Premio Racconti nella Rete 2013 “Mirella torna a casa” di Ornella Spada
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013Mirella ha ventitré anni. Fin da piccola nutre una vera passione per le lingue e infatti conosce molto bene il francese, lo spagnolo e l’inglese, ma ora si è messa in testa di imparare anche Russo. Non sa ancora se in futuro le sarà utile, ma il fatto che le piaccia la spinge ad andare avanti. Per quanto sia una lingua difficile, non se la cava poi tanto male o almeno questo è ciò che le ha detto il suo insegnante quando ha passato l’ultimo esame con il massimo dei voti. Mirella ha una sorta di venerazione nei suoi confronti e infatti ogni volta che lo guarda le viene il capogiro. Non è soltanto perché è bello, ma anche perché è colto, anzi coltissimo, praticamente un pozzo di scienza, così che quando parla ama spaziare in molte direzioni. E forse è proprio perché ha tante cose da dire che trova così piacere ascoltarlo.
Il professore ha una moglie bellissima della quale deve essere molto innamorato e due bambini ancora piccoli, ma molto vivaci che lo adorano, perciò quando le è capitato di incontrarli per caso al parco è rimasta a guardare quel quadretto come un’ebete.
Benché il bel professore non la degni di uno sguardo è un po’ infatuata di lui, ma questo non la disturba più di tanto.
In realtà non è che si tratti di un innamoramento vero e proprio, ma piuttosto di una sorta di allampanatura, una specie di paralisi in cui cade non appena lo vede. Un sentimento il suo, che comunque non fa male a nessuno, per questo non cerca di reprimerlo, ma lo coltiva come un bene prezioso.
Al momento Mirella non ha il ragazzo e forse è per questo che si è inventata quell’amore, per riempire il vuoto che ogni tanto sente dentro. Con Maurizio si è lasciata da tempo e dopo di lui non ha più trovato nessuno con cui valesse la pena di dividere interessi e tempo libero. In realtà, non è che goda di molto tempo libero perciò non ha molte occasioni di coltivare nuove amicizie.
Le giornate di Mirella sono tutte uguali. Di solito la mattina va a lezione, anzi sarebbe meglio dire che ci andava, perché da quando la sera lavora in un fast-food non riesce a svegliarsi in tempo e perciò rimane a casa a dormire. Per il resto studia. Purtroppo la sera fa quasi sempre tardi: a volte sono i clienti che si fermano a chiacchierare, altre volta ci sono i soliti ritardatari che chiedono da mangiare oltre l’orario normale, inoltre e come se non bastasse prima della chiusura deve anche fare le pulizie, perciò a casa non arriva mai prima delle due se non alle tre, anche se in teoria alle undici dovrebbe aver finito.
Per questo è sempre stanca e così oltre ad essere indietro con gli esami non esce nemmeno più con le amiche.
– Dovevi dirmelo che volevi farti monaca! – l’aveva rimproverata una sera Marika, la sua amica del cuore – non solo sgobbi come una matta, ma non trovi nemmeno il tempo di divertirti, ma è vita la tua?
– Lo so anch’io che questo lavoro è snervante, ma i soldi che guadagno mi fanno comodo, perciò non posso fare diversamente.
– Fai come vuoi, ma se continui così va a finire che oltre a non dare esami perdi tutti gli amici.
– Ancora un mese e poi mando al diavolo tutto, te lo prometto, tanto più che rientrare così tardi la sera, incomincia a farmi paura.
– Ecco lo vedi! – aveva ribadito Marika.
Lavorare e studiare contemporaneamente era dura, per questo si è prefissata una scadenza e quella scadenza per fortuna si stava avvicinando. Ancora un mese e poi riprenderà a frequentare l’Università, così potrà finalmente preparare quegli esami che le mancano per non perdere la borsa di studio. Mirella ci tiene a non deludere il suo bel professore, e questo è uno dei motivi per cui non intende mollare gli studi. E poi, perché dovrebbe farlo? Per fare la cameriera per il resto della vita?
