Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2014 “Alla conquista!” di Francesca Frigo

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014

Sono imbambolato davanti alla finestra dell’ufficio a guardarla, meglio a spiare, mentre lei, la Donna Misteriosa, è dall’altra parte della strada intenta ad addobbare le vetrine per San Valentino. È un mese che è assunta nel negozio che vedo dalle finestre del mio ufficio. E sono 30 giorni che mi è letteralmente entrata nella testa. Ha un viso dai lineamenti inusuali e bellissimo, capelli lunghi e mori, un corpo perfetto e un sorriso irresistibile. Stop! Non so nulla di più.

Da poco sono tornato a vivere da solo. In questi mesi mi sono accorto come sia incredibile, basta dire di essere single e avere una figlia di 16 anni che il numero di donne interessate a me è cresciuto in maniera esponenziale. Tutto è tornato a essere come sempre è stato. Non ho mai dovuto fare una grande fatica per stare con una donna. Io? Io più che cacciare, ho spesso avuto il “difficile” compito di scegliere. Da 30 giorni, invece, è diverso. Questa volta, mi sembra di non capirci un accidente.

Giusto questa mattina, mentre mi attardavo a legare la bicicletta per guardarla arrivare in negozio, è passata Alexandra, la fidanzata di un mio amico, e l’ha salutata con un “Ciao Laura!”. Finalmente la fortuna si è manifestata, penso, e con due informazioni: si chiama Laura e la mia amica la conosce. È fatta! Subito dopo, contatto Alexandra per telefono, ma nonostante i miei anni di onorata carriera, mi percepisco indifeso sull’argomento. Le racconto tutto. Tutto… una parola grossa, in quanto magari ci fosse qualcosa di più.

Alexandra scherza “Ma come, tu? Non sai come fare? Il latin lover del Nord-Est?”. “Alexandra, abbi pietà… non prendermi per il culo! Dai… sono in difficoltà…” le dico. Alexandra si offre come detective per creare il contatto. La supplico di essere discreta.

Nel mentre, inizio a sognare. Mi innamoro anche del suo nome e faccio la spola tra pensieri a luci rosse e ambientazioni edulcorate da primi fotoromanzi. Passo dall’immaginare come sia il suo culo sotto quei jeans, alla magia di un tramonto insieme; da una notte di sesso selvaggio, a un film alla tv visto seduti vicini. Vado al lavoro e spero di vederla… anche solo aprire il negozio… Oddio, ma che cazzo mi succede?

Vedo mia figlia Chiara. Faccio la stratosferica cazzata di confidarle la cosa. Lei ride e mi sfotte.

Un pomeriggio mi chiama Alexandra. “Sei in ufficio? Fra un quarto d’ora passa davanti al negozio. Casualmente, s’intende…”.

Il cuore inizia a battere all’impazzata. Rapido controllo del look. Ok, ci sono! Mi dico che devo uscire dal portone disinvolto e puntare sul mio sguardo. E così come un divo, scendo la scalinata del palazzo ed esco. Capelli mossi dal vento, giacca jeans e camicia bianca, stivaletto a punta effetto tamarro, ma di gran stile. Insomma: mi sento un gran figo! Attraverso la strada. Fuori dal negozio, a chiacchierare, c’è Laura. Alexandra mi fa un cenno. Mentre mi avvicino, mi accorgo di avere pensato a tutto eccetto a… che cazzo le dico? Imbarazzo.

Proseguo verso Laura, nel mentre guardo anche la mia amica, che rimane anche lei pur sempre un bel vedere. Alexandra, per fortuna, rompe il mio black out, mi acciuffa e mi catapulta di fronte a Laura. Il cuore ormai è salito direttamente in gola e la salivazione è inesistente. Mi sento pronunciare con voce alquanto improbabile “Piacere… Gabriele” e Laura mi risponde . Ha la mano leggermente sudata… è emozionata? Mah… La guardo negli occhi, sono blu scuri… Il mio desiderio sale. Cosa ci siamo detti dopo? E chi se lo ricorda…

Puntuale come la mezzanotte arriva la telefonata di Alexandra. Ha sondato il terreno: Laura mi trova interessante e soprattutto è libera! Alexandra è poi riuscita a organizzarci un aperitivo dopo il lavoro. “Dai Gabriele! È il tuo momento, ora vai all’attacco!” mi sprona Alexandra. “All’attacco de che? Che più di ciao non le ho mai detto!” le rispondo ormai all’apice della pre-ansia da prestazione da happy hour. “Mal che vada… Ricordati di me…” conclude allusiva.

