Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2016 “L’amore ai tempi delle chat” di Orsola Lejeune

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

Era un periodo buio della sua vita. Ne aveva già passati altri, ma la differenza questa volta era che si sentiva più stanca e aveva meno voglia di reagire.

Camilla non sapeva come rialzarsi e non trovava motivi per stare allegra.
Il suo lavoro era basato da ben tre anni su un contratto stagionale, gli orari lavorativi erano per lo più serali e la sua vita sociale ne aveva risentito parecchio.

Era diverso tempo che non aveva relazioni, un po’ per l’impossibilità di incontrare nuove persone, visto la vita che faceva, un po’ per paura di soffrire di nuovo. Amore voleva dire rischiare, mettersi nelle mani di un’altra persona e Camilla era fortemente demotivata dal farlo, visto il mondo in cui viveva.

Le persone sopravvivevano per lo più con il principio del “mors tua, vita mea”, con egoismo autoreferenziale e scarsa capacità di adattamento nei confronti degli altri.

Questa solitudine però con il tempo iniziava a farsi pesante e Camilla aveva iniziato a lamentarsi di questa situazione di stallo sentimentale.

“Che noia… sono sempre sola, succedono poche cose emozionanti nella mia vita.”

Per l’ennesima volta stava avvelenando un suo collega con le sue frustrazioni. Lui stava cercando di leggere un libro ma ben presto rinunciò e lo chiuse, la guardò e, come illuminato da un’idea geniale, esclamò:

“Fai una cosa… installa Lindel.”

“Cos’è Lindel?”

“Tu installalo!”

Camilla scaricò l’applicazione sul cellulare e come prima cosa le venne chiesta l’iscrizione. Scelse la via più rapida e collegò l’applicazione a Facebook.?Le si aprì davanti la prima schermata con la foto di un ragazzo.

“E ora?”

