>

<<Davvero non t’importa?>>

Nino corrucciò la fronte.

<<Della carta igienica… Ne mangio…>>

<<Un rotolo. Al giorno… Ho capito, ho capito… Non me ne frega niente… Hai appena accettato un passaggio da un… da un pluripregiudicato… Altro che galeotto… Sono un pluripregiudicato, io… Io sono un pluripregiudicato e tu mangi carta igienica… Be’, direi che siamo pari.>>

<<… direi che di pregiudicati è pieno il mondo. Ce ne sono persino in parlamento…>>

<<Infatti.>>

<<Mentre non mi sembra che ce ne siano consì tante, in giro, di… di affamate di cartigenica… Mia madre dice che dovrei farmi aiutare… Dice che avrei bisogno di un buono psicologo.>>

<<Io dieci anni fa avrei avuto bisogno di un buon avvocato. E ce l’avevo pure… Peccato che non mi sia servito a un… niente.>>

<<Puoi dirlo.>>

<<Cosa.>>

<<“Cazzo”. Puoi dirlo.>>

<<È da… è da pregiudicati.>>

Quando si svegliò, all’alba del giorno dopo, e non la trovò stesa di fianco lui, per una manciata di secondi si chiese se per caso non si fosse sognato lei, la serata e la nottata che ci aveva trascorso assieme.

No: le lenzuola profumavano di shampo all’albicocca. Era lo shampo con cui doveva essersi lavata i capelli prima di uscire con lui.

<<Monica>> chiamò. <<Monica.>>

Si mise a sedere sul bordo del materasso:

<<Ci sei?>>

<<Sono qui>> sentì rispondere dal bagno.

<<Tutto bene?>>

<<Sì.>>

<<Sicura?>>

<<Sì.>>

<<Apri la porta.>>

<<Un attimo.>>

<<Un attimo è troppo. Apri.>>

<<…>>

<<Puoi farlo anche a letto.>>

<<Cosa.>>

<<Mangiare la carta igienica.>>

<<Non sto…>>

<<Basta che non ti chiudi a chiave… Apri… Puoi mangiare tutta la carta igienica che vuoi.>>

La porta si socchiuse e ne emersero i grandi occhi castani della ragazza:

<<Sul serio?>>

<<Sul serio.>>

<<Posso?>>

<<Va bene>> le rispose.

<<Dove vai?>>

<<Faccio il caffè.>>

Quando Nino le portò la tazzina, Monica era seduta a gambe incrociate sul letto, con la schiena poggiata contro la testiera e un rotolo di carta igienica sul grembo.

Stava masticando.

<<Questo ti aiuterà a mandare giù la colazione>> le disse sorridendo.

Non c’era traccia di scherno né nella battua né nel sorriso di Nino.

<<Grazie… Mentre eri di là mi ha scritto mia madre… Ti piacciono i tortelli di zucca?>>

<<Certo.>>

<<T’invita a pranzo.>>

<<Sul serio?>>

<<Sì.>>

<<Grazie… Guarda che è uno di quei rotoli doppi…>>

<<Quindi?>>

<<Niente… Hai detto che ne mangi uno al giorno, no? Fattelo bastare fino a domani sera.>>

<<Bastardo di un… di un pregiudicato!>> strillò Monica, ma tutt’altro che arrabbiata, tirandoglielo addosso.

Forse fu proprio quel gesto a guarirla. Chi sa. Da allora non ha più mangiato nemmeno un rettangolo di carta igienica. E questo è quello che conta.

E oltre a guarire lei guarì, forse, anche Nino.

Chiese a Monica di sposarlo un anno esatto dopo il loro primo appuntamento. Lei accettò. Ora hanno due figli. Nel frattempo lui è diventato caporeparto.

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7 commenti »

  1. Un racconto che lascia un sorriso. Un’idea davvero originale. Il finale è un pò da “e vissero felici e contenti”, ma perché no? Le favole sono necessarie sia per i bambini che per gli adulti. E poi, chi lo sa, se ,anche solo ogni tanto, il lieto fine non sia possibile 🙂

  2. allegro e improbabile. Dialoghi che gli danno una veste di realtà!

  3. Molto molto carino. La parte che ho apprezzato di piú é stata il dialogo, procede a ritmo serrato e si legge piacevolmente. I due protagonisti me li sono immaginati sul set di un film di Tarantino.

  4. @Angelica: il fatto che tu ti sia immaginata i due protagonisti su un set di Tarantino mi riempie di orgoglio, dato che è stato la mia “musa ispiratrice” per questo dialogo. Grazie!

    @Orsola: perfettamente d’accordo sulla convenzionalità del finale… Le svelerò, a tal proposito, un piccolo retroscena: i miei lettori mi hanno più di una volta rimproverato per il tono pessimista dei miei lavori e, scrivendo Carta igienica, mi sono ripromesso di concluderlo con un happy ending dei più tradizionali.

    @Laura: grazie! Provi a leggere l’altro mio racconto, che è intitolato “Un’abitudine sbagliata”. Dovrebbe trovarlo tra i racconti pubblicati ieri. Secondo me le piacerà.

  5. L’idea della mangiatrice di carta igienica non è male. Mi è piaciuta. Anch’io trovo il finale un po’ sottotono. In ogni caso l’ho letto volentieri.

  6. Mi piace la storia e l’idea di impostarla su un lungo dialogo,il lettore non si stanca anzi si incuriosisce,l’ho letto col sorriso sulle labbra.Tanti in bocca al lupo

  7. Bello il dialogo, interessanti i personaggi e allegra la storia. Peccato davvero che il finale scivoli via così, si sente la mancanza di una conclusione più adatta a questo particolare racconto. O più inaspettata…chissà come lo finirebbe Tarantino ( probabilmente con una sparatoria!). Complimenti!

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