Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2016 “In un mondo piccolo senza guerra e senza amore” di Daniele Vaienti

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

Dapprima il buio e apparentemente nessun suono, poi d’improvviso la luce, la grande sala si colora di oro e rosso, una musica sottile si diffonde per tutta la stanza.
Al centro della pista da ballo un uomo e una donna si muovono al ritmo di quella musica. Non guardano dove mettono i piedi, sembra non abbiano fatto altro che ballare per tutta la vita. Dietro di loro un grande specchio riflette ogni sguardo e ogni movimento, solo le emozioni rimangono segrete.

Si guardano, a volte anche solo con la coda dell’occhio e, di nascosto anche dal cuore, avvertono qualcosa che non sanno definire.

-Che bella questa musica e che bello trovarti ancora qui, temevo che dopo tutto questo tempo te ne fossi andato.
-Io avevo la tua stessa paura, dopo anni di buio e di silenzio, pensavo che quando la luce si sarebbe riaccesa mi sarei trovato solo al centro di questa pista così grande, invece sei ancora qui e sei bella come ricordavo.

Ballano, volteggiano, ma ognuno per conto suo, a forse un metro di distanza, poco più.
A volte sembra che le loro mani si tocchino o perlomeno si sfiorino, se qualcuno li guardasse sarebbe pronto a giurare che si sono presi per mano, ma sbaglierebbe.

Lei guarda il proprio riflesso nello specchio, perché i pensieri che ha in testa la farebbero arrossire se guardasse negli occhi quell’uomo che le balla a fianco.

-(E se fosse un principe? Sarebbe bello se lo fosse, anche se i principi sposano le principesse e io non lo sono di certo. Non importa, sarebbe bello comunque, ne avrei uno tutto per me, per una volta. Cosa faccio glielo chiedo? Che bello che è… Non troverò mai il coraggio di chiederglielo)

La ragazza toglie lo sguardo dallo specchio e lo posa sul viso, che a lei sembra bellissimo, di quell’uomo che invece non ha smesso per un attimo di fissarla. Quando apre la bocca vorrebbe dire qualcosa sulla musica o forse sulle tende, ma ciò che sente pronunciare dalla sua voce è:

-Tu, sei per caso un principe?

Poi arrossisce e torna a guardare lo specchio.

-Oh un principe.. Che sciocchezza. Io sono un Generale!
-Un generale di cosa?
-Un generale di guerra.
-Questa si che è una sciocchezza, in tanti anni non ho mai sentito dire quella parola.
-Da qui sono tante le cose che non possiamo sentire.
-….
-….
-Comunque esiste la parola Guerra, te lo assicuro.
-E cosa significa?
-Non lo so, però so che questa che indosso è una divisa da generale di guerra, l’ha detto il signore che l’ha preparata per me.
-È bellissima!
-Cosa, la guerra?
-No, la tua divisa.
-Grazie, anche il tuo vestito è molto bello.

La ragazza guarda la sua grande gonna azzurra e viene rapita da un dubbio.

-Non credo abbia un nome.
-Cosa?
-Il mio vestito.
-Non importa, è bello anche senza nome, le persone hanno un nome, i vestiti di solito no. Tu come ti chiami?
-Io?
-Si tu..
-Giulia, credo sia quello il mio nome, forse Giulietta, non ne sono sicura. Il tuo qual’è?
-L’ultima volta una bambina mi ha chiamato Romeo, poi nessuno mi ha più chiamato per nome.
-Non capita mai neanche a me…
-Ora possiamo chiamarci noi per nome… Giulietta, ti va?
-Oh si… Romeo, così è molto meglio.

Intanto la musica sempre sottile continua il suo “loop”, i due ballerini continuano a volteggiare, le loro braccia convergono l’una contro l’altra, ma anche questa volta non si toccheranno, anche se sembrerà così, non lo faranno.

Fuori, in un mondo molto più grande, una voce adulta dice, con tono dolce e allo stesso tempo autoritario:

-Alice basta giocare adesso, chiudi quel “coso” e mettiti a letto che è tardi.
-Subito mamma.

Alice chiude il Carillon che ha ereditato dalla nonna insieme a un libro di un certo Shakespeare, che sicuramente non leggerà perché le sembra noioso.

