Premio Racconti nella Rete 2016 “Le trecce di Alida” di Noemi Lamberti (sezione racconti per bambini )
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016Vi era nel mondo delle fate, una fatina nata da poco che ancora non aveva scoperto quale fosse il suo talento. Nell’attesa di capire quale fosse il suo dono, faceva da apprendista alla fata dei dentini e alla fata dei sogni. Con loro viaggiava per molte stelle, alla volta del mondo abitato dai bambini. Si recavano li dove c’era bisogno di loro, se un bambino piangeva nella notte per un brutto sogno, la fatina dei sogni appoggiava una copertina stellata sulla sua fronte, la calda e luminosa copertina catturava l’incubo che veniva rinchiuso in un sacco e spedito nel mondo delle fate, esse lavorandolo per bene, lo trasformavano in nuove stelle per nuove copertine. Chiudere gli incubi nei sacchi, era compito della fatina apprendista. Ogni qualvolta invece ,un bambino perdeva un dentino e lo nascondeva sotto il cuscino, durante la notte sarebbe apparsa la fatina dei dentini che avrebbe preso il dentino regalando una monetina. Tutti quei dentini sarebbero finiti nel campo delle fate, loro li avrebbero piantati uno per uno e allo spuntar del germoglio sarebbe spuntato anche il nuovo dentino. Trasportare i dentini durante la notte e scavar le buche per piantarli era compito della fatina apprendista. Certo per una fatina apprendista le giornate trascorrevano noiose, non era poi cosi felice di svolgere dei compiti tanto inutili ma ben presto la sua piccola vita sarebbe cambiata grazie ad una bambina straordinaria. Alida, aveva otto anni e quel giorno avrebbe perso il suo primo dentino, se lo sentiva sarebbe accaduto prima che si fosse fatto buio, lo muoveva avanti e in dietro con la lingua fino a che, Tac! Il dentino si staccò e lei sorrise di un sorriso di cui solo i bambini sanno sorridere. <<E’ davvero un bellissimo dentino>> esclamò la sua mamma << stasera riceverai visite mia piccola Alida, una visita fatata, sentirai solo il profumo della sua presenza perché non si lascerà vedere tesoro>> Alida sorrise di nuovo e mai come quel giorno attese tanto che il sole facesse posto alla luna e alle stelle per tingere la notte. Quella sera Alida indossò il cappellino per le occasioni importanti, era un regalo di mamma e papà, un cappellino con ai lati delle lunghe trecce color cioccolato che si intonavano ai suoi gioiosi occhi. Si addormentò in un solo battito di ciglia, nella stanza risuonava leggero solo il suono armonioso del suo respiro e quello di sua madre che dormiva accanto a lei. Dopo poche ore nella stanza apparve la fata dei dentini con la sua assistente, si avvicinarono al cuscino, la fata dei dentini scambio il dentino con una moneta , la piccola assistente lo conservò in un minuscolo sacco << andiamo >> disse la fata dei dentini << si certo >> rispose la piccola apprendista. Il suo era un tono distratto, si guardava intorno, quella stanza illuminata da una lucina pallida le sembrava strana, tutti quei disegni attaccati al muro e quella bimba con un buffo cappellino. Volò verso la finestra voltandosi di continuò a guardare indietro e nemmeno si accorse che il sacchetto col dentino attaccato al cinturino del suo vestito si era impigliato al gancio della finestra, gettò un ultimo sguardo e si perse nel blu con la sua scia luminosa di polvere fatata. Per un tratto volò pensierosa poi sgranò gli occhi << il dentino!!! >> esclamò; la fata dei dentini si girò di colpo << quanto sei sbadata! Va subito a cercarlo e non tornare senza averlo ritrovato! >> La piccola apprendista chinò la testolina e tornò indietro ripercorrendo volando la strada che aveva fatto fino a li, guardò attentamente ovunque