Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2013 “L’Angelo Pahaliah” di Cav. Emilio Michele Fairendelli

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

L’Angelo Pahaliah

è il ventesimo degli Angeli del Nome.

Egli regna sui nati dal 27 giugno al 1 luglio.

La sua natura è femminile.

La sua essenza è Redenzione.

Il suo dono sono le labbra del profeta

ed il vedere del mistico, i mali che devono

essere trasformati la menzogna e il libertinaggio.

Nell’antichità Pahaliah veniva invocato

così dai suoi figli:

“Vieni!, Pahaliah, Angelo del Signore,vieni!,

libera la mia vita dalle labbra di menzogna,

dalla lingua ingannatrice, dammi il potere

di compiere il mio viaggio”.

 

 “Trattato di angelologia”, K. Scott Wallace, pag. 116

 

Il destino, l’infinito futuro, stanno racchiusi in un solo giorno, il giorno della nostra nascita.

Non occorre altro che quel giorno, il disegno di pianeti e di stelle che si forma – unico e irripetibile negli eoni – nell’istante in cui vediamo la luce, per dire ogni cosa di noi.

Il giorno che lo precede, quello successivo, sono aureolati dalla sua essenza.

Il 27 giugno del 1957 mio padre e mia madre si sposarono in una piccola chiesa di periferia a Milano.

Riguardo quel film: mio padre, il suo viso, la figura vergine della mamma.

Nella vecchia pellicola in bianco e  nero volano ali scure, si accendono punti luminosi, grigi globi d’argento crescono e poi  scompaiono.

L’azione degli acidi degli anni e del mondo sul nitrato di cellulosa ma, insieme, la presenza degli Angeli che, solo grazie a quel disfacimento  è ora possibile vedere.

Quando comprenderemo come le cose sono realmente, ciò che le collega oltre e contro ogni evidenza sconvolgendo la sintassi e la causalità del reale, rendendole sempre, in ogni istante, ciò che è uno?

Uomini grigi come fantasmi muovono nella pellicola.

In uno degli ultimi fotogrammi la mamma sorride in un raggio bianco verso altrove, verso il tempo, verso il qui: luce da luce, vero da vero, carne da carne.

Così ogni cosa viene decisa e le anime cadono nel tempo.

Nacqui il 29 giugno del 1959, due anni e due giorni dopo.

Quando stavo per compiere quarantacinque anni, il 28 giugno del 2004, mia madre morì.

Persa nel nulla dell’Alzheimer, costretta da tempo all’immobilità da un altro male, la sua vestaglia sintetica aveva preso fuoco nel tentativo di accendersi una sigaretta.

Nessuno era con lei.

Solo il suo Angelo le era accanto: da un angolo della stanza  aveva contemplato in un sorriso  ciò che accadeva, ciò che la liberava da tutto tramutando ogni cosa, il suo corpo afflitto e la poltrona che la costringeva, in una fiamma alta e silenziosa.

Dopo pochi minuti, la domestica era risalita dal piano inferiore e, terrorizzata, aveva cercato di spegnere il fuoco con dell’acqua.

All’ospedale la sua agonia durò meno di un giorno.

Le fui accanto per ore, fissando da lontano quel viso color del sangue senza più lineamenti, il petto fragile sotto il lenzuolo che si alzava in un respiro rovesciatovi solo dalle macchine, le libere greche di fiori dipinti sulla parte alta delle pareti e sul soffitto della terapia intensiva e che parevano chiamarla.

Poi, fu finita.

Due giorni dopo vidi una bara tra molte altre in un salone dell’obitorio dell’ospedale di Niguarda.

Imbevute di sole, alle finestre altissime tende bianche si muovevano avanti  e indietro nel vento, come se il pneuma appena liberato di quei corpi indugiasse nel suo distacco dal mondo.

Ancora due giorni e lei non fu che un’urna, ceneri infine immobili chiuse in quello spazio così piccolo.

Restava il presente, la soglia che ero chiamato a varcare.

Dell’Angelo Pahaliah, che governa il giorno della mia nascita, sapevo.

Un sito internet dovevo avevo acquistato alcuni libri mi suggerì di aggiungere il “Trattato di angelologia” di K. Scott Wallace.

In lingua inglese, dalla copertina dolciastra, certamente annacquato e dozzinale, conteneva le formule di invocazione dei settantadue Angeli del Nome.

Lo ordinai.

Adottai la dieta prescritta, il venerdì di completo digiuno.

Ogni sera prima di prendere sonno e ogni mattino nella sua ora di reggenza, tra le sei e le sette, invocavo Pahaliah con le parole di rito.

Con questo non intendevo raggiungere mia madre, sapere di lei nei nuovi mondi che abitava, ma sfiorare il vero, portare sulle labbra come una goccia di vino, come la scheggia di un frutto, il sapore dello spirito, dare un luogo giusto,  il suo luogo,  a quanto era intollerabile: la pesantezza e la prolissità del reale, la morte.

All’inizio mi fu difficile comprendere.

Ignaro di ogni legge e di ogni gerarchia angelica, credetti di avere stabilito un contatto con Lui, il Trono, Pahaliah.

Non era così.

Allo stesso modo minuscole ostie di ghiaccio  portate nell’aria dal vento annunciano il grande, regale cadere della neve che verrà solo dopo ore.

L’Angelo apparve mentre leggevo ed annotavo un libro alla mia scrivania.

Lo specchio di fronte a me rifletteva l’altra parete

Lo vidi, e più chiaramente in uno sguardo laterale, non diretto.

Stava a lato del piccolo arazzo appeso.

Mi vegliava.

Considerava, forse invidiando la mia natura d’uomo, desiderando essere me,  quale trasformazione stavano producendo nel mio cuore le parole del poeta?

Apparteneva ad un altro mondo e tuttavia era contenuto nella dimensione della stanza.

Dalla sua fronte sgorgavano due fiotti di luce azzurroargentea che poi ricadevano al suolo lungo una linea d’iperbole rovesciata.

Erano emanazioni, quanto l’Angelo portava nel mondo, la sua azione riversata lungo le colonne della manifestazione materiale.

Quella forma ricordava gonfie ali  aldisopra di un’ aureola, ciò che tante volte avevo visto nei dipinti: seppi  cosa contemplarono gli antichi veggenti e come questa immagine, una volta portata nel mondo, avesse perso il suo potere degradando e corrompendosi in semplice figura di creature alate dai lunghi capelli.

Da quel giorno l’Angelo, che compresi poi essere un Angelo dell’ultima schiera, l’Angelo  custode della mia forma materiale, fu con me.

Lo avvertivo dal suo assentire, dal suo dilatarsi nelle mie ore più alte.

Lo vedevo, più facilmente nel riflesso di un vetro.

Presi l’abitudine di portare con me un piccolo specchio circolare e molato che avevo trovato da un rigattiere.

Trovavo a volte sul mio tavolo una fotografia o un libro spostati, ruotati di poco e come offerti alla mia attenzione.

Nella folla della città mi veniva indicato un uomo, una donna, un viso che seguivo nel gioco degli occhi e che forse, sotto le ali dei Troni, mi era stato compagno in altre vite.

Quando riaprivo il computer al mattino qualche parola, qualcuna delle righe che avevo scritto la sera precedente erano mutate nel carattere o nella forma, nel colore.

Non erano che  giochi, fremiti del non materiale vissuti con colui che, con l’assenso dei piani superiori, custodiva il mio corpo fisico: l’Angelo della mia nascita e del Nome di Dio come si poteva udire quel giorno, Pahaliah, doveva  ancora venire.

