Premio Racconti nella Rete 2016 “Incontro al vetriolo” di Mattia Sacco
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016Erano le 9 di sera; il cielo di Barcellona era cosparso di nuvole lattiginose, complice il riverbero di una luna insolitamente accesa, quasi solare, a far da contrasto a una città intorpidita dalle prime intemperie autunnali.
In questa atmosfera rallentata, in cui tutti sembrano attendere inermi il loro destino, un uomo, sulla cinquantina, vestito comodamente, si muoveva a passo veloce e costante per i viottoli della Barceloneta, schivando agilmente i camerieri dei ristoranti turistici, riversati sulle strade adiacenti, intenti a pubblicizzare dei menu’ standardizzati e privi d’anima.
L’uomo, dalle fattezze discutibili, presentava un viso smunto, macchiato da una barba a chiazze che, anziché coprire, metteva in risalto le cicatrici dell’acne giovanile. Gli occhi, sottili e allungati, gli conferivano una aria simil – orientale, parzialmente offuscata da un passo ordinato e deciso, paragonabile a quello di un soldato tedesco.
Imboccando presuntuosamente Carrer Ginevra, una delle arterie principali di Barceloneta, accelero’ vistosamente il passo, stringendo i denti tra due labbra umidicce, che attenuavano la prepotenza e la virilità delle mascelle visibilmente squadrate.
Giunto al numero 56, la sua destinazione, suono’ violentemente il campanello: la porta, di un bianco pallido e smorto, gli si spalancò davanti. Neanche il tempo di entrare, e una nube densa e grigiastra lo avvolse dalla testa ai piedi. All’uscio, un giovane rachitico dai lineamenti fragilmente sottili, gli fece cenno di avanzare: in pochi secondi si ritrovo’ al centro di una sala rozzamente decorata. Ma in quel momento, l’uomo, si scordo di tutto: la sua attenzione si focalizzo’ completamente sul tavolo in fondo alla sala, in cui sedevano un uomo e una donna, entrambi sulla trentina. Lui, riccio con stempiatura e chierica, entrambe allo stato avanzato, boccheggiava timidamente un sigaro Montecristo, con lo sguardo assente, stordito dalle continue folate di fumo da lui stesso prodotte. Lei, una donna dai lineamenti angelici e gli occhi grandi e verdi, sorseggiava, col fare da sommelier, una birra di poche pretese. D’un tratto l’uomo si paro’ loro davanti, scrutandoli severamente. Il suo sguardo incrocio’ quello della donna che, senza proferir parola, lo fissò con uno sguardo raggelante come il colore dei suoi occhi. Quegli attimi, stracolmi di intensita’, parvero infiniti: al pari di un predatore in attesa di attaccare la sua vittima.
Neanche un battito di ciglia e l’uomo estrasse dal taschino della giacca una 357 Magnum, puntandola dritta sul viso della donna. Il silenzio.
Fece per premere il grilletto ma, nel medesimo istante, il mirino si trasferì sulla tempia dell’uomo stesso, il quale, senza esitazione, premette il grilletto. La pistola era scarica.
![]()
Chiunque volesse, commenti, facendomi sapere cosa ne pensa.
Mi sembra un buon racconto, ben scritto, secco come una freccia e misterioso quanto basta. Forse avrei aggiunto qualcosa, però, qualcosa che l’avrebbe arricchito, senza esagerare. Continua a scrivere, mi raccomando.