ma del dentino nessuna traccia finchè non si ritrovò di nuovo davanti alla finestra della piccola col cappello con le trecce. Era quasi mattino, entrò silenziosamente, la bimba dormiva ancora accanto alla sua mamma, cominciò a cercare il sacchetto. Guardò ovunque ma niente, non vi era traccia di quel sacchettino, sentì un rumore, volò di getto sotto il letto, la porta della stanza si aprì intravide due pantofole bianche << Buongiorno piccola Alida >> una voce femminile ruppe il silenzio. << Felice giorno a te Luisa, non vedevo l’ora che fosse mattino, sai, ieri ho messo il mio primo dentino sotto il cuscino, credi che sia venuta la fatina dei denti? >> disse euforica la piccola Alida. << E perché mai non sarebbe dovuta venire, sei una bimba tanto buona, dai forza al mio tre alziamo il cuscino … uno, due, tre! La bambina sgranò gli occhietti e cominciò a ridere tanto da far ridere anche la signora Luisa e la fatina sotto il letto poi subito urlò << mamma guarda , guarda , una moneta, c’ è davvero una moneta sotto il mio cuscino >>. << Che bella moneta tesoro, bella quasi quanto il dentino che hai donato tu alla fatina. Ora sistemati che facciamo colazione >> e così dicendo uscì dalla camera insieme alla signora con le ciabatte bianche. La fatina pensò che fosse il momento buono per tentare una fuga dalla finestra, con o senza dentino e che magari sarebbe potuta tornare a cercarlo, quando si fosse fatto buio. Camminando lentamente usci da sotto il letto, la camera era molto luminosa, piena di disegni attaccati al muro, ritraevano grossi draghi e colorati castelli e poi spade affilate tra le mani di principesse dai lunghissimi capelli. Non sembrava affatto la cameretta di una bambina e non riusciva a capire che strana casa fosse mai quella. Continuando a guardarsi intorno vide il sacchetto col dentino impigliato al gancio della finestra << mamma fata! >> esclamò e volò silenziosamente verso la finestra. << Per colpa tua stavo per trovarmi in un gran bel guaio! >> Con una certa fretta controllò nel sacchetto che il dentino ci fosse << bene caro il mio dentino, possiamo andare e stavolta farò un nodo in più, così non farai scherzi! >> Mentre continuava a chiacchierare tra se e se, la porta della stanza si riaprì, la mamma di Alida faceva ritorno con la colazione, la poggiò sul letto accanto alla bambina che stava fantasticando con la sua monetina. Alida si sistemò nel lettino mise il vassoio sulle gambe e si sfilò il cappello con le trecce che aveva indossato per la notte, la fatina restò li a guardare, sotto il cappellino , si nascondeva una testolina, completamente priva di capelli. Si voltò, fece per volar via ma tornò indietro, sentiva che qualcosa di magico sarebbe accaduto in quel posto strano. Attese che la mamma della piccola uscisse, ormai dentro di se, si era accesa la lucina della curiosità e mai era accaduto fino a quel giorno, che qualcosa o qualcuno rapisse la sua attenzione. Così si ricordò delle parole della Saggia Signora delle fate << quando qualcosa risveglierà la vostra curiosità, allora, quel qualcosa, nel bene o nel male, cambierà il vostro destino. >> Trovò il coraggio e volò verso la piccola, si appoggiò proprio sul suo nasino, Alida incrociò gli occhi e mise bene a fuoco, poi si strofinò subito il naso esclamando << che strano insetto sei tu! >> allora la fata volò sulla sua mano e si sedette sul suo indice, aspettò che la bimba si portasse la mano verso gli occhi affinchè scoprisse, che l’insetto che le ronzava intorno fosse in realtà una fata. << Tu sei una fata!!! >> incredula Alida si rivolse alla minuscola donnina luminosa << sei la fatina dei dentini? >> domandò. La fatina allora si avvicinò alle orecchie della piccina e spolverò un po’ di polvere di fata cosi che potesse capire la sua lingua, fece un piccolo inchino e disse << ciao piccola, io non sono la fata dei dentini ma una semplice aiutante, raccolgo i dentini per la fata dei denti e trasporto le copertine della fatina dei sogni, non ho ancora un nome perché non ho trovato ancora il mio dono magico.