Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2016 “Un Attimo di Distrazione Cosmica” di Daniela Raimondi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

Precipitò alle 3:45 la notte del 17 luglio del 2008, all’angolo fra Stamford Hill e Clapton Common, Nord-Est di Londra.  Il cielo era sereno.  Venti moderati da Nord-Ovest.  Nessuna perturbazione in corso.

La caduta fu probabilmente dovuta a un attimo di distrazione cosmica, o al fatto che per un unico, straordinario momento, la legge di gravità terrestre ebbe la meglio su ogni ordine o principio divino.  Si trattò, insomma, di una momentanea svista di Dio o chissà, di un tentativo troppo spericolato di piroetta tripla oltre l’atmosfera terrestre.  Qualsiasi fosse la ragione, quel piccolo, insignificante incidente causò un improvviso marasma fra spiritualità e materia, risultando nello sfacelo di un angelo caduto fra cacche di cane e mozziconi di Marlboro.

Alle 3:53 i fari del furgoncino della Daily Milk Distribution illuminarono la sagoma del corpo celeste accasciata accanto al marciapiede.  Seduto alla guida, Mr. James Dullen frenò di colpo.  Scese.  Si avvicinò con cautela all’essere nudo accovacciato in posizione fetale.  Ispezionò le grandi ali, scrutò il suo viso.  Quindi, preso dal panico, pensò bene di farsi il segno della croce, risalì sul furgone e terminò il giro della distribuzione del latte senza più voltarsi indietro.

Alle 4:15 un cane randagio fissava il corpo inerte dell’angelo.  Dopo qualche secondo, l’animale se ne andò guaendo.

Alle 7:20 una piccola folla di curiosi si era già assembrata sul luogo del misfatto.  Una vecchia cadde in ginocchio e si mise a pregare.  Un uomo in abito gessato fece per tastare il polso di quello strano essere, ma la moglie lo trattenne e gli gridò di non toccarlo, che poteva portare con sé germi sconosciuti, mortali o anche peggio.

“La fine del mondo è qui!” – Gridò qualcuno.

“Chiamate un’ambulanza!” – Urlò l’uomo dai grandi baffi e una voce autoritaria.

“Dategli almeno una tazza di tè.” – Suggerì una signora dai modi eleganti.

Alle 8:12 arrivò una volante.  Tre poliziotti delimitarono il luogo della caduta con strisce di plastica rosse e bianche; quindi posero cartelli con la scritta: “NO ACCESS.  KEEP CLEAR”.  Il tenente John Callingham dimostrò grande sangue freddo: osservò la scena, ponderò la situazione in silenzio, quindi si accinse a riempire il formulario della Metropolitan Police: Ritrovamento Di Salme Senza Riconoscibili Segni di Identità:

Name:             Unknown.

Surname:         Unknown.

Sex:                 …………

Già alla terza voce si trovò in seria difficoltà, visto che il soggetto non aveva genitali che lo potessero far catalogare nell’una o nell’altra categoria.  Il tenente si grattò la testa assalito dal dubbio.  Respirò profondamente e completò la voce:

Sex:                 Not Applicable.

Alle 8:24 giunse l’ambulanza.  Un medico dalla faccia tonda e rosata, da porcellino, esaminò il corpo ma, data l’assenza di caratteristiche umane, si rifiutò di firmare il certificato di morte.  Discusse poi il caso con il Tenente Callingham cercando di risolvere il dilemma e alla fine difese animatamente la propria incapacità a procedere.

Alle 8:40 uno sconosciuto telefonò alla redazioni del ‘Times’, del ‘Guardian’ e dell’’Observer’, ma nessuno dei tre giornali sembrava interessato al caso.   Il ‘Sun’ dimostrò un po’ di curiosità, ma si limitò a chiedere se l’angelo fosse dotato di un bel paio di tette o esibisse almeno uno sguardo civettuolo.

Intanto fra la folla si nascondevano:

  • elementi di sette religiose;
  • l’esponente di un gruppo politico di estrema sinistra deciso a smascherare a tutti i costi un esperimento della CIA;
  • un rappresentante della Burger King.

Alle 11:05 giunse la troupe mobile di una televisione privata.  La giornalista, (trucco fresco e maglietta scollacciata), era l’inviata speciale di un programma mattutino di oroscopi e studi esoterici che in quel momento riscuoteva grande successo  La tipa parlava lentamente, strascicando nel microfono un bell’accento gallese e sgranando di tanto in tanto gli occhioni verdi.

Giunse quindi una medium di grande fama: limousine, abito sgargiante e sguardo allucinato.  Appena fu in vista dell’angelo, la medium sprofondò in uno stato di trance.  Rinvenuta, riuscì ad identificare con precisione l’essere misterioso.  Disse trattarsi dell’ectoplasma di un condottiero vichingo ucciso esattamente in quel punto della terra cinque secoli prima di Cristo.  Attraverso un collegamento live fra la troupe televisiva e lo studio ormai bersagliato da centinaia di telefonate, si poté stabilire un nesso fra il condottiero vichingo e un’impiegata cinquantenne dalla fervida immaginazione la quale, singhiozzando, giurò di riconoscere nel corpo accasciato sul marciapiede l’uomo che aveva amato da sempre, reincarnazione dopo reincarnazione.  Tutt’intorno si alzò un grandissimo applauso, si versò qualche lacrima e si scambiarono abbracci commossi.  Qualcuno intonò l’inno nazionale norvegese e fece saltare il tappo di una bottiglia di champagne.  La medium raddoppiò all’istante la sua parcella per le consulenze private.