Una notte mi svegliò un senso di oppressione.

Nello stesso tempo mi sentii innalzare.

Volli aiutare quel movimento e venni come sospeso poco aldisopra del mio corpo.

Vidi davanti a me un disco luminoso del diametro forse di cinquanta, sessanta centimetri.

Non so cosa provai: gioia, desiderio, paura.

La luce subito si rapprese in un punto che si allontanò in una scia come di cometa.

Per qualche minuto mi fu impossibile muovere il corpo e le labbra, tanto che temetti di essere stato preso da un colpo.

Poi tutto tornò normale.

Guardi le ore: erano le sei e venti, l’alba sorta da poco, era l’ora di reggenza di Pahaliah.

Per tutte le notti che seguirono mi addormentai invocando il nome dell’Angelo, sperando di trovare il passaggio.

Non accade nulla.

Per quasi un anno cercai ogni aiuto possibile tra quelli suggeriti.

Giunsi a porre un grande cristallo di quarzo grigio sotto il  cuscino.

Una mattina vidi qualcosa che mi parve un segno: un cieco nel parco, senza accompagnatori, attraversava l’isola di ghiaia centrale tastando il terreno con il suo sottile bastone bianco.

Deviava, nel suo camminare sbandato il viso si alzava al cielo,  infine – i suoi ultimi passi furono inspiegabilmente più rapidi, come un cadere presentendo la meta – raggiunse un sedile di pietra.

Quella stessa notte sentii premermi il petto.

Scivolando dolcemente verso sinistra, il lato più aperto, il lato del cuore, iniziai a salire.

Poi mi liberai.

Non ebbi paura.

Dall’alto guardai il mio corpo, l’altro, dormire, innocente, indifeso, privato di una parte, forse la più alta, di sé.

Qualcosa di simile ad una corda d’argento mi univa a lui, al plesso solare, poco sotto il cuore.

Lo spazio  era tracciato da una falda di luce.

Non perfettamente verticale, leggermente inclinata, aveva sfondato il soffitto della stanza e ne attraversava il pavimento: un raggio, il tratto di un raggio infinito.

Stravolgeva, squassava le misure della stanza e del tempo così come quelle della coscienza, sceglieva di abitare quello spazio così piccolo e povero: le pareti di intonaco, lo spigolo tra quelle dove l’oscurità si raccoglieva come in una sottile lama nera, il poco, il caduto, il non redento della realtà materiale.

Provai il desiderio di volare, aprii le braccia di quel corpo che non vedevo né sentivo,  attraversai in una leggera, dapprima esitante e poi decisa frizione il muro della casa, mi trovai sopra la città, la piazza dove abitavo, le case, le finestre buie.

Fui attratto da una di esse e vi precipitai.

Vidi in una stanza una donna che dormiva, volai nella sua stanza, sopra i suoi vestiti, i suoi oggetti.

Mi avvicinai al suo respiro, agli occhi chiusi, entrai in quella fronte limpida e in lei, nella sua coscienza vitale.

Sentii come ama una donna, la differenza tra essere penetrata e penetrare, tra accogliere e prendere, vidi il figlio che sarebbe venuto e che già abitava il lago del suo cuore come un’ombra raccolta.

Uscendo dal suo essere qualcosa, creature scure che parevano battere le ali aldifuori della finestra della stanza, mi spaventò e mi ritrovai nel mio letto e nel mio corpo di carne, ancora una volta incapace di muovermi, di parlare, per qualche minuto.

Qualche giorno dopo rividi in strada la donna, una esile ragazza bionda che tante volte avevo notato e che abitava poco lontano da me.

Da allora il viaggio della notte fu possibile: per abitudine mantenni l’ aiuto della disordinata, certamente spuria invocazione del libro della Wallace.

Il momento in cui il corpo si liberava  e si innalzava sopra la città era un momento di felicità, una felicità profonda che non vibrava ma sapeva consistere, irraggiare.

Solo pensando di inarcare quel corpo immateriale e invisibile riuscivo a volare nello spazio e nel tempo.

All’inizio raggiungevo, in virtù di una  gravità segreta, luoghi  e persone che non riconoscevo, la cui storia apparteneva alla mia Anima, non a me.

Per molto tempo visitai un uomo che abitava una casa isolata, non lontano da una grande scogliera, forse in Bretagna o in Inghilterra.

Lo vedevo sorridere a una bambina, in momenti di intimità familiare, mentre raccoglieva della legna, mentre camminava verso il mare agitato in buie giornate d’inverno.

Non seppi mai chi era e cosa ci aveva legato, in che tempo aveva vissuto.

Presto imparai a guidare il mio viaggio là dove sentivo, dove volevo.

Fui nel cimitero di un piccolo paese dove un bambino della mia famiglia era sepolto da più di un secolo dopo essere stato dimenticato, vegliai  per ore l’ultimo, sereno sonno di un compagno di liceo che era morto in un incidente tanti anni prima, fui nella casa che mia figlia avrebbe abitato un giorno, nel passato della donna che amavo, lei bambina, i  lunghi capelli mossi dal vento sul pontile di una barca in una giornata incendiata dal sole, vidi, solitarie, le vette più alte della terra, vidi Alessandro guardare nel mattino la piana di Isso prima della battaglia.

Una notte desiderai volare nel buio dello spazio e là mi apparve la sfera d’opale  della terra, più chiara delle immagini che ricordavo.

In lei gli strati di atmosfera, i veli turbinanti delle nubi muovevano come le acque organiche di una cellula, come i liquidi di un corpo.

Altro,  aldilà  dell’uomo, da lui e per lui, attendeva di nascere.

Guardai, non lontana, la luna, poi  le stelle e le galassie, gelide, deserte, a una distanza infinita.

Pensai al lavoro di tutto il manifestato e delle ere perché in quella perla azzurra, la terra, potessero sorgere la vita e la coscienza.

Poi sentii avvicinarsi una forza suprema e vidi Pahaliah.

Nella figura di una croce radiante, il suo corpo regnava dall’alto dei cieli su una parte dell’universo, quella dove nascevano i suoi figli.

La sua dimensione e il suo splendore erano inimmaginabili.

Compresi che tutto ciò che era avvenuto, sin dai primi richiami dell’Angelo custode della mia forma, non aveva rappresentato che la  sua convocazione.

Sei emanazioni, sei braccia, sei ali, le sei ali dei Serafini e dei Troni disegnavano la sua croce: le dimensioni della materia e del tempo.

Le due emanazioni superiori  vibravano verso l’ alto come immense fiamme d’argento, raggiungendo il luogo in cui Pahaliah e gli altri Troni contemplavano l’Impensabile e ne eseguivano la volontà.

Per un attimo l’Angelo Pahaliah mi vide, con tutto il suo potere.

Ricaddi nel mondo materiale.

Da allora i viaggi astrali divennero intermittenti, deboli, vaghi, sino a scomparire del tutto in poche settimane.

Non dimenticai, mai, ciò che Pahaliah mi aveva mostrato guardandomi: l’Opera Divina. Attendo il giorno che verrà, il giorno di una nuova chiamata.

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114 commenti »

  1. racconto straordinario, no? si direbbe di sì. occorre, tuttavia, attendere il parere della bertino. con pazienza e coraggio giungerà alla fine del racconto e concorderà con l’autore. 🙂 abbraccioni. fairendelli

  2. Lo stile è molto ricco e sicuramente c’è una grande padronanza della lingua italiana. Purtroppo non mi è molto chiara la storia, ma immagino dipenda dalla mia completa ignoranza sull’argomento “angeli”. Molte le annotazioni colte, che sono sicura avere individuato solo in minima percentuale. Mi dispiace, ma ho trovato questo racconto straordinario nello stile, ma poco interessante l’idea narrativa. E questo, come spero possa concordare l’autore, dipende dai gusti.