Rientrare tardi la sera, sta diventando sempre più pericoloso, perciò non vede l’ora di finirla. La sera precedente per esempio, all’uscita dal locale in cui sette giorni su sette serve aperitivi e pizzette a un pubblico vario, attirato invariabilmente dai prezzi competitivi proposti in cambio di un menù di qualità accettabile, due balordi le hanno fatto delle avances. Per fortuna non è successo niente, ma ora ha paura che possa ripetersi.
Uno ha l’accento dell’est, ne è sicura perché l’ha sentito pronunciare delle frasi oscene in un italiano imperfetto, mentre l’altro che non ha aperto bocca, potrebbe anche essere un compatriota. All’uscita dal locale le si sono parati davanti all’improvviso indirizzandole degli apprezzamenti volgari.
Due figure losche che per fortuna sono state subito allontanate da un gruppo di ragazzi venuto in suo soccorso. Così tutto si è risolto con la fuga dei due balordi.
Quell’episodio però le ha messo addosso una tale paura che quando arriva il momento di smontare dal lavoro si sente assalire dall’angoscia.
Mirella ha appena finito di fare le pulizie nel locale. La sua collega, Cristina, anche lei studentessa, ma all’ultimo anno di Scienze aziendali è già andata via.
– Ciao, ci vediamo domani. – le ha detto prima di correre incontro al suo ragazzo. Un tipo con un paio di occhialini dalla montatura scura che gli conferiscono un’aria da intellettuale e che Mirella trova molto simpatico.
Quando non viene a prenderla il suo ragazzo, di solito lei e Cristina, fanno un pezzo di strada insieme. In due è senz’altro meglio perché in caso di aggressione ci sono più possibilità di non essere sopraffatte, ma purtroppo stavolta è da sola che Mirella deve andar via.
Dopo quel brutto episodio, prima di prendere la strada verso casa Mirella si guarda intorno per assicurarsi che i due gaglioffi non siano appostati nelle vicinanze e quando vede che ad aspettarla non c’è nessuno si avvia. Poiché nei giorni seguenti, dei due ceffi non vede nemmeno l’ombra si tranquillizza. Tuttavia, dopo aver seguito una trasmissione alla televisione ha comprato una bomboletta spray al peperoncino, il cui liquido pare che faccia molto male agli occhi. Non sarà molto, ma almeno ha qualcosa con cui difendersi.
Ormai manca appena una settimana al termine del contratto lavorativo, perciò per Mirella incomincia il conto alla rovescia.
Poiché non solo è coscienziosa, ma lavora anche piuttosto bene, il padrone del locale non è affatto contento che vada via e così una sera tenta di convincerla a restare ancora un po’.
– Allora non vuoi ripensarci? – le domanda una sera in cui c’è meno gente del solito e hanno il tempo di fare due chiacchiere senza essere disturbati.
– Mi dispiace, ma devo fare degli esami, al punto in cui sono non posso permettermi di perdere la borsa di studio.
– E a me non ci pensi?
– Ma dai che di ragazze disposte a lavorare nel tuo locale ne trovi fin che vuoi!
– Si, ma una come te non sarà facile trovarla.
– Non essere pessimista.
– Spero che verrai a trovarci ogni tanto.
– Ci puoi contare!
Chiusa la conversazione Mirella torna al lavoro. Ormai non pensa più al brutto episodio che le è capitato alcune settimane prima. Del resto i due tipi non si sono più fatti vedere, perciò è probabile che abbiano imparato la lezione. Meglio così, pensa, tirando un sospiro di sollievo. Così dopo aver dato una rapida occhiata in giro si avvicina al motorino e parte. La serata è stata particolarmente faticosa e Mirella non vede l’ora di andare a letto. Tira su il cappuccio del giubbotto e infila i guanti di lana, ma ha fatto a malapena un centinaio di metri, quando capisce che ad aspettarla c’è una brutta sorpresa.
Come nel peggiore degli incubi, le due vecchie conoscenze sbucano all’improvviso da dietro un vecchio palazzo e tentano di sbarrarle la strada. Soltanto la sua presenza di spirito le impedisce di finire dritta nelle loro mani. Con una finta mossa riesce infatti a schivarli, defilandosi con il suo motorino che forzato al massimo emette un rumore rauco. Purtroppo dopo un primo momento di vantaggio le due canaglie ormai a cavalcioni di un vespone blu che a quanto pare va parecchio più forte del vecchio motorino di Mirella, le si affiancano. Il ghigno beffardo del più alto che è poi anche il più cattivo la colpisce come una frustrata sulla pelle nuda.
