Premio Racconti nella Rete 2016 “La Croisette” di Luisa M.C. Sala
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016La Croisette? Proprio quella “Croisette”? Quella strada tanto affollata, tanto conosciuta, tanto spregiudicata? Quella strada affiancata dal mare più blu del mondo? Quella Croisette?
“Esattamente quella, anche perché altre con lo stesso nome, non ne conosco e se esistono, non sono certo la Croisette di Cannes: la via scaccia malinconie, la strada più intensamente citrina del pianeta, la via dove pare che tutto sia possibile”.
“Dai, raccontami”.
“Non aspettavo altro, ahahah!, il solo nominarla mette in moto alchimia benefica ed è come se attingessi ad una fonte inesauribile ed inspiegabile per ricevere energia. Sai, c’è chi si immerge nello sport, chi medita, chi si isola, chi si butta nel lavoro, chi si butta via… Io penso alla Croisette…”
La Croisette è fata, maga, strega, è persino una casa, uno studio, un bar. Ci si arriva sopra e la pigrizia si volatilizza. Ne esistono parecchi di percorsi anti-nostalgia in giro per il mondo, ma sulla Croisette vien voglia di sorridere. La Croisette infonde all’ozio dei connotati prepotentemente stravaganti, è non convenzional, è seduttrice, scapestrata, monella, indomabile. Ci cammini sopra e sparisce la certezza che la vita sia noia. Niente lacrime di coccodrillo li. Vittimismo off-limits . Le sole lacrime sono quelle pulisci-pupille. Si tratta di una striscia d’asfalto: ma che asfalto! Impossibile sottrarsi al suo fascino. Chiunque la accarezza si sente stranamente lievitare. La Croisette ridimensiona tutte le convenzioni banali e scontate. Non è solo questione di brio o della necessità godereccia di spassarsela, è qualcosa di più magnetico che va a richiamare l’attenzione del senso più nascosto e profondo della libertà. In nessun altro luogo i vecchi si mescolano ai giovani, i belli ai brutti, i deboli ai forti. La Croisette marchia l’animo. Marchia ma non imprigiona. La si conosce e nulla è più come prima perché sopra di lei è possibile trovare l’impensabile. Non è imperatrice, è lei così come è, si lascia avvicinare , offre il disincanto. Se le porgi una mela rossa, lei la accetta, la mordicchia lasciandosi colare il sughetto. Non teme i veleni. Ha tutti gli antidoti. Non si offende, non si arrabbia. Se si è stanchi concede riposo. Il suo giardino d’inverno, con quelle sedie azzurre, incorona pensieri per poi sbriciolarli, giusto il tempo di godersi, l’aria, il mare, il mondo che passa. Sedie azzurre, come zattere, per riposare i piedi e per decidere cosa fare dopo. Si levano gli occhi al cielo e si sorride e non si vede altro che panna fresca anche selo per un minuto. È entusiasmante prendersela comoda, guardarsi intorno, fermarsi a leggere un menù fra i tanti e scoprire che fra i nomi dei cibi esistono alcune righe dedicate ad una dolcissima storia d’amore di un periodo lontano che diede nome ad un localino. Un luogo dedicato ad una passione: che meraviglia! Chi passeggia lungo la Croisette ha dentro sè una storia da raccontare. Niente è banale. Tutto è toccato da unicità. Non c’è spazio per perbenismo stantio. Verrà da domandarsi da dove sbuchi quella certa persona un poco fuori dagli schemi.
e…guarda quel tipo!