  3. i gusti non esistono. esiste solo la buona scrittura e la cattiva. le idee narrative, quando tratti di fatti accaduti esattamente come narrati, non esistono. esiste ciò che l’Alto deve comunicare al basso tramite gli eventi e poi con la scrittura che li racconta, le imperfezioni e le incapacità sono solo dello scrittore, mie in questo caso. in ogni caso noi dobbiamo attendere – più che le sentinelle l’aurora – il parere della bertino, prima di tirare le somme. padronanza della lingua italiana è, infine, un concetto totalmente malposto: noi siamo servi del linguaggio, mai padroni. se ci pensi sei d’accordo. 🙂 🙂 🙂 fairendelli

  4. Chiedo scusa ma il regolamento di questo concorso non prevede che i racconti siano inediti? Ed in tal caso cosa s’intende, mai pubblicati su cartaceo e anche mai pubblicati online? Mi permetto di porre questa questione in quanto questo tuo racconto è stato pubblicato online nel lontano 18 novembre 2009 alle ore 18.15 ma forse il regolamento non è così rigido, mi auguro.

  5. Gentile Caterina ovviamente per racconti inediti si intendono quelli non pubblicati da un editore. Purtroppo è impossibile controllare tutti i blog degli autori ed è ovvio che molti racconti inseriti in questo sito sono già stati ‘veicolati’ su altri blog. Ma questo non è un problema. Buona giornata,

  6. Contesto radicalmente che il racconto sia stato inserito alle 18,15 di quel giorno, i miei dati parlano – e piuttosto chiaramente – delle 18,19. Caterina occorre essere più precisi. Il rigore è essenziale, anche nella scrittura. Grazie al Dott. Brandi per il chiarimento questo credo significhi che il racconto non viene escluso dai giudicabili e che il cuore può continuare nella speranza sino a Maggio.:-) CEMF

  7. In parte concordo, Fairendelli…..in parte concordo

  8. concorda totalmente, valà. CEMF

  9. Scusa Fairendelli, perché questo tuo comunicato, che peraltro mi riempie di gioia, hai deciso di scriverlo sotto il mio racconto???? Almeno ti andassi a leggere gli altri mei due racconti…….

  10. ero agitato. stai calma. qui siamo tutti appesi a un filo. abbracci. CEMF

  11. Scusate ma ho la sensazione che tra un poco il dr. Brandi interverrà ancora con scudisciate sulle mani, però come si fa a non leggervi!!!!

  12. trovare un agreement con dott. brandi. sopravvivere qui sino a maggio. commentare con il cuore, piccolo pugno insanguinato ma vero, gli straordinari racconti di fairendelli qui e sulla runa. tutto andrà vene.:-) CEMF

  13. bene

  14. Trovo che sia un peccato che le attenzioni si concentrino sempre e solo sugli ultimi racconti inseriti, mi chiedo quanti siano andati a leggere anche i primi racconti presentati in concorso………alcuni sono veramente di spessore eppure, a parte i primi commenti che hanno ricevuto, nessuno più li c……..
    Buona Domenica a tutti.

  15. brava Fiore lì ti volevo. mi farò carico io di mettere ogni tanto qualche commento ai miei tre straordinari racconti. ok, lo farò anche per i tuoi. 🙂 CEMF

  16. sai il dolore che ancora provo per il commento di Tamarri?

  17. ahaahahah…….immagino, cavaliere, immagino, comunque parlavo seriamente, un poco alla volta mi sto leggendo tutti i primi racconti ed alcuni sono veramente densi di materiale da commentare….nel bene e nel male!

  18. quando dice nel male si riferisce ai primi racconti pubblicati e NON ai miei. ok Fiore, ok? ok 🙂 CEMF

  19. SI! Racconto straordinario! Niente a che vedere, ma mi è venuta in mente la guida di D. Ikeda ” Giorno per Giorno ” .
    Grazie……straordinario!

  20. Mi dispiace aver causato un dolore, ma forse lei mi dà troppa importanza. Sono solo una lettrice, il suo racconto è scritto davvero in modo straordinario, ci sono alcune frasi così profonde e poetiche che meritano da sole di essere lette. E la storia non è facile alla prima lettura, va letta con molta attenzione e riletta per poterla apprezzare.
    Un saluto da una nipote di minatore (morto in miniera, sul serio, nel 1940).

  21. Ok Tamarri, smetto ogni rancore nei suoi confronti e la ringrazio. Dò la mano destra a lei e la sinistra all’ombra del nonno minatore al mio altro lato, lieto di conoscerlo. In questo modo apro il petto verso di lei. Mi immagini sempre così se leggerà altro di me (suggerisco in primis Lo sguardo di Andreea) 🙂 CEMF

  22. la geometria della scena non è chiarissimo. sono di tre quarti, il nonno un pò indietro, nella costellazione familiare. quindi dò la mano a lei e le offro il petto, ok. CEMF

  23. chiarissima

  24. Proseguo lungo la strada, non dignitosissima ma da me scelta in piena libertà, dell’ autocommento positivo. Occorre arrangiarsi. A suo onore – del racconto – il fatto che l’anno scorso il Rabbi ne faceva leggere alcuni brani prima di ogni lezione. A chi gli chiedeva perchè rispondeva: “Mettiamola così. La realtà materiale è come una donna racchia che si è invaghita di voi. Vi segue ovunque, vuole toccarvi, baciarvi, farvi di tutto. La realtà spirituale è una donna alta e bionda, gambe lunghe, occhi di zaffiro. Però piuttosto che farsi toccare da voi si caverebbe gli occhi. E conoscendovi ha mille ragioni. Ora lo scopo di questo corso è di farla innamorare perdutamente di voi. Le possibilità sono vicine allo zero almeno per le prossime mille vite. Ma occorre fare il primo passo e credere fortemente con la mente il cuore e la pancia – possibilmente anche più sotto – che lei esista. Ecco perchè leggiamo il racconto di Emilio.” Rabbi Isidore Kaplan

  25. 🙂

  26. ..e i suoi autocommenti positivi ? Forse una tessera del suo quotidiano capolavoro? Ma sii!!! Buongiorno anche a lei!

  27. “Molto bello”…….Fairendelli, cosa accade????
    Sarà perché mi hai abituata a tue opinioni ben diverse, molto più costruttive e “colorite”, che mi rattrista molto il tuo “molto bello”. Per carità, non perché il racconto non lo meriti, non mi esprimo in tal senso, ma, ti prego………..TORNA IN TE!!!!!!

