Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2013 “Il lupo innamorato” (sezione racconti per bambini) di Jessica Viero

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

Il lupo quella mattina era davvero strano. Se ne erano accorti i coniglietti e i cerbiatti del bosco. E se ne era accorta anche Cappuccetto Rosso, che lo aveva chiamato a gran voce, ma lui non si era nemmeno girato. Davvero strano: di solito la stuzzicava, la sfidava in una gara di corsa e tentava di mangiarsela per colazione.

“Sono stufo di fare il cattivo nelle fiabe!” aveva dichiarato guardandosi allo specchio quella mattina. Lo specchio, che era dello stesso tipo della Regina di Biancaneve, lo aveva guardato con sospetto, ma era rimasto in silenzio.

“Da oggi voglio diventare buono. E vegetariano!”

E così si era lavato, profumato e vestito in modo elegante: giacca, cravatta e pantaloni stirati.

 

I tre porcellini, quando lo avevano visto passare davanti alla loro casetta di mattoni, si erano chiusi in casa, ma lui li aveva ignorati. Anzi, li aveva salutati da lontano, facendo loro un gran sorriso.

Anche i sette capretti, rimasti soli perché mamma capra aveva sempre da fare al mercato, avevano cercato riparo in casa, ma anche con loro il lupo si era dimostrato simpatico.

Cappuccetto Rosso si era fiondata dai suoi amici animali per chiedere spiegazioni, ma nessuno riusciva a spiegarsi il perché del comportamento del lupo cattivo.

 

Il lupo, intanto, si era fermato in una radura del bosco a raccogliere un mazzo di fiori tutti colorati, seguito dallo sguardo smarrito di Cappuccetto, dei tre porcellini, dei sette capretti e anche dei sette nani, che si recavano proprio a quell’ora alla miniera di diamanti.

“Cosa gli è successo?” aveva chiesto Brontolo “Non si capisce più niente!”

“Non lo so, è tutta la mattina che si comporta in modo strano” aveva replicato Cappuccetto.

“Dobbiamo indagare” aveva concluso il più piccolo dei capretti.

E così in fila indiana avevano seguito il lupo nel suo cammino.

 

Armato di fiori, vestito in giacca e cravatta, pulito e profumato come non lo era dai tempi della scuola, il vecchio lupo si stava dirigendo verso una piccola casetta sperduta nel più folto del bosco.

“Non vorrà mica andare dalla strega di Hansel e Gretel? Di lei non ci si può proprio fidare!” aveva sussurrato Cucciolo.

Ma il lupo aveva superato la casetta di marzapane e aveva proseguito il cammino.

“Ma dove va?” si era chiesto Mammolo, un po’ stanco di camminare.

“Meglio lasciar perdere e schiacciare un pisolino” aveva proposto Pisolo.

“Eh no, ormai siamo qui e proseguiamo!” aveva concluso il saggio Dotto.

Tutti furono d’accordo e, silenziosamente, si apprestarono a seguire il vecchio lupo.

 

Improvvisamente il lupo si era fermato. E si era aggiustato il cravattino.

Incredibile: si era fermato sulla soglia della casetta della Fata Buona.

“Ma che intenzioni ha?” si era chiesto incredulo il porcellino più piccolo.

“Forse vuole che gli faccia un incantesimo” aveva esclamato eccitato il porcellino di mezzo.

“Sssttt ascoltiamo” li aveva ammoniti il fratello maggiore.

E tutti si misero in ascolto.

 

“Sono venuto a chiedere la tua mano, mia bella Fata. È da tempo che sono innamorato di te! Ti prometto che da oggi in poi sarò sempre buono. E non darò più la caccia né alle nonne, né alle bambine e nemmeno a porcellini e capretti!”.

Un HURRÀ venne soffocato dalla risposta della Fata Buona.

“Ma tu, caro lupo, non puoi proprio essere buono. E io non posso sposarti”.

Un grosso lacrimone era rotolato sulla guancia del vecchio lupo.

“Perché? Ho fatto il mio lavoro egregiamente per 200 anni. È ora che anche io abbia un po’ di gloria. Non è giusto che sia sempre il Principe Azzurro ad avere il lieto fine!” aveva protestato allora il lupo, mostrando i denti aguzzi.

La Fata Buona aveva scosso la testa.

“Mio caro, ma non lo sai che i bambini vogliono bene anche a te? Li deluderesti se cambiassi. E poi non riuscirebbero più a capire la differenza tra buoni e cattivi, tra bene e male” gli aveva spiegato allora la fanciulla, accarezzandogli il mantello lucido.

Il lupo aveva abbassato la testa.