REGOLE DEL GIOCO: Collegandolo a Facebook, sul profilo Lindel di Camilla vennero caricate 3/4 sue immagini random. Automaticamente era stato impostato un raggio di interesse di circa 20 km dove trovare possibili prede e, dato che era una donna, le era stata assegnata come preferenza sessuale quella maschile. In base alle informazioni fornite dal profilo Facebook, Lindel sceglieva potenziali partner con amicizie ed interessi in comune con lei.
Camilla si ritrovò davanti a una carrellata di foto di ragazzi e la sua unica attività consisteva nel trascinare le foto a sinistra se non le piacevano, a destra se invece gradiva ciò che vedeva.
Sarebbe potuta arrivare a chattare con loro, solo se avesse trascinato la loro foto a destra e se loro avessero fatto lo stesso con la sua.
Regole semplici e concise.
Si ritrovò davanti un gran numero di foto di uomini narcisisti, con addominali bronzei, bicipiti ultra gonfi, pettorali che avrebbero potuto riempire una quarta misura di reggiseno, tutti favolosamente abbronzati, sopracciglia rifatte e quell’aspetto che di mascolino aveva praticamente niente… almeno per lei. E il viso? Il viso a volte neanche c’era, non era importante a quanto pareva.
Camilla stava per demordere, ma si fermò un attimo prima, dal chiudere tutto.
Perché devo sempre fare il salmone?
In fondo quell’applicazione la usavano già in molti, perché non provare?
Camilla salvò tre ragazzi, nel cui profilo non compariva neanche una foto di addominali o bicipiti e li trascinò verso destra.
“Mi piaci.”
Questo è tutto da vedere.
Dopo un po’ le arrivò la compatibilità confermata da ognuno di loro e poco dopo, a singhiozzi, un messaggio che sembrava standard perché era sempre uguale in ogni chat:
“Ciao, come va?”
Camilla iniziò ad avere una sensazione di disagio sin da quella prima domanda e iniziò a ridacchiare fra sé.
Cosa gliene frega ad uno sconosciuto di come va la mia vita? Sorvoliamo.
“Bene, tu?”
Uno le rispose una cosa, uno un’altra, tutti abbastanza neutrali in effetti, tipo:
“Di dove sei? Cosa fai nella vita? Quali sono i tuoi hobby?”
Fino a che… fino a che rispose lui:
“Ti desidero.”
Così dal nulla. Due parole messe lì, anche con un significato piuttosto importante.
Camilla stava bevendo il suo tè a letto, con il suo libro.
Fece un casino: il tè le andò di traverso, le uscì dal naso, iniziò a tossire e sputacchiare ovunque, ci mancò poco che ci rimanesse secca.
Quando riuscì di nuovo a respirare si lasciò andare a una risata liberatoria.
“Ma non mi conosci neanche!”
“Io ti desidero già dalle foto. Hai mai fatto sesso su Skype o tramite note vocali di Whatsapp?”
Dio mio devo smetterla di bere tè mentre questo folle continua a scrivermi!
Aveva appena rischiato per la seconda volta di affogare tra tè e risate.
“No.”
Ci pensò un attimo e aggiunse:
“Non con persone che non conosco.”
Note vocali di Whatsapp, ma davvero??? Ahahahaha
“Che male c’è?”
“Male? Nessuno. Non lo trovo minimamente stimolante. Anche se volessi solo sesso… cosa ne è del suono della voce? Dell’odore della pelle? Del tocco? Del bacio? Di tutto? Semplicemente lo trovo buffo e non mi diverte per nulla. Anzi sì, mi fa ridere, ma non mi coinvolge in nessun altro modo.”
“A me piace.”
“Ma scusa, guardati un porno, non è meno faticoso?”
Questa proposta forse non piacque al suo interlocutore perché tolse la compatibilità a Camilla e il dialogo venne interrotto.
L’unico pensiero che le sovvenne fu: Questo non è normale.
La sera dopo iniziò a scriverle un altro ragazzo. In effetti era stato abbastanza tranquillo fino a quel momento.
Già… quel momento.
Camilla, come da sua abitudine, era sempre a letto con la tisana e il suo libro.
“Cosa stai facendo?”
“Leggo.”
“Accidenti, sei intellettuale. Ho un pene di 22 cm.”
Camilla non aveva imparato la lezione.
Un’altra volta e quella maledetta tisana. Inutile dirlo, per sopravvivere si trovò di nuovo a sputacchiare ovunque.
Ma che cacchio.
Pensi che me ne freghi qualcosa?”
Camilla poteva sentire un brivido di ripugnanza che le risaliva a poco a poco dallo stomaco e nel frattempo pensava: Veramente sto discutendo con un perfetto sconosciuto delle dimensioni del suo pene?
“Alle donne di solito piace.”
“No. Se le donne hanno un minimo di cervello se ne fregano delle dimensioni del tuo pene, se non sai prenderle un minimo mentalmente. Quanti anni hai? 10?”
Stavolta Camilla non si fece fregare, giocò di anticipo: eliminato.
Ultima possibilità, continuava a promettersi, prima che la mia scarsa stima sugli uomini possa precipitare ancora.
L’ultimo ragazzo scelto rimase silente per due o tre giorni e quasi Camilla ringraziava Dio per questa fortuna, fino a che un pomeriggio, il ragazzo in questione, si svegliò e decise di mandarle un messaggio.
Per fortuna stavolta non aveva tazze in mano, era sola che rideva come una matta per strada.
Poco male, almeno non rischiò di morirci.
“Tutte le donne che vengono a letto con me, vengono subito.”
Camilla fece finta di non capire per dare un margine più ampio di ripresa a quel ragazzo:
“Come scusa?”
“Io sono un vero latin lover, procuro orgasmi a qualunque donna.”
Mmmmh no, non ce l’ha fatta.
No guarda se raccatti donne con questa applicazione, ci vai a letto una sola volta per poi mollarle lì, non ti sforzi di conoscerle un minimo, sia fisicamente che mentalmente e cambi subito partner per vincere non si sa quale premio, per un buon 99% sono sicura che non hanno nessun orgasmo. Fingono. Le donne sono molto brave a farlo.”
Va bene, adesso basta.