>> <<Oh, deve essere tremendo non avere un nome? Io mi chiamo Alida, mia mamma dice, che vuol dire “nobile guerriera”. Come mai sei qui? Il mio dentino è stato già scambiato con una monetina. >> La fata allora raccontò quanto era accaduto, che aveva perduto il dentino durante la notte e che era dovuta tornare in dietro per cercarlo, ma una volta trovato non era riuscita ad andar via, perché troppo incuriosita da quella cameretta, un po’ diversa da quelle che aveva visto fin ora e ancor di più dalla bimba, con lo strano cappellino con le trecce. Non raccontò però alla piccola di quanta tristezza avesse provato il suo piccolo cuore, scoprendo la testa nuda sotto il buffo cappellino . Alida rise ancora poi disse << ma questa non è casa mia, questa è una camera di un ospedale.>> La fatina grattandosi la testolina fece intendere di non aver capito, Alida allora spiegò << gli ospedali sono delle enormi case, con tantissime stanze che servono ad ospitare sia grandi che piccoli quando si fanno la bua, voi fatine vi fate mai la bua? Come fate per guarire se vi accade qualcosa?>> La fatina spiegò che raramente accadeva nel suo mondo che una fata si facesse la bua, in tal caso le fate curatrici con il loro dono le avrebbero subito guarite. << E’ una cosa fantastica !>> esclamò Alida << qui è tutto un po’ più complicato, per guarire, i dottori, che somigliano un po’ alle vostre fate curatrici ci danno delle medicine che sembrano un po’, delle pozioni magiche, a volte ci vuole un po’ di tempo per trovare la pozione giusta e allora bisogna provarne tante, qualcuna è disgustosa, qualcun’altra ha un buon sapore, certe un orribile odore e molte ti fanno venire anche il mal di pancia, ma senza pozione ,ahimè, certe bue proprio non passano!>>
Ora era tutto chiaro alla piccola fatina, aveva scoperto dove si trovava , le restava di capire, che tipo di bua, avesse la piccola Alida. Mentre osservava i disegni della bimba attaccati alle pareti domandò << E precisamente ,che tipo di bua ti sei fatta per stare qui? >> Alida accennando un sorriso, rispose dicendo << vedi fatina la mia bua, ha un nome che se la pronunci fa più paura di un drago sputa fuoco, un tirannosauro feroce e uno squalo affamato messi insieme. Sono anni che lotto contro questo terribile mostro, che ha la forza di mille leoni ed è velenoso più di centomila serpenti, ho preso tante pozioni magiche fino ad ora per sconfiggerlo, ma lui è sempre lì, in agguato, sembra un corvo impaziente, con i suoi lunghi e lisci capelli neri, coperto sempre dal cappello a punta lunga, chiuso nel suo impermeabile lungo e nero.>> La fata terrorizzata da quel racconto domandò << ma non esiste una pozione magica tanto forte da mandarlo via per sempre questo brutto mostro? >> << Sono qui per questo piccola amica mia per prendere di nuovo la pozione magica super potente, è così potente che ogni volta che la prendo, mi vien un gran mal di pancia e perdo tutti i capelli, così lui credendo di avermi sconfitta prende tutti i capelli e scappa, ma torna dopo un po’ di tempo a controllare. E’ scaltro come una volpe sai!