“Papà dai vai!! Che poi quando ci vediamo mi racconti” mi sollecita pure mia figlia.

Così eccomi alla fatidica sera. Finalmente soli. È di una bellezza paralizzante. E del seduttore che c’è in me, non ritrovo nemmeno l’Abc. Il discorso stenta a partire, ma poi non ci ferma più nessuno. È magia! Mi racconta un po’ di sé, io un po’ di me. Tutto fila liscio. Ci salutiamo. Non cammino più, veleggio di felicità! Da come reagiva, da come mi parlava… sì, ci siamo! Con Laura ci vediamo anche la settimana successiva e quella dopo ancora.

Intanto le emozioni crescono in me e Laura, dall’essere semplicemente “una bella figa”, ora mi crea un generale senso di turbamento. Nei nostri aperitivi, che durano non più di due ore, parliamo. Giochi di lanci e rilanci, ma… sento che qualcosa rimane sempre sottointeso. Quello che di solito accade con le altre, con lei non scatta… perché?

“Allora papà? Nulla da raccontare? Novità?” incalza Chiara la prima volta che ci vediamo. Mai come in questo periodo mi accorgo che mia figlia brama dalla voglia di incontrarmi… Ormai, per lei, la mia storia è diventata meglio di qualsiasi serial per adolescenti. Le racconto dei nostri aperitivi, di come sia bello parlare insieme… “Sì papà ma almeno… l’hai baciata?” mi domanda mia figlia con fare da nave scuola ormai rodata. “Baciata? Ma se non l’ho quasi neanche toccata con un dito…”. Mia figlia mi sfotte e dice che ormai non sono più capace a cuccare. Forse ha ragione. Io non oso sferzare “IL” colpo del seduttore per paura di rovinare tutto e non vederla più. Ma se non sbagliassi ed effettivamente qualcosa…

 

È un mese e mezzo, esattamente 46 giorni, che usciamo insieme e ancora nulla!

Ci siamo solo sfiorati le mani e ho sentito il calore intenso della sua pelle asciutta. Ci siamo tenuti a braccetto sotto l’ombrello e ovviamente solo perché pioveva. Porco cane, soffro pure di “assalti di cuore” quando la vedo passare e… Non ho ancora avuto il coraggio nemmeno di avvicinarmi per tentare un bacio. Eppure con le altre non mi sono mai fatto grandi problemi ad andare ben oltre… Il mio morale è sotto i tacchi. Dov’è andato il mio fascino? A farsi fottere? E da chi? Che succede… Non riesco nemmeno a mettere in atto la mia  solita tecnica consolatoria… di frequentare una e intanto trombarne un’altra…

Con Laura il solito gioco di ammiccamenti funziona, ma ad un certo punto tutto si inceppa. Le lancio dei segnali, lei risponde ma sento sempre un “con riserva” finale. Sono in tilt. Sto per scoppiare… in tutti i sensi.

“Pronto? Alexandra? Qui non succede nulla. Sono già non ricordo quante volte che usciamo e… non ci capisco più niente! L’ho detto anche a mia figlia, qui c’è qualcosa di strano… Ma no, no… non è perché non me la sono portata a letto… quasi non l’ho nemmeno sfiorata… c’è qualcosa che non riesco a capire. Anzi, forse ho capito, ma… no, no, non è possibile… Cosa faccio?”