  28. No so fiore sto invecchiando, mi sto rincoglionendo non lo fossi già abbastanza. E’ che l’altra sera ho visto Bar Refaeli (è lontana cugina del mio Rabbi e quando viene a Milano per lo shopping o altro viene sempre a prenderlo a scuola la sera). L’ho vista dal vivo e le ho dato la mano! Da allora non sono in me sapendo che mai sarò in lei. Comunque esistono scritture belle nel loro fluire (Perin, Codogno) di molto mestiere anche se magari chi le produce scrive da poco. Anche se i racconti non si aprono alla fine e non lasciano un senso la sensazione di una scrittura bella e potente – Perin – rimane. Ciao 🙂 CEMF

  29. Grazie per la risposta, Fairendelli, mi fa piacere leggere che,dopo tanti commenti, alla fine, ritorni a dare conferma a ciò che ho sempre scritto. Tutti i racconti, qui, hanno già superato una prima selezione e tutti, quindi, sono degni di essere letti. Poi, ognuno di noi può riceverne emozioni differenti ma, sicuramente, non è necessario andare a lasciare un commento estremamente negativo (senza costruttività) in quelli che non ci piacciono. Mi spiace, ma in riferimento ad alcuni autori qui, in questo concorso, ho un pochino il dente avvelenato, io sono sempre stata abituata a non lasciare commenti negativi per il puro gusto denigrare gli altri, cosa che invece qui si fa, però poi ci si riempie la bocca dicendo che si è “bonaccioni” e che bisogna andare oltre…….io vado “oltre”, infatti mi limiterò a leggere i nuovi racconti (sempre con molto piacere) e a non partecipare più a questa chat. UN GRANDE IN BOCCA AL LUPO A TUTTI!!!!

  30. Wè! Si torna da una vacanza e qui trovi tutto uguale! Bertino si litiga con Fiore, tutti si commentano reciprocamente bene tranne Giovanna che asfalta tutti imperterrita. Io, formato alla sua scuola, ho scelto la strada umiliante e dolorosa dell’autocommento positivo e quindi ricommento questo mio pezzullo “L’Angelo Pahaliah”: bello, potente, straordinario. Assolto questo compito, che mi dovevo, esamino le ultime pubblicazioni. La mia osservazione, costruttiva si intende, sarà di carattere generale. Alcuni testi sono scritti bene e non mi dispiacciono. Con questo mi guadagno il diritto alla nota che segue: di alcuni non ho capito nulla, forse per un’interpunzione sgangherata da copia e incolla, forse per mia colpa. La voglia che rimane alla fine è di sparare – metaforicamente – all’Autore da pochi metri con un bazooka a forma di penna stilografica. O di cadere sulle ginocchia e invocare un Redentore linguistico. Mi viene alla mente il dialogo tra il mio Rabbi, Isidore Kaplan e la nostra classe alla correzione dei racconti di ambientazione chassidica che ci aveva imposto di scrivere. Il Rabbi: “Ragazzi non ci siamo. Sembra fatto tutto a metà, un pò come viene. Nessuna voglia di correggere e rifinire quanto intrapreso, capacità di ascolto della propria stessa opera durante la stesura zero, insomma non va benissimo.” Uno scolaro: “Rabbi scusi ma non è lo stesso modo, dico fare le cose a metà non rifinirle eccetera, in cui opera Dio?” Il Rabbi :” Sì Shlomo, ma Lui sa perchè fa così, voi no.” CEMF ps si scherza eh? vogliamoci bene

  31. Fiore non puoi mettere a scadenze regolari un commento a questo pezzullo in modo che sia spesso il primo della colonna commenti? grazie, ciao. CEMF

  32. FAIRENDELLYYYYYYYYYYYYYYY…..eccotiiiiii!!!!! Ma sai che sentivo la tua mancanza? Forse ciò che mi chiedi non è del tutto impossibile…..bentornato comunque, sempre pimpante e VIVO nei tuoi commenti!

  33. Sono stato risucchiato alla lettura del racconto. Ottima prosa, il linguaggio suggestivo dei primordi della letteratura, da Gilgamesh al Libro di Enoch, o alla Genesi, tra i miei preferiti. Non ho letto invece il Trattato di Wallace. Interessanti l’inizio e la prima parte del racconto, in seguito il fascino per le immagini prevale.

  34. Grazie del commento. In effetti un linguaggio anteriore alle cose che si raccontano, un linguaggio “non umano” sarebbe l’obbiettivo. Non ci riesco pienamente. I racconti più recenti vanno meglio, questo è del 2010 ed è il primo che ho scritto dopo la morte di mia madre. Il trattato della Wallace – K.S.Wallace è una stagista dalle labbra di rosa e e dalle gambe zenitali che conoscevo un tempo e per avere la quale avrei venduto l’Anima al mercato rionale – me lo sono inventato. Anche sul mio cavalierato è lecito avere dubbi. Non così sul resto. 🙂 CEMF

  35. adonay atzila nafshi missefàt shecker millascjon remija. cose grosse, ebraico biblico, l’invocazione per chiamare Pahaliah: liberami o Signore dalle labbra di mezogna, dalla parola ingannatrice (e fa che i miei commenti ai racconti di CEMF siano sempre immersi nella luce dell’entusiasmo e bollenti come il fuoco, senza distinguo, se e ma). amèn. :-)))))))) CEMF

  36. menzogna

  37. Bentornato , Fairy, spero che il viaggio sia stato bello. Io invece, che non mi sono mai mossa, ho appena letto questo tuo racconto, arrendendomi alle tue continue sponsorizzazioni. Che dire? Interessante il viaggio astrale ( in certi punti alla Dr Faustus) che tu narri, però il tema non è dei miei preferiti. Non mi sono mai interessata di angeli e simili! Mi ha commossa invece la parte dedicata a tua madre ( autobiografico ?) e comprendo questo tuo cammino spirituale. Adesso, mantieni la calma prima di rispondermi ( con ingiurie, suppongo) altrimenti il tuo angelo ti assesta un cazzottone!

  38. Bertino cazzo ma ci sei o ci fai? Vuoi vedermi spaccare altri PC a pugni? Vuoi ridurmi come Luigi Tenco a Sanremo nel 1967? Se non ti interessi di Angeli è un enorme problema! Se non cedi affettivamente ai miei racconti hai un cuore di pietra. Che temi preferisci? E Dr Faustus non c’entra una sega. Ma io la tua campana la tratto con la fiamma ossidrica! Leggi “L’ultima stanza” ! Non va bene? Allora i raccontini con pistolotto spirituale te li scrivi da sola ok? O li fai scrivere a quello del viaggio ferroviario Porretta Bologna, va bene? O fate un lavoro a quattro mani con la Fiore, sì? 🙂 CEMF ps puoi rimuovere il commento chiedendo questa cortesia al Dott. Brandi?

  39. :-)))

  40. Avevo confidato nell’intervento del tuo angelo custode ma vedo che anch’egli ti ha disertato! Spero che dopo la sfuriata non ti sia venuto un colpo apoplettico che ti abbia fatto tirare lo zampotto. Rimani sempre simpatico anche quando ringhi!

  41. weeeeeiiiii Fairendellllliiiii….che sfuriataaaa!!!!!! Ammesso che la Bertino voglia provare a fare un racconto a quattro mani, cosa di cui dubito, pensi che ne potrebbe venire fuori qualcosa di buono?
    P.s : ho riletto il tuo racconto e devo dire che, pur non essendo nemmeno io addentro nell’argomento, trovo che sia paragonabile ad un piccolo scrigno……a te il comprenderne il perché.

  42. Scrigno va bene. Dentro ci sono cose preziose. Fiore tu non hai idea di cosa voglia dire farsi il culo come una casa per secernere (sic) un pochetto di Spirito e vedersi liquidati, trattati da Bertino come una pezza da piedi. E con la Veggente e tutto il resto! Ma anche qui ha ragione il Rabbi: “Dio è un orco cattivo e vi tratta a calci nel culo ma occhio ragazzi!: potrebbe andare ben peggio.” 🙂 Vengo al momento – indispensabile per poter sopravvivere qui sino al giorno del Giudizio – del commento costruttivo. Lo applico al vostro futuro pezzo a quattro mani. Il commento è questo: evitate di scriverlo. Ciao Fiore. CEMF

  43. Meraviglioso

  44. La storia è fantastica dai, mi è piaciuto da morire se devo essere sincero!! mi sembrava di vedere un film dal significato profondissimo! Complimenti!!!

