Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2016 “La fontanella” di Maura Mantellino

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

C’era una piccola fontanella, all’angolo del giardinetto. In pietra grigia, in essa si fondeva la tradizione dell’antica arte mediterranea con la sensibilità moderna.

Lì vicino, sorgeva una scuola elementare e ogni mattina verso le otto, molti bambini si fermavano alla fontanella e, dopo aver bevuto un sorso d’acqua, cominciavano a scherzare tra loro, spruzzandosi a vicenda. Erano bambini contenti, concentrati nel loro gioco, che, con occhi sgranati e piccole mani frementi, amavano questi attimi di libertà; la loro curiosità era  stimolata dall’allegria e  dalla gioia. Con tutti i sensi all’erta, erano in grado di percepire la felicità di un momento unico e a volte riuscivano ad acquisire piccole conquiste per un bagaglio di ricordi futuri.

Il suo getto d’acqua  dissetò piccoli e ragazzi, di colore, allegri, tristi, colorati: alcuni parlavano in maniera incomprensibile, ma per lei, tutti erano uguali e tutti avevano un profumo particolare. Odoravano di latte e biscotti, altri di aglio e spezie, molti di anice, altri ancora emanavano un misto di odori a lei sconosciuti.  Che fossero sardi, torinesi, veneti, venezuelani, arabi, i loro odori riportavano sempre ad un passato fatto di persone care e i giochi erano spesso conditi da parole estranee che riconducevano ad affetti familiari, memorie sbiadite, momenti dimenticati.

C’erano quelli che erano sempre pronti a scattare per correre verso la scuola, alcuni che  raccoglievano un fiore, una foglia, un rametto, altri che si nascondevano dietro un albero, angolo riparato e prediletto, a mangiare la merenda: panini con prosciutto e  formaggio.

Molti bambini erano vestiti, soprattutto d’inverno, con indumenti pesanti ma belli, alcuni con giacchette e giubbotti leggeri; accompagnati dai loro papà che approfittavano della breve sosta del figlio, per bere un sorso d’acqua.

C’era Omar: assaggiò, per la prima volta, le arance, quando riuscì a rubarle  dalla bancarella del mercato.

C’era Giorgio: arrivava sempre trafelato perché prendeva il treno tutte le mattine e arrivava tutto sudato.

C’era Ely: piccola bambina di colore, parlava con fatica in italiano: dopo la scuola invece di studiare, andava a lavorare presso una famiglia benestante.

C’era Laura: bimba educata e di famiglia molto ricca, non si avvicinava mai alla fontanella perché aveva paura di sporcarsi le scarpette nuove.

Poi c’erano gli adulti che non si fermano mai: frettolosi, arrabbiati, estranei alla vita che li circondava, poco disposti ad ascoltare i racconti dei propri bambini, intenti a parlare al cellulare; mai un sorriso.

Verso le nove del mattino, il silenzio avvolgeva il parco e per la fontanella erano momenti d’intensa gioia. Improvvisamente un frullio di ali: arrivavano i passerotti, i merli, i corvi. I cani piccoli e grandi portavano a spasso i loro padroni: persone quasi sempre sorridenti e tranquille che, con passo fermo, si avvicinavano per far bere le loro bestiole.

Quando pioveva, nessuno si fermava: tutti, sotto ombrelli variopinti, correvano per raggiungere un riparo. E così il rumore ritmico della pioggia faceva un piacevole duetto con il getto d’acqua.

Più tardi,  uno scampanellio e un’ondata di urla, lacerava il silenzio: arrivavano i piccoli, gridando, ridendo, sempre pronti a fare scherzi ai propri compagni; e la piccola fontana era contenta perché l’aria si riempiva di chiassosa felicità.

Qualche minuto più tardi, si avvicinavano gli operai, italiani e stranieri, che lavoravano in un cantiere in fondo alla strada: gente dura, stanca, ma sempre pronta a bere un sorso d’acqua; poi si fermavano a mangiare un panino e a chiacchierare.

Durante la sera e la notte la fontanella ritrovava momenti di autentica gioia e nel silenzio sentiva la sua voce, la musica dell’acqua che sgorgava: un motivo di serenità e di armonia.