La musica cessa, le luci si spengono e sui due ballerini torna il buio.

In un mondo piccolo, in mezzo a una pista da ballo, due amanti sembrano tenersi per mano, incuranti di cosa sia la guerra, passeranno la vita a chiedersi cosa sia quel sentimento che provano l‘uno per l‘altra.

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20 commenti »

  1. Idea originale quella di descrivere il mondo visto dai ballerini del carillon.. mi è piaciuto ..

  2. Romantico, tanto romantico! Chi non vorrebbe vivere in un mondo così? Indisturbato, fuori da una realtà spesso dura e crudele.
    Bello!

  3. Ovviamente, per me, quel piccolo mondo non è privo d’amore, perché il fatto che non venga riconosciuto, non esclude la sua presenza.

  4. Volevo creare un’atmosfera surreale e dolce. I dialoghi quasi infantili danno l’idea di due persone fuori dal mondo e questo è abbastanza chiaro fin da subito. Non sono del tutto soddisfatto del “quasi” colpo di scena finale, ma non sono riuscito a renderlo in maniera migliore…
    Mi fa piacere che ti sia piaciuto.

  5. <> C’è una “a” di troppo giusto?

  6. C’è un !infondo” che dovrebbe essere “in fondo”
    La a di cui parli quale sarebbe? quella del titolo?

  7. L’idea è molto originale e quasi…romantica. Anzi, toglierei il “quasi”. Qualche refuso, ma niente di fastidioso. Bravo

  8. Non guardano a dove mettono i piedi.
    Dovrebbe essere: Non guardano dove mettono i piedi.

  9. Ottimo, grazie Barbara. ora come faccio a correggerli???

  10. Ahahaha, hai influenzato anche me! Ti invito a visionare il mio racconto, ci tengo!
    Se non sbaglio dobbiamo inviare una mail al sito, per eventuali modifiche ai commenti.

  11. Il mondo visto con gli occhi di una bambina. Un’idea originale e romantica. Complimenti

  12. Grazie Andrea, volevo esprimere si il mondo visto da una bambina. Ma non solo, volevo dare vita alla fantasia. Immaginare la “vita” di due amanti inconsapevoli perchè inconsapevoli di tutto.

  13. Sì, credo che l”aggettivo migliore per definire il tuo racconto sia ‘romantico’, ma anche sognante, una favola ad occhi aperti, di quelle che i bambini si raccontano da soli, giocando con cose più grandi di loro e regalando loro nuove prospettive e possibilità… Gli amanti danzano su un palcoscenico di innocente ingenuità, lontano dalle cose brutte del mondo reale tanto quanto i personaggi di una commedia… Bravissimo. Sarei davvero curioso di sentire il tuo parere sul mio racconto, Eghus, un racconto per bambini. Sempre se ti va e hai tempo, naturalmente.

  14. Sì, credo che l”aggettivo migliore per definire il tuo racconto sia ‘romantico’, ma anche sognante, una favola ad occhi aperti, di quelle che i bambini si raccontano da soli, giocando con cose più grandi di loro e regalando loro nuove prospettive e possibilità… Gli amanti danzano su un palcoscenico di innocente ingenuità, lontano dalle cose brutte del mondo reale tanto quanto i personaggi di una commedia… Bravissimo. Se ti va passa da me per un commento.

  15. In risposta a Luigi gianpetraglia
    Grazie Luigi il tuo commento mi fa davvero molto piacere.
    Hai descritto esattamente quello che volevo esprimere nel racconto, quindi direi che sono riuscito dell’intento.
    Grazie ancora.

  16. Racconto romantico e musicale ( se chiudo gli occhi sento ” Per Elisa in sottofondo ” ) Meravigliosa l’ idea.Complimenti Daniele!

  17. In risposta a GloraiFontanive

    Grazie Gloria, sono contento ti sia piaciuto.

  18. L’amore descritto come una danza che ti libra nell’aria,un toccarsi appena ma sentirsi avvolti da un abbraccio stretto e protettivo.Molto bella l’idea complimenti.

  19. Grazie Noemi, sono contento che il racconto ti sia piaciuto

  20. Originale e delicato!!!

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