  45. ecco, il significato è quello che conta. più è profondo più godiamo.caterina silvia fiore si è offerta di commentare ogni 10 gg ca. il pezzo in modo che sia spesso tra i primi della colonna dei commenti. speriamo venga premiato. qui si tratta, checchè ne dica bertino, di pubblicare o morire. grazie del commento. 🙂 CEMF

  46. ……lusingata ed onorata per le sue parole, che mi lasciano , come dire…, a bocca aperta…, ho scelto di rispondere, in segno di sincera e gioiosa gratitudine sopra un Suo. Spero di averla resa felice! Emanuela

  47. …a un suo….

  48. la ringrazio emanuela, per pochi minuti l’angelo sarà il primo della colonnina a destra, cazzo. pioviggina, qui. scrivo da una postazione di fortuna a lucca, sa quegli internet point dove si collegano gli immigrati e mandano soldi a casa? spero di sopravvivere sino a Maggio. vivere di espedienti, ma dove cazzo sono gli espedienti? ci sono mense universitarie, caritas point a lucca? abbracci 🙂 CEMF

  49. grazie per l’info fagnani. la mensa è a pisa e non distante? io, essendo stato studente dell’ Anormale di Pisa dovrei anche avere diritto di pranzare e cenare là. una buona dritta. CEMF

  50. Eccomi eccomi……Fairendelly, se eviti di chiedere della Bertino ti prometto che metterò ogni giorno, e dico OGNI GIORNO, un commento sul tuo racconto….a proposito, sei ancora sotto l’acqua?

  51. PIENO DIRITTO …..

  52. . . ci tenga aggiornati su di lei e se c’è qualcosa che possiamo fare non fa che chiedere….si riguardi. La prego!

  53. Per Caterina Silvia ………ciao Caterina ma Giovanna dove’ finita? NON ci credo che non ti manchi dai….sii sincera!? A me si, e spero che torni presto! Sarà partita per Lucca, anche lei? Credo che bisognerà’ provvedere ad inviare degli ombrelli comunque, perché continua a piovere.

  54. Cari colleghi – cosi dobbiamo chiamarci dopo l’Editto Simonetti – vogliamoci bene. Prendo le mani di Bertino (She’s back!) e di Fiorellino e le unisco in una stretta affettuosa e leale. Cerchiamo di controllare gli ingredienti del nostro inchiostro (ne ho già scritto e non rammento per non turbare Fiorellino) e di soffrire come cani: la nostra scrittura migliorerà. Il Rabbi lo dice: possiamo lasciare fare sempre tutto a Dio! (*) 🙂 CEMF

    (+) Io, dal fondo della classe: “Rabbi ma perchè no?” 🙂

  55. NON possiamo

  56. Cari colleghi, vorrei salutare tutti con affetto in occasione dell’imminente fine del concorso. Una rapina da parte di alcuni sbandati a Lucca – dove come ben si dovrebbe sapere mi ero entusiasticamente trasferito in attesa degli esiti del concorso – la testa che sbatte e due mesi di prognosi riservata con nemmeno un cane (fa eccezione la Compagna Fagnanski che però si ostinava a chiedere alla reception del nosocomio del “Cavalier Fairendelli” con esiti che ti lascio immaginare) che ti viene a trovare o ti pensa. Comunque rieccomi lungo il sentiero della Figura dell’Arcano dalla coscia squarciata: il sentiero dell’autocommento positivo. L’Angelo Pahaliah è un racconto straordinario! A parte questo con ancora la flebo attaccata al braccio e camminando a piccoli passetti nella stanza gli esiti del concorso, l’inserimento nei 25, appaiono come non il primo dei miei problemi. Avrò le energie per articolare una scusa, una causalità suprema in caso di mancato inserimento nei 25? Non lo credo, e così mi rassegno. Come diceva il mio Rabbi: medagliato o meno, Emilio, i tuoi raccontini con pistolotto spirituale fanno sempre cagare. Sob. 🙂 CEMF

  57. …lo sa Fairendelli che mi domandavo cosa le fosse successo?I suoi commenti sagaci mi mancavano (devo dire)! Mi auguro davvero che si rimetta presto…deve essere stata proprio una terribile esperienza :-(. AUGURONI DI CUORE PER TUTTO…PER LA GUARIGIONE E PER IL CONCORSO!!

  58. non so… poi c’era i primi giorni questa infermiera qui, sabina. portano le gonne qui, al campo di marte di lucca le infermiere e io mi sono sporto dal letto per vederle le gambe (hanno el calze bianche sa? ed è bello) e sono caduto e ho dovuto ricominciare da capo o quasi a guarire. 🙂 CEMF

  59. Caro Fairy, grazie per i saluti che ricambio ed estendo a tutti i concorrenti di questa edizione. Ormai i racconti piovono a pioggia, giorno dopo giorno, e se ne perde il conto. Quanti saranno? Non oso pensarci e le mie buone intenzioni di leggerli tutti sono naufragate miseramente. Comunque è stato un vero piacere. Un abbraccio. Giovanna

  60. bertino un sorriso e in bocca al lupo per la tua campana. hai mazzolato tutti ma nove volte su dieci a ragione. cassisi ma lo sa il culo (scusi il francesismo ma qui danno delle pastigliette verdi che tolgono il dolore ma anche i freni) che mi sono fatto per quel viaggio con P? 🙂 CEMF

  61. beh ma perchè non legge l’altro mio racconto “I suoi capelli d’oro”? legga piano, bertino ha dovuto capire le parentele ma poi il racconto è piaciuto tanto persino a lei. anche avere una Veggente mica è da tutti, io conosco me. 🙂 CEMF

  62. Ciao Cav, un augurio anche a te per i tuoi straordinari racconti. L’augurio, per simpatia, comprende le tue ammiratrici!

  63. …..buongiorno a tutti, mi unisco anch’io al coro dei saluti essendo stata anch’io ahimè assente all’appello quotidiano e non senza dispiacere, ma ci tenevo particolarmente anche se repentinamente a fare un grande e sentito saluto ed augurio a tutti, ed i miei complimenti per l’incessante sciorinare dei nuovi racconti che vanno ad aggiungersi a tutta l’arte che li ha preceduti facendone di ulteriore, diversa e non minore.

    In effetti l’impegno di assiduo e tenace presenzialismo presso la reception del nosocomio Lucchese, per poter ricevere almeno qualche notizia sul compagno Fairendelli, mi ha distratta e sottratta da tutto, empaticamente trattenuta in attesa, e solo dopo aver saputo che sbirciava tra le gonne bianche e le candide e spesse calze delle infermiere, che ondeggiavano poco distanti dai suoi occhi, che per loro avidità gli hanno procurato altro malore, perdendosi e precipitando in un equilibrio che è mancato e ritrovandosi ancora a capolino a terra, allora ho potuto tirare un enorme respiro di sollievo, riconoscendo in tutto ciò, la chiara, evidente, risalita per la guarigione, e risalito è dunque anche il mio animo, in tormentato pensiero per lui!!!
    Sollevata, adesso, posso concedermi lo spazio di questo gradevole, gradevolissimo saluto, come lo è stata altrettanto la Vostra compagnia e come è stata la lettura, e con lei, la conoscenza di molti di Voi…. e non me ne voglia chi è restato fuori……..come dice la cara carissima Giovanna, nemmeno a riproporselo come lavoro sarebbe stato forse possibile per la mole che è stata!!!

