Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2016 “Il tema di italiano” di Maria Grazia Fidenzi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

Erano arrivate a Monsummano, un paese della Toscana vicino Montecatini, alla fine dell’estate. Due donne con un bambino.
Margherita e Luciana si somigliavano e avevano lo stesso cognome.
Si presentarono ai paesani come sorelle Rossetti. Il bambino, che si chiamava Carlo, era figlio di Margherita, la più piccola.
Si erano stabilite in un villino appena fuori del paese: al primo piano ci vivevano e al pianoterra avevano aperto, sul fronte strada, un negozio di pasta fresca e piatti pronti.
Venendo da Bologna proponevano anche ricette emiliane e si erano fatte, in breve tempo, una buona clientela.

Era una giornata di primavera e nella scuola elementare Baronti di Monsummano, classe terza C, la maestra aveva appena dato il tema in classe.
Carlo leggeva e rileggeva il titolo che era ben scritto sulla lavagna: “Descrivi le emozioni che hai provato quando uno dei tuoi genitori ti ha fatto una sorpresa”.
Non sapeva da dove iniziare e quando la maestra cominciò a passare tra i banchi, non avendo ancora scritto nulla, si sentì soffocare.
Alla fine, si decise ed iniziò a scrivere curando molto la calligrafia, dal momento che questo faceva molta impressione sulla maestra.
Dopo circa due ore, Carlo aveva scritto il suo tema e, poco dopo, suonò la campanella: il tempo assegnato era finito e tutti i compiti dovevano essere consegnati. La maestra raccolse i temi mentre gli scolari, uno ad uno, la salutavano uscendo dalla classe. Per qualcuno di loro quel giorno di scuola era finito, gli altri, si spostavano nella scuola vicina per usufruire del servizio mensa e rimanevano lì anche il pomeriggio, fin quando i genitori non li andavano a riprendere.
Carlo, con lo zainetto sulle spalle, dopo aver consegnato il suo tema alla maestra, se ne ritornò a casa, visto che dopo la scuola era libero.

La signorina Andreina faceva la maestra da quarant’anni e, sebbene di occasioni ne avesse avute, non si era mai sposata. Adorava il suo lavoro, i suoi alunni la appagavano e la scuola era divenuta la sua famiglia.
Quel giorno, subito dopo la scuola, tornò a casa, fece un pasto veloce e si mise a correggere i compiti.
Quando cominciò a leggere il tema di Carlo, i suoi due occhietti dietro le lenti si ingrandirono e la sua bocca a poco a poco si spalancò. Aveva letto qualcosa che le imponeva di prendere una decisione. Oh, certamente non era da lei far finta di niente! Così, il giorno dopo, arrivò a scuola un po’ in anticipo e si diresse velocemente verso la stanza del dirigente scolastico.
Quando entrò, lo trovò seduto dietro la scrivania intento a leggere dei fogli.
Era un uomo non molto alto, per i gusti di Andreina per nulla attraente, ma faceva bene il suo lavoro e una delle sue doti migliori era quella di essere un ottimo mediatore capace, quasi sempre, a mettere d’accordo tutti i docenti.
“Buongiorno Bruno, sempre intento a leggere circolari vedo…”
“Cara Andreina, sai meglio di me che tenersi aggiornati è l’aspetto fondamentale, anche se meno interessante, del nostro lavoro!”
E così, dopo alcuni convenevoli, Andreina si decise ed affrontò l’argomento:
“Senti Bruno, sono qui perché sono venuta a conoscenza di un fatto importante che interessa la nostra comunità. Si tratta di una faccenda delicata…..”
Scrutò il dirigente e quando fu certa di avere la sua piena attenzione, continuò: “ Insomma, ieri ai miei ragazzi ho dato un tema in classe, il titolo….. Oh! Non avrei mai pensato di chiedere cose così private con quel titolo! Hai presente Carlo Rossetti? Ecco, lui vive con due donne….ufficialmente sorelle, anche se i sospetti che quella fosse una copertura io li ho sempre avuti…..
Ma la verità non è quella che si è portati a pensare, no,no, è ben più fantastica! Diamine! Non me lo sarei mai aspettato!”
Le parve di vedere negli occhi di Bruno un lampo di ironia, ma forse fu una sua impressione perché questi, serio in volto, le chiese maggiori dettagli.
E così, Andreina gli riferì il titolo del tema e gli fece un riassunto di quello che Carlo aveva scritto. In breve, gli disse che il bambino aveva descritto molto bene le emozioni che aveva provato quando il papà, accompagnato dalla mamma, era dovuto andare all’estero a fare una costosa operazione. L’avevano lasciato dagli zii, era molto piccolo e all’inizio si era sentito abbandonato, ma gli avevano detto che presto sarebbero ritornati i genitori e non lo avrebbero mai più lasciato. Gli avevano spiegato che il papà sarebbe cambiato un po’ nell’aspetto, ma sarebbe rimasto sempre il suo papà. E poi, la felicità che provò quando i suoi genitori ritornarono! Gli portarono un orsacchiotto morbidissimo da cui non si staccava mai. Ma la sorpresa più grande fu quella in cui vide il suo papà cambiare non solo nell’aspetto, ma anche nel nome.
Il suo papà ora si chiamava Luciana, gli era cresciuto il seno e somigliava sempre di più alla mamma. Ma Carlo aveva capito che nulla era cambiato, perché il suo papà era sempre il suo papà. Continuava a giocare con lui, lo seguiva nei suoi compiti e con la mamma era sempre molto affettuoso.
Concluse così il suo racconto e Bruno, quando capì che Andreina aveva finito di parlare, le disse: “Cosa proponi di fare?”
Lei, sconcertata, stringendosi nelle spalle, rispose: “Bé, penso che i genitori debbano essere messi al corrente. Se il bambino ha scritto quello che ha scritto è perché, forse, essendo orgoglioso del suo papà, non vuole nasconderlo. D’altra parte, se si venisse a sapere la verità, molte chiacchiere cesserebbero.”
“Va bene, me ne occupo io” disse il dirigente e rimasto solo, chiamò la moglie: “Ciao Luisa, qui è successo un fatto importante. Forse è arrivato il momento di dire la verità.”

