Racconti nella Rete®

Divoravo il tempo con passo veloce.

Romantiche e decadenti, le case si alternavano ad altre piu’ moderne, lungo la strada.

Mi piaceva percorrerne quando un lato quando l’altro.

Osservarne i giardini curati o completamente abbandonati, recintati da antiche cancellate mentre l’aria calda e luminosa del primo pomeriggio accompagnava la mia fretta, regalando arabeschi di sole tra le fronde.

Mentre la mente, precedendomi, indugiava a lungo trovandosi gia’ davanti al tuo cancello, alle tue scale.

Salivo in fretta i gradini, risparmiando qualche minuto per osservare la tua porta chiusa, le piante sparse ovunque, sentire la musica diffondersi ad alto volume, quanto il rumore del vento e dei miei passi disperdersi lungo i corridoi e sul ballatoio.

Poi suonavo il campanello, in dubbiosa attesa.

La tua figura si stagliava nel riquadro della porta.

La musica ne usciva, investendomi.

Assieme all’odore delle essenze bruciate.

Come all’odore fumoso delle candele.

Entravo.

E i miei occhi catturavano l’insieme, fino alla terrazza che si apriva su un mondo di verde di chiome d’alberi suggerendo, in lontananza, il mare.

Inebriava, l’aria, il profumo dei pini; la frescura, un ristoro inaspettato.

Magnetici, gli sguardi, annullavano lo spazio alle parole.

Talvolta, mi sorprendo a pensare. Quelle correnti emotive, quelle vibrazioni di accesa intensita’ si fanno presenti ai miei occhi con incredibile vivezza. Sfaccettate. Riflettenti luce. Come un cristallo.