Camilla cancellò il profilo, disinstallò l’applicazione.
Si era persa la poesia, si era persa la percezione del reale, si era perso il Sentire, il corteggiamento non era contemplato, era considerato superfluo, ed altrettanto superfluo, se non addirittura fastidioso, pareva essere considerato l’impegno mentale da parte dei partecipanti .
Tutto questo per innalzare il numero di rapporti facili, per vincere non si sa quale coppa.
Camilla se l’era cercata?
Sì probabilmente se l’era cercata con quell’applicazione, ma in fondo aveva bisogno di investigare, perché in realtà la usavano in molti e aveva bisogno di capire come funzionasse il mondo intorno a lei.
Solo che lei aveva urgenza di vita vera, del pudore dato dalla presenza reale di una persona, del gioco e del sentimento.
Camilla durante quell’esperienza aveva riso tanto, un riso amaro che le faceva sentire vergogna per loro, che la lasciava allibita di fronte a quelle persone alla ricerca disperata di sensazioni che sarebbero rimaste superficiali, quasi un gesto meccanico per trovare un minimo di piacere solo fisico ed egoistico, in quel mondo sempre più privo di emozioni. Da quel giorno Camilla non osò più lamentarsi per la sua situazione di solitudine.
Ne godeva, consapevole di conoscere una parte del mondo che a quanto pare era rimasta sconosciuta a molti altri. Sarebbe arrivato il suo momento, sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe trovato qualcuno di vero, qualcuno per cui valeva davvero la pena, nel frattempo avrebbe preferito la solitudine a qualsiasi altro surrogato mal costruito.
Ecco qual era l’amore ai tempi di Lindel.
Camilla per la sua vita sognava tutt’altro. In un mondo in cui il lato positivo consisteva nell’avere una libertà spropositata, per Camilla fare la differenza era proprio questo: saper scegliere.

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31 commenti »

  1. Orsola,

    hai affrontato con leggerezza ed agrodolce ironia l’effetto collaterale connaturato all’era dei Social: il rischio di annientamento dei rapporti umani.

    Sorrido ricordando la stizza di un amico che una sera, corteggiata per ore una gentil donzella, si risentì da matti e gettó tutto alle ortiche quando lei decise di premiarlo con il contatto Facebook, anziché con il numero di cellulare.

    “In che mondo vivi? Riprenditi!”, l’apostrofó.

    Un uomo di altro stampo rispetto ai lupi da rete dagli addominali scolpiti ed i volti ignoti in cui si imbatte la povera Camilla.

    Spero che un giorno tocchi un maschio di altri tempi anche a lei!

    Complimenti 🙂

  2. Ciao Lorenzo,

    quindi hai un grande amico e anche un grande uomo per resistere alle usanze di questi tempi 🙂

    Come tutte le cose credo che i Social abbiano il loro lato positivo e negativo, ma non dovrebbero mai sostituire l’umanità e la vita reale delle persone che è costituita da tutt’altro… significa “Saper scegliere” appunto.

    Ti ringrazio tanto per il commento, fa davvero piacere sentirselo dire.

    Orsola

  3. Non si può correggere i commenti quindi mi correggo qua: “quindi hai un grande amico ed è anche un grande uomo per resistere alle usanze si questi tempi”

    Preferivo l commento modificabile. 🙂

    Grazie, Lorenzo.

    Orsola

  4. Bello, mi piace molto il tema di questo racconto, è attuale, è uno sguardo al mondo di oggi. La vita virtuale, può creare illusioni e alimentare sogni, ma è quella reale che devi affrontare subito dopo. Brava, brava!

  5. Esatto Orsola,

    un grandissimo amico ed un grandissimo uomo, che, suo malgrado, è rimasto single.

    Gli consiglierò Lindel :-).

  6. Un racconto contemporaneo, leggero e scorrevole. L’ho letto con piacere.

  7. Un racconto scritto con ironia e leggerezza, ma assolutamente non banale.
    Un interessante specchio della nostra contemporaneità e di come, molto spesso,si vivono le relazioni interpersonali!

  8. Lindel… Che paura! Secondo me correttamente, Camilla sceglie di “vivere”, nonostante sia in un periodo buio, e rifiuta di accettare surrogati. Tema molto attuale e lettura stimolante.

