Premio Racconti nella Rete 2016 “Il paese tutto blu” di Simona Incollu (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016Esisteva un tempo, nel nostro mondo ma molto più su’, un paese tutto blu.
Quando nevicava, tutto era sepolto da una coltre turchina, tra le cui dune saltellavano coniglietti blu; e quando pioveva, la pioggia turchina innaffiava strade già blu con fiumi di acqua che scorrevano in un letto di cielo.
E il cielo sì, che era geloso, guardarsi in un mare e non potersi specchiare: perchè chi mai si specchia in un quadro già dipinto?
Perfino le ombre erano scappate, quando avevano capito di non poter fare paura a nessuno. Si affacciavano tra gli anfratti, sbucavano da dietro le porte, si sbracciavano dalle finestre. Ma niente, i bambini non urlavano, i ladri non si allarmavano.
Le signore avevano un guardaroba molto monotono, e litigavano continuamente con i loro mariti perchè non avevano nulla da mettersi; mentre guardarsi negli occhi diventava noioso, a non trovare pagliuzze amorose per le quali struggersi.
I pittori sospiravano, col naso all’insù, che il blu del loro mondo cambiasse un pochino: che un mondo di un colore pareva brutto che esistesse. Rinchiusi nelle loro soffitte, inclinavano il pennello su una tela blu, pensando di dipingere qualcosa che potevano solo immaginare.
Immaginare i colori per chi non aveva viaggiato, era come per un cieco che prova a farseli spiegare con le parole: tristemente approssimativo.
Si chiedevano quanti fiori potessero sbocciare che desse ognuno un’impressione diversa: che il passare delle stagioni potesse offrire uno spettacolo ogni volta diverso, e il passare del tempo incanutisse i capelli, e dormire poco provocasse le occhiaie.
Un viaggiatore solitario passò un giorno per il paese blu, e restò incantato dalla sua pace. Guardò i palazzi, i ponti, le chiese. Tutto era così dolcemente sereno da farlo addormentare, stanco dal lungo andare, su un tappeto di erba blu.
Al suo risveglio, intontito mentre strizzava gli occhi e se li copriva con la mano, notò che l’unica cosa che gli desse fastidio era il sole.
Mentre prendeva piano piano coscienza, notò che tutto intorno a sè si era riunito un capannello di bambini, tutti blu, che osservavano abbagliati quell’Arlecchino forestiero dagli occhi castani e la pelle abbronzata. E mentre confusamente gli facevano domande sul come e sul dove, sui calzoni rossi e la giacca nera, e su cosa fosse e il perchè così fosse, l’Arlecchino forestiero li bloccò con una mano e indicò con un dito sopra la loro testa.
I bambini guardarono il cielo e ne videro il blu, guardarono il sole e si coprirono gli occhi.
Lasciandoli lì dove li aveva incontrati, il viaggiatore solitario continuò il suo peregrinare, convinto che prima o poi avrebbe trovato il luogo in cui tutti i colori, compreso il giallo del sole, avrebbero trovato la loro armonia. E pensò che vedere davvero, è peculiarità di pochi, solo di coloro che vogliono vedere, poco più in su’ del loro naso, la bellezza di quello che c’è.
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E’ dedicato al mio bimbo, e al suo colore preferito, il blu.
Per ogni volta che cerco di fargli notare la bellezza di tutti gli altri.
Non è il mio genere e, a dire la verità, i racconti per bambini spesso li salto. Questo invece l’ho letto perché mi è piaciuto l’incipit. Questo racconto, così come dev’essere una fiaba, è delicato e surreale e, come prevede qualunque fiaba, con parole semplici esprime la sua importante morale. Complimenti e in bocca al lupo
Il blu incanta i bimbi, e’ il colore dell’immenso… dell’ infinito.. bella favola, significativa ed istruttiva. Complimenti!
Grazie Ottavio. Crepi il lupo!
Grazie Aurora… Volevo scrivere qualcosa di delicato: solo i bimbi sanno immaginare le cose con occhi leggeri leggeri.
Trovo che sia un bellissimo augurio per tutti. Trovare quell’arcobaleno di colori per formare un arco di armonia, un ponte di pace.
In bocca al lupo!
Grazie, Barbara! Un mondo dove tutti possano vivere in armonia, senza pregiudizi e paraocchi! ????
In bocca al lupo anche a te!
Il coraggio di guardare più in alto, di non restare ingabbiati nell’abitudine rassegnata e caotica del quotidiano, ma saper far volare la propria vita, è ciò che dovremmo insegnare ai bambini ogni giorno. Col nostro esempio, anzitutto, se ne siamo capaci. Grazie di avercelo ricordato, con questa bella favola!
Sì Bruno. Guardare sempre più in su del nostro naso! Anzi, non guardare… Osservare!
E ricordarci che abbiamo a disposizione mille sfumature con cui colorare la nostra vita 🙂
Delicata e pedagogica come solo le belle favole sanno essere… Un tuffo dove l’acqua è più blu da cui si riemerge in un’accecante bagliore giallo oro, quello del sole che brilla lassù e che illumina sentieri che portano lontano… Bravissima. Se ti va passa da me, così, giusto per un piacevole scambio di opinioni (il mio racconto si intitola Eghus – sezione racconti per bambini)
Grazie Luigi… dovremmo insegnare ai nostri bambini a diventare viaggiatori che scovano i colori, e a non rassegnarsi ad una esistenza monocromatica… Passerò a leggere il tuo Eghus!