Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2016 “Incontro” di Gabriella Paolini

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

 Lei camminava sul marciapiede, non le capitava spesso di essere per strada in mezzo alla gente e quando le accadeva diventava tutto bello, le vetrine dei negozi, le luci, i colori, i volti delle persone che le passavano vicino, tutto era interessante.

Si era accorta da tempo che non erano molte le persone che passeggiavano da sole come lei. Poneva attenzione a ciò che la circondava, le era sempre successo e le veniva spontaneo, poi magari le poteva accadere di soffermarsi sui particolari che più la incuriosivano perdendo di vista l’insieme ma in effetti erano sempre i particolari che le restavano in mente sia che si trattasse della vita reale di tutti i giorni sia che assistesse a una proiezione di un film o altro.

 

Non lontano da Lei un gruppo di giovani aveva attirato la sua attenzione. Da tempo aveva notato che i giovani fuori, in strada, molto spesso sono in gruppo ed anche abbastanza numeroso. Quelli che stava guardando adesso camminavano parlando sempre fra loro, alcuni ragazzi che erano all’inizio del gruppo stavano rallentando, dovevano parlare con quelli che stavano camminando più indietro, si fermavano, occupavano tutto il marciapiede si lanciavano battute, si spintonavano un po’, si prendevano in giro, ridevano, di nuovo si raggruppavano per poi allontanarsi di nuovo, si richiamavano e si avvicinavano di nuovo, uno strattone, un abbraccio, un complimento maldestro come se non volessero scoprirsi troppo specialmente i ragazzi nei confronti delle ragazze.

Le viene di pensare che ancora oggi, purtroppo, i giovani non riescono ad essere liberi di esprimere i loro sentimenti, magari si sentono liberi di offendere o sbeffeggiare quello sì, ma guai a esprimere atteggiamenti o opinioni diversi dal pensiero dominante del gruppo, qualcuno fra gli amici potrebbe essere in agguato subito pronto a prendere in giro con battutine sagaci, forse si sentono un po’ più liberi di esprimersi solo se sono su un piano diverso, quando il loro essere è su un gradino più alto cioè solo se sono innamorati. Fa parte del gruppo anche una giovanissima coppia, lui appoggia il suo braccio sulla spalla di lei dopo che si sono tenuti per mano, forse si sentivano ancora troppo lontani, i loro passi ora sono cadenzati all’unisono, se pur goffi nel loro vestiario oversize sembra che non tocchino terra. Il loro incedere è avulso da ciò che li circonda; rallentando la cadenza dei passi lui la attrae a sé, il suo braccio è sceso dalla spalla fino a cingere la vita della ragazza, si avvicina ancora, deve sussurrarle alcune parole ancora più vicino, all’orecchio. E’ una forma di pudore, nessuno oltre lei deve udire, la plateale spavalderia di poco prima ora è sparita. Per loro tutto intorno è silenzio e le persone che li sfiorano passando loro vicino sembra che parlino in playback ma senza emettere alcun suono, le auto che non hanno mai cessato di percorrere la strada di colpo sono divenute silenziose, tutto è ovattato, lui ora le parla vicino all’orecchio, il suo viso è quasi del tutto coperto dalla sciarpa di lei arrotolata più volte intorno al collo, dal berretto di lana ben incalzato sulla testa e dai capelli lunghi e ribelli che le sbucano da ogni parte per poi ricadere fuori, spettinati, lungo le spalle, lui doveva proprio dirle… oppure voleva solo sentire meglio il suo odore che è anche un profumo, non saprebbe riconoscere se è la sua pelle o i suoi capelli rimasti impigliati fra il cappello e la sciarpa ma gli piace moltissimo, ecco ora con la bocca riesce a sfiorarle la nuca e il collo, la sua pelle è liscia. Adesso qualsiasi parola è superflua, confondono i loro respiri, si soffermano ancora un po’.

Il resto del gruppo è andato avanti incurante di loro, poi un grido, è un richiamo:

“Ma che fate, forza, restate sempre indietro!”.

Per la giovane coppia è come un risveglio, di colpo il silenzio che li aveva isolati svanisce, ecco di nuovo si sentono avvolti dai rumori della strada, gli amici li chiamano, schiamazzano mentre continuano ad allontanarsi. Un attimo dopo la giovane coppia si è ricongiunta con al gruppo di amici, i due giovani però restano ben stretti per mano, è come se volessero far proseguire un po’ di quella magia che hanno vissuto poco prima, vivranno altri momenti simili e forse si sentiranno di nuovo immersi in quello stesso silenzio che oggi è stato solo loro.

 

Lei stava portando avanti tutte le commissioni che si era prefissata in modo rilassato, con passeggiatina annessa, ed ecco camminando speditamente svoltando l’angolo quasi si scontra. Erano mesi che non si incontravano né si sentivano per telefono, d’altronde non era nelle loro abitudini, non ne avevano motivo. Che piacere però incontrarsi, e dopo così tanto tempo. Si erano persi di vista, si salutano dapprima stringendosi la mano poi lei gli si avvicina per un finto bacio di routine sulla guancia. La conversazione è stereotipata:

-“E’ tanto che non ci vediamo, come và,… la famiglia,… il lavoro è come sempre un casino, però ti trovo bene…”-

I loro sguardi però sembra che vadano al di là delle parole, non era mai successo prima, non riescono a non guardarsi negli occhi, è quella la loro vera comunicazione, ognuno cerca l’altro, sono vicinissimi ma non si sfiorano. Cosa sta succedendo? Perché parlano ma non si ascoltano, forse sono altre le cose che vorrebbero dirsi.