  9. Una buonissima proprietà di linguaggio, ironia, intelligenza ma anche la voglia di denunciare un grande male del nostro tempo… forse c’è un motivo se si chiama rete, forse è perché c’è il rischio che vi si rimanga imbrigliati per sempre. Il personaggio di Camilla mi sembra ottimamente caratterizzato, ha una personalità definita che la rende familiare come una vecchia amica… Brava davvero. Se ti va di dargli un’occhiata ho scritto anche un racconto per bambini “Eghus”. Ciao

  10. Grazie tutti! E’ davvero bello ed emozionante leggere i vostri commenti 🙂

  11. Brava Orsola, con coraggio riecheggi il titolo del romanzo di Garcìa Màrquez e metti il dito in una piaga attuale!!!

  12. Questo è un racconto che dovrebbero leggere davvero tutti,quanta verità in questo tuo racconto tra l’altro scritto molto bene.In bocca al lupo 😉

  13. Ironico e attualissimo. Mi è piaciuto. Complimenti. Se ti va, passa sulla mia pagina. Ciao.

  14. Grazie mille Davvero!!! Crepi il lupo!!! 🙂

  15. Brava, ho letto con piacere questo racconto. Ben scritto, ironico quanto basta a far comprendere che le chat, considerate spesso la massima espressione della libertà comunicativa sono, al contrario, l’ultima gabbia in cui ci si rinchiude con la propria solitudine. Complimenti

  16. Grazie davvero Ottavio!!! Il senso del racconto era proprio quello di ridimensionare l’utilità dei Social, ormai sono diventati importanti per stare al passo con i tempi ma non devono mai entrare in cose davvero importanti della vita, se non in maniera secondaria! Grazie! 🙂

  17. Complimenti Orsola, hai raccontato una storia originale con una buona qualità di linguaggio e sei stata anche molto espressiva. Hai gettato una luce impietosa sugli effetti collaterali dei social, che francamente inquietano un po’, però lo fai con una leggerezza e una chiarezza invidiabili risultando al tempo stesso spontanea e simpatica. Brava!

  18. Brava Orsola, e grazie del commento al mio racconto. Non mi sono mai iscritto a Fb o simili, Camilla ha tutta la mia solidarietà. anche se mi chiedo: dovrei sperimentare come lei? Certo che se lo stimolo a sperimentare è il fatto che tutti lo fanno proprio non mi basta. Riguardo le “dimensioni” e l’arte di fingere ci hai proprio azzeccato, Brava.

  19. Grazie mille Patrizia per questo bel commento! 🙂

  20. E’ un bel racconto, scritto in modo fresco e dinamico. Sembra leggero ma ha, in realtà, il suo spessore e, soprattutto, e’ rassicurante perché inizia con più di un problema ( “… Camilla non sapeva come rialzarsi…”….” aveva un lavoro precario da diversi anni…”…” …non aveva un ragazzo…”…) e si conclude con una soluzione per tutto: ” saper scegliere! “.Grande Orsola!

  21. Ho letto con piacere il tuo racconto! Il tema del virtuale è vastissimo…ognuno potrebbe portare esperienze diverse. Diciamo che il nascondersi dietro ad uno schermo facilita il manifestarsi dell’idiozia (in qualunque forma) ma capita, a volte, di trovare amicizie e amori importanti. Penso che oggi sembra la strada più semplice ma in realtà forse è quella più complessa, perché il linguaggio del corpo, la comunicazione verbale e non verbale rimarranno sempre gli strumenti più potenti a disposizione! Questo aspetto emerge con semplicità e ironia dal tuo racconto, quindi complimenti!

  22. Personalmente non amo l’archetipo della protagonista femminile che beve tisane sotto le coperte mentre legge un libro. Lo trovo inflazionato. Però in questo caso calza sul personaggio di Camilla, la quale, è proprio il caso di dirlo, soffre, di solitudine. La sua depressione mi sembra infatti legata al vuoto del rapporto con gli altri. Mi ha colpito quindi che la sua esperienza con Lindel non l’abbia affossata ancora di più ma anzi le abbia fatto trovare identità. Camilla si confronta con una parte rilevante e squallida del mondo, e ritrova sé stessa grazie alla brutta esperienza, che dunque assume un valore salvifico. Trovo quindi che il tuo racconto sia attuale non solo nel senso di contemporaneo.