Margherita e Luciana avevano chiuso il negozio e con il furgoncino si stavano dirigendo verso la scuola di Carlo. Continuavano a chiedersi cosa fosse accaduto, anche se si aspettavano che, prima o poi, qualcosa sarebbe successo. Il dirigente aveva parlato con Margherita, le aveva detto che si trattava di Carlo e che, se possibile, aveva bisogno di parlare con entrambi i genitori. Avevano deciso di andare insieme, perché insieme avevano sempre affrontato ogni cosa.
Arrivarono davanti alla scuola dopo pochi minuti.
Furono subito ricevute dal dirigente che le fece accomodare e, dal momento che era lì anche una donna, gliela presentò: “Signore, questa è Luisa, mia moglie”
E poi, rivolgendosi a Margherita: “Anzitutto signora lei è mamma di un bambino molto intelligente, che si è integrato con facilità e in breve tempo, inoltre, è molto bravo a scrivere. A proposito di questo, ho qui il suo ultimo tema” e così dicendo, le porse il foglio. Margherita e Luciana lessero il tema e alla fine si guardarono.
Nel loro sguardo d’intesa c’era un certo imbarazzo e Bruno, intervenne prontamente: “Badate, in questa stanza nessuno vuole mettervi in difficoltà, in fondo siete una famiglia più di quanto lo siamo io e mia moglie.” e così dicendo, guardò Luisa.
Era accanto alla finestra, il sole illuminava i riflessi dei suoi capelli color cenere che le scendevano lungo le spalle. Aveva due occhi color nocciola con piccoli bagliori verdi e una figura sottile, quasi eterea.
Si avvicinò alle signore e guardando dolcemente il marito, disse:
“Io e Bruna ci siamo conosciute all’università e non ci siamo più lasciate. Potevamo amarci così, ma è stato suo il desiderio di sentirsi uomo a tutti gli effetti. Quando ci siamo trasferite qui, Bruna aveva già fatto l’operazione e siccome nessuno ci ha fatto domande, lo abbiamo tenuto per noi”
Bruno riprese: “Pertanto, se volete continuare a tenerlo per voi, rispetteremo la vostra scelta, altrimenti, si potrebbe organizzare un Consiglio di classe e, in quella sede, avreste il nostro sostegno perché anche noi diremo la nostra verità”
A quel punto, Luciana guardò la moglie con grande tenerezza, e poi disse:
“Vi ringrazio della vostra sincerità. In questi tempi dove il tema delle unioni civili è sul tavolo del Parlamento, più che mai sarebbe lecito fare dichiarazioni, eppure, penso che non ci sia nulla da dichiarare perché ciascuno, nel rispetto altrui e di se stesso, dovrebbe essere lasciato libero di vivere la propria vita come vuole. Credo che sia giusto vivere in mezzo agli altri senza nasconderci, ma non ho alcuna voglia di fare dichiarazioni. D’altra parte, possiamo essere giudicati per qualsiasi cosa; io ringrazio di non essere giudicata un cattivo genitore e sono fiera di mio figlio perché, leggendo il suo tema, ho capito che l’innocenza di un bambino non fa distinzioni di sesso quando c’è l’amore”
E detto questo, accennò un sorriso sul suo volto ora sereno, mise un braccio attorno alla vita della moglie e insieme, uscirono dalla stanza del dirigente scolastico.

 

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6 commenti »

  1. Qui viene discusso un tema più che attuale… lo trovo interessante, uno di quei racconti che lascia molti pensieri. Concordo su tutto, sulla risoluzione senza dichiarazioni, in fondo la vita ci appartiene e se non viene fatto del male a nessuno, il problema non sussiste.
    E’ scritto molto bene e la storia è coinvolgente.
    Mi piace molto come viene affrontato il tema, coinvolgendo un bambino… i bambini reagiscono molto meglio degli adulti perché hanno meno pregiudizi e questo è sottolineato molto bene nel racconto.
    Mi è piaciuto molto.

    Orsola

  2. La vita come può essere; la vita com’è, senza tante teorie e senza tanti giudizi e pregiudizi. Brava Maria Grazia.

  3. Grazie Orsola, grazie Alessandra, vi ringrazio dei vostri commenti.
    Ho voluto affrontare un aspetto della vita che ci sta creando molti grattacapi…….la soluzione è semplice:basta guardarla con gli occhi di un bambino!

  4. Brava, hai trattato questo tema con delicatezza e dalla giusta angolazione. Parti dalle considerazioni di un bambino che, ancora non caricato delle sovrastrutture che ci creiamo nel corso della vita, “non fa distinzioni di sesso quando c’è l’amore”. Anche la trama in questo racconto è ben ordita. Benché si intuisca quasi subito il tema, i vari colpi di scena inducono a leggerlo con maggior interesse cosicché il racconto, anche grazie alla fluidità della scrittura, fila via veloce. Complimenti

  5. Ti ringrazio dei complimenti, mi fa piacere che il messaggio sia arrivato e mi ha fatto molto piacere il complimento sulla fluidità della scrittura, io che ho sempre preso 5 ai temi di italiano!

  6. Argomento sempre molto attuale, trattato secondo me dal giuso punto di vista. I colpi di scena tengono viva l’attenzione di chi legge. Scritto davvero molto bene. Complimenti.

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