Un amico comune si sofferma con loro anche questo incontro è casuale, la conversazione ora è a tre, si parla di politica argomento caro a tutti e tre, ciò che accade non piace a nessuno di loro, si lamentano pensano che purtroppo per ora sarà difficile riuscire a modificare qualcosa, ormai la conversazione è molto coinvolgente, forse la sensazione che lei aveva avuto prima all’inizio dell’incontro era stata solo sua, un abbaglio, potrebbe dirsi un atteggiamento giovanile che a lei non si addice più da molto tempo. Sì, si è sbagliata senz’altro. Tutti e tre parlano a turno rispondendosi l’un l’altro sono molto informati e aggiornati sui fatti della politica, il loro impegno politico di lunga data li ha abituati a scambiarsi opinioni, le altre persone li sfioravano passandogli accanto, ma loro formano un triangolo equilatero perfetto, non si avvicinavano e non si allontanavano. Si sta facendo tardi, l’amico che si era aggiunto in un secondo momento saluta frettolosamente, deve andare, non si era accorto del tempo trascorso, lei lo saluta poi resta in silenzio, di nuovo le parole le sembrano inutili, resta ferma in piedi di fronte a lui che non parla più, non provano nemmeno a ritirare le fila dei ragionamenti fatti fino a quel momento intorno ai quali si erano così accalorati. Non ora, adesso sembrano fuori luogo, tutto a un tratto non interessano più. Lei non vorrebbe andarsene di lì, ma si rende conto che non ha senso, sono ancora in silenzio uno di fronte all’altra, di nuovo lei rompe gli indugi:

-“E’ tardi anche per me, bisogna che vada.”-

Lui non le risponde ma non si muove, la guarda negli occhi, tacciono tutti e due, poi togliendo una mano dalle tasche della giacca la avvicina al viso di lei, le fa una leggerissima carezza sul collo fra la nuca e l’orecchio con il dorso della mano. Lei non si ritrae e piega leggermente la testa dalla parte della mano di lui come per trattenerla ancora un attimo, forse vorrebbe che quella carezza durasse più a lungo. Per un attimo non sente più i rumori che la circondano, esistono solo loro, guarda solo il viso di lui e quegli occhi che non l’hanno più abbandonata, non vorrebbe andarsene.

Cosa sta succedendo, deve riuscire di nuovo a parlare, intorno le auto suonano di nuovo i loro clacson, si avvicina a lui, lo abbraccia dandogli molto fraternamente una pacca su una spalla, non era questo che avrebbe voluto in quell’istante ma era meglio così, era stato solo un attimo. Forse una sensazione solo sua in un momento in cui si sentiva più sensibile, più scoperta, è possibile che un piccolo tassello, della corazza che si era faticosamente costruita nel corso della sua vita fosse andato fuori posto, meglio rimetterlo subito in ordine, niente deve trapelare.

Nell’abbraccio fraterno lui le ha detto:”Mi ha fatto tanto piacere incontrarti, ora passeranno di nuovo dei mesi prima che ci si veda di nuovo.”

Lei gli risponde accennando un sorriso: -”Può darsi”.-

Non riesce ad aggiungere altro e pensa che oggi alla sua età non si sente così forte da affrontare situazioni e sensazioni che potrebbero intaccare anche solo superficialmente il suo modo di essere di tutta una vita.

Si allontana ma è emozionata, saluta con la mano, fatto qualche passo vorrebbe voltarsi, non lo fa, dice a se stessa: -Brava!-

Ma in quel momento si sente in petto un cuore di ragazza.

 

 

 

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2 commenti »

  1. Le descrizioni dell’atteggiamento e dei movimenti delle persone intorno a Lei sono dettagliate e molto attente.
    I due ragazzi innamorati sono molto dolci ed è descritto alla perfezione il contrasto fra la sbruffonaggine con gli amici e la delicatezza che c’è fra il ragazzo e la ragazza.
    Forse la parte fra Lei e la descrizione dei ragazzi è troppo svincolata, ci dovrebbe essere qualcosa a collegarle più strettamente.
    Per quanto riguarda Lei e l’uomo che incontra, ho tifato fino all’ultimo che cogliessero l’attimo, che vivessero il momento… ma sarebbe stato un finale dal film e invece questa è vita Vera, piena di pudori e auto limitazioni… è così che sarebbe andata a finire in realtà e in fondo mi piace molto!

    Orsola

  2. Orsola la ringrazio del commento. Mi fa piacere riceverne sia positivi che negativi.
    In effetti ha ragione le due “scene” quella della giovane coppia e l’altra degli adulti uno di fronte all’altro non sono legate ma la cosa è voluta. Da una parte c’è un futuro lungo che può permettersi di passeggiare ed attendere per vedere cosa accadrà, nell’altra situazione pur nella consapevolezza che non c’è tempo di fronte lo si fa scadere “time out” … è la vita ecco forse, molto sottinteso, il completamente diverso uso del tempo potrebbe essere una “lieson” .

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