>> concluse, la bimba fantastica, che aveva fatto di un mostro, una avventurosa storia da raccontare. La fata sospirò << ma tu non hai paura di questo mostro Alida? >> << Certo che si, tutti abbiamo paura dei mostri spaventosi, ma la paura ti fa tirare fuori il coraggio ed io sono Alida, la coraggiosa principessa guerriera. Vieni ti mostro una cosa >> disse mostrandole i suoi disegni << Un giorno, dissi alla mamma che avevo tanta paura e allora insieme disegnammo una principessa che difendeva il suo castello, da un enorme gigantesco mostro. La mamma disegnò tra le sue mani una bellissima spada incandescente e mi disse che la pozione magica che la principessa prendeva per diventare più forte non sarebbe servita a nulla senza quella spada. E’ una spada magica, mamma la chiama spada della speranza , è più la stringi forte, più diventa luminosa e potente e il suo potere cresce e si nutre, di meravigliosa speranza. >> La fatina allora chiese << E dove si può prendere questa magica speranza, di cosa mai è fatta? >> << La trovi in fondo al cuore fatina, non la puoi vedere, ne toccare è fatta di aria, di luce, di pensieri felici, di gioia, di pace, è come un lampioncino in una strada buia, o una buca d’acqua nel deserto, è una vocina sottile che ti dice, non ti fermare, che il viaggio è lungo ma troverai un tesoro in fondo al cammino. Riesci a capire?>> << Sembra una cosa difficile Alida >> << Brava fatina sembra … sembra ma non lo è, immagina un cielo grigio e nero, gonfio di nuvole buie, pronte a scagliare fulmini e saette …. ora guarda bene, lo riesci a vedere quell’arcobaleno? ….. quella e’ la speranza! La boccuccia minuscola della fata diede finalmente il suo primo sorriso << finalmente un sorriso piccola amica tanto lo so che sei triste per via dei miei capelli vedrai cresceranno e quando avrò vinto il mostro e tirerò via l’elmetto della mia armatura in segno di vittoria cadranno giù due bellissime trecce da far invidia anche a Raperonzolo!>> Risero come matte, poi Alida chiese alla fatina di andare, le pozioni magiche l’avrebbero indebolita e non avrebbe potuto giocare con lei, ma la pregò di ritornare tra qualche tempo << Spero che al tuo ritorno tu abbia un nome >>. << lo spero anche io!>> spari nel cielo, il suo volo era lento, forse perché pensierosa o forse era solo più pesante, perché portava con se un emozione in più nel cuore. Passarono molti giorni, e finalmente Alida vide la fata tornare << ciao piccola guerriera, come stai? Sai ho piantato personalmente il tuo dentino nel campo delle fate, vedrai che presto o tardi, ti spunterà un bel dentone nuovo>>. << Grazie mille mia piccola amica. Allora mi dici adesso il tuo nome? Hai trovato il tuo dono vero?>> << Ehm …. Si, diciamo che ci sono vicina ,ci sto lavorando, voglio essere sicura che mi piaccia davvero>> La bambina sorrise, in quell’istante la porta si aprì, la fatina volò veloce sotto il letto, l’infermiera Luisa entrando disse << Vieni Alida il dottore vuole visitarti, la mamma è già li che ti aspetta. >> << Si, arrivo! >> chinò la testa sotto al letto e disse << torno subito, intanto tu pensa a un nome >> strizzò l’occhietto in segno di complicità ed uscì. Pensò e ripensò, aveva poco tempo si girò intorno, guardò i disegni, i fogli sparpagliati sul tavolo dei giochi, dei colori e una forbicina in un astuccio, dei puzzle, un secchiello di plastilina colorata … per un attimo le sembrò che la stanza le girasse intorno, si portò le mani al volto <<spero che tu guarisca e spero che i tuoi capelli ricrescano amica mia >> una lacrimuccia rigò il suo minuscolo viso, prese la forbicina nell’astuccio, tagliò di netto la sua lunga e sottile treccina e la poggiò sul cuscino di Alida e li seduta attese che ella tornasse. Pochi minuti dopo la bimba tornò in camera,con gran stupore scoprì la treccina sul cuscino <<Oh fatina! cosa hai fatto ai tuoi capelli? >> << Sono i tuoi ora>> rispose la fata, prese un pezzetto di plastilina e sistemò bene la treccina in testa alla bambina << avrei voluto poterti dire al tuo ritorno, poggia la testa sul cuscino Alida, sono la fata dei capelli e quando la rialzerai saranno cresciuti, lunghi e belli, ma tu mi hai insegnato che la magia non sempre può bastare, e questo è tutto quello che ti posso donare.