Ciò che conta, sulla Croisette, è essere se stessi. Non importa che attività uno svolga; è bello esserci anche per ciò che mai nessuno ha visto e che magari non potrà mai essere comprovato, ma che importa! Uno straordinario susseguirsi di paradossi, di surrealismo che invece è verismo nella sua forma più lucida, perché tutti siamo follemente unici.Potrebbe accadere di camminare verso le nove, antimeridiane, per sentirsi un poco cosmopolita, e di notare un’auto impolverata, insudiciata, indicibile, fermarsi davanti un hotel di lusso, il Carlton o il Martinez, per intenderci. Da quell’ auto potrebbe scendere una cicciona spettinata o una magretta in tuta mimetica alla quale corrono incontro in tre o in quattro per accoglierla, per aprirle la portiera…chi sarà mai, da quale storia sbuca, da quale avventura?…fa quel che più le piace: non è questione di forma. Si tratta di sostanza. Sulla Croisette convivono sia sostanza sia forma, ma i formalisti doc sono sgamati immediatamente li.
Poi verso le cinque, post meridiane, sempre per la ragione delle anti meridiane, ci si può fermare ad ascoltare un musicista di strada che non si preoccupa di chi lo sta a sentire, e magari, intorno a quelle note si ferma una signore, caschetto argenteo-azzurrato, scarpe di vernice nera, abito giallo che in qualsiasi altro luogo sarebbe improponibile, età fra gli ottanta e i novanta. Si instaura una conversazione senza confini fra loro due, lei ed il musicista per intenderci, e si vorrebbe star nei paraggi per sentire cosa si dicono di tanto interessante…Ecco cosa accade sulla Croisette.
Può capitare di incontrare qualcuno che arrivando dal lato opposto, ci fissi, ci sorrida, ci passi a pochi millimetri e poi tiri dritto per la sua strada. Poi, per languori o, si raggiunge un bistrot, si legge il menù ( un’altra volta ahahah! Ma ora non ci sono avventure di passioni amorose, stavolta solo cibo). Si guarda attraverso la vetrata per capire se c’è posto o forse…perché si è rapiti da una scenetta, all’interno, che merita attenzione: una deliziosa signora che si lascia togliere il cappottino damascato da un curioso cameriere dagli occhi lucidi e seducenti… Altro volo di fantasia. Inchinato, senza reverenza, la fa accomodare. Da come si guardano, c’è qualcosa fra loro o ci sarà o forse no. Allora si entra, si prende posto, ci si incuriosisce. Non si voleva mangiare lì ma è capitato. Movimenti inusuali altrove. Facilità di entusiasmo invece. Capacità di lasciarsi andare alla vita attraversando linee trasversali invisibili. Lasciarsi sedurre . Invocare sogni allegri, vivacità, perché la vita non è necessariamente sacrificio…è buttare in aria le carte del destino, è cercare, cercare, cercare. È arrivare a dirsi”ho voglia che passi la notte per svegliarmi domani!”
Non capita spesso di sentire frasi simili.
L’audacia e l’incoscienza benevole esistono, basta chiamarle. Capitiamo sulla Croisette, di quando in quando, per quel che ne so, non è necessario essere milionari…sembrerà di rotolare leggeri nell’acqua. Verrà voglia di non piangerci addosso.
Godiamoci questa vita, sembra dire la Croisette. Brindiamo ogni tanto, spolveriamo dignità, cerchiamo la Croisette dentro noi, quando non è possibile camminarci sopra.
“ehi ehi, fermati, ti stai allargando”.
“Cosa dici? Non ci deve essere misura limitante nei sogni…dai dormi ora!”.
“Notte”.
“Notte a te”.
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La Croisette ti cambia la vita, la Croisette è la vita. Mi sono seduto su una di quelle sedie azzurre e, con il profumo del mare nelle narici, ho visto passare tutta questa festosa e colorata umanità che descrivi. Mi è piaciuto, complimenti
Grazie ! per aver letto questo testo. Scrivendo che “la Croisette è vita” hai fatto in modo che l’esperimento riuscisse. Era proprio mia intenzione aprire una finestra su quella porzione di realtà che procura spesso fastidio. Unicità ed entusiasmo possono smagnetizzare l’esagerato monopolio del dolore nel mondo artistico. Mi piace spaziare fra i contenuti!
Accipicchia! Ti è proprio piaciuta questa Croisette! Trasmetti entusiasmo ed euforia ad ogni riga.. brava!