La mia amica è una stratega delle conquista amorosa e…

Il giorno dopo faccio recapitare in negozio a Laura un mazzo di fiori. Le scrivo un biglietto, dove confesso di non essere avvezzo al corteggiamento, cosa peraltro vera, ma di essere terribilmente innamorato di lei e di non sapere più cosa fare per conquistarla. Il biglietto aveva ricevuto l’ok di Alexandra e di mia figlia… Ora attendevo quello di Laura.

Aspetto un suo sms. So che mi risponderà. Sì, lo farà! E aspetto. Infatti aspetto. Cazzo se aspetto! Passa praticamente una settimana e niente. Che fine ha fatto questo mazzo di fiori? Se l’è mangiato? mi chiedo.

Quando la mattina arrivo in ufficio e lego la bici al solito posto, lei non è mai a portata di sguardo. Non capisco più nulla. Ho preso un granchio così grande? Ha ragione mia figlia! Anche Alexandra non si capacita della cosa e mi dice di tirare fuori le palle e provare l’ultimo estremo tentativo: passare in negozio.

“Sì papà devi andare! Non vorrai mollare così. Poi… non puoi mica lasciare tua figlia con questo dubbio…”, ora pure il terrorismo psicologico di Chiara ci si mette. Nuovamente il mio pubblico è con me. Mi ricollego alla mia parte da ‘maschio alfa’(ultimamente un po’ castrato). Aspetto che sia sola in negozio. Entro.

“Ciao Laura!”. Vado al sodo “Vorrei sapere se hai ricevuto il mio mazzo di fiori”. La mia voce diventa quasi una supplica. Lei sgranando gli occhi “Quale mazzo di fiori?”. Crollo.

“Ma porca puttana, ma a chi cazzo l’ho mandato questo mazzo di fiori?” le dico con un’espressione indifesa. Lei si mette a ridere. “Ma sì che l’ho ricevuto… ed era anche molto bello!”. Non capisco. “Ho letto anche il biglietto e non ti ho chiamato perché ero in difficoltà”. Sollievo. “Tu mi piaci… veramente molto”. I miei dubbi scompaiono. “Mi hai messo in crisi perché… Nessun uomo mi ha mai fatto l’effetto che mi fai tu”. Il mio ego maschile conosce uno dei momenti di massima espansione. “Ho anche pensato a noi due assieme…”. Laura tentenna, io invece ho già creato una meraviglioso mondo ideale insieme. “Però…”, la sua voce arriva come una rasoiata. Crollo immediato di tutti i miei sogni. “Però… devo dirti una cosa che sanno pochissime persone”. Brivido freddo lungo la schiena. “A me gli uomini non sono mai interessati… a me piacciono le donne”.

Silenzio. Rido o piango? Scelgo la prima.

“Ecco cos’era… l’avevo capito io che c’era qualcosa che non andava… Lo dicevo io a Chiara che c’era qualcosa di strano” le dico.

“Ne hai parlato con tua figlia?” mi chiede.

“Certo, faceva parte della claque e tifava per noi due…”. Pausa. La guardo.

Allargo le braccia in senso di resa. Lei mi sorride in quel modo che mi aveva conquistato. Mi viene incontro. Mi sento squagliare. Mi dà il primo, l’unico e ultimo bacio sulla bocca.

Come un cretino mi giro. Esco dal negozio. Salgo sulla mia bici rossa, quattro pedalate e… un respiro profondo…

Alexandra sto arrivando…

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1 commento »

  1. Francesca, descrivi bene le tecniche di conquista e gli struggimenti di cuore di un uomo per una bella donna. La mancata risposta della donna al piano di conquista di Gabriele mette in ansia lo stesso seduttore. Il piano prevede manovre avvolgenti caste e esclude affondi frontali. Il finale rimette le cose a posto perché l’uomo non potendo sedurre la donna cercherà di dare sfogo ai suoi desideri più sfrenati con un’altra donna. Hai descritto gli atteggiamenti tipici dell’uomo e della donna impegnati nella seduzione usando una scrittura immediata e scorrevole.
    Complimenti.
    Emanuele

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