>> << Sono i capelli più belli che io abbia mai avuto>> rispose la guerriera che sorrideva sempre, in un lampo uscì fuori dalla stanza, per mostrare a tutti la sua bellissima ciocca di capelli. Quella notte dormì serena Alida, accanto a se aveva la sua fata. Al mattino Luisa entrò in camera, in mano aveva una scatola la diede alla bambina che con immensa gioia scopri decine di ciocche di capelli, tutti li dentro colpiti dal nobile gesto, donarono una ciocca alla piccola. La fatina le sistemò ad una ad una con la plastilina colorata, la testolina di Alida ora somigliava a quell’arcobaleno nel cielo grigio e nero. << Puoi chiamarmi fata dei capelli ora >> disse ridendo la fata << non mi permetterei mai, di prendere in giro la Fata della Speranza. >>
Volò via la Fata della Speranza, di stella in stella, volava, lì, dove c’era bisogno di lei, si posava sul cuore di chi aveva perso la Speranza facendo germogliare un fiore del colore dell’ arcobaleno, ma non dimenticò mai durante tutti i suoi viaggi la piccola Alida, la bimba guerriera che sconfisse il mostro, e levato l’elmetto al cielo in segno di vittoria mostrò due lunghe trecce color cioccolato che si intonavano con i suoi gioiosi occhi.
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Che dire? Bellissima favola e come tale non poteva mancare il lieto fine. La speranza è che ci siano tante fatine buone per aiutare tutti i bimbi guerrieri del mondo. Brava Noemi, brava Fata della Speranza!
Grazie di cuore Aurora sono contenta che ti sia piaciuta questa favola un po particolare, i bambini sono la magia di questo mondo ci insegnano ad avere coraggio, a lottare a non perdere Speranza e soprattutto a sorridere anche in situazioni difficili.
Adoro i racconti per bambini. Questo è avvincente, scritto bene. Già li vedo i piccoli lettori entusiasti della tua storia. Le fate sono una carezza per i bimbi, quella della Speranza un viatico per sognare.
Uh! Ho ritrovato la mia Fatina dei dentini, solo che a me dicevano fosse un Topino! Ma questo non ha importanza, perché nel regno dei bambini ciò che conta è la magia!
Ciao Noemi, ti invito a leggere il mio racconto!
Cara Vincenza grazie per averlo letto, sono felie che ti sia piaciuto anche io spero che arrivi ai piccoli lettori ma anche a i grandi che molto spesso dimenticano,quanto siano grandi insegnanti di vita le favole. Leggerò volentieri il tuo racconto mi scrivi il titolo?
Che dire, proprio una bella fiaba da raccontare ai bambini quando ti fanno domande alle quali non riesci a dare risposte. Quando ti chiedono perché quella signora ha la parrucca, o come mai il loro amichetto di scuola è in ospedale da un po’, puoi leggere loro ” Le trecce di Alida” . Complimenti
Delicata come le favole di un tempo,
vera come il Mostro che affligge i tempi moderni.
Solo un animo gentile può trattare di un tema così delicato non sconfinando nell’emozione dell’angoscia.
Che tutti i bambini possano leggere le tue parole cara Noemi, affinché possano sentire che quel luogo sicuro, chiamato speranza, esiste davvero.
Complimenti sinceri!
Caro Ottavio sono felicissima che ti sia piaciuta e che abbia catturato la tua attenzione.E’ proprio come dici tu,viviamo in un mondo dove purtroppo i bambini fanno domande difficili a cui rispondere,ma le fiabe possono tutto con la loro smisurata magia. Dopo aver donato i miei capelli è nata “Le trecce di Alida” la sua prima lettrice è stata mia figlia Sarah 7 anni.
