Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2016 “La domanda” di Cristina Gorrone

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

A Laura
con amore dalla zia Cristina
– Zia.
– Si, Laura.
– Ma tu sei felice?
Ecco.
La “domanda”.
La guardo, la donna che è e che vedo sempre bambina, e mi chiedo “Perché?”.
Miiiiii, poco tempo passato insieme, senza domande, ognuna nel suo mondo diverso, distante, a scrutarci tra le ciglia.
Dicono che quando si è alla fine dei giorni ci si vede passare davanti tutta la vita… Beh vorrei dire che anche quando ti arrivano queste domande, così a bruciapelo, ci si sente così, se a fartela è un pezzo della tua famiglia, la tua figlioccia che hai promesso di accudire, seguire, e che non lo hai fatto se non con il cuore, con il pensiero da lontano.
Vedo tutta la mia vita, anche quella alla sua età (che poi questa domanda me la sono mai fatta?) e mi ripeto “Perché?”.
Perché mi fa questa domanda, e cosa le rispondo…
Si aspetterà una risposta caustica o scherzosa, come sempre dò alle domande che richiedono un pensiero posato…. o le rispondo come ad un adulto, come ho risposto su Facebook al mio amico di liceo Roberto….
Ma poi, perché me lo chiede?
Lo vuole davvero sapere o cerca un dialogo, un incontro come per ora non abbiamo mai avuto, neanche quella volta che è venuta a dormire a casa, quell’unica volta che non si è mai ripetuta e non sai se è perché si è trovata male o perché ha la sua vita, i suoi interessi, diversi, e crede che la zia, tanto distante e presa dalla sua vita, non abbia tempo per lei…
Ma poi questa domanda ha una risposta, unica e definitiva?
Li davanti a me mi guarda, non c’è tempo di trovare la definizione su Wikipedia, di cercare una scappatoia… Non rispondere sarebbe da vigliacchi… e magari mi sta mettendo alla prova… magari ha bisogno di avere una risposta.
Quanti momenti nella mia adolescenza mi sono sentita sperduta, non avevo a chi chiedere, neanche al mio compagno di giochi Luca, il fratello, e davvero non ai genitori che non credi alla fine ti possano dare risposte sincere, troppo preoccupati della tua anima e del tuo futuro.
Magari è in crisi per lo studio, o per una amicizia, o per un ragazzino (ragazzino?!?! è maggiorenne ormai non ha più ragazzini ma adulti che le girano intorno!!).
Ma come fare per capire, per darle la risposta giusta, per non deluderla, in modo che possano esserci altre domande, altre possibilità.
La tattica di chiederle “Perchè me lo chiedi?”, funzionerebbe?
Mah, rispondere con una domanda è mettersi sulla difensiva, la prendo per stupida?
No, così non va.
Una risposta secca, “Si” o “No”.. appunto non sarebbe in parte mentire?
Sono entrambe vere, a volte si a volte no…
E qua già dentro di me, inconsapevolmente appena me lo ha chiesto, sempre più consapevolmente via via che i secondi passano, la mando a quel paese… ma che razza di domanda…
Non poteva, come tutti i genitori temono ma proprio per questo si preparano, chiedermi, che ne so, dell’amore, del sesso….
No, proprio una domanda personale, che brucia perché una risposta non la puoi dare e a seconda di quando viene chiesta può dare più risposte….
Prendere tempo, non si può rispondere così su due piedi, su Cristina cerca un modo di tergiversare…. Non è da te non riuscire a trovare un modo… il tempo passa non puoi metterci tanto a rispondere e a parlare..
Miseria, una volta mai che il cellulare squilli quando deve, ovviamente non risponderei ma almeno il gesto di chiudere la comunicazione dando importanza a quello che stai facendo, gesto plateale lo so, ma che farebbe guadagnare secondi preziosi…
Allora si, ecco, farle capire che la domanda è importante e che hai bisogno di pensarci anzi “Discutiamone insieme, si sei adulta voglio sentire anche la tua opinione”… sperando che non si senta presa in giro… si, potrebbe andare bene.
Un ultimo respiro, pensa a quando hai fatto domande anche a perfetti sconosciuti (ma noi in fondo lo siamo?) e ti hanno fatto partecipe della discussione….
No, non ci siamo, alla fine se fai domande vuoi risposte, non discussioni…
Quindi una la devi trovare, poi magari, chissà, si parla.
E ripensi….
Ma quando hai mai parlato con questo “cucciolo”, questo visino dolce che ti osserva e che forse si sta iniziando a spazientire..
Beh mai, e quindi è ancora più importante la risposta e come darla…
Allora “studiamo” come darla..
La stupisco facendo la seria, quando mai non mi vede che scherzo anche con il padre su questioni importanti, e quindi la prendo in contropiede, le dimostro che la prendo sul serio… che davvero mi interessa la sua domanda e che quindi sono contenta (?) che me l’ha fatta…
Oppure ci scherzo sopra, così le dimostro che la considero anche lei un’adulta e che quindi posso scherzare con lei, la tratto al pari di suo padre… poi tanto si approfondisce..
Ecco, ci ricasco, da tutte le angolazioni non ne va bene una…
Ma alla fine di cosa ho paura?
Di rispondere a lei, che quindi magari non mi chiederà più nulla, o di rispondere a me stessa?
Ecco, la vera “domanda”…
I bambini, anche se lei non lo è più, sono lo specchio della nostra anima e ci mettono davanti ai nostri problemi nei momenti che meno ce lo aspettiamo, nei momenti che non siamo a porci domande perché pensiamo di esserci date tutte le riposte ma in effetti non è così, semplicemente troviamo il modo di credere che non ne abbiamo da farcene… anche se poi guardandoci intorno, basta una nuova o vecchia tragedia per farci capire che non è così… non ci avevamo solamente pensato, presi da altri problemi più giornalieri e spesso facili da affrontare…
Suvvia, andiamo d’istinto, se non altro, a volte funziona..
– Amore, bella domanda, me la sono posta anch’io tante, ma tante volte, ed ho scoperto che non posso dare una risposta precisa perché le sensazioni che si provano mutano in ogni momento. Diciamo che bisogna fare una sorta di percentuale. E direi che si, sono felice, perché oltre l’80% di ciò che faccio mi piace, mi dà soddisfazione e ci sono persone che amo e che credo anzi sono certa che mi amino.
Ma non mi sento mai completa, che la mia vita è sempre in evoluzione con aspetti felici ed infelici e che condividere con te questo, per esempio, mi sta facendo felice e mi riempie di pensieri felici. Grazie di avermelo chiesto.
E tu sei felice?

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2 commenti »

  1. Ho pensato all’epilogo del film “Chiedimi se sono felice”, quando viene svelato il trucco per riappacificare gli amici.
    Alla fine sei felice se trovi il modo per rendere felice. Mi ha fatto riflettere. In bocca al lupo!

  2. “E tusei felice?” Domanda spiazzante, semplice e allo stesso tempo terribilmente complessa. L’autrice di questo bel racconto ci porta a viaggiare nei meandri dell’animo umano, dilatando in un lungo monologo introspettivo pensieri compressi in pochi istanti che esigono una risposta. La scrittura è fluida e accattivante. Brava Cristina!

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