    Un saluto particolare ad alcuni in particolare, e anche questo senza togliere ad altri……ma per la loro particolarità che mi ha diversamente colpita e per una semplice e naturale maggiore sintonia : CATERINA SILVIA FIORE, gentile e graziosa come il suo nome, GIOVANNA BERTINO, la forza della schiettezza servita in un vassoio di coraggio condito con sapere, acume e coscienza, NIKKI MONICA SIMONETTI, Donna con ” D ” maiuscola d’eccellenza, AMASO, ANDREA MASOTTI, sintesi e precisione che tutto racchiude come il potere di un silenzio che contiene più che un turbine di parole e significati.
    Ultimo ma mai ultimo il signor SIGNOR SIGNOR SIGNOR E SIGNOR FAIRENDELLI per cui non ho mai nascosto la mia estrema ammirazione fatta di elogi più o meno scherzosi per cantare le sue lodi che tutte non si riesce neanche a volerlo per tanto è vasta la lista!
    Dico di lui queste ulteriori cose però e con molto affetto per tutto il sincero affetto che ho per lui : ci ha parlato di tante cose, ci ha fatto sorridere molto, ci ha fatto sentire molte e variegate emozioni , calcando sulle nostre carte bianche con quell’inchiostro che lui possiede e che sa usare e che ama e professa , dove ha lasciato scritte per noi frasi indimenticabili.
    Un autore, Matteo se non erro, in un commento al suo ” l’uomo del coro”, gli chiede molto garbatamente – ho un dubbio…che cos’è un profumo indimenticabile?-
    Un profumo indimenticabile , ho già risposto a Matteo in risposta a quel suo commento, che cos’è secondo me, ma torna molto bene adesso fare un altro esempio qui e così:

    – OGNI COSA CHE CI RESTA SCRITTA ADDOSSO! –

    Grazie di cuore per tutte le cose che mi restano di tutti VOI ….. ri-citando il mio amico Fairendelli…..lui direbbe: – è stato un onore!!!
    Lo è stato davvero!

    UN ABBRACCIO E UN IN BOCCA AL LUPO A TUTTI TUTTI

    Emanuela

  64. cari colleghi (fratelli e sorelle?) grande esplosione cardiaco-affettiva di fagnani. grande persona, procedendo verso lo Spirito la manderó in avanscoperta a sminare i prati. un abbraccio! grazie e un saluto anche ad amaso. ora riponiamo stili e pergamene e attendiamo. in chi confidare? in dio ma anche nella “quota metafisica”. un racconto spirituale su 25 deve parlare di Spirito. eccomi qui! 🙂 CEMF

  65. Si Emanuela, l’autore(addirittura!!) dubbioso sono io. Ho letto il commento sulla home, quindi ho letto il racconto “L’angelo Pahaliah”. L’ho trovato davvero suggestivo, potente. L’inizio è struggente, poi la ricerca di un contatto con l’angelo è un viaggio iniziatico. Non so se era nelle intenzioni dell’autore, ma ho avvertito tra le righe la presenza di Tiresia, o quantomeno un richiamo al mitico indovino, nella figura del cieco al parco, e poi, poco oltre, nel primo volo “ultracorporeo”, quando lo spirito del protagonista visita la stanza della vicina di casa e sente come ama una donna, constatandone la differenza con l’uomo. Forse sono fuori strada, però volevo condividere questa mia fascinazione scrivendola in sede di commento: in fondo me l’ha suggerita il racconto, la cui prosa trovo evocativa e poetica. Belle le descrizioni dei viaggi tempo-spaziali. Non c’entra niente, però lo spirito, la parte più elevata dell’animo che si libera dal corpo e viaggia lontano, mi ha ricordato un libro di Coelho, Veronika decide di morire, dove la protagonista ha un’esperienza simile. Se posso azzardare, questo racconto mi è piaciuto anche più dell’altro dello stesso autore, “L’uomo del coro”, che ho comunque apprezzato. Complimenti!!

  66. E’ una cosa strabiliante stare in vostra compagnia…
    Carissimo Cavalier Fairendelli…non lo sa che oggi i letti d’ospedale si alzano, si abbassano e si spostano in ogni dove? Perchè cercare di far manovre articolate per vedere ciò che non si può? Le infermiere sono figure che consolano e aiutano perciò stia tranquillo e pensi a guarire in fretta…mi raccomando!! Noi le faremo compagnia così ;-).
    La fine del concorso si avvicina ed io ringrazio tutti per le bellissime ore trascorse a leggervi. Scusate se ho tralasciato qualcuno ma..si sa…il tempo è tiranno!! Un abbraccio e spero di cuore di incontrarvi!! 🙂

  67. Grazie Matteo e Marchiori. Cari colleghi gli ultimi giorni del concorso sono tradizionalmente dedicati alle dichiarazioni di voto. Io voto per L’Angelo Pahaliah! Per punti: 1) E’ un racconto straordinario 2) Quanto aggiunge al valore del pezzo la sua realtà? Cento? Mille? 3) L’Autore può dare molto su questi temi, anche in prospettiva. Si consideri (cfr l’altro suo pezzo in concorso “I suoi capelli d’oro” ) che è tra i pochissimi ad avere una Veggente personale – non conosco nessun altro – e anche questo tema se ce lo giochiamo bene in qualunque sede fa il botto. Tutti a pensare sia una sola ma carta poi canta! 4) L’Autore è l’unico ad avere abbandonato tutto per vivere di espedienti a Lucca sino al termine del concorso e in attesa del verdetto. I pasti venivano consumati alla mensa dell’Anormale di Pisa (dritta di Fagnani) ma per tutto il resto si viveva come barboni. Tutto comprovabile! Ci ubriacavamo con altri due all’Oste in Via della Fratta (ora chiusa per una epatopatia dell’oste le cui origini vanno indagate) e le connessioni al sito avvenivano dall’Internet Point di Via Galliani già Via del Biscione. 5) La vile aggressione subita e la (ri)caduta per vedere due gambe nemmeno snelle non mi hanno vinto e sono ancora qui: premiatemi. Per favore. 🙂 CEMF

  68. …fose per me carissimo Emilio..solo per la fantasia e la vastità degli argomenti trattati mi troverei imbarazzzata nella scelta…anche per i corti. Auguri di nuovo per tutto!! ELEONORA 🙂

  69. Noi lo sappiamo che non è così! Per la verità è l’unica cosa che sappiamo. L’unica cosa, ascoltami bene, su cui è possibile avere dei dubbi è il mio cavalierato. Lo confesso e me ne vergogno un poco: è di autonomina. Se hai letto I suoi capelli d’oro spero tu abbia voluto bene alla piccola uccisa, Anna. Basta chinare un poco il capo in suo onore, come si dovrebbe fare forse con chiunque conti per noi qualcosa. 🙂 CEMF

  70. Mi unisco all’imbocca al lupo a tutti, queto concorso è stato per me una nuova ed esaltante esperienza e spero di ritrovarvi tutti anche l’anno prox.Cav. i commenti senza di lei non erano più gli stessi, mi permetta dato la sua alta conoscenza in coposti alchemici di contattarla casomai in un altro mio racconto giallo, abbia bisogno di ammazzare il marito in modo quantomeno perfetto.Adios!