Hai racchiuso in poche righe tutta l’essenza del mio racconto cara Sara,e il tuo augurio mi ha abbracciato il cuore.Ti ringrazio
Brava Noemi! Sei riuscita ad affrontare un tema attuale e difficile con leggerezza e frizzante fantasia. Poche descrizioni, discorsi chiari e netti e l’immancabile lieto fine che allarga sempre un sorriso sui volti… Si, penso che il tuo sia proprio un racconto scritto e pensato per i più piccoli, dove insieme al piacere della lettura scorrevole, i bambini entrano in contatto con un messaggio profondo e importante. L’unica critica che ti posso fare ( e qui le critiche sono esclusivamente costruttive ) è che lo trovo un pochino lungo. Complimenti.
Patrizia innanzitutto ti ringrazio mille per averlo letto,riguardo alla critica sono felice anche di quella e la accetto volentieri,la lunghezza purtroppo è strettamente legata al tema trattato,credo che non sarei riuscita ad esprimerlo in spazi più ristretti. Ancora mille grazie.
Cara Noemi , appena visto il tuo commento sul mio racconto sono venuta subito qui a leggere , credevo parlassi anche tu di fibromialgia e non ero pronta a provare ciò che ho provato .
Adoro le favole per bambini ho sempre trovato insegnassero più ai grandi che ai piccoli, perciò ho iniziato la lettura a cuor leggero , mi sono immedesimata in questo mondo parallelo ( che io creda esista davvero, forse perchè nonostante i miei 53 anni la bambina che è in me è sempre presente) Ho continuato la lettura incuriosita e piacevolmente sorpresa dalla tua scrittura fluida, professionale, impeccabile ma …hai avuto il potere magico di commuovermi così tanto che leggevo e piangevo , felice di questa emozione bella che mi regalavi. Così raro oggi commuoversi fin nel profondo , in modo bello, genuino, sano che quando trovo un’emozione così …piango e non me ne vergogno . Le lacrime ho sempre pensato siano l’acqua buona che lava l’anima . Sai l’ho riletto una seconda volta ad alta voce al mio compagno e … niente …l’emozione non è svanita , ho pianto un’altra volta , perciò grazie di avermi invitato a leggerti, mi hai fatto un bel regalo … Non aggiungo commenti sulla storia , non ce ne è di bisogno , aggiungo solo grazie e un grande in bocca al lupo per il concorso spero di leggere un giorno ai miei nipoti ( se arriveranno) il libro delle tue favole . una abbraccio d’affetto Giusy
Carissima Giusy vorrei scusarmi per aver confuso il termine “fibromialgia” con un altro simile.Detto ciò sono io che devo ringraziare te…non credevo di poter meritare un commento tanto bello e ricco di emozioni,sinceramente leggendolo mi son venute giù le gocce dell’acqua miracolosa che purifica l’anima di cui parli.Anche io come te credo nelle fate e in tutto ciò che riesce ancora a 33 anni suonati a stupirmi,infondo “credere” è uno dei primi verbi con cui sono cresciuta e il primo che ho insegnato alle mie figlia.Ora se mi permetti di entrare nel personale ti dico: saranno fortunati i tuoi nipoti ad avere te che “credi”ancora e son sicura che scriverai per loro una meravigliosa favola.Un forte abbraccio
Questa favola è stupenda! Mi è piaciuta moltissimo, e mi auguro vivamente che sia pubblicata. Sinora le storie più belle che ho letto sul sito sono tutte favole per bambini, probabilmente scritte da neo-mamme. Propongo di fare una raccolta solo di favole (mi sto dando la zappa sui piedi perché io non scrivo favole), i bambini gradiranno di certo!
Ti ringrazio Francesco 🙂 per averlo letto e soprattutto ti ringrazio di cuore per l’augurio.
Allora facciamo così ..io gli leggerò le tue e tu …le mie …<3
Affare fatto :* baci Giusy
Una favola coraggiosa, capace di regalare qualche sorriso e parecchie lacrime… Molto, molto brava. A volte dimentichiamo che alle persone malate serve forza e speranza (specie ai bambini). Il paradosso è che non è raro che siano loro a darle a noi…. Gibert Keith Chesterton una volta scrisse “Le fiabe non insegnano ai bambini che i Draghi esistono, perché questo loro lo sanno già, le fiabe insegnano ai bambini che i draghi possono essere sconfitti”… magari con l’aiuto di una piccola fata calva… In bocca al lupo per il concorso Noemi! E complimenti davvero.