  23. Grazie mille Gloria per il commento! 🙂

  24. Ciao Silvia,
    ovviamente questo è un lato della medaglia dei Social e non per tutti deve essere uguale… i risultati delle esperienze con le chat possono essere molteplici, il fatto che le persone non abbiano più pudori o filtri dietro ad uno schermo invece lo trovo preoccupante, anche per le parole che possono essere scritte senza montarci dietro un minimo di pensiero… I Social possono aiutarci a conoscere mondi e persone che non conosciamo, io su questo non discuto, bisogna però usarli nel modo giusto appunto… saper scegliere.

  25. Ciao Maurizio,
    ci avrei giurato che la figura femminile con la tisana e il libro non ti avrebbe aggradato visti i tuoi toni Bukowskiani…(continuo a pensare che sei l’originale Maurizio Minetto, più che Bukowski) 😀
    Non sai invece quante figure inflazionate di donne a quel modo esistano… me compresa volendo… amo stare sotto la coperta con la tisana e il libro! 😀
    L’esperienza di Lindel è salvifica perché nonostante i disagi e le libertà della vita di oggi, possiamo sempre scegliere ciò che si vuole, basta conoscerlo e quella credo che sia la cosa più importante. La depressione più che una situazione patologica, è una fase della vita che credo tutti abbiano passato e poterla superare per negazione e decidendo quello che NON si vuole sia un’ottima soluzione.
    Grazie mille per il commento!!!

    Grazie anche a te Silvia! (mi sono scordata di scriverlo sul commento precedente)

    In realtà ringrazio tutti davvero per aver perso del tempo a leggere il mio racconto e averlo commentato.
    In questo concorso più che la vittoria, trovo interessante questo scambio di opinioni e critiche fra lettori e scrittori, sto imparando tantissimo!

    Grazie ancora!

  26. Ciao Alessio,
    Scusa mi ero persa il tuo commento!
    Io credo che per apprezzare o disprezzare le cose bisogna conoscerle… pensa che mi sono ritrovata a leggere un libro di Fabio Volo o a mangiare la trippa, per sostenere questa mia ipotesi… quindi l’idea del “tutti lo fanno” è anche questa, credo che bisogna capire che cosa attiri le persone nel mondo, per riuscire a capire la vita…. dopo di che si può scegliere per un no o per un sì, secondo noi almeno, perché di giusto o sbagliato in maniera assoluta, credo che che esistano davvero poche cose… Quindi alla tua domanda ti rispondo: sì, certo che dovresti sperimentare… magari tu ci trovi un lato bellissimo, o ci conosci persone interessantissime… credo che nella vita ci sia poco di davvero prevedibile.
    Camilla ha fatto bene a sperimentare Lindel in fondo le ha dato delle risposte… “non tutto il male vien per nuocere”, per quanto trovi odioso questo modo di dire, ci trovo una verità di fondo.

    Grazie mille anche a te Alessio!

  27. Ci sono mondi che non si conoscono, e poi ci sono racconti come questi che te li presentano, e allora leggendoli se ne prende conoscenza ma soprattutto coscienza, perché magari non sappiamo mai chi siamo veramente né cosa vogliamo fino in fondo, ma per certo impariamo a sapere cosa non vogliamo e chi non volgiamo essere. Storia interessante e divertente. Grazie Orsola!

  28. Vado a installare lindel perchè mi manca 😀
    Lettura leggera ma assolutamente non superficiale ; c’e’ molto tra le righe.
    Brava, mi è piaciuto assai!

  29. Grazie Liè e grazie anche a te Carla! Grazie davvero!

    Orsola

  30. Ho letto il tuo racconto, complimenti! Hai affrontato un argomento molto attuale con leggiadria. Potevi rischiare di cadere nel già visto e nello scontato. Hai avuto coraggio e nei sei uscita benissimo. Brava!

  31. Grazie Maria Grazia! Grazie mille per il bel commento!

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