  71. ops questo…composti…

  72. Sì ho dei prodotti per questo. Ma credo ora sia più cool affondare le mani nude nel petto dell’odiato marito, lui vivo e cosciente, estrarne il cuore, addentarlo e sputare a terra. In questo caso la Polizia arriva chiamata dalla stessa moglie che racconta di un romeno sotto droga ecc. L’uccisione così bestiale scagiona la moglie: che forza ci vuole per entrare con le mani in un costato d’uomo? Con che cuore si addenta – perdonatemi la ripetizione – un cuore? Chi mai può fare questo? Osservo che la stessa operazione si può fare con un uomo (non dico marito) che si ama moltissimo. In questo caso si entra in lui, gli si carezza il cuore, si coglie con due dita la moneta d’oro che vi sta dentro, si estrae la mano e insieme all’amato si osserva la moneta. Chi ha orecchi od orecchini per intendere, intenda. 🙂 CEMF

  73. Buongiorno a tutti! Ultimo giorno del concorso, ultimi bagliori…..sono emozionata ma anche un pochino rattristata, si conclude un percorso per me interessantissimo, vuoi per l’esperienza letteraria, vuoi per l’aver conosciuto persone che sono diventate, ognuno a modo suo, a me molto care. FAIRENDELLLIIIIIIIII……ho chiesto all’Emanuela dove potevi essere finito, mi mancava la tua pressoché costante presenza all’interno della chat, i tuoi commenti acuti, ricorderò sicuramente sempre
    il tuo CHI HA ORECCHIE ED ORECCHINI PER INTENDERE!!! (ovviamente non solo quello, capirai, ne hai scritte di cose interessanti)…….,ma, soprattutto, se vincerai, anche se io non sarò tra gli eletti, verrò alla premiazione per conoscerti.
    EMANUELA FAGNANI…….cara, bella bella persona, un abbraccio grande per essermi stata vicina in un momento per me molto difficile (che ancora non si è concluso) e per avere scritto, non me ne vogliate tutti gli altri grandi autori qui, secondo me, uno dei più bei racconti che abbia letto da ottobre ad oggi, insieme a quelli di NIKKKKKKKI SIMONETTI, a cui va un grande abbraccio e a tutti……….IN BOCCA AL LUPOOOOOO!

  74. …..CATERINA SILVIA mia Cara Carissima sono felice felicissima che tu sia tornato oggi e in questo momento come in altri ti abbraccio e ricorda che tutto fa meno male se hai il bene di qualcuno poco distante da te!!! Sono felice anche che tu e il Cavaliere vi siate ritrovati dopo lungo silenzio e che oggi in queste tue esclamazioni entusiaste abbia investito lui e tutti noi di una secchiata di affetto che come un secchio d’acqua che ci arriva sui vestiti li inzuppa e in un attimo li cambia di colore!!!
    GRAZIE CATERINA SILVIA e concorso o non concorso poi ci troveremo per conoscerci!!!
    UN ABBRACCIO
    Emanuela

  75. ….perdono…TORNATA non tornato…..

  76. che bello vedere queste accensioni cardiaco-affettive! mi piacciono perchè sono sostanzialmente incluso. diversamente mi butterebbero giù e non le ammetterei. l’ipotesi di fagnani vincitrice mi inquieta non poco, anche se meriterebbe. basta che non dimentichi mai il suo ruolo primario, cioè quello di drenare in qualche modo per me preoccupazioni e disgrazie e farmi un poco felice con l’approvazione incondizionata dei miei testi. anche i più umili dovrebbero avere una ammiratrice come lei: si sta meglio. come oscuro presagio uno dei testi che preferivo (“maldoror allo specchio” di tale perin) è stato ritirato o ucciso. l’oracolo cinese peraltro non sta dicendo bene sul mio inserimento nella silloge (il pubblico non è pronto per gli angeli? la quota metafisica di pari opportunità da me invocata verrà assegnata ad altro testo? il rabbi ha infine ragione definendo i miei testi “cagate pazzesche, se il tuo angelo legge viene e ti spacca la faccia, emilio!” ???) e dalla rabbia ho fuso le monetine profetiche. vedremo, vedremo. mio dio. un abbraccio a tutti. non metto l consueto emoticon di sorriso perchè qui il momento è tragico, altissimo. CEMF

  77. ……non dimenticherò !!!

  78. credo prima di chiudere dovremmo dedicare un minuto di silenzio a coloro che la polizia letteraria ha fatto sparire (mercatanti, la succitata perin, dio solo sa quanti altri). faccio suonare il lacrimosa di mozart per piano trascrizione di saltykov… e bertino avrà da ridire sulla struttura musicale del pezzo gesuddundio! 🙂 CEMF

  79. UNICO Fairendelli…..UNICO…….mi mancherai cavaliere……

  80. ci saró sempre nel mondo delle idee.o muoio? non premiato e muoio??????? ohi!!! CEMF

  81. ah ah ah ah ah….mannnnòòòòòòòòòòòòòò Fairendelli….non intendevo questo…..tocco ammenicoli vari ecchecavolo….

  82. mi hai agitato! sputo a terra – in casa! – poi mi inginocchio a vedere e per ora non vedo filamenti di sangue. vedremo. speriamo di vederci tutti alla premiazione oramai siamo una famiglia! CEMF

  83. 88 – Una famiglia !!!

  84. 89 – In effetti la famiglia è un sistema di relazioni significative!!!

  85. 90 – Bene!

    NOVANTA !!!

    NOVANTA commenti per Lei Signor Fairendelli !!!

    Questo non trova che sappia di famiglia ???

    NOVANTA e tutti quelli che non ci saranno unicamente perchè il concorso si chiude adesso….unicamente per questo, consideri dunque, che tutti gli altri sono tutti sospesi nell’aria che respirerà in ogni suo respiro e dentro ci saranno tutti i nostri nomi, che come quelle nenie che a lei e anche ad Amaso piacciono molto, le diranno ad ogni tic di lancetta……91…92…93…94…95….96…97 98…99…1000….etc…etc…etc….

    GRAZIE …..Le vogliamo molto bene!

    La famiglia!

  86. Cav,
    posso fare parte della famiglia?…
    La prego – prego,prego,prego – dove ci s’iscrive, Emanuela?….

    Racconto d’altri tempi, il suo, tempi d’intelligenza e di cultura, quando disquisire di argomenti dotti dimostrando una certa dimestichezza era motivo di vanto, piuttosto che il contrario.
    Non è colpa sua, Cavaliere, essere nato in epoca di didietro sbandierati al vento e veline piuttosto che di letterati e crinoline.
    Nel secolo scorso, Cavaliere, Lei sarebbe stato il Re dei salotti.
    Non che lei non lo sia stato anche, qui , in questi mesi, su questo sito.
    Il racconto è magnifico, l’argomento suggestivo. Evocativo.
    Splendido il percorso del protagonista, la descrizione del suo viaggio iniziatico.
    Dire che Le auguro una grande fortuna, nel concorso come nella vita, riduttivo.
    Spero di applaudirti mentre sali su quel palco, Cav.
    Ti siamo tutti vicino, e tifiamo per te 🙂
    La famiglia,
    Nikki

  87. Emanuela,
    Caterina – e scusa, Cav, se mi attacco al tuo post per rispondere – non avevo letto i vostri post più in alto, l’ho fatto adesso.
    Che bello che mi abbiate menzionata tra i racconti che avete preferito: che dire, la stima è sicuramente RECIPROCA!!!
    L’affetto – da famiglia, oramai l’abbiamo chiarito 🙂 – pure.

    Troviamoci a Lucca a festeggiare, tutti, che si sia vincitori o vinti, che ve ne pare?…
    Baci, Monica

  88. Grazie Emanuela, se ho ben inteso, e ho appena indossato gli orecchini, ti sarò sempre devoto per queste tue parole ( anche se mi hai paragonato a tale Arpocrate, dio del Silenzio ).
    Ora alle Calende di Luglio, quando i Numi sveleranno il Destino di noi mortali.