Mirella si vede persa, perciò si guarda intorno, ma la città a quell’ora è un deserto privo di confini e infatti in giro non si vede nessuno. Nemmeno un clochard in cerca di un angolo i cui mettersi a dormire. Allora accelera, se riesce a seminarli sarà salva.
Come per miracolo, riesce a distanziarli. Forse i due cafoni hanno deciso di rinunciare o forse aspettano soltanto il momento opportuno per saltarle addosso, chissà qual è la verità! Mirella vorrebbe tanto prendere il cellulare e chiamare i suoi amici perché vengano ad aiutarla. Ancora meglio sarebbe mettersi in contato con la polizia. Ma chissà se arriverebbe in tempo. Comunque impegnata com’è alla guida non ce la fa a prenderlo. L’unica sarebbe rallentare e tentare di infilare una mano nello zaino, ma se decelera rischia di essere raggiunta.
Intanto continua a premere sull’acceleratore, finché non si rende conto di essere appena a due isolati dalla porta di casa. Ancora un centinaio di metri e potrà dimenticare quei brutti momenti.
Mirella non sa da dove siano sbucati dal momento che non li ha sentiti arrivare. Un attimo prima credeva di averli seminati, mentre ora le si avventano contro come due belve. Per un po’ si difende, scalcia, graffia e morde con tutte le sue forze. Lotta con tutta se stessa. Mirella vorrebbe urlare per chiamare aiuto, ma le sue corde vocali sembrano essersi bloccate. In un ultimo disperato tentativo di metterli in fuga tira fuori la bomboletta che tiene in tasca e preme sul cappuccio finché non sente il tipo urlare di dolore. Intanto il secondo individuo, spaventato dalle urla si allontana. Mirella è ancora sdraiata per terra, ma la vista di quella prima reazione acquista nuova forza. Se riesce ad arrivare ai campanelli qualcuno la sentirà e scenderà in suo soccorso. O perlomeno così spera.
Dolorante e con la maglia strappata si alza e corre verso il palazzo più vicino, mentre alle sue spalle sente i latrati di un cane farsi sempre più vini. Ci manca solo di essere aggredita, pensa preoccupata. In realtà il cane dirige subito verso i due individui e nonostante sia molto piccolo li tiene a bada finché non arriva anche il suo padrone. Mirella non crede ai suoi occhi quando un attimo dopo, come per miracolo, compare al suo fianco il professore di russo che dopo aver messo in fuga i due balordi si precipita verso di lei e la sorregge. Mirella è così felice che gli si attacca al collo. Trema ancora quando lui le dice:
– Vieni, ti accompagno.
– Grazie professore, se non fosse stato per lei non so dove sarei a quest’ora.
– E’ willy che devi ringraziare. E’stato lui a svegliarmi, aveva bisogno di uscire e così mi ha letteralmente tirato giù dal letto.
Mirella, si china e fa una carezza al cane, mentre il suo salvatore premuroso le cinge la vita.
Mentre Mirella cercava di fuggire pregavo per lei, davvero!! La mia indole romantica e un po’ ingenua mi ha fatto desiderare di essere lì ad aiutarla, poi per fortuna è arrivato willy con il suo padrone. Mi sono immedesimato, sono entrato nel racconto, bello!
Grazie per il giudizio positivo, ne avevo un gran bisogno! Sono contenta che ti abbia emozionato, ciò significa che il messaggio è arrivato. Grazie ancora!
Tragico e realistico. Con lieto fine, come piace a me. In bocca al lupo, Ornella
Fin da subito l’ho pensato a lieto fine. Grazie per le tue belle parole.
Il lieto fine, quasi da favola, fa bene! E perchè no? Magari succedesse un po’ più spesso anche nella realtà…Ci vorrebbero davvero un po’ più di Willy e di professori in giro di notte… Auguri per il concorso.