A mezzogiorno si interpellarono rappresentati della Chiesa Cattolica, di quelle Protestante e Luterana, nonché i Testimoni di Geova, Sufisti, Ebrei Ortodossi e Metodisti, ma il dubbio su come disfarsi dell’angelo non sembrava trovare nessuna soluzione.

Alle 13:00, un corteo di Hare-Krishna, con tamburi, flauti e sgargianti tuniche arancioni, fece un ingresso trionfale danzando e cantando fra la folla.  Misero su un panchetto e cominciarono a distribuire pranzi vegetariani in contenitori di alluminio a cinque sterline cada uno (posate di plastica e tovagliolino di carta inclusi nel prezzo).

Alle 17:00 cominciarono a circolare fotografie plastificate dell’angelo recanti la scritta in oro: “Fratelli, l’ora della verità si avvicina” e ancora: “Mettetemi sul vostro comodino e stanotte sognerete i numeri vincenti del Lotto.”  Il prezzo variava dalle sei alle otto sterline, in relazione al fatto che l’immagine fosse a colori o in bianco e nero.

Alle 18:00 la situazione si trovava ancora a un punto, diciamo, morto.  Il dubbio di come disfarsi dell’angelo attanagliava ancora la città.  Durante tutta la giornata le autorità si erano passate la patata bollente da ufficio a ufficio, da amministrazione ad amministrazione.  Erano stati coinvolti funzionari dei Ministeri di Igiene e Sanità, ospedali, detective privati, pompe funebri, enti di carità ed opere di bene.  Si erano consultati avvocati, biologi, medici, notai, periti e chiromanti, ma nessuno aveva esperienza su come ci si potesse disfare di un angelo.  I vari rappresentanti religiosi discutevano gli aspetti teologici del caso; gli assistenti sociali prendevano in considerazione le varie implicazioni dell’accaduto; gli psicologi riflettevano sulle possibili ripercussioni di un evento del genere sulle menti deboli.  Nessuno osava proporre una soluzione al caso.

Alle 24:00, esausti ed avviliti, andarono tutti a dormire.

Alle 2:00 della notte, a quasi ventiquattro ore dalla caduta, l’angelo giaceva ancora sul marciapiede abbandonato alla sua sorte e nell’identica posizione in cui era precipitato.

Alle 3:22 un camion della nettezza urbana gli sostò accanto.  Scesero due uomini in tuta blu.  Ignorando i cordoni della polizia, presero un sacco dell’immondezza e, in quattro e quattr’otto, vi infilarono dentro l’angelo.  Fecero un bel nodo doppio e buttarono il tutto nella bocca spalancata del grosso veicolo.  La porta metallica si richiuse cigolando.

Un’ora dopo il sacco fu rigurgitato in una fossa gigante all’estrema periferia nord di Londra, dove fu fatto incenerire insieme agli altri rifiuti di cibo, ai resti di una cena di compleanno, a scatolette di tonno, involucri di pasta, bottiglie vuote di birra, vasetti di olive nere, vaschette di gelato alla fragola, cellophane sporchi di formaggio francese.  E ancora: un vecchio calendario, una rivista pornografica, una lettera d’amore stracciata in mille pezzi, il pannolino sporco di un neonato, una scatola di cioccolatini vuota, un paio di puzzolenti scarpe da tennis e un mazzo di rose appassite.

Alle prime luci dell’alba una nuvola giallastra si alzò dalla discarica e salì, densa e fumosa, fino a raggiungere il cielo.

 

 

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9 commenti »

  1. Brava Daniela bel racconto originale e ben raccontato anche perche’, visto l’argomento, era facile scivolare nel blasfemo. Il clamore, le discussioni, e il totale immobilismo che ne segue ricorda tristemente le problematiche civili e politiche della nostra vita reale. Mi e’ piaciuto.

  2. Bellissimo, pieno di ironia e poetico. Apprezzo molto anche lo stile. Brava!

  3. Bello: tanti sensi da poterci trovare, caratteristica che ammiro. E adoro lo stile spregiudicato.

  4. Mi sei proprio piaciuta Daniela, sia la trama del tuo racconto che come lo hai scritto… Mentre lo leggevo però, non ho ritrovato nel tuo stile caratteristiche femminili, anche se è vero, non sembra di certo scritto da un uomo… Ah, ho capito! Forse sei un angelo anche tu! Complimenti.

  5. Grazie a tutti per la vostra lettura e i commenti! Patrizia, certo che ci sono personaggi femminili, anche se, lo confesso, li prendo un po’ in giro. Vedi la Medium, o la segreteria cinquantenne con molta immaginazione. Un saluto a tutti voi. daniela

  6. Quasi difficile trovare le parole: un dosaggio quasi perfetto tra umorismo e poesia, con l’angelo che si fa beffa di tutto alla fine. Complimenti. Vorrei chiedere che cosa o chi ti ha ispirato questo racconto.

  7. Cara Marzia, nemmeno me lo ricordo come mi venne l’idea, ma sicuramente l’ambientazione a Londra scaturisce dal fatto che ho vissuto la maggior parte della mia vita in quella città. Grazie per la lettura e le tue parole. daniela

  8. Come ‘ il cielo sopra Berlino’.precipitasse un angelo tra noi, sapremmo riconoscerlo? Io dico di no. Ne avremmo paura.Conosco le periferie londinesi…mi è piaciuto molto l’accostamento profano – sacro da te scelto.e poi..adoro gli angeli!!!

  9. Ah Ah Ah! Sto ancora ridendo. Io l’ho trovato esilarante. Mi sono immaginato la situazione, le persone, gli ambienti. Se fosse portato sullo schermo sarebbe un riuscito sketch comico, stile Monty Python. Grazie, avevo bisogno di ridere.

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