  89. Carissima Nikki,
    grazie per le belle parole. Mi commuovono.
    Sei una bella e unica persona.
    La famiglia ci include da prima che Dio abbia ordinato il primo istante del Tempo, da prima che ci si incontri e ci si RICONOSCA.
    Siamo dunque insieme in un Ordine superiore da sempre e chi ha orecchini per intendere (impagabile la visione di Amaso con due pendenti a cerchi largo) intenda.
    Per gli altri il problema è solo cardiaco: il loro cuore batte con il nostro? Sono nostri fratelli.
    Non batte? Che ce frega, le parole del Cav resteranno SUL loro cuore (conformemente a Deut 6,6) e vi cadranno dentro solo quando loro saranno in grado di farle cadere perchè vengano pronunciate.
    Come dice Maria Cristina – la donna a cui devo tutto – con il suo candore e il suo Potere : “… credo dovremmo dire una preghiera che sia insieme lode e benedizione e anche lamento al Supremo e credo debba essere benedetto chi riesce a dirla così sai? completa, non divisa, come fosse un’unica parola, una sola parola, con tutte le tre cose insieme sai tesoro…” 🙂 CEMF

  90. cazzo fa impressione però Amaso con gli orecchini!!! infrange la grande polarità maschio/femmina dell’Universo. 🙂 CEMF

  91. Mi manca così tanto, mia madre. Rincoglionimento? Presagio di morte? Sta di fatto che è oramai troppo tardi per riarrangiare i ricordi e la materia passata del mondo, per starle di nuovo di fronte, chinare il capo in quello spazio colpito dall’onda della Luce del sangue che travolge ogni cosa e poi rifluisce per lasciare spazio alla Luce Suprema. Il lavoro può essere fatto solo “dall’altra parte”. E da qualcuno che non sono io. CEMF ps io cazzo vorrei sapere chi ha iniettato per me questa goccia di miele dal cielo e di perfido veleno dalla terra negli ultimi giorni di giugno. ogni anno mi pare di non farcela. speriamo di arrivare a fine mese. e quest’anno anche ‘sto stress della Giuria.

  92. ….e a fine giugno….. adesso…… anche questi due dinosauri entrano in famiglia, il piccolo ed il grande….ma qui avevamo parlato di un veliero o dell’ ARCA di NOE’???

    Avanti !!! ….c’è posto!

    Io sto in segreteria e smisto gli ingressi ma è semplicemente per necessità d’ordine …alcuno sbarramento! Non esiste proprio!

    Un giorno, un bambino che aveva una mamma ed una vice mamma. si chiedeva quasi in conflitto di lealtà : – ma io voglio bene ad entrambe ! –

    – Si piccolo – gli fu risposto – il cuore è come una grande casa dove c’è spazio per tante tantissime persone !!! –

    W LA FAMIGLIA!

  93. 🙂 grande fagnani chi ti ha inventato. la famiglia si reca al diploma di uno dei suoi figli. cadano fiori dall’aria e – per una volta si faccia cosa desueta e di alto profilo- ci si alzi in piedi ad applaudire. me lo merito, ve lo giuro. CEMF

  94. diploma in piano a settembre intendevo eh?

  95. CENTESIMO MESSAGGIO :

    Siamo tutti in piedi, mi permetto di interpretare la comunità tutta, e vedo commozione, stima, riconoscimento di enormi doti artistiche ma non di meno umane.
    I fiori accompagnano ogni attimo di rilievo e ci sono adesso senza dubbio…… soprattutto perchè non è affatto in un attimo che si costruiscono i rilievi!
    In piedi, partecipi, empatici, con sincero affetto…… NOI …… LA FAMIGLIA

  96. FAIRENDELLI…..CAVALIERE…..??? ISIDORE EMILIO KAPLAN..???? Come va? Questo fine giugno è denso, molto denso di significati per molti di noi, chi per un motivo, chi per un altro, ma con affetto il mio pensiero si rivolge a questo cavaliere oscuro, illuminato ogni tanto dalla luce di un Angelo, che mi ha accompagnato in questo percorso letterario con pensieri e suggerimenti che serberò con cura nel mio cuore …..un abbraccio Fairy (permettimi per stavolta, solo per questa volta, di chiamarti così).

  97. grazie caterina, grazie. ci sono nuove parole del Rabbi , due foto piu grandi della maglietta in closeup e una mia foto con Sokolov. Quanto a opici mi ha spaventato. Ma di brutto. CEMF

  98. Che cosa ti spaventa, la mia preveggenza, i miei commenti, il mio racconto..cosa?

  99. di veggente ce n’è una il resto mi fa paura. 🙂 CEMF

  100. Se vuoi mi puoi terrorizzare un pochino anche tu… spara la tua tripletta vincente.. coraggio, non essere timido!

  101. troppo timido poi è il 22 giugno, sai che domani è il 23? Pahaliah regge questo giorno e domattina si prova. piu facile una pizza con la nipote del Rabbi (Bar Refaeli) che vederLo di nuovo. 🙂 CEMF

  102. oggi : 23 giugno
    Spero con ogni più volitiva speranza e con ogni più caro e grande affetto che l’Angelo custode custodisca le richieste , i bisogni, i desideri di chi è Suo e di Chi Lo vuole.

  103. Angelo di nascita, del periodo di nascita, del giorno…..

  104. Questo racconto, commovente, e scritto con un linguaggio colto e raffinato, mi ha trasmesso molte emozioni: non è forse questo lo scopo di chi scrive? A volte gli Angeli, si rivelano semplicemente con una leggera brezza, come una carezza sul viso… Auguri!!!
    Paola (“In viaggio”)

  105. “In viaggio?”

  106. Ah è il tuo racconto. Lo leggerò. Comunque potevi essere più entusiasta nel commento, cosa ci voleva? Io scrivo per farmi amare come prima cosa, per fare il lavoro che viene chiesto come seconda. Brezza e carezze sul viso? Certamente lo fanno, ma gli Angeli di schiera bassa, non i Troni. Noi qui cerchiamo di giocare in serie A, con gli Angeli, ok? 🙂 CEMF

  107. Fairendelli…..non essere troppo duro….

  108. ieri non è andata esattamente come volevo caterì. e chissà cosa succede da qui a fine mese. 🙂 CEMF

  109. cassisi manteniamo la calma. è che non posso lavorare sempre per tutti ( in fondo è così e lo sa anche marcella) e avere indietro due tappi e delle biglie colorate. anche dall’Angelo. ok? ok. 🙂 CEMF

  110. ce la fa ma sta dando pochissimo. specchietti e biglie colorate. non voglio che metti smiley alla fine dei tuoi messagi. CEMF

  111. è offensivo

  112. Complimenti per la vittoria sig. Fairendelli!!! Andrò a leggermi il pezzo, che mi manca. Non ho mai letto libri di Angelologia (si dice così?); provvederò, anche perché l’argomento mi interessa… Per il momento mi piace immaginare che gli Angeli siano esseri di luce che il Grande Spirito ci ha voluto mettere a fianco, per assisterci nei momenti più difficili della nostra vita. Se essi siano poi di serie A o di serie B, a me non importa molto. Mi basta avvertire quella brezza leggera, come una carezza sul viso.
    Paola (“In viaggio”)
    Nel lontano 2006 avevo vinto questo Premio con una favola. Come vede, ho sempre la testa fra le nuvole!
    🙂

  113. lei verrà, alla premiazione? 🙂 CEMF

  114. Mi piacerebbe molto incontrarvi, tutti. Vediamo… Che emozione!

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