E poi c’era Rex, cane randagio, che indipendentemente dalla bellezza, dalla vivacità, dalla forza, dalla leggerezza della sua camminata, aveva tutte le qualità interiori per attirare le attenzioni dei bambini del quartiere. Spesso si fermava davanti alla fontanella e beveva avidamente, sperando, sempre, che qualcuno si avvicinasse e gli allungasse un pezzetto di pane. Anche se viveva in mezzo alla strada, cercando il cibo nei cassonetti, aveva sentimenti dolci, una voglia pazza di giocare e il desiderio di avere un padrone per farsi coccolare. Nel quartiere, un ragazzino gli era particolarmente simpatico: scuro di carnagione, tutto pelle e ossa, viveva in una brutta casa gialla, in fondo alla strada. Si chiamava Angelo.

Una mattina, Angelo si fermò alla fontanella, i vestiti tutti sporchi e il visetto rigato dai lacrimoni; Rex gli si avvicinò e, per la prima volta, il bimbo gli si accostò e lo abbracciò con estrema tenerezza. Cominciò a lavarsi il visetto e premendosi le mani sugli occhi, mormorò:

-“Anch’io vorrei andare a scuola ed essere accompagnato dal mio papà, come tutti gli altri bambini!”-

E mentre diceva queste parole, Rex gli strofinò il musetto contro la gamba e ricambiò l’abbraccio con una leccatina alla mano.

Ma il bimbo, tutto d’un fiato, gli bisbigliò  in un orecchio:

-” Ieri sera mio padre mi ha dato delle cinghiate e mi ha buttato fuori di casa, senza cena.”-

Intimidito, il cane non capì le parole del piccolo, ma il suo cuore percepì il dolore e la  tristezza di Angelo e decise di accompagnarlo a casa.

Sul portone, c’era il padre, il quale, appena vide Rex cominciò a urlare:
-” Non voglio quel sacco di pulci in casa e tu dovresti andare a lavorare, altrimenti anche oggi non mangi!”-

Così dicendo, il padre lanciò una grossa pietra e colpì il cane. Rex cominciò a ringhiare e cercò di lanciarsi verso l’uomo, ma la mano del bambino lo fermò. E lui ubbidiente, s’immobilizzò, ma si mise tra l’uomo e il figlio, con fare protettivo.

Angelo allora prese una decisione: mise una corda intorno al collo del cane e si allontanò dalla casa gialla.  Così, un cane randagio molto dolce e un bambino sporco, ma molto affettuoso, cominciarono a vagabondare nella piazzetta accanto alla fontanella.

 

Dopo alcuni mesi, un bambino vestito a festa e un cane con un guinzaglio verde, il pelo lucente e soffice, si fermarono alla fontanella: erano Angelo e Rex!

Insieme a loro c’era una ragazzina, incontrata, per caso, pochi minuti prima.

Il bimbo, tutto orgoglioso, raccontò che, da diversi mesi , abitava nella casa color ocra, all’angolo della piazzetta, presso una famiglia composta da  un’anziana nonna, una dolce mamma e una bimba di cinque anni con un gattino bianco che si chiamava Pulce. Angelo sapeva di essere fortunato e soprattutto era contento di potere andare a scuola, studiare, ma anche di poter giocare senza più avere pensieri dolorosi. Il ricordo di una vita precedente, ormai, non era più una dimensione oscura, ma un elemento positivo che aveva trasformato la sensibilità del bambino, la sua immaginazione, il suo pensiero e la sua piccola vita. I ricordi e le  emozioni, emergevano da una memoria che toccava profondità lontane, in cui la fatica, la solitudine, le disillusioni erano ormai cancellate dall’amore di una vera famiglia. I meravigliosi rapporti con i compagni di scuola, il calore di una mamma , la sua immensa tenerezza nei confronti del  cane, lo avevano fatto crescere e gli avevano fatto sviluppare un senso di amore raccolto.

Oggi la fontanella in pietra non esiste più e neanche il giardinetto. Tutto è sparito sotto uno spesso strato di catrame; scintillanti luci variopinte illuminano un supermercato, con un parcheggio.

Il suo nome è: MARKET LA FONTANELLA.

Ma nella memoria di tanti anziani, di giovani mamme e di ragazzi ormai grandi, l’odore, il suono, l’atmosfera di quel rifugio perduto sembrano accompagnare le loro giornate.  Ogni volta che passano davanti al supermercato si fermano, un momento,  e come per magia, ad ognuno di loro arriva, nel cuore, un personale ricordo felice. Un suono argentino tintinna ancora e ha in sé il potere di riportare alla mente un periodo della loro vita meraviglioso. Il ricordo della fontanella aiuta a combattere i loro problemi giornalieri legati alla solitudine, allo stress e all’ansia per un futuro incerto.

 

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2 commenti »

  1. Delicato e nostalgico, mi è piaciuto!

  2. Ti ringrazio, Eleonora Angelini

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