Grazie di cuore Luigi, per averla letta e soprattutto per avermi donato, un tanto generoso commento.Conosco bene questa splendido pensiero di Chesterton,e lo condivido pienamente.Ti ringrazio ancora e ti rinnovo i complimenti per il tuo splendido racconto
Ciao Noemi, sono riuscita a leggerlo. Mi ha davvero commosso, hai trattato un tema molto delicato e sei riuscita a trasmettere un messaggio di speranza, quella che serve davvero a tutti, grandi e piccoli. In bocca al lupo!
Ti ringrazio tanto Alessandra e sono felicissima che ti sia piaciuta.
Bravissima Noemi! Be’ a proposito dei venditori di emozioni… qui me ne hai dato proprio tante! Tema delicatissimo, messaggio di speranza e racconto commovente! Bravissima! Spero che questo racconto passi, te lo meriteristi davvero!
Stefania ti ringrazio di cuore, credo non sia stato semplice per te leggerlo dopo quello che hai raccontato della tua vita,sono felicissima che ti sia piaciuta e rinnovo il mio in bocca per il tuo racconto.Un abbraccio
Cara Noemi, ho riletto il tuo racconto. Come tutte le cose di altissima qualità (un film, un pezzo musicale, un racconto appunto) ogni volta che le rivedi, le riascolti o le rileggi, le trovi sempre più belle. Un grande in bocca al lupo
Una favola moderna con un sapore antico. Come un mobile di valore, dal design contemporaneo, ma creato da sapienti mani artigiane come un tempo. Scritta bene. Bella favola. Ho risposto al tuo commento al mio racconto. Non sono stato chiaro e mi hanno bacchettate. Ho postato una precisazione. Sarò sincero: credo che scrivere per i bambini sia la forma di scrittura più difficile che ci sia, ragion per cui io non oso cimentarmi. Tu hai avuto coraggio e ci sei riuscita bene. E il tuo modo di scrivere, come si addice alla letteratura per bambini, nasconde una tecnica e una cura dei dettagli sopraffine.
Ottavio caro sei davvero gentile,e ora che ho capito che siamo baciati tutti e due dallo stesso sole( quello del sud) non posso che fare doppiamente il tifo per te 😉 Baci e un grande in bocca al lupo anche a te.
Ciao Costantino ti ringrazio per il tuo commento ,so che è un commento sincero e ti ringrazio per ogni singola parola .Nell’ ultima parte quando ti riferisci al mio modo di scrivere mi son commossa,un così bel complimento ad una come me che in Italiano aveva 4 periodico, caspita ,lo farei leggere alla prof. che ripeteva “tu non sai scrivere” perchè non mi attenevo alle “regole” Ti ringrazio ancora tanto e perdonami se ti rispondo solo adesso.Un bacio
La tecnica deve essere adeguata al testo. La tua è perfetta per un racconto per bambini. E come ho già detto scrivere per bambini è difficilissimo. Un abbraccio.
Questa favola ha un sapore agrodolce e il lieto fine è proprio quello che ci vuole!
Il personaggio della bambina è commovente con la sua ingenuità e forza.
Bella davvero!
Orsola
Per scrivere racconti per bambini ci vogliono fantasia e sensibilità…cose che emergono dal tuo bellissimo racconto! Scritto davvero bene, tantissimi complimenti Noemi.
Commovente. E reale, sia nella lucida forza della bambina malata, sia nell’incontro di destini che lasciano il segno per sempre.
Grazie mille ad Orsola,Silvia e Marzia per aver letto il mio racconto,ancora in bocca al lupo a tutte.
Bellissima! Da tanto non leggevo una fiaba e da tanto non ne leggevo una così bella… Complimenti Noemi per il tocco delicato, per la fantasia e per la tua scrittura
Grazie di cuore sono contenta che ti sia piaciuta.Ancora in bocca al lupo Alessandro