“Solo tu sei in grado di svolgere questo compito!” aveva concluso la Fata Buona e gli aveva schioccato un bacio sulla guancia, che aveva fatto arrossire il vecchio lupo.

“Davvero i bambini mi vogliono bene?” aveva chiesto poi.

“Ma certo: sono sempre tristi quando ti bruci la coda nel pentolone dei tre porcellini o quando mamma capra riempie il tuo pancione con le pietre!”

Il lupo non era tanto convinto, ma il pensiero che i bambini continuassero a divertirsi e a sognare con le sue avventure lo faceva sentire felice. Un eroe.

“E poi pensa al principe quante incombenze ha: deve essere sempre in ordine, combattere, viaggiare.. mentre tu sei libero di scorazzare nel bosco!” gli aveva ricordato la saggia Fata.

“Ma poi lui si sposa con la principessa, mentre io sono sempre solo..” aveva ricominciato a frignare il povero lupo.

“A questo forse possiamo rimediare” aveva detto la Fata, facendogli l’occhiolino.
E aveva agitato la bacchetta magica.

 

I tre porcellini, i sete capretti, i sette nani e Cappuccetto Rosso erano rimasti in silenzio e poi un “OHHH” di meraviglia inondò il Bosco Incantato, tanto che lo poterono sentire anche i bambini, oltre i confini del Regno della Fantasia.

Dalla polvere magica della bacchetta si era materializzata una lupetta niente male e il vecchio lupo appariva decisamente ringiovanito.

“Mio caro lupo, come si bello!” aveva subito esclamato la nuova arrivata.
“Anche tu sei splendida, mia cara, permettimi di invitarti a casa mia” aveva esclamato il lupo cattivo.

“Con molto piacere” aveva sorriso la dolce lupa, sbattendo gli occhioni.

E si erano avviati verso la casa del lupo, tenendosi sotto braccio.

 

Cappuccetto aveva lanciato uno sguardo preoccupato alla Fata Buona, che però le aveva sorriso. In fondo era giusto così.

I nani, i capretti, i porcellini, Cappuccetto e tutti gli animali del Bosco Incantato si appestarono quindi a tornare alle loro case.

“Magari questo nuovo amore lo terrà occupato e ci lascerà stare” aveva detto il più piccolo dei capretti.

Ma proprio in quel momento sentirono il lupo parlare, con il suo solito vocione tonante.

“Cosa vuoi per pranzo, mia adorata? Cotolette di maiale o preferisci capretti arrosto? O magari entrambi?”

“Quello che vuoi tu, mio caro lupo” aveva replicato lei.

A quelle parole tutti si affrettarono verso casa. I porcellini prepararono una bella pentola piena di acqua e la misero a scaldare sul camino, mentre i capretti si chiusero in casa.

 

“Per oggi forse ci dovremo accontentare di uno stufato di verdure, ma domani vedrai che buon pranzetto ti preparerò” affermò il lupo, che si era messo il ghiaccio sulla coda, dopo essersi nuovamente bruciato nella pentola dei tre porcellini, che in fondo si divertivano ad accoglierlo degnamente, tutte le volte. E il lupo ci cascava sempre.

 

Il povero lupo cattivo continua ancora oggi a tentare di mangiare i suoi rivali e puntualmente viene sconfitto. Ma un giorno, forse, lo vedrai mandare un bacio alla Fata e ti accorgerai che non ci sarà nessuno a dare la caccia ai porcellini. E allora, forse, il suo posto lo prenderà il principe…

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7 commenti »

  1. Ciao a me piace questa fiaba perché mescola in un unico racconto tanti personaggi noti e riscatta finalmente la figura tradizionale del lupo cattivo. Non mi aspettavo il finale così.. ho immaginato il principe dare la caccia alle donzelle e il lupo maritarsi con la fiaba.. molto rodariano!!

  2. maritarsi con la fata, scusate

  3. Molto carina questa fiaba lupesca, divertente e intelligente.

  4. E’ proprio il caso di dirlo: il lupo perde il pelo ma non il vizio… Una fiaba molto umana e realistica

  5. Una fiaba un po’ diversa dal solito, che si legge d’un fiato. Speravo che il lupo si riuscisse a pappare le costine di maiale una volta tanto, ma va bene anche così: concordo sul ruolo educativo del lupo!!

  6. molto bella, perchè si ispira a fiabe tradizionali, mescolandole e cambiando i finali

  7. Divertente e intelligente. La morale è quella: c’è bisogno del male per capire il bene. E se ogni tanto i personaggi malvagi vogliono trasformarsi in buoni non c’è nulla di male; l’importante è che l’equilibrio esista. E che alla fine se possibile vinca il bene 🙂

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